FRATELLI… D’INCHIOSTRO! Il RISORGIMENTO NEL FUMETTO (II parte) di Pier Luigi Gaspa

Monsù paperin 2

Proprio mentre è in edicola la prima puntata dell’avventura risorgimentale di Monsù Paperin, scritta da Alessandro Sisti e disegnata da Giorgio Cavazzano, prosegue l’excursus, in questo blog come in un paio di appuntamenti torinesi, sul Risorgimento nei fumetti.

© Disney per l’immagine sopra.

L’incontro Fratelli… d’inchiostro. I fumetti e il Risorgimento
si tiene sabato 14 alle 12.30 h
presso la Sala Comics Centre della Fiera del Libro di Torino

a cura di Ecomuseo della Resistenza Colle del Lys «Carlo Mastri»

Intervengono: Marco Brunazzi, Fulvio Gambotto, Pier Luigi Gaspa

W l'Italia Piffarerio

Ritornando al 1961, è su una pubblicazione dedicata all’eroe della fantascienza a fumetti per antonomasia, Flash Gordon, che compare forse il primo, vero tentativo di raccontare il fenomeno Risorgimento a fumetti.

19 -Inizio 1961

Come recita la nota introduttiva: “Nell’anniversario del centenario dell’unità d’Italia, nostra amata patria, siamo orgogliosi di presentare la storia del Risorgimento. Vivremo attraverso la matita del pittore Piffarerio le meravigliose battaglie, insurrezioni, moti che passo passo condussero al trionfo della libertà e della rivendicazione dei diritti nazionali”.

W l'Italia 2

Il titolo è di per sé significativo: W l’Italia – la storia del Risorgimento. La vicenda inizia con la sagoma di Garibaldi che dalle coste argentine guarda verso l’orizzonte e la sua lontana patria, bramoso di tornare, per aiutarla e riconquistare la sua libertà.

Vengono poi brevemente narrati i momenti salienti del Risorgimento, il ritorno dell’eroe dei due mondi e le avventure di un garibaldino argentino (chissà perché poi) giunto in Italia al seguito del generale. La serie purtroppo si interrompe dopo poche puntate lasciando in sospeso le vicende dei nostri eroi e lasciando il campo ad altre pubblicazioni e ad altri autori, soprattutto delle riviste cosiddette educational come il Corriere dei Piccoli.

Già proprio in quel 1961 appare una “Storia del Risorgimento” a puntate disegnata da Domenico Natoli con grandi e belle vignette provviste di didascalia di accompagnamento, come era ancora consuetudine del settimanale per ragazzi del Corriere della Sera.

E proprio sul “Corrierino”, e non solo, il fumetto parla di Risorgimento… non a fumetti.

Nievo etc.

Non a fumetti, ma con il contributo degli autori di fumetti, come Giorgio Trevisan.
Il settimanale, fra le altre cose pubblica infatti anche racconti e romanzi a puntate.

CdP disegni Trevisan 1961 16-08-41

CdP disegni Trevisan 1961

Piemonte

Azione

E fra questi ultimi, nel 1963 La pattuglia. Scritto da Carlo Triberti (allora direttore della testata) e illustrato da Mario Uggeri, un maestro dell’illustrazione e del fumetto, il romanzo narra le vicende di una pattuglia di garibaldini in fuga da Roma dopo la sconfitta del 1848 e attaccata dai briganti.

Non manca naturalmente la partecipazione di due ragazzi, target di elezione del settimanale. Tenendo fede alla propria vocazione sul “Corrierino” appaiono anche diverse schede didattiche incentrate sul Risorgimento e i suoi personaggi, disegnate da Ferdinando Tacconi. Insieme a quelle su luoghi e momenti storici più disparati, presentano le figure principali di quegli anni in vignette e brevi didascalie esplicative.

Sempre in quegli anni, appare anche una notevole mole di soldatini da ritagliare. Presentano eserciti di ogni luogo e Paese e non mancano quelli dell’epopea risorgimentale.

Su il Giornalino, altro settimanale, questa volta di stampo cattolico, possiamo anche segnalare la riduzione a fumetti di un romanzo risorgimentale di Massimo D’Azeglio, La disfida di Barletta, presentato da Renata Gelardini in un articolo introduttivo dal titolo Per il Risorgimento italiano arruolò Ettore Fieramosca.

La vicenda, pur ambientata in epoca medievale, presenta una storia d’orgoglio e di riscatto, già realizzata cinematograficamente con Gino Cervi nei panni del cavaliere italiano, che si conclude con il giovane eroe che riflette con aria triste: “L’onore d’Italia è riscattato. Ma quando potremo ridare all’Italia unità e indipendenza?”.

Monsù paperin L’ideale risorgimentale prorompe dalle parole di Fieramosca, al cui viso si può tranquillamente sostituire quello di tanti patrioti dell’epoca. Lo stesso settimanale cattolico, sulla stessa linea del Corriere dei Piccoli, pubblica schede didattiche destinate ai ragazzi della scuola, come quelle delle illustrazioni, risalenti ai prime anni 2000.

Nel 1972, il Corriere dei Piccoli, che ha ormai un pubblico di età maggiore di quella del passato, si trasforma nel Corriere dei Ragazzi, che prosegue fino al 1976 prima di snaturarsi e perdere quelle caratteristiche che l’hanno fatto definire “settimanale irripetibile” da uno dei suoi principali artefici, il poliedrico sceneggiatore Alfredo Castelli, il papà di Martin Mystère.

