PINOCCHIO, IN TEATRO (E SU CARTA)!

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Un classico intramontabile della letteratura italiana per ragazzi rivive sabato prossimo, 26 marzo alle 21, al Teatro Manzoni di Pistoia.

È Pinocchio, la commedia musicale che la Compagnia teatrale Dreamers ha realizzato in collaborazione con la sezione provinciale dell’A.I.L. (Associazione Italiana contro le Leucemie) e con il contributo del Comune di Pistoia che ha patrocinato l’evento insieme alla Provincia di Pistoia. Il ricavato della serata sarà infatti interamente devoluto alla sezione A.I.L. Pistoia e Valdinievole.

Sotto, un momento della rappresentazione, ampliabile per meglio individuare i lineamenti degli attori con vigorosi CLICK sull’angolo in alto a destra della stessa. O altrove.

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La trama è arcinota: il povero falegname Geppetto fabbrica una marionetta intagliandola da un ciocco di legno fatato: che sorpresa quando scoprirà che questi è in grado di parlare e muoversi proprio come un bambino vero!
Ma Pinocchio si rivela un vero discolo. La Fata dai Capelli Turchini promette a Pinocchio che, se imparerà a comportarsi bene, un giorno potrà diventare un bambino vero. Nonostante l’entusiasmo iniziale della marionetta, l’impresa si rivela ardua a causa della sua ingenuità, che lo porta ogni giorno a dare credito a loschi figuri e a non riconoscere mai un saggio consiglio.

Pinocchio-filmina.blog Tratto dall’omonima opera della Compagnia della Rancia con le musiche originali dei Pooh, portata con successo dopo diverse tournée italiane anche sulle ribalte di Seul e Broadway, lo spettacolo propone in chiave di musical la celebre vicenda nata dalla penna di Carlo Lorenzini, più noto come Collodi.

Ci saranno tutti i personaggi più cari agli spettatori (e prima ancora ai lettori) di tutte le età. E ci sarà la magia di una storia senza tempo che ancora una volta si propone di appassionare e perché no, anche commuovere il pubblico.

La compagnia è formata da un gruppo di giovani che dal 2003 hanno realizzato, mai con scopo di lucro, diversi musical. Da Forza venite gente al classico Aggiungi un posto a tavola. Ora, Pinocchio sarà anche un’occasione in più per festeggiare, con una storia che continua a far conoscere e apprezzare l’Italia in tutto il mondo, i 150 anni dell’Unità.

Grillo saggio Questi gli orari della biglietteria del teatro: dal martedì al giovedì dalle 16 alle 19, venerdì e sabato dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 19.

È possibile acquistare i biglietti anche all’ufficio turistico di piazza del Duomo il mercoledì e il sabato.
Per informazioni: ctadreamers@gmail.comailpistoia@katamail.com.

In questo primo post (di due) sulla marionetta collodiana compaiono anche illustrazioni pinocchiesche assortite, come quella, rara, di uno dei vari Pinocchi di Benito Jacovitti, in questo caso attraverso una “filmina” da proiettare sul muro. Si tratta di una vignetta (o di parte di essa) ricavata dalla seconda pinocchiata jacovittesca: qualla realizzata negli anni Quaranta per il settimanale cattolico il Vittorioso.

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Sopra, una sublime illustrazione di Lorenzo Mattotti, mentre in apertura e attraversp un paio di vignette sparse spicca la straordinaria trasposizione manga realizzata con accenti disneyani dal Maestro del fumetto giapponese Osamu Tezuka.

Pinocchio_e figaro Davvero incredibile è che nel Giappone di Osamu Tezuka, la versione dominante della “novella” collodiana sia stata quella del lungometraggio di Walt Disney del 1940. La figura di un Grillo Saggio (Jiminy Cricket) completamente “succube” di quello disegnato da Ward Kimball lo dimostra, e ancora di più la presenza della pesciolina Cleo e quella del gattino Figaro, inesistente nello scritto di Collodi e creato dallo staff Disney (in questo caso, però, munito di braghette, è ancor più antropomorfo).

