CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE PER LA DIFESA DEL LAVORO DEI DISEGNATORI DI FUMETTO

Il titolo originario di questo sarebbe stato COSA CI FACCIO QUI?, mera traduzione dall’inglese della collezione di vignette che segue.
Ma in via definitiva, invece, il post è intitolato esattamente come il documento inviato a svariati colleghi fumettisti, prevalentemente collegati alla Scuola Internazionale di Comics, da Marco Bianchini (sotto, nella foto; l’unica del post, quindi non si sbaglia).

Fate scorrere il mouse, o il morbido polpastrallo, per leggere più sotto.

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Qualche amico benevolo sostiene con solide ragioni che la prossima settimana, in una nota “bolgia”, questa potrebbe essere la sensazione che colpirebbe qualcuno che conosco bene, perché sovente lo scorgo nello specchio, costui, mentre si rade.

Abner Dean, l’autore delle illustrazioni che posto di seguito, al quale giovani fumettisti come Seth devono qualcosa, si è posto il problema già svariati decenni fa, realizzando il libro What Am I Doing Here?, che si può agevolmente sfogliare qui.

Sotto, la scena completa dalla quale ho estratto il dettaglio di apertura. Clikkandovi a sangue si gonfia sin quasi ad esplodere.

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Ed ecco il Manifesto:

La Scuola Internazionale di Comics intende promuovere una campagna di sensibilizzazione per la difesa del lavoro di tutti i disegnatori del fumetto.

Poiché siamo quotidianamente a contatto con tanti professionisti, abbiamo raccolto le loro riflessioni e ci facciamo portavoce del loro malcontento. Come loro, anche noi crediamo che sia necessario cambiare una pessima abitudine che negli anni si è consolidata: il fumetto è un’arte, ma in Italia soffre di una svalutazione culturale, nonostante le capacità dei disegnatori italiani.

Bianchini Anche questo può aver contribuito a far nascere una falsa idea del lavoro dei disegnatori del fumetto, diffondendo la convinzione che la loro opera abbia minore dignità rispetto a quella di altri artisti.
Sempre più spesso i disegnatori si sentono traditi nel loro entusiasmo di condividere il loro lavoro con i fan.

Ecco la principale fonte di malcontento tra i disegnatori: alle fiere regalano infaticabilmente la loro professionalità e la loro arte per poi vederla svenduta su internet: spesso vediamo disegni “svenduti” anche per 5 euro, in questo modo anche il talento del disegnatore è svalutato.
Tutto il loro lavoro, la loro esperienza, la loro fatica vengono svenduti per niente.

Questa situazione marcia parallelamente a quella in cui un disegnatore si trova a dover rispondere a quesiti umilianti del tipo: “Tu chi sei? Che fumetti hai fatto? Ah! Allora mi fai un disegno?” per poi magari vedere il foglio accartocciato da qualche parte perché in fondo averlo non era poi così importante.

La Scuola Internazionale di Comics vuole sostenere e accompagnare i disegnatori in una rivoluzione di questo sistema che sminuisce la loro professionalità, per cercare di dare il giusto peso alla loro arte.

Per questo chiediamo a tutti quelli che condividono questo pensiero e che intendono attivamente spalleggiarci in questa battaglia educativa, di sottoscrivere questo documento per far sentire la loro voce e di rifiutarsi, nelle manifestazioni a venire, di prestare la loro opera gratuitamente.

Da ora in poi chi vorrà un disegno potrà averlo dietro compenso o dopo aver acquistato le pubblicazioni dei disegnatori.

La Scuola Internazionale di Comics da parte sua, si impegnerà a far circolare questo documento e inviarlo poi ai media, agli organizzatori delle fiere e alle case editrici, ai suoi studenti e a tutti quelli che seguono le attività della scuola perché chi lo condivide possa sottoscriverlo. Per dare l’avvio a questa nuova tendenza, noi della Scuola Internazionale di Comics, in occasione di Lucca Comics chiederemo ai nostri insegnanti di esporre il loro tariffario quando disegneranno per i fan presso il nostro stand.

E chiederemo loro di applicare senza timore le tariffe che hanno stabilito.

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La campagna vede il contributo dell’avvocato Eleonora Trigari, che si esprime a favore del manifesto. Eleonora è un avvocato milanese esperta in diritto d’autore che presta la sua opera ad artisti su tutto il territorio nazionale.
Qui di seguito potete leggere il suo contributo:

Images-28 “Molto correttamente la Scuola Internazionale di Comics utilizza l’espressione “svalutazione culturale”. In Italia all’arte sequenziale non viene infatti riconosciuto un adeguato valore artistico, come invece avviene in altri Paesi. Ciò nonostante lo studio, la passione e la dedizione che stanno dietro alle opere a fumetto.

