FERDINAND H. HORVATH (IL PRIMO PADRE DI PAPERINO?) &… “FILM TV”!

Lupo sirena

Il numero 29 di Film TV in edicola con data del 26 luglio, contiene un pezzo degno di nota a firma di Andrea Fornasiero, dove (con un po’ di ritardo) si celebra il settantacinquennanale della creazione di Donald Fauntleroy Duck.

© Disney per alcune delle (rarissime!) immagini.

Fornasiero Film TV blog
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Horvath

L’articolo, del quale riporto l’incipit qua sopra, ha per titolo Non si sevizia un Paperino, riprendendo quello omonimo del film horror del 1972 diretto da Lucio Fulci.

Sulla vita e sulla carriera del Grande Papero Fornasiero interroga Giulio Giorello, Giorgio Cavazzano e Tito Faraci.
Al sottoscritto è chiesto di far luce sulle misteriosi origini del personaggio, visto che chi abbia definito, almeno graficamente, i caratteri distintivi di Paolino Paperino non è mai stato individuato con certezza.
Articolando la risposta “da un fantastiliardo di dollari” esce fuori ancora una volta il nome abbastanza ignoto di Ferdinand Huszti Horvath (1891 – 1973), artista che ha lavorato per Walt Disney in vari progetti anche molto importanti, da Biancaneve ad Alice, ma che non è stato accreditato, a quanto mi risulta, per il suo importante contributo: un’attività atipica paragonabile in gran parte a quella di “visualizer creativo” affidata ad Albert Hurter.
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Scrofa
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L’archivista storico della Disney, Dave Smith, conferma l'”avvenuta esistenza” di un remoto questo model sheet, che sarebbe servito da traccia e punto di riferimento per gli animatori. Ma questo documento non esiste più da decenni negli Archivi di Burbank.
Probabilmente, si è perso poco dopo la realizzazione del film o subito prima, dato che non rivestiva più alcuna funzione pratica: il personaggio, una volta lanciato, sarebbe stato progressivamente sottoposto a restyling e il suo modello iniziale sarebbe addirittura apparso come motivo di confusione.

La prima illustrazione con Paperino, invece, esiste, e nasce per essere allegata al kit del suo primo cortometraggio. Disegnata a mezzatinta, è la probabile opera del disegnatore Ferdinand Horvath, il quale (perché no? Avanzo solo in questa sede, per la prima volta, l’ipotesi che segue)… potrebbe anche essere stato incaricato di realizzarla perché aveva abbozzato egli stesso il model sheet originario del Papero in divisa da marinaio.

Alla luce della carrellata di immagini che riproduco in questo articolato post, l’ipotesi non è affatto peregrina. Horvath aveva il compito di disegnare in forma abbozzata ma efficace, proposte creative per vari personaggi di film lunghi e corti. In apertura (a sinistra del bozzetto con Ezechiele Lupo vestito da sirena incantarice), possiamo infatti vedere due proposte per il gigante di Topolino Ammazzasette (The Brave Little Taylor), con l’indicazione approssimativa delle sue dimensioni rispetto al coraggioso sarto Mickey (il piccolo sorcio appena abbozzato tra i due energumeni è appunto lui).
Sotto, altri quattro giganti, degli gnomi, degli orsi per un cortometraggio mai realizzato su Goldilocks (Riccioli d’oro) e bozzetti per i Tre Porcellini, con un Gimmi e un fratellino vestito alla marinara molto simili ai loro design finali.
Non si fa fatica a realizzare che Horvath sia stato anche responsabile del rough model di Peter Pig (Meo Porcello).