Dopo centotrent’anni dalla sua creazione, e in contemporanea con il centoventennale della scomparsa di Carlo Collodi, Kappa Edizioni porta per la prima volta in Italia un “Tre Volte Capolavoro” e “Tre Volte Classico” per gli amanti della letteratura, del cinema d’animazione e del fumetto internazionale, attraverso l’etichetta editoriale Ronin Manga.

Posit!
E questo era il primo dei due!

  • Maurizio Falvo |

    Buongiorno quasi a tutti.
    Cesare, il tuo è un excursus di gran rispetto! Un vero editoriale, ottimo…
    D’accordo con te sul fatto che il Bugiardo di Professione (che mente e ha mentito in continuazione sulla sua vita privata, peraltro, è abbastanza noto che non si è mai laureato alla Sorbona, manco sa dove si trova probabilmente, ma spara balle in continuazione, compresa questa, riuscendo spesso a farla franca perché gli interlocutori non immagino che ci si possa spingere a tali abietti livelli di gaglioffaggine).
    Non ha fatto nulla di quello che ha poromesso, ha rovinato l’Italia, insieme ai suoi scherani che lo sostengono perché ben prezzolati da lui.
    L’ultimo scandalo è quello di Giuliano Ferrara degno Mangiafuoco (anche come aspetto), malfattore associato alla volpe Vespa e al Gatto Minzolini.
    E bravo per la tua competenza (oltre a quella di Emi-chan che ormai diamo per scontata, bisognava inventarla se non vi fosse stata).
    Un caro saluto a tutti, meno che al Ciarlatano Massimo, che gli italiani cretini non solo (i CRETINI, ma anche masochisti) possono sostenere. Cretini!
    🙂
    Maurizio
    PS: Chi dovesse pensare che “cretini” sia un insulto si sbaglia e non deve prendersela se ha votato e sostiene il “proteggistalliere-eroe-della cosca”. E’ in effetti, invece, un grosso complimento.
    Perché molto, molto di peggio ci sarebbe da usare come aggettivo per chi l’ha fatto.
    E quindi un buon terzoo degli italiani è fatto di cretini.
    Ma che possono sempre rifarsi per il futuro, rinfurbendo un minimo.

  • Cesare Milella |

    Il nostro amatissimo burattino, vero specchio delle virtù (poche) e dei vizi degli italiani (è bugiardo, scansafatiche, credulone, sempre pronto a credere ai paesi dei balocchi promessi da lestofanti piuttosto che affrontare le traversie della vita) è sulla copertina del Venerdì di Repubblica di questa settimana; approfittando dell’anniversario dei 130 anni di Pinocchio ci sono vari articoli dedicati al burattino (con bella intervista a Paolo Poli di cui è in uscita un audio libro) e alle menzogne all’italiana, con due foto del bugiardo numero uno, il nostro premier che presenta, a due edizioni di Porta a porta di svariati anni fa il Ponte sullo stretto di Messina e il famigerato contratto con gli italiani.
    Era l’8 maggio 2001: Berlusconi firma dal notaio Vespa il contratto in cinque punti spiegando che si ritirerà se almeno quattro obiettivi su cinque non fossero realizzati entro il 2006.
    I punti del contratto erano:
    1) abbattimento della pressione fiscale: era del 41,3% nel 2001 ora è del 42,6%
    2) riduzione dei reati e poliziotto di quartiere: i reati erano 2163826 nel 2001, nel 2009 sono stati 2626908
    3) innalzamento delle pensioni minime ad almeno un milione di lire (516 euro): nel 2010 più di quattro milioni di pensionati hanno percepito 457 euro al mese
    4) dimezzamento del tasso di disoccupazione: era del 9,1% del 2001 e a gennaio del 2011 del 8,6% (ma il nuovo lavoro è quasi sempre precario)
    5) grandi opere: nessuna delle grandi opere previste ha rispettato la data di avvio dei cantieri, nè e stata finita.
    In conclusione non uno dei cinque punti del contratto è stato rispettato e il Cavaliere è sempre lì al suo posto; la sua fortuna è la memoria corta e l’ingenuità credulona della maggioranza degli italiani che si bevono qualsiasi menzogna,proprio come Pinocchio.
    Interessanti le illustrazioni a corredo degli articoli fra cui quella di Enrico Mazzanti del 1883 e quelle elettorali: un manifesto del 1948 dei comitati civici contro la sinistra mostra Pinocchio che si rifugia dalla fatina minacciato da Nenni e Togliatti e poi c’e un manifesto a fumetti della Dc per le amministrative del 1951 in cui Geppetto spiega a Pinocchio i pericoli della sinistra (lo squalo rosso) e della destra (la palude infida che richiama il ventennio fascista).
    Un complimento a Emi-chan per la sua competenza su manga e anime giapponesi; anch’io, come Antonella, mi ricordo dei cartoni giapponesi intitolati “Le nuove avventure di Pinocchio” che erano alquanto horror, con vampiri e mostri vari.
    Un caro saluto
    Cesare

