FUMETTI RESISTENTI ALLO SPAZIO WOW

Locandina

Se il sottoscritto non fosse al COMICON, in quel di Napoli, nei giorni in cui si tengono questi eventi, volentierissimo andrebbe a Milano allo Spazio WOW, anche per incontrare di nuovo il grande Aldo Di Gennaro.

L'Italia e il PdLjpg

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Di Resistenza raccontata a fumetti, questo blog si è occupato da sempre.
A cominciare da questo lontano intervento di Pier Luigi Gaspa, che presentava anni fa un suo libro sul tema; un volume che recava in copertina l’illustrazione, ricavata dal settimanale Il Pioniere, usata anche per un 50% del poster di Fumetti resistenti.

Pier Luigi scriveva così:

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Quello che segue è il brano del mio libro che riguarda Duccio Galimberti. Il lettore del post precedente chiedeva notizie e mi sembrava opportuno dargliele.

Aggiungo solo che si tratta di una storia scritta da Alfredo Castelli e disegnata da Mario Uggeri, apparsa sul Corriere dei Ragazzi n. 17 del 29 aprile 1973 (e non 1972, come scritto in precedenza. La memoria si sa, tende a fallare con l’età. Stavolta avevo sottomano il testo e ho verificato).

A queste ne seguirono per la cronaca altre due, Il Dottor Battaglia, testi di Piero Selva (Mino Milani), disegni di Ferdinando Tacconi, apparsa nella serie Il fumetto della realtà, sul n. 16 del 20 aprile 1975; ultima, La beffa del teatro Goldoni, testi di Piero Zanotto, disegni di Giorgio Trevisan, sempre per la serie Il fumetto della realtà, appare sul n. 17 del 25 aprile 1976.

Titolo

Quest’uomo deve morire racconta la morte di una delle figure simbolo della Resistenza, Tancredi Galimberti, nome di battaglia “Duccio”.

Torino, 1944. Al comando della guarnigione tedesca, sotto l’infausto vessillo della croce uncinata, un ufficiale nazista estrae una foto dallo schedario. Ritrae un uomo come tanti… aria da impiegato, stempiato, barbetta ben curata…

“È lui! Quest’uomo deve morire! È un nemico della nostra causa, un traditore! Si chiama Tancredi Galimberti… è il capo delle formazioni “Giustizia e libertà”… un brigante da strada che attacca i soldati tedeschi in nome di assurdi ideali… È un assassino! Dobbiamo ucciderlo… per il bene di tutti…”.

Galimberti scampa alla cattura fuggendo in bicicletta dal cantiere edile nel quale lavora sotto il falso nome di Antonio Garnero, e mentre arranca per le strade verso quello che crede il suo rifugio più sicuro, ripercorre alcuni momenti della sua lotta per la libertà. Ma ad aspettarlo davanti alla panetteria dove ha sede il centro segreto di smistamento dei partigiani c’è appostata una pattuglia di repubblichini, che lo arresta.

Stacco.

Centallo (Cuneo), 3 dicembre del 1944.
Due ciclisti avanzano lentamente nel buio della notte. Uno è medico, e ha appena assistito una partoriente. Al sopraggiungere di una camionetta militare i due, prudenzialmente, si gettano al suolo, mentre il mezzo si ferma a pochi metri da loro. A bordo, alcuni fascisti e Galimberti.

Il patriota viene costretto a scendere. Sa bene quello che l’aspetta, ma tenta disperatamente di ribellarsi:
“ No! Non potete uccidermi senza processo… È un crimine di guerra…”.
Gli fa eco la voce beffarda e sprezzante di un repubblichino:
“Non possiamo, dici?…”

Uno sparo, un corpo che si accascia in una pozza di sangue.
“È fatta. Andiamo”.

E la camionetta si allontana a tutta velocità.
Poco dopo, i due involontari testimoni dell’esecuzione, si chinano sul cadavere:
“È Duccio Galimberti…,” dice il medico, “ non l’hanno neppure processato per ucciderlo subito. Era troppo pericoloso per loro.”

A chiudere il racconto, un ultimo, amaro commento:”
“Oggi ho fatto nascere un bimbo e ho chiuso gli occhi ad un morto… spero che per merito di questo morto, quel bimbo possa vivere in un mondo migliore…”.

Il sacrificio di Galimberti è quello di tanti altri partigiani che hanno perduto la vita durante la lotta di Liberazione, uccisi assai spesso da loro compatrioti che avevano scelto di continuare a servire un regime ormai agonizzante e ostaggio dei nazisti.

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In questo breve fumetto, infatti – ed è la prima volta in tutti gli albi che abbiamo preso in esame fino a questo momento – il ruolo di carnefici è interpretato da militi fascisti della Repubblica di Salò, come avvenne nella realtà storica. I “Repubblichini” ebbero infatti parte spesso attiva nelle carneficine che hanno segnato il cammino della Resistenza, ma di tale ruolo, almeno a fumetti, campo al quale ci limitiamo, non si parla, preferendo i “soliti” nazisti, soprattutto se “SS”, per noi certo emotivamente coinvolgenti, ma anche più asettici, in quanto comunque stranieri.

