ROMANO SCARPA IN GERMANIA E JAC SULL'UNITA'!

Bela Lugosi

Chi c’è dietro questo Walt Disney’s Comics and Stories? Fingono di entusiasmarsi per la storia di apertura, realizzata da Carl Barks, quegli zuzzurelloni di Lon Chaney, Tor Johnson, John Carradine e Bela Lugosi.
Grazie a Mark Wilhelm per la segnalazione.

Per la cronaca, il numero del comic book è il 190 del luglio 1956, che sia pare con la storia nota in Italia col titolo Paperino e il bicisommergibile.

Cover

Ma adesso un po’ di notizie sparse, compresa quella del titolo (per la quale ringrazio Claudio Ferracci, autore anche dello scatto sotto).

Scarpa deutch

A proposito dei post precedenti a questo, Renato Pallavicini, segnala in uscita su «l’Unità» di oggi, sabato 24 agosto, (salvo imprevisti dell’ultim’ora)

… “un mio ampio pezzo dedicato alla querelle JacovittiLinus (ovviamente – citandoti – ho tratto info e altro dalla tua accurata introduzione alla riedizione di Gionni Peppe e Gionni Lupara).

Nell’articolo si accenna anche all’ostracismo e alle censure nei confronti del fumetto che, dagli anni Trenta ai Settanta (ma anche oltre) hanno visto unite destre, centri e sinistre. L’articolo l’ho scritto prima dell’interessante ed estenuante dibattito che si è acceso sul tuo blog.

E quindi siamo in sintonia perfetta!

Cover Unità

Come si vede, l’ex organo dell’ex Partito Comunista Italiano addirittura riporta la notizia relativa a Jacovitti in prima pagina, con tanto di richiamo a Gionni Peppe.

Nel 1973, quando questi fumetti uscirono, sarebbe mai potuto accadere?

Renato sottolinea anche:

Il mio pezzo fa parte della serie estiva (quando la mia rubrica è in ferie) di pagine dedicate al fumetto. Il 18 agosto è uscita la prima (dedicata a Will Eisner, Feiffer e Chabon: anche qui la fonte è la biografia su Eisner di Bob Andelman); la seconda è, appunto, Jacovitti; la terza sarà un incontro-intervista con Roberto Recchioni in cui anticipa alcune novità del nuovo corso di Dylan Dog (da lui curato) e della nuova serie Bonelli, «Orfani». Forse ce ne sarà una quarta.

Anche sotto, un veloce scatto di una parte del pagino dell’Unità odierna, che vale la pena di acquistare.
L’articolo è stato scritto prima che, in questi giorni, la discussione divampasse su Cartoonist Globale, culminando nella serata di ieri, venerdì 23 agosto, con una proposta al Comune di Termoli di un monumento bronzeo, forse equestre, alla personalità più in vista della città, primo (nell’elenco) perfino di Gilda Giuliani, debuttante al Festival di Sanremo nel 1973 (lo stesso anno dell’esordio di Gionni Peppe).

Sotto, un esperimento bizzarro di canto a due voci con Patty Pravo, la quale incide questo brano un lustro prima che di Gilda Giuliani si abbia notizia.

Post sin troppo lungo. Ci siamo fatti prendere la mano.
Di Romano Scarpa e del suo primo volume dedicato in Germania parliamo di nuovo nei prossimi giorni, insieme al primo volume dedicato in Scandinavia a Giovan Battista Carpi.

Jac Gionni agosto 2014 l'unità

Un estratto dell’articolo di Renato su Will Eisner, uscito la settimana scorsa!

Eisner

ALCUNI LINK CORRELATI

ALBERTO SORDI E MARIO SOLDATI: UN MISTERO JACOVITTESCO

LA NOTTE DI JACOVITTI (parte seconda), di Franco Bellacci

JACOVITTI: VOTA MOSCA 37 (cambio di rotta)

IL “GRANDE WALTER” E LO JACOVITTI VERO E FALSO

WALTER FACCINI, LE CICCIONE VOLANTI E FELIX THE CAT di Eli McBett

WALTER FACCINI CREATORE DEL GATTO FELIX?

