La casa editrice Nona Arte sta rilanciando in Italia il grande fumetto classico franco-belga.
Dopo la meritoria ristampa di alcune avventure del pilota automobilistico Michel Vaillant, creato da Jean Graton, e la pubblicazione di nuovi episodi inediti in Italia, è la volta di Buck Danny, un fumetto d’aviazione opera di due mostri sacri della bande dessinée, i belgi Jean-Michel Charlier (1924-1989, testi) e Victor Hubinon (1924-1979, disegni; sotto in una foto mentre lavora).
Le avventure di Buck Danny nascono il 2 gennaio 1947 sul n. 455 del settimanale Le journal de Spirou, e proseguono fino al 2008.
Con la morte di Hubinon (1979), la serie riprende nel 1983 grazie alle matite di Michel Bergèse.
Dopo la scomparsa di Charlier (1989), Jacques De Douhet scrive un soggetto nel 1993, ma poi Bergèse prosegue da solo le avventure del pilota americano. Complessivamente, escono 52 albi di notevole qualità sia grafica che narrativa, dotati di luminose copertine di taglio cinematografico. La casa editrice belga Dupuis pubblica una prima edizione integrale delle storie di Buck Danny (Tout Buck Danny) dal 1983 al 2006, e una seconda edizione tuttora in corso (L’Intégrale), ripresa, appunto, da Nona Arte.
Quest’ultima casa editrice ha giustamente deciso di partire, per l’edizione italiana, dal terzo tomo della serie, dedicato a quattro avventure degli anni 1951-53, nelle quali l’arte di Charlier e di Hubinon sta per raggiungere la piena maturità, e Buck Danny si afferma progressivamente come una delle massime star della bande dessinée franco-belga, diventando il pilastro del genere fumettistico di guerra e d’aviazione in Europa.
Charlier e Hubinon rinnoveranno successivamente il loro sodalizio con numerose altre serie, fra le quali si segnalano le avventure del pirata Barbe-Rouge (Barbarossa, immagine sotto), pubblicate a partire dal n. 1 del settimanale Pilote (1959).
Il lungo ciclo di Buck Danny consente a Charlier di realizzare una delle sue saghe a fumetti più riuscite, seconda soltanto, per respiro avventuroso, agli episodi western di Blueberry, disegnati da Jean Giraud.
Quanto allo stile di Hubinon, il suo tratto è realista e sprigiona un’impressione di forza e di vigore; le riproduzioni degli aerei sono molto accurate e la vita nelle basi militari e navali è rappresentata con verosimiglianza. Disegnando spesso vignette “in soggettiva” (cioè dal punto di vista del pilota), Hubinon riesce a piazzare idealmente il lettore sull’apparecchio di Buck Danny, e a dargli l’illusione di volare insieme al suo aereo.
Accortisi di non poter parlare convenientemente di aeroplani senza saperli pilotare, Charlier e Hubinon, all’inizio della loro carriera fumettistica, decidono entrambi di prendere il brevetto di pilota civile. Insieme realizzano un programma acrobatico e svolgono, per alcuni anni, del lavoro aereo, prima come dilettanti e poi come piloti professionisti di linea alla Sabena.
Grazie a queste esperienze, i due amici si permettono il lusso di arricchire le storie di Buck Danny con note tecniche e con grafici delle varie manovre aviatorie. Inoltre, Charlier e Hubinon trasformano la loro serie in uno specchio dell’evoluzione tecnologica dell’aeronautica. Per rendersi conto di questo continuo aggiornamento, si prenda, per esempio, l’episodio Tigres Volants à la rescousse (Le Tigri Volanti alla riscossa) del 1960-61.
In questa avventura, i pirati di Niang-Ngai usano aerei di fabbricazione italiana, i Fiat G 91. Ebbene, Charlier e Hubinon scelgono questo tipo di aereo perché, all’epoca, il G 91 risulta “sulla cresta dell’onda”. Infatti, nella seconda metà degli anni Cinquanta, questo apparecchio vince un concorso indetto dalla NATO per il miglior caccia tattico.
Nella prima avventura della saga, Les Japs attaquent (I giapponesi attaccano, 1946-47), come del resto in tutte le storie del primo periodo, precedenti a quelle pubblicate nel volume edito da Nona Arte, si sente ancora molto netta l’influenza di Terry and the Pirates di Milton Caniff, e di Bill Barnes, un comic aviatorio dell’anteguerra creato negli USA da George L. Eaton (pseudonimo del maggiore Malcolm Wheeler-Nicholson e poi di altri sceneggiatori) e da Frank Tinsley, e diffuso in Francia e in Belgio sul Journal de Mickey.