Purtroppo, invece, tale complicità esistette, e non si può sottacere. Perché se è vero che la ferita di un popolo diviso a metà non si è ancora del tutto rimarginata, sessant’anni dopo l’epilogo di quei tragici eventi, è anche vero che, pur nel rispetto delle diverse posizioni, non si devono dimenticare il ruolo e le responsabilità di tutti coloro che vissero quel momento storico e parteciparono agli avvenimenti che lo caratterizzarono.

Per guardare al futuro con più serenità e con la piena consapevolezza che comunque siamo tutti figli di quei giorni.

Torniaamo all’oggi, allo Spazio WOW e ai suoi EVENTI

Sabato 28 aprile – ore 17.00
La Resistenza, madre della Costituzione

Incontro con Aldo Di Gennaro, illustratore e autore di fumetti,
Federico Maggioni, art director del Corriere dei Piccoli,
Dario Venegoni dell’ANED (Associazione Nazionale Ex-Deportati),
Roberto Cenati, presidente provinciale dell’ANPI,
e con alcuni esponenti del Consiglio di Zona 4, studenti e insegnanti
della Civica Scuola Arte & Messaggio.

Domenica 29 aprile – ore 17.00
Orazione civile sulla Resistenza

Il giornalista Daniele Biacchessi racconta la Resistenza italiana attraverso il ricordo dei luoghi dove sono stati uccisi i partigiani e dove si conserva la loro memoria: un lavoro frutto di dieci anni di studio su archivi, libri e materiale multimediale.
Qualcosa di davvero interessante che meriterebbe di essere registrato e messo on line per chi non puo’ presenziare a Milano.

INGRESSO LIBERO

Inoltre, qualche informazione di servizio…
Tesseramento WOW – 25 Euro
E’ possibile acquistare la tessera annuale di WOW Spazio Fumetto. L’offerta base per i tesserati comprende:

– Ingresso gratuito per una mostra a scelta
– Biglietto ridotto per tutte le altre mostre dell’anno
– Sconto del 10% su tutti gli articoli del bookshop.

Quella sotto, anche se potrebbe apparirlo a prima vista, non è una foto ritraente un muro dello Spazio WOW, bensì un edificio di Bruxelles, città del Fumetto anch’essa, che merita assolutamente una visita, anche perché vi si trovano albi e libri a fumetti a buonissimo mercato, specialmente nel quartiere universitario.

L’ha scattata smoky man (scritto in minuscolo come art spiegelman e come alino), che ne raccoglie un intero album nel suo fumoso blog Smokyland, che necessita consultazione periodica e accanita.
UGH, dixi!

Bruxelles

  • Anonimo |

    XSStest

  • Luca Boschi |

    Ciao a Emmedicì, allo Storico, a tutti.
    In realtà, questo mio intervento non ha da aggiungere molto, ma sicuramente torneremo su questo argomento in varie occasioni future.

  • Giovanna |

    Interessante il punto di vista dello Storico.
    Popolo di cialtroni, approssimativi, superficiali, votanti imbecilloidi che anche se presi a rubare si ricandidano come se fosse stato uno scherzo.
    Se ancora i ladri riceveranno voti, vorrà dire che anche ladri saranno qualli che li voteranno.
    Mancano pochi giorni per fare un primo conteggio dei ladri del paese, il computo lo faremo fra un anno.
    Nessuna speranza per questo povero Stivale.

  • emmedici |

    @Lo Storico: spiegazione esauriente e convincente, ti ringrazio. In particolare quoto per intero le ultime 10 righe del tuo post: verità (per l’appunto) storica!

  • Lo Storico |

    Caro emmedici, approfondisco io.
    Non è un mistero che per i paesi più ricchi e più grandi (Gran Bretagna, USA, Francia, Germania, e ora anche India e Cina) l’Italia sia il paese dei mandolinari e pizzaioli, trascurabili tanto come alleati che come nemici.
    Sia durante la seconda guerra mondiale che dopo, la propaganda bellica alleata, anche quella a fumetti della Fleetway ristampata in Italia come Super Eroica, si concentrava sui nemici “veri”: crudeli Germanici e detestabili Nipponici. Per l’Italiano bastava un calcione nel sedere al grido: “torna sui fornelli a cuocere pizze !” E questo sia che si trattasse di nemici del regio esercito (fino all’ 8/9/1943) o della repubblica Sociale, includendovi pure la resistenza nostrana. Come si sa, il generale Alexander, comandante degli eserciti alleati nel Mediterraneo, nel novembre 1944, cinque mesi prima dell’effettiva fine della guerra, lancia un proclama nel quale invitava i partigiani a desistere dalle loro azioni, ritenute inutili per la vittoria delle armi alleate.
    Questo disprezzo, noi italiani ce lo siamo meritato ? Sì, perché troppo pochi sono stati in Italia i personaggi come quel ragazzino padovano emigrante, raccontato da De Amicis in “Cuore”. Sulla nave la sua miseria aveva intenerito certi passeggeri esteri, che gli avevano regalato alcune monete, ma poi gli stessi si erano messi a ridere dell’Italia confrontata ai loro progrediti paesi. Il ragazzino allora aveva tirato in faccia ai donatori il denaro ricevuto.
    Oggi Monti non va a tirare in faccia agli stranieri il denaro rapinato nelle nostre tasche, anzi lo infila nei già gonfi portafogli di madame Merkel e monsieur Sarkozy, con tanti inchini e ringraziamenti !

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