In occasione della settimana di festa dell’Antoniano, a Bologna, ormai due giorni fa (il 4 settembre), Monica Catalano ha tenuto un incontro di due ore nell’ambito dei laboratori di fumetto e di cinema d’animazione organizzati da Cartoon Club di Rimini.
Come già a luglio, in particolare Monica ha “tenuto banco” insegnando a disegnare le W.i.t.c.h.
Anche in questa seconda parte dell’intervista con lei continuiamo a parlare delle protagoniste del grosso successo Disney/Buena Vista degli ultimi anni, e del suo lavoro.
Finalmente (per chi se l’aspetta e pazienta docilmente), fra qualche giorno chiudiamo con immagini e qualche dettaglio circa la nuova collaborazione di Monica: “Oltremare”.
LUCA: Riprendiamo il discorso lasciato in sospeso qualche giorno fa. Nel corso delle tua attività non così secolare (data la tua età) avrai senz’altro avuto dei Maestri, professonisti incontrati personalmente, o studiati sulle loro opere. Quali sono stati i tuoi?
MONICA: Gli insegnamenti maggiori li ho ricevuti dall’umiltà dei grandi quali Claudio Villa, Giorgio Cavazzano, Sergio Toppi, Fabio Civitelli, Pino Rinaldi.
Ho imparato qualcosa agli incontri nelle Fiere con Giovanni Freghieri, Franco Saudelli, Mario Rossi, dai primi segni Disney tracciati con Giorgio Di Vita.
Poi, c’è l’eredità grafica lasciata da Ales-sandro Barbucci, e via via devo mettere all’attivo molti altri incontri, fino a tornare al primis-simo maestro, incontrato sui banchi di scuola, che fu Armando Profumi, e che non posso dimenticare…
LUCA: Hai lavorato su personaggi creati da altri autori (come le W.i.t.c.h., o come le protagoniste di “Oltremare”, di Vincenzo Beretta e Giancarlo Alessandrini), ma anche su personaggi creati insieme ad altri autori, e infine su personaggi tuoi.
Come cambia la tua partecipazione (anche emotiva), a seconda dei progetti? E come contribuisci ad arricchirli, magari rendendoli più interessanti, con la tua sensibilità?
MONICA: Su “W.i.t.c.h.”, molto dipende dal ruolo che svolgo al momento: se sono io a progettare la pagina, ricerco il calore del racconto nell’impostazione della tavola, nella regia dentro la vignetta e nelle espressioni e nelle posture dei personaggi, in uno sfondo che faccia atmosfera…
Quando invece eseguo il “clean-up”, la mia ricerca è incentrata soprattutto nell’importanza delle espressioni di uno sguardo e delle mani, per arginare quanto possibile lo stereotipo: penso sempre che una lettrice di “W.i.t.c.h.” possa rimanere colpita da piccole cose che arricchiscano nel dettaglio il tema che sta vivendo in quel momento; vivo le emozioni dei personaggi col pensiero rivolto alle giovani lettrici di “W.i.t.c.h.”.
LUCA: Hai citato il “clean-up”, ma non è detto che tutti i visitors del blog sappiano a cosa ti riferisci!
MONICA: Giusto! Il clean-up è la una fase successiva all’abbozzo del disegno. Ridefinisce il tratto, lo prepara per essere inchiostrato. La pulizia del segno è essenziale, per far capire bene all’inchiostratore quali linee seguire.
Ho lavorato su pagine progettate da Federico Bertolucci, Giada Perissinotto, Lucio Leoni, Gianluca Panniello e attualmente con Emilio Urbano… è un’esperienza interessante vedere come valorizzare i punti forti di ciascuno e nello stesso tempo intrecciarvi il mio senso dell’immagine. Il fine resta, comunque, conferire l’importanza che meritano alle cinque protagoniste.
LUCA: E per quanto riguarda i tuoi personaggi?
MONICA: Penso alla serie “Moni&Simo”, nate da bellissime risate fatte insieme ad una mia amica.
La scintilla di partenza, di solito è un pensiero non verbale, non del tutto chiaro, che si veste di un’immagine. E quell’immagine è già tutta la storia.
In sostanza, non penso tanto al personaggio, quanto a ciò che mi sento di dire, e che quindi mi fa nascere spontaneamente una figura sulla carta. Il concetto poi, per essere espresso, ha chiaramente bisogno di una sceneggiatura che aiuti i lettori a decodificarlo.
LUCA: Ti piace il lavoro che fai? Sei soddisfatta? Una lettrice della prima parte dell’intervista mi ha scritto dicendo che ti ammira e un po’ t’invidia. È una giovane disegnatrice (molto dotata) che ha frequentato una scuola di comics, ma le strade per inserirsi nel business sono tutt’altro che spalancate!
MONICA: Lo so bene; volevo fare questo ed eccomi, nonostante le tante altalene prima del sì definitivo. Sono contenta di collaborare con le realtà conosciute finora e sono curiosa di andare incontro a nuove. Soprattutto sono contenta di far parte attiva di questo spicchio di mondo culturale.
L’insoddisfazione c’è ed è causata dal nostro panorama politico-economico-culturale, che limita anziché incoraggiare. Blocca e sopprime, anziché dare spazi nuovi e promuovere iniziative giovani. È offensivo verso chi propone novità intelligenti, lasciando che ci si preoccupi solo di vendere il masticabile.
Penso che il guadagno che si può realizzare da un fumetto debba essere una conseguenza dei suoi lati positivi, che devono nascere da una ricerca libera dagli schemi di mercato. Se andiamo nella direzione del denaro, ubriachiamo le menti del pubblico pur di vendere, mentre in quella della creatività “educhiamo costruendo” e, secondo me, la gente acquista ben volentieri anche questo.
LUCA: Ma non è certo facile avere idee vincenti svincolate dalle richieste del mercato, e egualmente di buon successo! È una questione analoga a quella che si sta dibattendo in questi giorni al Festival del Cinema di Venezia, rispetto ai giovani registi italiani. Si lamentano una mancanza di “rischio” nei temi affrontati nelle opere in vetrina, e un nefasto dilagare del conformismo. E c’è chi propone delle iniziative a fondo perduto a cura dello Stato, per investire su giovani registi e attori.
MONICA: Lo Stato dovrebbe aiutarci a salvare le aree culturali, per il nostro bene… Penso che prima o poi ci si stanchi della banalità, mentre non ci si stanca di riconoscere se stessi e le proprie emozioni.
LUCA: Ci sarai anche tu al “V-Day” indetto da Beppe Grillo, sabato prossimo?
MONICA: Certamente!
LUCA: Allora, ci vediamo là!
(continua e si conclude nei prossimi giorni)
Il © delle immagini è Disney/Buena Vista per “W.i.t.c.h.”, e di Monica Catalano per “Moni&Simo”.