JACK KIRBY INEDITO! di Stefano Priarone

Ponetela come vi pare, il re è sempre vivo!

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Quattordici anni dopo la sua morte, Jack “King” Kirby è sempre presente sulla scena del fumetto americano. E non solo perché negli ultimi anni si sono moltiplicate le ristampe della sua opera immensa.

E’ appena uscita nei comics store americani “Fantastic Four The Lost Adventure”, una storia inedita dei Fantastici Quattro di Stan Lee (dialoghi) e Kirby (matite e trama).

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L’avventura sarebbe dovuta uscire su Fantastic Four #102, ma a Stan Lee non era piaciuta e così, alla fine, la storia uscita su FF #102 sarebbe stata un’altra, l’ultima di Kirby
prima di passare alla DC. Avevano solo messo alcune tavole (in buona parte riscritte da Lee, rispetto all’intenzione originale di Kirby) come flashback su FF #108, che usciva in
contemporanea con la prima storia del Quarto Mondo realizzata da Kirby per la DC
(il resto dell’albo era opera di John Buscema e John Romita).

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John Morrow, del Jack Kirby Collector, ha ritrovato quasi tutte le tavole a matita di Kirby, l’editor della Marvel Tom Breevort (grande fan kirbyano) le ha fatte reinchiostrare da Joe Sinnot (ancora vivo), Lee ha riscritto i dialoghi sulla base delle note sulle tavole di Kirby (il re scriveva sempre note sulla trama sulle sue tavole) e le vignette perdute sono state disegnate da Ron Frenz (molto kirbyano).

E così, è nata una nuova storia dei Fantastici Quattro.

Di questa storia e d’altro (per esempio dellla monumentale biografia di Kirby scritta da Mark Evanier di prossima uscita) si è parlato nella conferenza su Kirby alla WonderCon di San Francisco:

http://www.comicbookresources.com/news/newsitem.cgi?id=13114

Il © delle immagini è Marvel Comics. E grazie a Stefano Priarone per la segnalazione!!!

  • mario |

    Grazie Luca ma non c’era bisogno. Avevo notato che era un post di ormai due anni fà, ma non sono riuscito a trattenermi dal ribattere .E comunque pienamente d’accordo con te nella frase “sono ancora convinto che il disegno insuperabile e influente di Kirby e le trame delle storie dei Fantastic Four sulle quali lavorava, fossero un tutt’uno indissolubile. Zampille di una stessa intelligenza creativa, impetuosa nell’ideare soggetti e nel disegnarli, proprio per questo si amalgamavano perfettamente.
    Saluti Mario.

  • Luca Boschi |

    Caro Mario, Ciao!
    Sposto il tuo commento anche in coda all’ultimo post, in modo che chi vuole, e legge appunto l’ultimo, se vuole possa raggiungere anche quello che si riferisce a questo thread di un paio di anni fa.
    Buon lavoro!
    Luca

  • mario |

    A me Orion non sembra così monodimensionale. Dovrebbe essere il “buono” e ride come un pazzo mentre uccide i cattivi. Neanche l’ambiguissimo Metron (metafora della ricerca della scienza al di là del bene o del male) mi sembra monodimensionale o il tormento esistenziale di Mister Macchina. Per non parlare delle ambiguità morali in The losers. Sinceramente mi sembrano più monodimensionali i dualismi bene/male di Thor/Loki o Cap/Teschio rosso dell’era Lee.

  • Stefano Priarone |

    Ricordo bene quel numero di All American Comics Luca, lo avevo letto all’epoca (avevo da poco scoperto i supereroi) e in seguito, anni dopo, avrei letto l’intervista originale del Journal.
    Va anche detto che era un Kirby molto amareggiato dopo la battaglia legale con la Marvel per la restituzione delle tavole, in un altro momento avrebbe probabilmente concesso di più a Lee.
    Lee O Kirby? è la classica domanda che tanti si fanno. Io da sempre dico Kirby e Lee. Se è vero che il Re era la scintilla creativa, il puro genio e, come scrive Mark Evanier, tutte le sue trame sono in un certo senso autobiografiche, senza l’ironia di Lee (e il suo – notevole – lavoro di editor) non avremmo probabilmente avuto l’universo Marvel come lo conosciamo. Guardiamo ad esempio la Saga del Quarto Mondo: lì è un Kirby al 100% e si vede, in positivo e non (il mio Kirby “solo” preferito è però il bellissimo Demon).
    E in effetti è abissale la differenza fra le storie Marvel anni Sessanta e le contemporanee storie della DC, magari anche molto divertenti e ricche di idee (Alan Moore le ha citate nel suo Supreme) ma davvero datate e con personaggi totalmente monodimensionali.
    Ciaoissimo
    Stefano

  • Luca Boschi |

    Inutile dire che, anche per me, Kirby è insuperabile.
    Anche per Leo Ortolani, naturalmente, che in occasione della sua scomparsa gli dedicò un omaggio memorabile.
    Non ho avuto la fortuna di conoscere il vecchio Jack di persona, ma a suo tempo, quasi in contemporanea con la sua uscita negli States, condensai una sua intervista lunghissima in qualche pagina di un numero di “All American Comics”.
    Atto azzardato che mi valse la scomunica istantanea (sarà stato il 1990) da parte di uno sceneggiatore italiano estremamente prolifico, il quale scrisse per protestare alla Marvel (ben prima della nascita della Marvel Italia) e nel contempo anche alla Comic Art (editrice di “All American Comics”), chiedendo di esiliarmi dalle pubblicazioni della Casa, perché dalle dichiarazioni di Kirby che avevo riportato il ruolo di Stan Lee usciva ridimensionato.
    Per me, invece, il procedimento di lavoro della coppia emergeva in modo “chiarificato”.
    Non torno adesso sulla questione, ma senza nulla togliere ai meriti di Stan, non soltanto in qualità di editor, sono ancora convinto che il disegno insuperabile e influente di Kirby e le trame delle storie dei Fantastic Four sulle quali lavorava, fossero un tutt’uno indissolubile. Zampille di una stessa intelligenza creativa, impetuosa nell’ideare soggetti e nel disegnarli, proprio per questo si amalgamavano perfettamente.
    I dialoghi schizzati ai bordi delle tavole quali si allude nel post (ho capito bene?) sono il segnale che la “vera” creazione dell’intreccio della storia nasceva nel cervello di The King, e che Stan Lee interveniva in seguito a sistemare il tutto, abbellire i dialoghi, anche barocchizzando sequenze altrimenti di pura azione.
    Dal melange di queste due menti uscivano fuori quelle avventure indimenticabili e davvero molto innovati per l’epoca. Ai tempi della prima (nuova) uscita dei volumi “Marvel Masterworks” le ho rilette tutte una di fila all’altra, e la “tenuta”, in epoca di “fumetto d’autore” un po’ introverso e di ricerca, era ancora molto alta.
    Mentre altri supereroi precedenti e successivi si possono considerare archeologia, muovo al riso. Valgono per lo studioso, ma non per che voglia trovarci un intrattenimento all’altezza della situazione…
    O nòne?
    Ciao a tutti,
    L.

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