GIANNI DE LUCA E L'ANSIA DELLA DIFFERENZIAZIONE, di Tomaso Turchi (parte II)

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Seconda parte dell’analisi di Tomaso Turchi su una parte dell’attività di Gianni De Luca.

Apriamo con la copertina del Vittorioso n. 26 del 29 giugno 1963.

Si comincia ponendo le basi di un mistero per il momento non ancora risolto, relativo all’inizio dell’episodio L’ultima Atlantide: nella prima tavola, in calce, si legge “6 Marzo 1957”.

Le tavole successive, dalla quarta in poi, sono siglate 1964. Perché

Le due tavole sono tratte da Comics n. 10 del marzo/maggio 1974.

Atlantide 1-1

CLICKQ sopra per ingrandirle un po’ (senza scialare).

Atlantide 2

Nel 1953, De Luca inizia la sua collaborazione con le Edizioni Paoline con Il Giornalino. La prima storia,La leggenda della montagna”, grandi tavole a colori piatti, mai più riproposte agli appassionati di fumetti, nelle quali il disegno del Nostro si avvale di una tecnica molto elaborata basata sui chiaroscuri con risultati di realismo quasi fotografico.

De Luca Giallo

Giallo

Seguono parecchie storie per “il Giornalino” e per “Il Vittorioso”, sulle quali più di una volta e attraverso differenti mani, si è discettato su “Informavitt”: un esempio per tutti, “Rasena” ( 1955) su testi di Renata Gelardini De Barba; giornale quest’ultimo per il quale torna al racconto di attualità nel 1957 con “Giallo alla 14° strada”, su testi di Mario Basari.

 I Rasena

Deluca1962cover In questo caso De Luca, calato nella contemporaneità di allora e nel genere poliziesco, si avvale di un disegno che richiama alla mente certe stilizzazioni formali di disegnatori americani coevi, specialmente nella caratterizzazione espressiva dei volti di molti personaggi.

Oso citare Frank Robbins e Dan Barry, autori provenienti sia dal comic book che dalle strisce giornaliere e pagine domenicali dei settimanali statunitensi.

Un paragone che andrebbe ulteriormente meditato ed approfondito, poiché non è detto che De Luca sia stato influenzato direttamente da alcuni disegnatori americani di fumetti, ma che sia lui che gli altri abbiano attinto autonomamente, dal materiale filmico di allora, particolari fisionomie di primi attori e generici del grande schermo. Un caso per niente singolare, quando si pensi che disegnatori made in USA quali Raymond e Caniff, usufruivano dell’apporto di modelli e modelle per la cosidetta “copia dal vero”, e questo per una ricerca non semplificabile in poche parole di realismo e naturalismo. Volti, atteggiamenti e posizione del corpo desunti direttamente dal reale.

Deluca1962cover01In quello stesso periodo sul “Vittorioso” anche grandi disegnatori come Renato Polese e Gino D’Antonio richiamano con le loro grandi pagine a colori- a volte centrali quindi doppie – la struttura della Sunday page dei prima citati quotidiani.

Direi che in quel contesto sul sempre più bello solo Dino Battaglia percorre in solitaria la sua strada evolutiva senza nessun occhieggiamento ai disegnatori americani di quel periodo, che sono moltissimi e con forti differenze fra di loro.

Non si può quindi generalizzare.

Mi fermo al 1957, non a caso, poiché da quel momento, sul “Sempre più bello”, di Gianni de Luca ci saranno solo rare copertine e qualche racconto illustrato.

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Gesù smarrito

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