Si consideri che in Italia il fumetto non gode nemmeno di una tutela legislativa specifica. Esiste una proposta di riforma volta ad introdurre una disciplina ad hoc per le opere a fumetto, ma si tratta di un progetto tuttora arenato (disegno di legge n. 3298 del Senato della Repubblica, XIV legislatura, “Protezione del diritto d’autore delle opere a fumetti“ – comunicato alla Presidenza l’11 febbraio 2005).

Sarebbe invece di grande importanza una riforma, tra l’altro, per il valore in sé dell’espresso riconoscimento, anche a livello legislativo, del fumetto come forma d’arte.

Infatti, le conseguenze della svalutazione culturale dell’’arte sequenziale sono molteplici.

Innanzitutto, ciò incide, in negativo, sulle condizioni lavorative dei disegnatori. Basti pensare agli innumerevoli contratti a progetto che malcelano rapporti di lavoro subordinato e che i disegnatori, soprattutto i giovani artisti, si trovano “costretti” a sottoscrivere pur di poter lavorare. Oppure al mancato riconoscimento della proprietà degli originali delle tavole da parte delle case editrici.

Gli stessi disegnatori sono direttamente vittime della svalutazione culturale dell’arte sequenziale, in quanto molto spesso non sono consapevoli dei diritti loro spettanti e non sono quindi in grado di tutelarli. Ne è un esempio palpabile il fatto che molti pensano che una volta firmato il contratto di edizione tutti i diritti di autore si trasferiscano automaticamente alla casa editrice, mentre non è necessariamente così.

Occorre quindi che i disegnatori per primi rivendichino a gran voce la dignità artistica delle loro opere e il valore del loro lavoro e che si impegnino attivamente per la tutela dei loro diritti, dei quali anzitutto devono prendere coscienza.

Tutti coloro i quali hanno a cuore la cultura e l’arte dovrebbero appoggiarli, perché tutto ciò che non favorisce la diffusione dell’arte e della cultura è di per sé negativo dal punto di vista sociale.“

Avv. Eleonora Trigari

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Lo schizzo sotto è di Katie Rice, mentre quello del video è Uncle Eddy, animatore di gran vaglia.

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  • flaviano |

    no, purtroppo allo stesso momento ero richesto a disegnare allo stand 🙁
    sto recuperando ora post e commenti sull’argomento dal blog di stassi.

  • Luca Boschi |

    Cia, Flaviano!!!
    Ma scusa… Non eri presente alla Tavola Rotonda? Io ho creduto di sì!!!
    🙂

  • flaviano |

    (chissà se i nuovi commenti ti si notificano, sennò vabè)
    leggo solo ora, mi spiace avere mancato la tavola rotonda per doveri allo stand (l’ho recuperata in video). speriamo ci siano altre occasioni per conoscerci di persona. sempre un grandissimo lavoro qui!

  • Luca Boschi |

    Un saluto e un ringraziamento a Flaviano!
    Quello che per alcuni può essere disordine o “stridenza” è, purtroppo, il modo in cui funziona il mio cervello. Faticherei a giustapporre gli ingredienti in altro modo.
    Ci vediamo (forse?) alla tavola stondata? In fondo, l’origine di una parte della discussione si deve proprio al tuo intervento sul “Male” new version.
    Ciao!
    L.

  • Geroboamo |

    La dittatura stalinomussoliniana di chi ci governa:
    Criticare pubblicamente la riforma Gelmini può costare ai dirigenti scolastici fino a tre mesi di stipendio.
    Con la pubblicazione sul sito del ministero dell’Istruzione, avvenuta il 21 ottobre, il Codice disciplinare per i dirigenti scolastici è pienamente operativo.
    I capi d’istituto dovranno stare attenti a esprimere la propria opinione in pubblico o sui media.
    Se infatti le loro dichiarazioni dovessero essere considerate lesive dell’immagine dell’amministrazione potrebbe scattare la “sospensione dal servizio con privazione della retribuzione da un minimo di tre giorni fino a un massimo di tre mesi”.
    E’ il fascismo, signori: l’impossibilità di esprimere le proprie idee.
    Il fascismo insito nel Piduismo berlusconista.
    Qualcuno dubitava che ci saremmo arrivati?
    Ecco, ora ci siamo.
    Maledetti partiti di finta opposizione che invece di denunciare connivenze fra criminalità e politica si sono adattati alla situazioone!
    Maledetti quelli che nicchiano sullo sciopero generale, sul rovesciare tutto.
    Dove sta Bersani?
    Cosa fa?
    Traccheggia?
    Crozza l’ha imitato anche troppo benevolmente, ‘sto pompiere!
    Il codice Brunetta (“Comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni”), recepito anche per i presidi, non ammette dichiarazioni pubbliche che vadano a “detrimento dell’immagine della pubblica amministrazione”.
    Andate a zappare, diceva uno su questo blog a proposito di fumetti… Io lo dico a proposito della democrazia. sfumata.

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