Da notare che le prime tredici pagine del primo episodio di Buck Danny sono scritte da Georges Troisfontaines, direttore dell’agenzia belga World Press, che poi affida a Charlier il proseguimento della sceneggiatura. I tratti originari del volto di Buck Danny sono appunto ispirati a quelli di Troisfontaines, a tutti gli effetti co-creatore della saga.
I primi sei episodi di Buck Danny si svolgono nel Pacifico, durante la Seconda guerra mondiale, e in queste avventure il protagonista non presenta ancora la padronanza di sé e il carattere riflessivo che esibirà nelle storie successive.
Una delle (rare) incongruenze della serie consiste nel fatto che Buck Danny, pur essendo un ufficiale dell’Aeronautica, sia al comando dei Wings della marina. Infatti, gli aerei imbarcati sulle portaerei degli Stati Uniti appartengono o alla Marina Militare o ai Marines, e sono pilotati esclusivamente da uomini di queste due armi. E’ dunque strano che un ufficiale con l’uniforme dell’U.S. Army Air Force guidi degli apparecchi dell’U.S. Navy.
In La revanche des fils du Ciel (La rivincita dei figli del cielo, 1948-49), appaiono per la prima volta gli altri due compagni d’avventure di Buck Danny: il flemmatico Jerry Tumbler (l’eterno secondo) e Sonny Tuckson, il buffone del gruppo modellato sull’attore Mickey Rooney. Finita la guerra, Buck, Sonny e Tumbler ritornano provvisoriamente alla vita civile.
Non trovando lavoro negli USA, riprendono il volo per una compagnia privata in Medio Oriente e affrontano degli incarichi pericolosi e al limite della legalità. Ma alla fine l’onestà trionfa, e la rete del traffico d’armi e di droga in cui i nostri eroi si sono imbattuti viene smantellata.
I primi tre episodi pubblicati nel volume della Nona Arte e finora inediti in Italia, Les trafiquants de la Mer rouge (I trafficanti del Mar Rosso, 1951), Les Pirates du Désert (I Pirati del deserto, 1951-52) e Les Gangsters du pétrole (I Gangster del petrolio, 1952), riflettono appunto questa fase delle vicende di Buck Danny. In realtà, costituiscono una sola lunga avventura, numerata dalla tavola n°1 alla tavola n. 136.
Dopo questa parentesi della loro esistenza, i tre piloti rientrano all’ovile e vengono reintegrati nell’U.S. Army Air Force (anche su richiesta pressante dei lettori), come risulta dalla quarta storia compresa nell’integrale, Pilotes de la mort (I piloti della morte, 1952-53), che apparirà in Italia nel n. 12 della collana della Cenisio. L’episodio sarà poi ribattezzato per la pubblicazione in albo con il titolo più sobrio di Pilotes d’essai (Piloti collaudatori).
Il lussuoso volume della Nona Arte (22×29,5 cm., cartonato, 240 pp., tutto a colori, € 29,90) è piacevolmente commentato dal giornalista e scrittore Patrick Gaumer (esperto di bande dessinée e autore di pregevoli monografie su Tibet/Gilbert Gascard e André Paul Duchâteau, creatori di Ric Hochet/Ric Roland), con una bella serie di immagini aggiuntive, disegni, fotografie e documenti vari e molto rari. Fra l’altro, Hubinon ritrae umoristicamente se stesso e Charlier alla scuola di pilotaggio in due tavole intitolate Pilotes de tourisme (Piloti da turismo), riprodotte in lingua originale alle pp. 238-39 e risalenti al 1953.
Il libro è così una sorta di “macchina del tempo”, che riporta il lettore all’entusiasmante atmosfera fumettistica franco-belga dei primi anni Cinquanta, ma può essere apprezzato anche dai più giovani appassionati della bande dessinée d’autore.
Nel testo, vignette di taglio cinematografico realizzate da Hubinon per la storia Pilotes de la mort (I piloti della morte, 1952-53).
Copertina della monografia di Guy Vidal, Jean-Michel Charlier. Un réacteur sous la plume, Dargaud, 1995
Copertina del n° 35 di “Les cahiers de la bande dessinée” (Glénat, 1978), dedicata a Victor Hubinon, con i personaggi creati dal disegnatore.
©Glénat
Copertina del n° 37 di “Les cahiers de la bande dessinée” (Glénat, 1978), disegnata da Victor Hubinon e dedicata a Jean-Michel Charlier, con i personaggi creati dallo sceneggiatore.
©Glénat
Copertina dell’Integrale di Buck Danny, 1951-53
©Dupuis 2011
©Nona Arte 2011
LINK FELICEMENTE CORRELATI
IL RITORNO DEI CLASSICI: BUCK DANNY, FINALMENTE INTEGRALE
DANIEL PENNAC, LUCKY LUKE, MICHEL VAILLANT E LA NONA ARTE
PAUL CUVELIER, CORENTIN E L’EROS (prima parte)
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