Fra le sue pagine, insieme a tanti articoli di ottimo giornalinismo a fumetti firmati, tra gli altri, da un giovane Ferruccio De Bortoli, e a una notevole serie di storie e di autori di grande levatura, appaiono di tanto in tanto piccole perle dedicate anche al Risorgimento.

I garibaldini spuntano all’interno di L’uomo della terza bomba, di Mino Milani e Sergio Toppi (n. 15 del 1972), storia immaginaria del terzo uomo che attentò alla vita di napoleone II, che appare nella serie Dal nostro inviato nel tempo.

L’anno successivo, sempre ad opera della stessa coppia di autori appare (sul numero 18) I due comandamenti, che parte durante la ribellione di Messina del 1848 e racconta la vicenda di Ferdinando Palasciano, medico che propugnò gli ideali sui quali nacque nel 1863 la Croce Rossa, curando sul campo di battaglia anche i feriti del campo avverso.

Con I giorni ardenti del Risorgimento, firmata da Piero Selva (pseudonimo dello stesso Milani) prosegue infine la tradizione del romanzo a puntate per ragazzi.

Per quanto ottimi, si tratta sempre e comunque di episodi isolati, ben lontani dall’appartenere a qualsivoglia linea editoriale dedicata al tema. Gli autori si limitano a raccontare episodi particolarmente significativi, ma senza soffermarsi sui temi fondamentali del periodo.

A parte forse Perché Brigante, un Inserto Avventura del settimanale scritto realizzato ancora una volta dalla premiata ditta Milani/Toppi e apparso sul numero 10 del 1975.

Perché brigante CdR Milani-Toppi

Protagonista principe della vicenda è il brigantaggio, nella persona di Zucco, un brigante inseguito dall’esercito piemontese. Al termine della storia, al comandante piemontese il brigante svela il suo “perché brigante” (titolo bello e significativo come pochi).

Davanti a una donna pallida ed emaciata che l’ufficiale scambia per sua madre, il bandito urla: “è mia sorella e ha solo vent’anni!”. Perché è la fame a spingere l’uomo al brigantaggio. Un vero grido di dolore che lo sceneggiatore lancia verso il lettore, non riabilitando il brigante, ma raccontando una realtà forse scomoda ancora oggi. Il brigantaggio è tornato nuovamente alla ribalta proprio in questo 2011 con Il Brigante Grossi e la sua miserabile banda, di Michele Petrucci (Tunuè).

In maniera del tutto diversa, e decisamente troppo didascalica, il Risorgimento viene quindi raccontato dalla Storia d’Italia a fumetti firmata da Enzo Biagi, che riprende i momenti fondamentali della storia di quegli anni, tracciando un profilo sicuramente valido dal punto di vista storico, ma poco incisivo da quello fumettistico.

Meglio senz’altro inserire tali elementi in storie di fantasia, capaci di coinvolgere il pubblico dei lettori, piuttosto che utilizzare fredde sequenze di vignette che infarcite di lunghe didascalie che alla lunga stancano, oltre a rendere meno partecipi degli avvenimenti che vi sono narrati. Ma è un difetto che purtroppo accomuna le operazioni di questo tipo. Tutte degne di rispetto, ma che col fumetto vero e proprio non hanno poi tanto a che vedere.

E siamo arrivati all’oggi con le celebrazioni del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia.

Fra rievocazioni storiche locali come Otto regine, vicenda realizzata da Francesco Artibani e Giuseppe Palumbo che narra episodi del Risorgimento umbro, realizzata per merito della Provincia di Perugia e dell’Associazione Amici del Fumetto di Città di Castello. Oppure il poco noto Omaggio a Garibaldi edito da Lizard nel 2007.

Allo stesso eroe dei due mondi – il personaggio risorgimentale più citato e raccontato a fumetti, come si può constatare ripercorrendo a ritroso il nostro cammino – è dedicato il divertentissimo volume di Tuono Pettinato (al secolo Andrea Paggiaro) da titolo: Garibaldi – resoconto veritiero delle sue valorose imprese, ad uso delle giovin menti. Fra citazioni e resoconti storici, il volume (edito da Rizzoli/Lizard) racconta la vita e le imprese del nizzardo e dei suoi contemporanei, senza risparmiare frecciatine e notizie gustose che mostrano il personaggio sotto una luce del tutto nuova, e divertente, tutta da gustare.

Garibaldi di Alberto Pagliaro

Per concludere questo viaggio attraverso il Risorgimento a fumetti, una domanda che molti forse si pongono oggi, a centocinquanta anni da quegli avvenimenti: che penseranno i loro protagonisti dell’Italia di oggigiorno? Una possibile risposta la forniscono Francesco Artibani (testi), Corrado Mastantuono e Giorgio Cavazzano (disegni) in Una gita scolastica, storia pubblicata sul secondo volume di Italia 150 anni, pubblicata da il Giornalino.

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Dinanzi all’indifferenza e al vandalismo nei confronti delle statue che li raffigurano, un teatrante che somiglia incredibilmente proprio a Garibaldi, e che nella finzione della storia chiaramente lo incarna, sbotta: “Sono gesti stupidi, ma più che il danno è l’idea che c’è dietro a rattristare! La mancanza di memoria porta alla mancanza di rispetto. E chi ha costruito e difeso l’Italia quel rispetto se lo merita”.

La risposta è divertente e sapida allo stesso tempo, e le statue del Gianicolo di Roma non saranno più le stesse.
Vedere per credere!

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Anche l'ombra è luce

A gentile richiesta, in chiusura, un’intera tavola della storia a fumetti risorgimentale, il cui titolo potete agevolmente leggere, con i disegni di Aurelio Galleppini.

La fiamma che non si spegne Galleppini

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