Il primo disegnatore di Paperino nei fumetti è invece ben noto. Si tratta di Al Taliaferro, che del personaggio si innamorerà al punto da fare pressioni più volte presso i fratelli Disney affinché una tavola domenicale e una striscia con Donald Duck vedano la luce.
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Cavalieri
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Horvath, illustratore di libri emigrato in USA dall’Ungheria, era nato nel 1891. Morirà per un infarto nel 1973.
Dal 1934 al 1937, lavora per i Disney Studios facendo un po’ di tutto, compresa la pubblicità e le illustrazioni per i pop-up book, quelli che a suo tempo erano stati attribuiti da qualche critico a Floyd Gottfredson o addirittura a Ub Iwerks (cosa impossibile, peraltro, poiché Ub all’epoca non lavorava più con Walt).
In questo lasso di tempo Horvath dipinge anche fondali ad acquerello e esegue dei layout per la construzione di oggetti tridimensionali da usarsi come modelli; per esempio un piccolo mulino a vento tridimensionale del quale studiare i movimenti durante la lavorazione del cortometraggio The Old Mill, nel quale debutterà la famosa macchina da ripresa a piani multipli, la Multiplane Camera.

L’illustratore ungherese si occuperà di bozzetti da impiegare nei film per delle gag e del character design di personaggi assortiti per oltre cinquanta corti dei cicli Silly Symphonies e Mickey Mouse. Qui sotto, per esempio, un bozzetto a colori per il character design dei tre topolini ciechi per la Silly Symphony dal titolo Three Blind Mousketeers.
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Three Mouseketeeers
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Alcune visualizzazioni saranno messe a profitto anche molti anni dopo che Horvath avrà lasciato lo studio, partendo verso “nuove avventure”. Così, l’Umbrella Bird servirà da spunto per un personaggi secondario di Alice in Wonderland, che vedrà la luce nelle sale solo nel 1951.
Le immagini di questo post, non tutte di uso e ispirazione disneyani, comprese le memorie che riporto di seguito, provengono dal libro-catalogo di e su Horvath della collana Illustrators of Childrens’ Books: 1744-1945 (Mahoney, 1947).

Eccome Horvath racconta la sua storia:

“In 1921, I arrived in New York and when my forty dollars was spent I went to work painting window frames on Avenue A, hanging between the eleventh floor and the sidewalk, caulking and painting boat hulls on the Hudson River. After dozens of odd jobs, I went into stage effects, set designing, and finally into animated cartoons. In time I did some work for Harper’s Bazaar and other New York publications, and finally found my way into book illustration.

In 1933 I joined Walt Disney’s staff in Hollywood and worked with Disney as a sketch artist, idea man, and model creator. After the outbreak of the Second World War, I went to North American Aviation and later to Howard Hughes in a technical capacity to work on confidential designs.”
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Bosco Horvath
Bianca-Foresta
Animali circo
Grasshopper
Leo
Ciuchi
Horvath umbrella bird
Gnomi
Giganti Brave Little Taylor
Porcelli e orsi

  • Camarlengo |

    Salve!
    Ma come si trova questo sito sul collezionismo? Ha l’indirizzo?

  • Giorgio Perlini |

    Gent. sig. Boschi
    volevo invitarla a visitare il mio sito, on line da circa un mese, dedicato al collezionismo cartaceo. In particolare nella sezione “ritagli” c’è un articolo dedicato ai disegni di produzione Disney, e tra poco ve ne comparirà un altro. MI piacerebbe avere una sua impressione. Grazie per l’attenzione e complimenti per la costanza e la passione con cui si dedica al suo lavoro.
    Giorgio Perlini

  • Luca Boschi |

    Ciao, Luca!
    ma non avevi tutti i torti, infatti prima di allora non so se la striscia con Terrible Tom fosse stata pubblicata in Italia (forse solo sul vecchio catalogo “Comics”, uscito se non sbaglio in coincidenza con “Lucca 8”).
    Ma era ripreso a sua volta da uno “storico” albo speciale statunitense che aveva fatto questa rivelazione a fine anni Sessanta ed era circolato in Italia per un pubblico molto ristretto.
    Così, prima di questa scoperta, anche in Italia il Gattone Nero era stato identificato come Gambadilegno (anche nella strenna della Mondadori “Magic Moments”, per esempio, con redazionali di Gentilini e Zanotto).
    Poi, non sarebbe mai apparso in un fumetto, così… anche per i tuoi otto anni, la tua reputazione di esperto Disney puoi considerarla integra.
    A presto,
    Luca

  • Luca Bertuzzi |

    Grazie per gli ulteriori chiarimenti!! 🙂
    “Walt Disney presenta Topolino” è un volume che ho letto un miliardo di volte, e ricordo che anche allora mi domandai chi diavolo fosse questo Terrible Tom.
    Dall’alto dei miei 8 anni mi stupivo di non conoscere il personaggio, reputandomi esperto del fumetto Disney. Beata ingenuità.

