Prosegue la rubrica (si spera abbastanza gradita) sulla riscoperta e riproposta di classici intramontabili del Fumetto mondiale che meritoriamente tornano a disposizione dei lettori, confezionati con metodologie diverse, a cura di editors e editori contemporanei!
Dopo la finestrella aperta sul Buck Danny integrale della Nona Arte, qesto post getta un occhio di bue sulle proposte di Alessandro Bottero, multiforme operatore del settore al servizio dei comics di Oltreoceano sin dai tempi della Play Press, dove svolgeva il lavoro di editor, all’inizio del decennio Novanta, insieme all’indiomenticato Adam Centerba (Luca Intoppa all’anagrafe).
Via con le domande!
In questi ultimi anni, soprattutto in Francia e negli Stati Uniti, alcuni editori di buona volontà si industriano per riportare in libreria, in edizioni commentate e talvolta restaurate, dei classici a fumetti del passato.
Negli ultimi mesi hai annunciato, con la tua cura, per la Cagliostro E-Press, un buon numero di ristampe (o “repliche”, che è forse un termine più corretto, quello che amava usare Rinaldo Traini per i suoi libri della Comic Art) di fumetti USA scritti e disegnati da grandi autori.
I primi fra questi hanno ripreso storie dei comic book Marvel della Golden Age.
Mi hai colto con le mani nel sacco, o come diceva il principe Alberto Sordi “cor sorcio in bocca”. Ma tu, illustre toscano, che non sei aduso al linguaggio plebeo dei “romani de Roma” meriti risposta più forbita ed esplicativa.
In accordo con Giorgio Messina abbiamo messo in cantiere due progetti, uno per la Bottero Edizioni e uno per la Cagliostro E-Press, che attingono all’immenso patrimonio della Golden Age, ormai di Pubblico Dominio. Il progetto della Cagliostro E-Press punta più sulla Science fiction, mentre il mio punta più sugli autori.
I pezzi forti sono stati i volumi di Jack Kirby sulla fantascienza usciti in coincidenza con Napoli Comicon la scorsa primavera, e che mi risulta siano andati esauriti in pochi giorni, pur avendo un prezzo di copertina piuttosto alto. Sei soddisfatto di questo lancio?
Per amore di chiarezza diciamo che a Napoli Comicon abbiamo portato una prima stampa di due volumi, uno mio e uno della Cagliostro E-Press, ossia Jack Kirby: Strange Worlds of Your Dream (Bottero Edizioni) e Jack Kirby: Alarming Tales (Cagliostro E-Press). Successivamente, dopo aver finito le copie preparate per la manifestazione, ho ristampato il mio volume in veste più curata. E lo stesso avverrà per quello Cagliostro E-Press.
Io sono non soddisfatto, ma MOLTO soddisfatto dei risultati di questo primo volume. È vero che è il primo volume, e forse col tempo i numeri caleranno, ma non credo che un volume a 25 euro lo si prenoti per caso.
Chi lo ha prenotato sapeva cosa era, e l’ha ordinato perché sapeva bene che era l’unico modo per poter leggere storie del genere in Italia.
Jack Kirby è un autore molto ambito da lettori e collezionisti di gusti ed età differenti. Queste vendite fulminee ti hanno fatto valutare a quante unità ammonti in Italia lo zoccolo duro degli acquirenti di questa produzione?
Jack Kirby è un autore che in Italia ha un’aura quasi sacrale.
Essere stato uno dei padri della rinascita della Marvel Comics negli anni Sessanta gli conferisce un qualcosa che probabilmente nessun altro nome può avere. Ecco perché la partenza con una sua opera è stata quasi “obbligata” da un punto di vista commerciale.
Io credo che in Italia con questi prezzi, questi formati, e questi materiali, lo zoccolo duro di appassionati disposti a seguire una collana del genere si aggiri attorno alle cento unità. I due volumi di Jack Kirby hanno venduto molto di più. Davvero molto di più. Ma tristemente devo restare con piedi per terra e dire che un volume dedicato a Matt Baker, autore che tecnicamente trovo superiore a Kirby, ma totalmente ignoto al pubblico italiano, possa sperare si arrivare attorno alle 100 copie vendute.
