Un mistero… risolto!
Proprio oggi.
Ogni tanto qualcosa risolviamo, grazie all’aiuto dei nostri visitors; questa volta nello specifico grazie ad Alan Smithee.
Qualche anno fa, concentravamo l’attenzione sul disegno di Benito Jacovitti posto in apertura (si tratta di un dettaglio, quello nella sua integralità è in chiusura di post).
Il presente blogger accoglieva il regalo fatto dai curatori del http://risodegliangeli.corriere.it/benito-jacovitti/, che avevano pubblicato a suo tempo un inedito di Jac, ricavato da una collezione privata. Era un un po’ funereo, risalente al gennaio del 1962.
Come si può vedere, è stato disegnato a pennino sulla tipica carta porosa e sottile, simile a quella da disegno che si usava a scuola e sulla quele i pennini e i pennelli scorrevano male, ma evidentemente il gramnde Jac sapeva come farne fruttare le caratteristiche.
Quale fosse stata l’occasione che aveva spinto Jacovitti a realizzare questa sibillina illustrazione era davvero difficile dedurlo. Non lo sapevamo.
“Qualcuno ci può aiutare?”, chiedemmo allora?
Aggiungendo se per caso il signore inginocchiato a sinistra, semicoperto da una sciarpa, fosse Alberto Sordi?
Il riferimento potrebbe essere stato al film di Dino Risi Il vedovo (che è del 1959, però… Strano che ci se ne occupi tre anni dopo).
Per inciso, ipotizzavo (con successo) che lo spilungone con sua madre presente nell’estratto di detto lungometraggio fosse lo stesso attore Luigi Leoni che, da anziano, ha interpretato il ruolo del Cardinale Mirabini nello show di La7 Bombay, di Gianni Boncompagni e già maestro di Pinocchio nel celebre sceneggiato televisivo di Luigi Comencini, con Johnny Dorelli, attore molto apprezzato da Sergio Tisselli (ho appreso oggi, 10 agosto 2013) oltre che da me..
Fra i commenti si negava che il personaggio raffigurato fosse il famoso “Albertone” e chi e invece fosse il protagonista (anonimo?) di un racconto di Mario Soldati.
Ma a quanto pare non si teneva conto di un aspetto.
Intanto, ecco le informazioni agiuntive di Tomaso Turchi:
L’illustrazione jacovittesca non c’entra nulla con Alberto Sordi: apparve su “il Giorno della Domenica” del sette Gennaio 1962 come corredo figurativo al racconto di Mario Soldati “L’Imprudenza”.
Notizia questa corredata da relativa fotocopia avuta -diamo a Cesare quel che è di Cesare- da Antonio Cadoni, storico e critico del fumetto che credo chi bazzica nel settore dovrebbe ben conoscere.
Disegnata dal Nostro per motivi mysteriosi in stile Fremura, appartiene come caratteristiche iconografiche ad una serie di lavori apparsi quasi tutti sui supplementi del “Giorno”: indico come esemplificativa la tavola panoramica verticale (quindi per questa sua caratteristica esclusa dalla recente ristampa delle “panoramiche” orizzontali dovuta a Stampa Alternativa), “La Fooollllaaaaa”, ristampata a sua volta nel catalogo della mostra itinerante nata a Torino nel 1998.
Per puntualizzare, invece, la “sordità” dell’immagine Al Smithee ci scriveva, qualche ora fa, in modo davvero perentorio:
Imprudenza o ignoranza? Basterebbe documentarsi per evitare di scrivere sciocchezze. L’orante è proprio Sordi, occulto/palese protagonista del feroce racconto di Soldati.
Molto interessante.
Quindi, la risposta è giunta e non può essere smentita.
Verrebbe voglia di leggerlo, questo racconto di Mario Soldati (sotto, in foto).
Se poi la caricatura somiglia o meno, questo è un altro pajo di maniche.
Andrea Pazienza, nei panni dello Sceicco Bianco, così lo disegnava, con i Pantone.
© Eredi Pazienza.
Sotto, Sordi è in una caricatura di Federico Fellini e immediatamente prima in una “istantanea” di Walter Molino.
La domanda è: “Perché tanto odio?”. branoo intoinato da Beyoncé.
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