ALTO GRADIMENTO E TUTTE LE COVER DI WALTI

ALTRE COPERTINE RARE DI WALTER FACCINI

UN LIBRO RITROVATO DI WALTER FACCINI (WALTI)

ANCHE JACOVITTI ALLA FIERA DEL LIBRO!

JACOVITTI A CASTEL SANT’ELMO (NAPOLI)

SERGIO TULIPANO INTERVISTA CARTOONIST GLOBALE, SU JACOVITTI, GOTTFREDSON E SUPERGULP. CON UN CONGRUO BONUS SU DUBOUT

IL “MIO” JACOVITTI SU RAI TRE

  • Andrea Cara |

    Ooopss…
    mi sono accorto adesso che sul sito della Ehapa, che vende appunto il volume di Romano Scarpa, stacitano il proprietario di codesto Blog.
    Romano Scarpa ist Legende! Kein anderer europäischer Disney-Zeichner konnte ihm je das Wasser reichen. Aus seiner Feder stammen zahlreiche Klassiker, sein Strich ist unverkennbar. Für diesen Band gelang es, den Scarpa-Vertrauten und Disney-Experten Luca Boschi zur Mitarbeit zu gewinnen. Boschi, der Scarpa kannte, wie nur wenige neben ihm, steuert neben seinem Fachwissen ein Interview mit dem Zeichner bei, das er vor Jahren mit ihm führte und konnte allerhand Hintergrundmaterial über seinen Freund Romano zusammentragen, das in diesem Band zum Abdruck kommen wird.

  • tomasoprospero |

    Vi posso assicurara che il prof,Preziosi non può rispondere, perchè poi? Ehh, per il fatto che questa mia recensione in tono critico non è stata pubblicata dagli amici del Vittorioso, alla redazione dei quali l’avevo inviata.Così ora l’ho sottoposta ad un diverso pubblico.
    Qualcuno l’ha letta? Mi sembra di vedere in lontananza una persona che alza la mano, Ma chi sarà mai??
    E’ in penombra e non la riconosco: sei tu Sauro???

