Dato l’interesse di questo post e il fioccar rigoglioso dei commenti che lo riguardano, lo riposiziono in data odierna in modo sia accessibile per un perido di tempo più lungo nel sommario della home page.
Altri post sul tema arriveranno nei giorni a venire… E quindi, anche all’inizio di maggio!
Buona rilettura!
Da qualche giorno si sta svolgendo un serrato dibattito su Alex Raymond, Dan Barry e alcuni fumettisti classici americani, in coda al post su Fria.
Sostenuto soprattutto da Tomaso Prospero Turchi, Nestore Del Boccio, Sauro Pennacchioli, Fortunato Latella e Antonio Cadoni (autore del thread e selezionatore e “scansionatore” delle immagini dei sei post dedicati alle Donne di Flash Gordon), ha raggiunto circa 120 commenti anche alquanto corposi.
Ne riporto qui alcuni, spingendo gli interessati a proseguire i commenti in coda questo post, dove possono avere una visibilità maggiore.
Comincia Nestore:
Sauro,
Dan Barry è vero che ha avuto aiuti ma è stato un grande disegnatore. Tornato dalla guerra, disegno’ per due anni Tarzan (1947-48 credo) facendo le matite e l’inchiostrazione. In quel periodo frequento’ anche lo studio di Hal Foster. Quando nel ’51 gli fu affidato dal KFS la realizzazione di Gordon si circondo’ di vari collaboratori, tra questi Kurtzman che scrisse i testi fino a “Mr. Murlin“.
Kurt faceva anche i layout, nei quali, Dan Barry, apportava le sue modifiche per poi passarli ai suoi collaboratori. Tra questi c’era Frazetta, Wood….E quegli apporti che ti suggeriscono Kirby, altri non era che il grande Jack Davis.
Ma, sorpresa delle sorprese, Dan Barry ingaggio’ come aiuto per le matite della storia “The space kids on Zoran” un giovane che aveva ammirato per un lavoro dal titolo “Homesick” su “Weird science” della E.C. Comics.
Il giovane era: Alfonso Williamson, per tutti “Al”. Insieme a Williamson prese anche Krenkel per fargli disegnare e inchiostrare i fondini. Dan Barry, dopo l’abbandono di Kurtzman, prese in mano la scrittura di Gordon creando Ray, Boom Boom, Mike, Willie: giovani spesso presenti nelle sue avventure. In seguito per le sceneggiature chiamo’ Jacobsen e Kanniger.
Dan Barry usava le foto, ma le rielaborava creando composizioni e tagli modernissimi portando il fumetto realistico a livelli mai raggiunti. Ammirevoli la vasta gamma di primi piani con i vari effetti di luce. La massima sintesi del suo linguaggio la raggiunse con L’Uomo Mascherato, impegno che prese dai primi anni ’60 fino alla metà dei ’70. Arrivo’ a disegnare delle composizioni con primi piani, articolati e ritmati cosi bene, che nessuno aveva fatto per un fumetto relistico fino a quel momento. Arrivo’ a concepire le anatomie con una perfezione di sintesi ancora ineguagliata. Gordon lo lascio’ a più mani, soprattutto nelle inchiostrazioni tra cui, il prolifico Fujitami.
Tra i suoi assistenti che prese un ruolo preminente fu Sy Barry ovvero il fratello Seymour, ma che non raggiunse mai le vette del fratello maggiore. Molti confondono l’opera di Sy Barry con quella di Dan per ragioni commerciali dovute dall’arguzia degli editori. In questi fumetti, la mano di Dan è ridotta al minimo.
Williamson faceva incetta di fotoromanzi italiani (lo disse lui stesso in una visita in Italia tanti anni fa) e, soprattutto, utilizzava se’ stesso facendosi fotografare, quale modello per i suoi personaggi. Ma era bravo, anzi: bravissimo.
Le sue matite sono state alla base del miglior periodo produttivo di Prentice, quelle del Kirby anni ’60. Collaborazione che molti non conoscono.
Ovviamente, il suo stile, su base raymondiana, non poteva essere adatto allo stile grottesco dei supereroi : se non nella sola inchiostrazione. E forse, per me, nemmeno quella, dato l’effetto della sua eleganza! Ritengo notevole tutta la sua produzione di X9 Phil Corrigan ben stampata dalla Comic Art.
Fortunato:
possiedo da tre anni il volume della FLESK Publication su Williamson. Trattasi di 256 pagine + 4 di copertina di gran formato tutto dedicato a Gordon: ricco di schizzi, matite, inchiostrazioni e storie di gran qualità. Un volumone necessario per possedere a tutto tondo la grandezza di questo artista!
Per chi volesse ampliarne la conoscenza , consiglio il volume di gran formato (100 pagine) della Delux Signed Edition (tiratura di 500 copie) di gran pregio; realizzazione del 2003 della ISG (Insight Studios Group) Westminster Maryland.
Titolo: Al Williamson Adventures.
Credo introvabile.
Tomaso:
nelle mie varie collezioni internazionali di Gordon posso dirti che gli uomini zanna sono blu anche in Usa; mentre la donna delle nevi è di color roseo.
Anche, se, a me, piace molto la versione azzurra italiana: la trovo più intrigante!
Adesso, un commento di Sauro Pennacchioli:
Be’, fino a quando dura questo post, io intervengo. Magari approfittando di una pausa, come adesso. Quando parlo di sadomasochismo non mi riferisco ai relativi video porno, ma agli impulsi studiati in psicologia. Anche se di questi impulsi noi non ne siamo sempre coscienti.
Tra l’altro, Gordon era indirizzato ai bambini, come tutte le tavole dei supplementi domenicali dei quotidiani. Questo mi fa pensare a quanto fossero creativamente liberi i fumetti sindacati negli anni trenta, quasi come lo era il cinema. Ma proprio in quegli anni entrava in azione il codice Hays, con tutte le sue censure a cui dovevano sottostare i film, per renderli “puliti” e adatti alle famiglie.
La caduta verticale della qualità dei fumetti sindacati negli anni quaranta è in genere attribuita alla progressiva riduzione dei formati delle strisce. A mio parere, la causa principale è stata la perdita della libertà creativa per cercare, da parte dei syndacates, una convenzionalità “televisiva”, come diremmo oggi.
In questo nuovo contesto, la trasgressività di Gordon non poteva più essere accettata. E il primo a farne le spese fu Red Barry. Anche se, è vero, alcuni autori, forti del successo acquisito, come Al Capp e Chester Gould, andarono comunque avanti per la loro strada.
Per il resto, il fumetto sindacato è diventata la m***a che ogni giorno possiamo vedere su http://www.gocomics.com/features. Qui ci vorrebbe il puntuale commento di qualcuno che conosce bene la storia delle strip, come Fortunato.
Il puntuale commento è che bisognerebbe fare molte distinzioni:
le diverse agenzie avevano diverse politiche (alla KFS la violenza era poco gradita, si dice); gli autori giovani, una volti affermatisi erano molto più preoccupati di perdere clienti offendendoli, che non di fare gli sperimentatori;
la società americana postbellica era molto più suscettibile di quella prebellica;
e, naturalmente, la riduzione dei formati fu un vero colpo alla spina dorsale dei disegnatori d’avventura, mentre spianava la strada a quelli umoristici (già favoriti dall’arrivo della TV che in breve si sarebbe pappato il mercato pubblicitario dei quotidiani).