BOLERO FILM E AVVENTUROSO FILM

Bolero Film

Buongiorno a tutti, qui c’è una gran confusione. Nel mio studio, alla periferia di Londra, e anche tra i materiali che vado accumulando e consultando per il lavoro. I computer sono lo specchio più che fedele dei miei archivi, digitali o “materiali” (carta, cartone, legno tarlato delle librerie, tracce di colla per i restauri e filo refe per le rilegature più apprezzabili).
Così accade che continuiamo ad annunciare servizi che non appaiono (di fatto) o sono rimandati sine die. Ma succede anche di peggio, che cioè dei servizi o degli articoli siano pronti per essere spediti, o essere messi online, e invece si perdono nell’iperspazio.
Mi riferisco a un excursus abbastanza preciso, databile un paio di settimane fa, su alcuni dei primi fotoromanzi della storia, quelli ideati da Luciano Pedrocchi, nato a Milano il 16 settembre 1914, fratello del grande Federico. E zio di Carlo Pedrocchi, a sua volta sceneggiatore, scrittore ed editore.

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Proprio Carlo ci scrive, precisando alcuni passaggi relativi al testo di un nostro vecchio articolo. A suo tempo avevamo scritto un nuovo pezzo che incorporava il testo di Carlo e tutto quanto, adesso, è diventato irrintracciabile, disperso in qualche computer.

Come precisa Gianni Bono nelle pagine della Guida al Fumetto Italiano:

Nel 1947 lancia per Mondadori il settimanale bolero film, un prodotto editoriale nuovo che intuisce il formidabile potenziale di un genere basato sull’intreccio fra cinema e letteratura disegnata, fondato sull’immediata riconoscibilità dei volti dei protagonisti-attori e in grado di creare un “divismo” per certi versi autonomo da quello del grande schermo, ma altrettanto trascinante. Con bolero film, prodotto “povero”, Mondadori consolida il suo impero ed esporta il modello di Pedrocchi in tutto il mondo, con una pletora di imitazioni e adattamenti.

Passo subito al dunque riportando, prima di ogni altra cosa, le precisazioni di Carlo Pedrocchi:

Precisiamo: da “Avventuroso film” si passa a un altro settimanale che si chiama “Grandi firme” (titolo rimasto di proprietà Mondadori dopo i periodici anteguerra prima di Pitigrilli e poi di Zavattini). In questa versione fotoromanzica vengono presentate realizzazioni di celebri romanzi classici. Cito a memoria i due più celebri che mi ricordo: “I promessi sposi” e “I miserabili”.

Motivo?

Probabile che Avventuroso non abbia avuto il successo sperato e per questo si sia decisa la trasformazione in una sorta di simil-Bolero più “serio”. Anche GF però durerà pochi anni (non so quanti esattamente). In quegli anni, a fronte delle 700mila copie di Bolero e del milione circa di Grand Hotel, le “solo” 300mila di GF venivano giudicate non soddisfacenti (oggi qualunque editore si leccherebbe le dita anche per meno della metà).

Piccola curiosità finale: parecchi anni dopo – 1971 – ho usato anch’io lo stesso logo (ormai libero) per il mio volume “Le grandi firme del fumetto italiano”.

Grandi Firme
Sotto, il vecchio articolo, prima delle precisazioni.

Foto Martina

Le notizie sul Guido Martina meno noto continuano a fioccare, e il solo rammarico di questo blog è non avere il modo di girarle in tempi stretti a tutti gli interessati tramite la rete.

Peraltro, pochissimo è anche il tempo del “tenutario” dello stesso per rispondere a quesiti, e-mail di ogni tipo, richieste di aiuto per tesi di laurea e via di questo passo.
Approfitto di questo incipit per scusarmi con tutti gli “inevasi” per l’ennesima volta. Insistete, prima o poi riuscirò a rispondervi.

Questo post avrebbe voluto trattare del Guido Martina fotoromanziere, un’attività che lo ha impegnato a varie riprese. Nello specifico, adesso stiamo parlando del settimanale Avventuroso Film di Arnoldo Mondadori, che si trasformerà nel ben più noto Bolero Film.
Martina scriveva soggetti che poi venivano messi su carta con foto di attori diretti da Damiano Damiani.

Copertine

Ne vediamo sotto degli estratti, o meglio delle vignette fotografiche.
Martina ne avrebbe scritti altri qualche decennio dopo, quando sulla scena romana venivano contattati da Ruggero Giovannini anche altri sceneggiatori disneyani, fra i quali Carlo Chendi.

Ma intanto, bisogna ringraziare Franco Ressa per aver potuto vedere (e pubblicare) per la prima volta una foto di Martina giovane.
Oggetto di una sua ricerca storica (della quale pubblicheremo qualche approfondimento in seguito) è il dettaglio della foto che apre il post, scattata al Teatro Odeon di Torino il 20 febbraio 1928, giorno del debutto della rivista Tra gonne e colonne.
Il dettaglio ritrae Martina e Cavur vestito da donna (10° e 12° da sinistra della foto collettiva, pubblicata sotto. CLOCK veemente per ingrandirla).

Fotona

Nella foto ci sono anche altri personaggi importanti.

Bobbio

Norberto Bobbio (1° da sinistra).

Morbelli

Morbelli, col berretto, e Laguzzi (8° e 7° da destra).

il 7° da sinistra vestito da ballerina è Ignazio Scotto, futuro presidente del Consiglio di Stato a Roma (abitava in Piazza Cavour davanti al “palazzaccio” di giustizia).

E dulcis in fundo l’articoletto sul giornale del GUF di Torino che annunciava la scelta quasi in ex aequo delle riviste goliardiche di Bobbio e di Martina.

Concorso

Nella giuria c’era Giuseppe Blanc, l’autore della musica di Giovinezza e di molti altri inni del regime.
Norberto Caviglia, che musicò la rivista, era cugino di Norberto Bobbio e futuro dentista.

Grazie a Franco Ressa, e vai(!) con le immagini da fotoromanzo!

Avventuroso-cavallo

Ranch Morte uno blog

Ranch Morte due blog

Non so quanto di pecosbilliano si possa ritrovare in questi fotoromanzi western di Martina.
Senza dubbio sono più adulti, meno romantici, forse un tantino pioù verbosi.
Singolare è la familiarità fra personaggi importanti “bianchi” e di pelle rossa, come si vede anche nelle brevi battute di questo dialogo, tratto dalla puntata pubblicata su Avventuroso Film n. 123 del 24 febbraio 1952.

Morte Azzurra pellerossa blog 1

Morte Azzurra pellerossa blog 2

Avventur-pagine

Troll

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