  • tomasoprospero |

    Va beh, è ora di finirla con le fanfaluche, parliamo di COSE SERIE.
    Estraggo un libro dal mio giacimento cartaceo: vi risparmio la prima parte e anche più del saggio qui sotto la lente di ingrandimento ( non ho competenze sufficienti per entrare nei meandri della storia dell’Azione Cattolica). Parto da pagina 213 del libro, citato nell’intitolazione, dove si parla di Jacovitti e delle sue storie del secondo dopoguerra, a partire cioè dal 1945.
    Che ci dice il Prof. Preziosi a proposito??
    Beh, soprattutto cita con le adeguate e doverose note di riferimento quanto scritto dalla signora Anna Saleppichi e Goffredo Fofi nell’ambito di vari capitoli, “Jacovitti e la pace armata” e “Jacovitti e il turbolento dopoguerra”, che fanno parte e compongono il saggio edito da Stampa alternativa “ Jacovitti, Eia, eia baccalà”, soprattutto pagine 29 e 103. Anno di grazia 2010.
    L’autore, Prof. Preziosi, ripete meccanicamente, ( forse per una totale concomitanza di vedute ed opinioni??) quanto Saleppichi riprende da varie interviste, soprattutto da quella ospitata sulla pubblicazione “Segni e Disegni, 90 ma non li dimostra”, editore Pichierri, 1987: un metodo che spesso diventa consuetudine quando l’ estensore/i di un qualsiasi lavoro scritto basato sulla ricerca è/ sono – in questo caso sui fumetti – dei neofiti (suppongo). Va beh, pazienza. Però io non posso essere d’accordo con questo sistema di procedere. Sono un bacchettone moralista?? Forse, però non solo occorre dare a Cesare quel che è di Cesare ( cosa in effetti correttamente fatta), ma sarebbe auspicabile trarne conclusioni autonome .
    L’intervista prima citata …….. Jacovitti in un lontano 1986 conversò con Gori , Boschi, Sani e, mi pare, Bruni. Inventò delle situazioni, quindi una operazione fantastica sul nonsenso delle cose. Dissertò sull’esecuzione delle storie di “Pippo e il Dittatore”,” Pippo e le guerra e la Pace”, dichiarazioni poi trascritte tali e quali dai perplessi e forse intimiditi intervistatori: i quali, penso io, non osarono emettere un solo suono, o una nota, critica. Ormai a decenni di distanza, con il senno di poi è facile dire che, in quel caso, sarebbe stato indispensabile inserire tale nota.
    Queste notizie fantastiche ma di fatto ( involontariamente?) fuorvianti, furono nel tempo utilizzate alla lettera più volte e da diversi giornalisti, storici del comic ecc, ecc. Penultima a rifriggere la frittata, Anna Salepicchi, ultimo della serie , il prof.Preziosi. Questa ultima cosa mi ha inquietato parecchio. Nel 2010 oltre che scrivere alla signora Salepicchi ( insegnante di lettere) -mai ricevuto risposta – ne scrissi pure su Vitt & Dintorni e sul sito degli Amici del Vittorioso nell’ambito di un lungo intervento imperniato sul rapporto Jacovitti/ Maner Lualdi (1959).
    Va beh, devo lasciar perdere? tanto una goccia nel mare non ne fa certo salire il livello. In tutti i casi desidero precisare che: Jacovitti finita la guerra lavora praticamente esclusivamente per l’editrice cattolica AVE, sul “Vittorioso” (e su alcuni albi quasi tutti con storie già uscite in precedenza a puntate sul Vitt). Nel 1945 ci fu l’eccezione di “Intervallo”, settimanale studentesco cattolico sul quale il Nostro sul n° 2 approda con la storia di “Pippo e il dittatore” disegnata a tutta pagina, in grande formato e in quella veste originaria mai più riproposta ai lettori.
