DELIA SCALA STORY

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Un po’ per scherzare, e anche per mostrare a chi non la conosce qualche briciola della grande arte di Walter Molino (fumettista, illustratore, pittore), posto (voce del verbo “postare”) qualche ritratto di alcune delle ipotetiche attrici che sono state oggetto delle risposte di qualche visitatore del blog.

Le risposte erano errate, si diceva, e ve lo dimostro con le prove.

La tipa del quiz del primo agosto non può essere una raffigurazione caricaturale di Delia Scala, perché come si vede, completamente diversa è la simpatica Delia, al secolo Odette Bedogni (in Giannotti), attrice e soubrette viareggina che ho conosciuto, tra l’altro, (giusto per continuare ad autocitarsi, poiché di blog si tratta) alla fine degli anni Ottanta in una strana situazione professional-ricevimentistico-disimpegnata.
Quasi per caso, ma soprattutto per sostenere la sua campagna contro il cancro, che aveva sconfitto con tenacia, Delia era insieme a vari amici e colleghi miei/nostri, fumettari con diritto di giornalismo, tra i quali tutto sommato era un pesce fuor d’acqua.

Che ci faceva, lei, donna di palcoscenico, star di Garinei & Giovannini, pupilla di Antonello Falqui, insieme a dei fumettisti in vena di dissacrazione quali noi, e soprattutto come Vauro (Senesi), Angese, Bruno D’Alfonso e forse anche lo stesso Stefano Disegni che interviene altrimenti in questa nuvola di “Nòva” (c’eri anche tu, Stefano, a Forte dei Marmi, quella volta, a metà settembre?).

Sicuramente mise il naso dentro il locale anche Manuela Kusterman, in ciabatte e prendisole, appena tornata dalla spiaggia, per decidere di togliersi subito di torno.

Invece, Sergio Saviane stava in disparte, come se fosse venuto a dire di persona che non poteva essere lì dov’era.

Delia era tutta vestita di bianco, un pezzo unico un po’ traforato, caschetto perfetto, un po’ ingrassatiella e davvero molto piccola, più che in video. Nonostante l’età (più grande delle nostre madri, per dire) quella volta ha resistito e reagito perfettamente anche ai lazzi dei giovinastri sguaiati più corrosivi, di estrazione movimentista, anche poco lavati e dal rutto libero (specie alcuni, presenti esclusi).

Insomma, a inizio agosto 2007 ecco Delia raffigurata da Molino senior su “Grand Hotel” nei primissimi anni Settanta, dopo il successo televisivo dello show di Antonio Amurri e Maurizio Jurgens “Signore e Signora”, con Lando Buzzanca (da cui uno strascico alla domenica mattina in radio, a “Gran Varietà” e il tema musicale di Jimmy Fontana (“L’amore non è bello… Se non è litigarellooooo…”).

A quello di Delia, farei seguire qualche altro ritratto moliniano, sempre ad acquerello, con qualche intervento trasgressivo a tempera annacquata, se ben vedo dalle stampate.
Ciò anche se… MANNAGGIA… nel frattempo qualcuno avesse indovinato!!!

  • luca Boschi |

    Cara Brigitta (tanto, so che leggi anche qua), ma no, ma no…
    Quelli che tu hai preso per indizi erano solo un modo per dire che siamo ancora lontani… Cioé: ACQUA, ACQUA!
    Ma se c’è qualcuno che ha sfiorato la verità, sei tu!!!
    Intanto, metto qualche altro post con immagini e poi rivelo di chi si tratta con “the evidence”…
    Intanto, dato che nei giorni scorsi si è parlato di fiamme e di gatti, copio una parte di commenti ricavati sul tema da pagine di Bebbe Grillo e Stefano Benni, invitandovi (se vorrete) a partecipare al “V day” e leggere gli altri commenti sugli incendi recenti, con gatti o meno, a questa pagina:
    http://www.beppegrillo.it/2007/08/italia_flambe.html
    Ecco cosa dice, come antipasto…
    (…) I piromani sono dei benefattori del Pil. Senza di loro, quanti sarebbero a spasso in Italia? Le società immobiliari dovrebbero farli consiglieri di amministrazione. I sindaci nominarli assessori allo sviluppo. Lupo Benni dice la sua sul fuoco italico.
    “ In Italia c’è qualcosa che brucia anche quando il fuoco è spento: allora entrano in azione i piromani della dimenticanza. Pochi giorni fa tutti i giornali titolavano che l’Italia era un rogo, che migliaia di turisti avevano rischiato la morte, che i soccorsi erano stati tardivi e la prevenzione nulla. Qualche tuttologo fiammiferologo si era affrettato a descrivere l’identikit del piromane e del suo disagio sociale, forse una mamma non abbastanza calorosa. Qualcun altro aveva subito invocato la pena di morte per griglia o microonde. Qualcuno più seriamente aveva indicato i colpevoli: la mafia, e tutti i piccoli o grandi incendiari che dal fuoco sperano di ricavare un vantaggio economico, pascolo, cemento o soldi del ricatto.
    Giorgio Bocca ha scritto parole condivisibili sulla fine dell’interesse comune, di ciò che dovrebbe essere ricchezza di tutti. E si sono elencate misure utili e necessarie. Rendere efficace la legge che impedisce speculazioni sui terreni bruciati, il catasto comunale degli incendi, l’obbligo di tagli antifiamme per tutti, l’aumento dei posti di vedetta ,soprattutto nei giorni in cui è previsto caldo e vento, la mobilitazione dell’esercito, l’aumento della flotta di aerei e elicotteri, e altro ancora.. Cosa resta di quei giorni? Dimenticato Peschici, dimenticato il pilota di Canadair morto, dimenticate le cifre spaventose di ettari bruciati.
    Leggo già che se l’America non riesce a spegnere gli incendi, perchè mai dovremmo farlo noi? E quando alla televisione vedo la parola Sardegna, so già che non parleranno dei fuochi che l’hanno devastata, ma del Billionaire.
    Ecco, fateci caso, il Billionaire ha più spazio , nei telegiornali di questa settimana, del problema degli incendi. I piromani dell’idiozia e della rassegnazione hanno ripreso a appiccare fuoco all’Italia. Gli alberi non votano. Ricordatevelo, al prossimo inatteso,imprevisto, inevitabile rogo. E telefonate a Briatore, forse lui ha un estintore, o una pompa a champagne.”
    Stefano Benni (il lupo)

  • nomad |

    Io ci provo: BB – Brigitte Bardot

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