L’amico Nestore Del Boccio interviene in un dibattito iniziato tempo fa, ma sempre attuale.
Corredo il suo scritto con paio di sue illustrazioni erotico-infernali e un bel video d’apertura di Martina Topley-Bird che non c’entra nulla: Baby Blue.
A Nestore la parola.
Leggo con un po’ di ritardo quanto scritto sui diritti d’autore da Alfredo Accattino.
Si tratta di un impianto di proposte realistiche, credibili cui si puo’ lavorare per renderle fattive. Per quanto mi riguarda, in un primo colpo d’occhio, ci sono alcuni aspetti che andrebbero definiti meglio per non restare troppo sul generico.
Uno, è il concetto di “idea” che resta troppo vago e che avrebbe bisogno di una definizione più congrua ai vari campi ritenuti idonei. Ad esempio: un contadino che crea un innesto produttivo, è sullo stesso piano giuridico di un creatore di immagini? Senza ovviare ai vari collegamenti storici, sociologici che sono alla base di una cosiddetta “idea”.
Mi spiego: quanto è importante il ruolo di un territorio per una canzone? Le istituzioni di quel luogo potrebbero rivendicarne i diritti? Non so fino a che punto questa mia ipotesi possa essere una provocazione.
Oppure, e veniamo al settore che più mi interessa: quanto è importante e che ruolo avrebbe lo stile di un autore di fumetti alla base di altre espressioni, senza di cui non sarebbero possibili? Anche qui potrebbe sorgere uno status giuridico.
Il problema, purtroppo si pone; altrimenti sarebbe come lo sveltone che mette un marchio sul prodotto di altri. E saremmo ad un’altra forma di sfruttamento!
Poi, come la mettiamo con il “concettualismo” che tanti danni ha creato alla capacità fattuale? Chi pensa è sullo stesso piano di chi opera personalizzando con il suo segno un’opera? Non tutto puo’ essere riconducibile allo stesso rapporto che si ha tra sceneggiatore e disegnatore.
Faccio un esempio.
Un prete che ordina un Cristo ad uno scultore e dopo averne verificato i bozzetti, come spesso avviene, gli suggerisce delle espressioni: potrebbe rivendicarne giuridicamente, una parte sulla proprietà intellettuale e artistica? Non mi dilungo per la complessità.
Due, quando si parla di idee non si puo’ parlare di incentivazione solo ai giovani, in quanto, esse, non hanno età.
Semmai vanno sostenute e incentivate a prescindere dall’età del proponente.
Tre, mancando il lavoro bisogna favorirlo con una politica adeguata. Se alcune persone vogliono creare delle pubblicazioni, ad esempio a fumetti, perchè non si creino delle agevolazioni fiscali per eventuali imprenditori che volessero investire?
E qui urge un pressing sulla classe politica.
Una delle motivazioni politiche di base potrebbe essere lo sviluppo culturale della propria storia, oltre a miti e leggende e quant’altro arricchiscono il tessuto culturale e storico italiano.
Siamo un paese abbondante di storie affascinanti e di misteri, partendo dagli Etruschi, Antica Roma, Cristianesimo, Età Medievali, Età Comunali, Repubbliche marinare, Rinascimentali, Inquisizioni, fino al Brigantaggio, passando per le Colonnizzazioni subite, Risorgimento,Guerre e Rinascite partigiane, etc,etc! Invece, assistiamo a storie su altri paesi che poco ci appartengono e che invece dilettano molti nostr
i autori.
Ma questo rientra nel vasto campo della crisi identitaria italiana. Mi si permetta una divagazione: in quale paese serio si puo’ accettare una cultura becera come quella leghista?
Comunque, ritornando a “noi”, non mi riferisco ad un fumetto alla Biagi, per quanto importante sia stato a dimostrarne l’efficacia didattica, ma alla possibilità di creare e mettere in atto la fantasia partendo da una ricchissima storia che abbiamo alle e sulle spalle. Mi si conceda un appello: scrittori, datevi da fare!
Come ha detto Ettore Scola la settimana scorsa da Fazio rispondendo sulla crisi: “L’Italia è un paese che non si ama”! E con questa risposta chiudo il mio intervento, sperando che l’impegno di Alfredo Accattino vada avanti e non resti “lettera morta”!
Salute a tutti.
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