    Neppure la casa editrice “Stampa Alternativa“ ha avuto voglia ed interesse per condurre un’operazione filologica nel ristampare nell’anno di grazia 2010 integralmente questa storia nel contesto del prima citato volume “Jacovitti – Eia, Eia, baccalà, la guerra è finita”. Il medesimo trattamento hanno avuto, sullo stesso volume, le due storie consecutive “Pippo e la guerra” e “Pippo e la pace”, apparse originariamente su “Il Vittorioso” e disegnate dal Nostro fra il 1946 e l’anno successivo. Poi pubblicate in due albi della “serie Pippo”.
    Che scrive Goffredo Fofi di queste storie ( nella veste di curatore del volume prima citato di Stampa Alternativa) nel suo prologo intitolato “Jacovitti e l’interregno….” ??
    Mah, insomma, a me non dà l’impressione che affondi il coltello nello specifico fumettistico con cognizione di causa, ma piuttosto che porti avanti un’analisi di tipo generale legata alla sua conoscenza della Storia e del Cinema di quel periodo. Io scrissi a Fofi chiedendogli: ma perché mai ha accettato di scrivere su Jacovitti senza averne una reale ed approfondita conoscenza?? La risposta: “perché mi andava, per sfizio, anche se avevo in cuor mio il timore/presentimento che qualcuno me lo avrebbe poi fatto notare”.
    Ancora mah?? Comunque non credo che nessuno con certezza possa discettare sulle motivazioni che spinsero Jacovitti fra il 1945 e il 1947 a disegnare quelle storie che parlano di dittatura, di guerra e di pace. Lo stesso Jacovitti ha rilasciato a proposito, in tempi diversi, interviste contradditore, poi acriticamente riportate ( mi ripeto. Ma ripetere aiuta) alla lettera in contesti diversi, compreso il prima citato volume nella parte curata dalla signora Anna Saleppichi ( Lisca di pesce e la pace armata, pagina 29). Mah?’
    Torniamo allo specifico del saggio del prof.Preziosi. Mancano parecchie cose fondamentali ( si lo so, bisogna guardare quello che c’è, ma, insomma, anche quello che manca). Ho cercato invano un cenno alla metamorfosi de “Il Giornalino” avvenuta nel 1969, con cambio di formato e distribuzione in edicola.
    Perché poi questo interesse per quello specifico avvenimento ?? perché di fatto “Il Giornalino” raccolse l’eredità del nostro “Il Vittorioso” attraverso l’operato di scrittori e disegnatori ereditati da “Il sempre più bello”, Basari, De Barba , Roudolph, Jacovitti, Landolfi, Giovannini, Gianni De Luca ecc .
    Pubblicazione questa, Il Giornalino, ancora validamente sulla breccia.
    Sono veramente perplesso….
    Va beh. Si… Il prof. Preziosi è fondamentalmente uno storico dell’Azione Cattolica e il suo saggio qui in disamina rispecchia questo lato della faccenda; però, insomma, un poco più di leggerezza, per evitare la pesantezza del tutto. E poi il titolo del libro… ma Il Vittorioso non era soprattutto molte storie a fumetti di differenti autori?’ Non è limitante parlare praticamente solo di Jacovitti e per di più non in modo nuovo e personale, ma attingendo senza riserve e senza – lo ripeto- pudore alcuno, da quanto scritto da altri.
    Insomma, se una persona è uno studioso, studia ed elabora una sua visione degli avvenimenti, non ripete quanto prodotto da altri, anche se le visioni sono combacianti.
    Oppure sono io ad essere fuori strada e i fumetti c’entrano poco. Perché è questo il lato che emerge da quanto scritto da Preziosi: la matrice storica è prevalente, “il Vittorioso” come parte del movimento associativo, la valenza pedagogica implicita nell’associazionismo e nelle storie scritte e disegnate e in tutti gli interventi parte di rubriche varie; certo è così, ma senza un’ analisi sistematica ed accurata del fumetto il nostro giornale perde di identità, non ha senso. Almeno, a me sembra così. Mi sbaglio?