  • Luca Boschi |

    Riciao a tutti!
    Allora, cercando di conciliare per quanto è possibile le varie tesi, posso dire (ciao, Alle! Certo che non me la prendo), che il ruolo del capitano di “Steamboat Willie”, e del rivale di Topolino in versione di “gaucho galoppante”, ha un ruolo ANALOGO a quello che avrebbe avuto in seguito Pete, ma “non lo è ancora”. Non è “Peg-Leg Pete”: sempre a causa delle allitterazioni necessarie, primo lo si disegna con la gamba di legno (peg-leg) e poi gli si rispolvera il nome di Pete, che inizia con una “P”).
    Quando ancora non si è deciso di disegnarlo claudicante non lo si chiama Pete.
    A meno che non si un “Putrid Pete” come in cortometraggi che precedono “Steamboat Willie”, senza Topolino.
    Ma di questa “nomina” non c’è traccia da nessuna parte.
    E’ verissimo che in “Encyclopedia of Walt Disney’s Animated Characters”, John Grant assimila le due figure (il gattone nero dei primi corti di Mickey e Pietro Gambadilegno), ma è anche vero che, forse per esigenze enciclopediche, l’autore ha la tendenza a “compattare” sotto una sola voce personaggi analoghi ma indubbiamente diversi.
    Si veda per esempio Humphrey (l’orso Onofrio, o Gelsomino, o Serafino), che sembra debuttare in un film con Pippo solo perché in quello c’è un orso (con tutt’altro ruolo), o Satana, (da una “Silly Symphony” del 1930), che assimila al Chernobog di “Fantasia”, a Noè (ancora da una “Silly Symphony”, questa volta del del 1933), che sarebbe lo stesso di “Noah’s Ark” del 1959 (addirittura un pupazzo girato in stop-animation completamente diverso dall’altro con lo stesso nome).
    In sostanza, quel volume non è attendibile sotto questo profilo, o se vogliamo è superato dalle scoperte successive.
    Una prova schiacciante è che, leggendo lo script/storyboard di “Steamboat Wille”, si scopere che il gattono è chiamato sempre e comunque solo “The Captain” (nessun accenno a Pete) e così lo chiamano Thomas e Johnston nei loro volumi e anche Robert Gilman e Robert Heide nel loro libro incentrato del 2001 solo su Topolino: “Mickey Mouse – The Evolution, the Leged, the Phenomenon”.
    Infine, mostrando questa immagine con Terrible Tom, sostenevo la mia tesi già nel 1990, quando scrissi il libro “Walt Disney presenta Topolino”, che per approvazione dei suoi contenuti fu tradotto in inglese prima di essere dato alle stampe, per essere approvato dalla Disney USA.
    In quella occasione ebbi l’approvazione di Greg Crosby, che aveva allora questa funzione di supervisore e “tutore” della versione dei fatti approvata dalla Casa.
    Ergo, al di là di varie altre interpretazioni, questa si riteneva allora la versione originaria (e accettabile) dei fatti.
    L’idea di rispolverare un Pete, e di renderlo claudicante, avvenne dopo che la striscia di presentazione della serie, con Terrible Tom nel ruolo del gattone rivale, era stata concepita e già stampata. Vale a dire all’inizio del 1930, o al massimo alla fine del 1929; non prima…
    Comunque, ripeto, la questione non ha troppa importanza, se non per noi “maniaci” della filologia e della cronologia degli eventi.
    A presto!
    L.

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