SULLE TRACCE DI GASPARE DE FIORE

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Lo scorso 29 gennaio, nella sezione romana de La repubblica compariva il seguente articolo, dal titolo Addio a Gaspare De Fiore l’architetto che disegnava i fumetti.
A firma anonima, così iniziava:

ADDIO alla penna del Vittorioso. È morto ieri a Roma, dove era nato nel 1926, l’architetto e docente di disegno Gaspare De Fiore. Progettista del museo e del palazzo della cultura di Messina, è stato illustratore, con Jacovitti e altri, della celebre testata a fumetti fondata nel 1937. Professore all’Università di Genova, è stato autore di numerose libri sul disegno e sulla didattica.

GASPARE DE FIORE

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Lo stesso giorno, a firma Garrone Lilli, anche il Corriere della Sera ricordava il Maestro, ottantaquattrenne, sopra immortalato in una foto del 2010 durante una lezione di disegno. E faceva scoprire ai lettori qualcosa di più sulla sua attività artistica.

Presidente dell’Unione Italiana di Disegno e membro della Pontificia accademia dei Virtuosi del Pantheon, fu uno dei primi a comprendere l’importanza che il design e la comunicazione avrebbero avuto nella formazione culturale e nella maturazione spirituale dei futuri operatori del settore.

(…)
Era nipote di uno dei fondatori del Futurismo e figlio di uno dei “Giusti” delle Nazioni, ha insegnato per oltre mezzo secolo. Fondatore e direttore delle riviste Didattica del Disegno e Indice per i beni ambientali e architettonici della Liguria, è stato anche professore emerito dell’ università di Genova.

Tutta la vita di Gaspare De Fiore è attraversata dal disegno, interpretato come rappresentazione dei momenti della realtà e specchio della fantasia. Come scrive lui stesso nella pubblicazione Gaspare De Fiore, disegni, incisioni, progetti (edizioni Kappa, 2002): “L’immagine non svela mai tutta se stessa; una zona rimane nascosta, come occulta allo sguardo; ma proprio in quell’ occulto, quell’ ombra, che si nascondono il significato, la ragione e il mistero di quell’ immagine, l’ anima che la fa vivere e fa rivivere realtà e fantasia”.

Nonostante l’età, la sua creatività non si era interrotta: recentemente aveva partecipato al concorso per il Ground Zero a New York.

Peccato non averlo mai incontrato pur essendo cresciuto (il sottoscritto, ma credo tanti altri ragazzi di almeno tre generazioni) sui suoi disegni, e peccato che non abbia mai frequentato le fiere di Fumetto e le mostre di questo nostro piccolo grande medium, che lo ha affascinato da sempre.
Certamente, non era un autore noto al pubblico dei nerds, quelli che in qualche modo si riconoscono anche nelle nostre pagine web.

Lupetti

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Mowgli

Alcuni, pur dichiarando di non saperne quasi niente dal punto di vista artistico e biografico, lo celebrano nelle vesti di disegnatore del “lupettismo cattolico italiano”, poiché aveva illustrato la rivista dei lupetti dell’ASCI, Jau!!! (con tre punti esclamativi!), negli anni Quaranta e Cinquanta (mentre realizzava una miriade di altre illustrazioni e pagine a fumetti, spesso con tratto frettoloso ma inconfondibile).

Anche chi non o avesse mai sentito nominare, con tutta probabilità saprà riconoscerne lo stile soprattutto osservando le espressioni dei ragazzi raffigurati nelle copertine che seguono, e i loro atteggiamenti. La loro somiglianza con quelli di altri lavori di De Fiore, come le illustrazioni per il libro Giannettino di Collodi, è più che evidente.

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Giannettino con pranzo

Data l’evocatività di queste antiche copertine, ne facciamo scorrere una bella galleria, ringraziando Zio Zeb.

LA MADRE

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Coper-17 Facendo parte della Scuola Romana attiva almeno da tutto il decennio 1950, De Fiore aveva disegnato fumetti, con il suo stile inconfondibile, per un ampio numero di testate confezionate da quelle parti, più o meno girando intorno agli studi romani, da quello di Sergio Rosi al “giro” degli editori Ugo Dal Buono e Gabriele Gioggi.

E’ stato, per qualche decennio, dello stesso gruppo al quale hanno partecipato fra gli altri Giovanni Boselli Sforza, Lorenzo Castellari, Jocca, Paolo Di Girolamo, e gli sceneggiatori Eros Belloni, Luigi Fava, Renata Gelardini (De Barba).

Ma il motivo vero per il quale avevo iniziato a impostare un discorso su Belloni è “contingente” e in qualche modo di attualità.
Riguarda l’uscita del diciassettesimo numero della rivista Vitt & Dintorni (già NostalVitt), del quale vedete la copertina a destra. Oltre a parlare (come spesso accade) di Jacovitti, si cita anche De Fiore in occasione della riscoperta di un disegnatore misterioso, certo Silvani, al quale l’attento ricercatore Antonio Cadoni dedica un circostanziato articolo.

Firme occulte di GdF

Ne cito, a seguire, un breve pezzo.

Gaspare de Fiore, a quanto mi disse, conobbe Silvani nel 1942. Questi era un italiano profugo dalla Libia dove aveva a lungo vissuto e, rientra- to in Italia, pare fosse stato raccomandato dal Ministero della Cultura Popolare ai vari editori di giornalini per ragazzi perché lo facessero lavorare.

Ma, a detta di de Fiore, questo Silvani era un disegnatore che “al massimo avrebbe potu- to disegnare qualche donnina per vignette umoristiche”, ma poco adatto per disegnare fumetti. Fatto sta che Gaspare de Fiore, che al tempo aveva sedici anni e aveva presentato i suoi disegni alla redazione del Vittorioso, fu incaricato di disegnare per Silvani. E mi disse di controllare bene le prime storie attribuite a Silvani (successivamente subentrarono anche altri disegnatori) e in qualche vignetta avrei poturo trovarci la sua sigla: GdF (naturalmente camuffata per non farsi scoprire).

L’ho fatto, e ritengo di averne trovate diverse, per qualcuna ci vuole un po’ di fantasia per interpretarle, ma quattro in particolare sono inconfutabili.
Sul
Vittorioso n. 29 del 18 luglio 1942 c’è la seconda puntata di Missione eroica (Cineromanzo di Michelangelo Giorda, disegni di S. Silvani, come è riportato in testata): nella prima vignetta dell’ultima striscia, al centro subito sopra la didascalia, c’è la sigla GdF un po’ mimetizzata, ma che può essere letta chiaramente con una lente.

E così via.

Su De Fiore si scava anche rispetto al suo passato remoto, quando da ragazzo inviava i suoi disegni ai giornali per ragazzi come Topolino e Paperino (chi non l’ha fatto? Per quanto mi riguarda mi hanno sgamato da tempo).

Disegni da bambino

Per il momento mi fermo qui (e invito chi lo desidera a procurarsi NostalVitt).

Grazie a Loris Cantarelli e a Padre Stefano Gorla per la segnalazione.

Cuore