Se poi sarò smentito (in positivo, ovvio) ne sarò felice.
So che hai in cantiere una lista di autori eccezionali da proporre. Puoi dirci i principali?
Certo. Fletcher Hanks, Walt Kelly, Steve Ditko, Lou Fine, Will Eisner, Joe Kubert, Matt Baker, Basil Wolverton, Frank Frazetta ed altri. E la Cagliostro E-Press aggiunge Wally Wood, Alex Toth ed altri ancora.
A proposito di Walt Kelly, è adesso in traduzione un gruppo di storie dal comic book Animal Comic fra le quali compaiono anche le primissime di Pogo Possum, insieme al “negretto” Bumbazine. Si tratta del materiale per comic book che precede l’uscita di una striscia per i quotidiani con l’importantissimo serraglio della palude di Okefenokee. Per quando prevedi l’uscita, e con quale formula?
È mia ferma intenzione mandare il volume di Kelly, così come quello di Ditko e quello di Hanks, in distribuzione prima di Lucca.
I fumetti di cui ti servi sono di pubblico dominio, ed è strano che ancora nessuno ti avesse preceduto in questa idea. Come si può definire “di pubblico dominio” una storia a fumetti in USA?
Pubblico Dominio (espressione che traduce la formula “Public Domain”) è qualsiasi opera dell’ingegno il cui copyright sia scaduto, o non sia stato rinnovato nei modi e nelle forme previste dalla legge sul diritto d’autore americano.
Questo si può applicare a fumetti, come a libri, riviste, film, canzoni ed a qualsiasi opera dell’ingegno.
Se permetti, forse è il caso che spenda due parole per i lettori, per spiegare questa cosa.
La legge sul diritto d’autore e tutela del copyright in america è andata incontro a numerose variazioni nel corso del XX# secolo. Sostanzialmente oggi la situazione è la seguente:
-le opere dell’ingegno realizzate PRIMA del 1 gennaio 1923 sono automaticamente di Pubblico Dominio;
-le opere dell’ingegno realizzate e pubblicate prima del 1 gennaio 1964, ed il cui copyright non è stato rinnovato tramite una esplicita procedura, eseguita dagli aventi diritto, che aveva come risultato finale il deporre presso la Biblioteca del Congresso americano la richiesta ed il rinnovo del copyright per l’opera in questione, sono diventate di pubblico dominio 28 anni dopo la loro pubblicazione.
Nonostante la differenza fra legislazioni di Paesi diversi, il diritto italiano assorbe in questo caso la normativa statunitense?
Assolutamente sì.
Ti cito la gerenza che pongo in ogni albo:
Le opere originali pubblicate in questo volume sono di Pubblico Dominio e quindi di libero utilizzo, ai sensi della legge americana sul Copyright; della Regola del periodo più breve (Berne Rule of the Shorter Term) art. 9(2) del Canadian Copyright Act. adottata anche dall’UE, e dalla legge sul diritto d’autore italiana (art.118), che cita “”La durata della protezione dell’opera straniera non può in nessun caso eccedere quella di cui l’opera gode nello stato di cui è cittadino l’autore straniero.””
Come vedi, la legge italiana contempla proprio il caso in cui la legislazione di un altro Paese possa essere diversa, e stabilisce che il principio dirimente tra legislazione italiana e quella del paese di origine dell’opera è quale delle due preveda un termine temporale più breve. Quella che adotta lo “shorter term” predomina sull’altra.
Quindi, in questo caso, essendo le opere nate in america, la legge americana vince sulla legislazione italiana.