    Un’altra cosa solamente, importante anche se da un certo punto di vista marginale nei confronti del nocciolo intorno al quale si sviluppa il saggio di Preziosi. Portiamoci al fatidico anno di grazia 1959: ho già raccontato con molti “se” e con tanti “ma” sia nell’ambito del “Notiziario” degli Amici del Vitt n°21 del Novembre 2009 (Il Vola Hop sulle ambe etiopiche) poi su “Vitt & Dintorni” n°17 del Luglio 2011 (Alla ricerca dell’intervista perduta) e già ne avevo accennato su “Informavitt”n° 25 del settembre 1997 nell’ambito del mio intervento “La lisca di pesce censurata”, quello che so e che penso sulle varie motivazioni che portarono Jacovitti a decidere di interrompere la collaborazione con Maner Lualdi, lasciando interrotta alla 8° puntata la storia del “Vola-Hop”: fondamentalmente di ordine economico ma con risvolti legati al carattere dei due protagonisti e al loro modo di rapportarsi con la Storia. L’aviazione nella carneficina della prima guerra mondiale, La guerra d’Etiopia del 1935/36, con l’aviazione dell’italico regno e sotto l’egida del littorio fascista che mitraglia turbe di etiopi inermi in fuga e sgancia su di loro il gas all’iprite ( proibito dalla convenzione di Ginevra). Il giornalista e scrittore Angelo del Boca iniziò a denunciare questi fatti – fino ad allora prima occultati e poi rimossi- all’inizio degli anni ’60, con una serie di reportages su di un quotidiano torinese, poi in un paio di libri che suscitarono scandalo ( mai pestare i piedi alle forze armate).
    Comunque per quanto concerne prove documentali concrete e reali sui rapporti personali Jacovitti/Lualdi, non ne esistono, a parte i miei ricordi, che prove non possono essere considerati. Jacovitti dal 1960 passa in pianta stabile al “Giorno dei ragazzi”, Lualdi assunse la gestione del teatro S. Erasmo di Milano. La sua direzione durò sino al 1967, anno in cui per problemi economici, fu costretto a lasciare.
    Ecco, cose come queste, non sono state assolutamente percepite dal Prof. Preziosi, eppure questi rapporti di un autore de “Il Vittorioso” come Jacovitti con altri editori è significativo, fa capire come si muovevano le cose nel campo dell’editoria che utilizzava anche fumetti.
    L’estensore del saggio qui in disamina scrive ( se ho ben capito il concetto, ma ho dei dubbi) che Jacovitti passando nel 1957 a “Il Giorno dei Ragazzi” lasciò il lavoro fino allora in esclusiva per l’AVE. Questo momento non è mai stato di fatto e nemmeno ha mai rappresentato una sorta di spartiacque nell’ evoluzione del “Vittorioso”, che comunque andò avanti senza scossoni. Poiché il nostro giornale era fatto di tante altre cose, c’erano altri disegnatori da anni all’opera. Jacovitti poi non svanì nel nulla. Basti pensare al Diario Vitt. Non ci fu dicotomia, “Il Vittorioso” continuò ad ospitare storie del Nostro, anche se irregolarmente.
    Ci fu, è vero, un travaso di ingegni dal “Vittorioso” al “Giornalino”, ma anche verso altri lidi editoriali, come l’Inghilterra: esempio eclatante Franco Caprioli.
    Insomma, ci vorrebbe un seguito al libro qui in disamina; a me pare che le cose siano state lasciate a metà a pezzi e a bocconi. Manca tutto il periodo della prima metà degli anni cinquanta, ad esempio. Il Prof. Preziosi, se mi legge, che pensa di tutto questo?