I materiali per la stampa sono ricavati dai comic book originali, con tanto di colorazione fatta con retini tradizionali. La vecchia etichetta Eclipse di Dean Mullaney aveva a suo tempo ricolorato le tavole con Pogo e Bumbazine ottenendo effetti non certo eccelsi. Se in Italia queste tavole fossero ricolorate, il concetto di “pubblico dominio” verrebbe a cadere, un po’ nella logica che, a proposito dei lungometraggi, spinge a restaurare o risonorizzare delle pellicole per presentarle come prodotti nuovi, evitando quindi che l’opera diventi di pubblico dominio?
Si e no.
Se un’opera è di pubblico domino significa che chiunque può utilizzarla come meglio crede. A quel punto abbiamo un “Prodotto Derivato” ossia una cosa nuova, che non è più di pubblico dominio.
Mi spiego meglio con un esempio letterario. Il testo in greco antico dell’Odissea è di pubblico dominio. La TRADUZIONE che ne faccio io no. Quindi la TRADUZIONE dell’Odissea da me fatta e da me pubblicata, non è più un’opera di Pubblico Dominio (ameno che ovviamente io non decida che lo sia). È l’ORIGINALE che è di pubblico dominio. Non i lavori derivati che chiunque può trarre da essi. Quindi io posso benissimo prendere un film di Pubblico Dominio, e risonorizzarlo. O addirittura colorarlo, se fosse in bianco e nero. Questo non fa decadere il suo status.
Insisto su questo punto, perché è basilare.
Le storie che pubblico restano di Pubblico Domino anche se le pubblico io. CHIUNQUE può prendere le storie di Fletcher Hanks, tradurle, e farne quel che vuole. Io lo faccio e realizzo il MIO volume, ma questo non toglie a nessuno il diritto di usarle. È questo che vuol dire “Pubblico Dominio”.
La scelta di pubblicare il testo originale a fianco di quello tradotto in italiano da quale logica è dettato? Ci sono stati esperimenti illustri ma di breve vita con parametri simili a questo: il giornale dell’editore Nerbini L’Italo-americano nell’immediato dopoguerra, la collana I Giganti dei Fratelli Spada negli anni Sessanta e, infine, la prima versione della collana Tesori Disney a fine secolo, limitatamente ad alcune storie di Carl Barks
Io e Giorgio Messina ci siamo detti che la strada da seguire era quella della riproposizione il più possibile filologica delle opere. Questo ha significato presentare al lettore le pagine originali (ricordo che ci basiamo su scansioni delle pagine originali, non sui materiali di stampa, che probabilmente sono andati distrutti da decenni), con i colori e il lettering originale dell’epoca. Mi rendo conto che questo riduce della metà il numero di pagine effettivamente presentate, ma secondo noi aumenta la serietà dell’operazione. Io amo considerarla una edizione “con testo a fronte”. E se in campo letterario questo tipo di edizioni sono viste con rispetto e considerazione, non vedo perché qui le cose dovrebbero essere diverse.
I filologi-nerd delle traduzioni vanno abitualmente a confrontare il testo italiano con l’originale per esternare i loro rilievi, In questo caso fornisci loro l’occasione per un confronto diretto immediato. Qualcuno ha fatto osservazioni interessanti dopo la lettura?
Sinceramente no. In effetti è raro che qualcuno si metta così in gioco da porre la propria traduzione, accanto al testo tradotto. Ci vuole una bella dose di incoscienza, o magari essere sicuri del lavoro fatto.
Qual è il prossimo titolo in uscita?
Spero di avere pronto quanto prima il volume dedicato a Ditko. Sono le prime storie apparse su The Thing della Charlton, nel 1952, e Ditko era già spettacolare
Più studio e mi immergo in questo immenso patrimonio, più mi sento di dire buona parte dei fumetti pubblicati oggi sparisce di fronte a queste storie e a questi disegni. Un Ditko del 1952, ad esempio, si mangia a colazione decine e decine di fumetti horror contemporanei. Il Basil Wolverton comico degli anni ’40 è ai livelli di Jacovitti, o di certi non-sense di Pazienza. Il Frazetta dei fumetti western della Magazine Enterprise è una gioia per gli occhi. Ma piano piano ci arriveremo.
Grazie per la disponibilità!
Grazie a te.
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