  • tomasoprospero |

    Luca de Bois mi guarda con un sorriso indecifrabile sulle labbra.Credo che abbia cercato Zazie ma non sia riuscito a rintracciarla.Scuotendo la testa si allontana in direzione di rue Montorgueil, dove Mister le Poisson di professione fachiro( si dice che dorma su un letto di chiodi per autopunirsi delle sue scelleratezze editoriali) lo attende alla pescheria per fare due chiacchere sull’editoria d’assalto.
    Una voce al mio fianco mi fa sobbalzare:” ehi, pollo, sei tu quello che aspetta il fachiro diplomato??”.
    Ho riconosciuto la voce: purtroppo trattasi sempre di lei, la pestifera bambina che dal lontano 1959 mi perseguita. Ahhh, sospiro: “Zazie, piccolo demonio ma che ci fai qui e che vuoi da me??”.
    Zazie sorride e mi porge una busta dicendo: leggi un poco qua mammalucco!!”
    Apro in fretta la busta ed estraggo il foglio ivi contenuto .
    Perbacco!! il solito messaggio in codice che qua riporto per estinguere la vostra ovvia curiosità: “quando scoccherà mezzodì trovati sulla piattaforma posteriore di un autobus, possibilmente il n°36, quello che tassa dalle parti della rue de Lion, in boulevard Diderot, della linea “S”, dove sarai schiacciato dalla calca inverosimile che vi troverai e compresso fra i viaggiatori noterai un ridicolo signore anziano alto e magro, barbuto ed occhialuto, palesemente nervoso, anzi, chiaramente incavolato.
    Trattasi del tuo alter ego o forse della tua immagine riflessa sull’enorme specchio in stile liberty che sul 26 serve all’autista per controllare che i borsaioli facciano il loro dovere. Ah, dimenticavo, l’autobus sarà di colore violetto.
    Dovrai scendere a piazza dell’Europa e infilare la mano destra in tasca della giacca, destra o sinistra non importa, vi troverai un libro a te non sconosciuto, ovverosia “Esercizi di stile ” di Raymond Queneau nell’edizione originale Gallimard del 1947, prima stesura non completa: a pagina 95 leggi attentamente dalla decima alla quindicesima riga: capirai tutto.
    Zazie mi osserva sorridente:” un bel problema ehh?? se io se fossi in te non andrei in Place de l’Europe, un vero casino con la carovana – con tanto di cavalli da traino – di zingari irlandesi accampati al limite del binario esterno sotterraneo ( la genesi di questa piazza ottocentesca fu complessa e tribolata, con innumerevoli interventi che nel corso di più di un secolo l’ hanno profondamente modificata, quindi difficile se non impossibile darne una descrizione visiva esaustiva), proprio all’incrocio di rue Costantinople con rue de Londres.
    Certamente ti picchieranno e ti deruberanno, ti sevizieranno bruciandoti le piante dei piedi con la fiamma ossidrica per conoscere il numero della tua carta di credito con l ‘intento di poi svuotarti il conto corrente: credimi, non ti conviene!!”
    Ahh, povero me , ma che ho mai fatto per meritarmi tutto questo.
    “Zazie, monella mia, ho intuito che la lettera l’hai scritta tu; ti chiedo, perché mai tutto questo, che vuoi dal sottoscritto??”
    Zazie fa il broncio:” beh, l’ho fatto per attirare l’attenzione, per chiederti anche un favore‚ ossia vorrei che mi prestassi l’Almanacco di Topolino del 1955, quello uscito nel Dicembre dell’anno precedente, ehhh?”
    Me l’immaginavo, si tratta certamente della storia di “Topolino e le delizie natalizie”, di Martina /Scarpa.
    Sospiro. “Zazie , ma perché mai me lo chiedi quando sai benissimo che quell’Almanacco lo possiede in triplice copia anche lo zio Gabriel; non lo puoi chiedere a lui??”
    “No, no” bisbiglia la piccola avvicinandosi” Gabriel ha un altro Almanacco, quello estivo del 1955!!”.
    Con la coda dell’occhio vedo l’autobus della n° 36. “Ciao Zazie, devo andare”.
    Con un balzo salgo sul bus : sono salvo?? magari!! vedo con la coda del‚occhio che un vecchio cencioso ambulante venditore di ristampe di albi a fumetti spacciate per originali anteguerra mi sta osservando.
    Lo conosco dal 1943 e il suo nome ve lo voglio proprio dire nero su bianco: trattasi di Alfonsino Garuti, ex bimbo prodigio che durante gli ultimi anni del conflitto bellico, ossia fino all’ Aprile 1945, si limitava a tagliuzzarmi albi e giornali per motivi sconosciuti, poi diventato più grandicello iniziò ad organizzare la sua mente predatrice per carpirmi gli amati Vittorioso ed albi connessi.
    Ora, dopo quasi settanta anni me lo ritrovo sempre fra i piedi qui a Parigi, ora nelle vesti di clochard, ora in raffinata ed elegante tenuta di gran direttore di un famoso museo ( in realtà direttore sì, ma della biblioteca del Palais Bourbon, famosa anche per ospitare il raro cimelio costituito dal manoscritto azteco CODEX, ovverosia una pergamena raffigurante Quetzalcoatl che combatte contro il dio della guerra Xipe Totec, mentre il tutto viene osservato da Tlahuitzcalpantecuhtli, dio della stella mattutina [ si riceve e si visita solo su appuntamento?]) .
    Come è possibile?? Beh, è un essere dalla doppia vita, abile nei travestimenti, poliglotta, grande esperto d’arte, incensurato!!
    Che ha ora fra le mani?? Ehh, accuratamente protetto da capace busta di plastica trasparente legata al polso con catenella di acciaio, l ‘albo di Craveri “AZ.77.913, Il biglietto della lotteria “.
    Non riesco a distinguere bene la copertina, ma non mi pare quella disegnata non tanto tempo fa da Bottaro : sospetto qualche tipo di inganno.
    Lui, il temibile Alfonsino, mi ha certamente visto ma ostenta perfetta indifferenza.
    Va beh, per ora lo lascio al suo destino.
    Devo scendere dalle parti della piazza della Bastiglia dove all’inizio della “promenade plantèe” ho appuntamento alle 10,30 con Francesco e Riccardo con i quali devo recarmi all’acquario del Bois des Vincennes per ammirare la nuova fauna esotica giunta da Zoolandia: una balena d’acciaio e un delfino inossidabile che stanno calamitando l’attenzione di tutti i bimbi e ragazzini parigini e dei turisti con prole al seguito.
    A Suivre, forse.

  • tomasoprospero |

    Grazie a Sauro sono riuscito a leggere l’artico di Renato Pallavicini su Jacovitti.Ben scritto, equilibrato, condivisibile.

  Post Precedente
Post Successivo