  • Emi-chan |

    Ah, dimenticavo: il grande amore che “Osamushi” aveva per Pinocchio è dimostrato anche dalla sua dichiarazione di essersi ispirato a lui per creare il robottino-bambino Atom (“Astro Boy”, uno dei suoi personaggi più celebri), e dalla scelta di battezzare Pinoko la piccola assistente di Black Jack.

  • Emi-chan |

    @Antonella: ti ringrazio!
    “Se ben capisco Tezuka si è poi staccato da Disney perché non c’è la scritta “Walt Disney” sul fumetto che ora pubblicano i Kappa. Ma com’è possibile che sia tollerata questa “vicinanza” imbarazzante anche con i fumetti (e anime) Disney?”
    Nel caso di Pinocchio e di Bambi (altra rielaborazione tezukiana) non credo che ci siano stati contatti ufficiali tra la Disney e la Tokodo (la casa editrice alla quale faceva capo Tezuka) o, se ci sono stati, i termini del contratto dovevano essere abbastanza vaghi. Non conosco i particolari, ma sono quasi certa che l’edizione giapponese non riportasse il logo Disney. Forse la casa del Topo a quei tempi era meno rigida in fatto di copyright! Comunque Tezuka era cresciuto in una famiglia tradizionalmente interessata alla cultura occidentale, e fin da bambino aveva letto le avventure di Topolino e visto al cinema le Silly Symphonies con immenso piacere. Adorava le opere di Walt Disney e il suo stile grafico, soprattutto agli inizi, si basa sui canoni disneyani. Si dice che abbia visto Bambi ottanta volte per meglio assimirarne lo stile! Quando lui e Walt si incontrarono, Tezuka aveva già raggiunto una certa notorietà e l’incontro rappresentò un momento di grande felicità per entrambi. Infine, si può dire che con il Re Leone (vera e propria rielaborazione del Kimba di Tezuka) il cerchio si sia chiuso. Gli stessi eredi di Tezuka, di fronte ai fans che denunciavano il possibile plagio, rifiutarono di intraprendere azioni legali spiegando che Tezuka sarebbe stato fiero di essere lui a fornire ispirazione agli artisti disneyani, essendo diventato un mangaka anche grazie a loro. Uno scambio proficuo, dunque.
    “Molti anni fa ho visto un altro Pinocchio giapponese, ma televisivo, con episodi che penso fossero nuovi, non una serializzazione del raccontone di Collodi.E’ un Pinocchio anch’esso più vicino a Disney che alle illustrazioni del libro originale, incisioni o immagini circa-Liberty… Qualcuno sa se ci siano punti di contatti tra questo Pinocchio TV e quello di Tezuka a fumetti?”
    Credo che tu ti riferisca al Pinocchio della casa produttrice Tatsunoko, che no, non ha alcun contatto col Pinocchio di Tezuka.
    @Daniela A.
    “Rispondendo a Emi-Chan, mi piacerebbe sapere (lo scoprirò quali personaggi ignorati da Disney Tezuka ha ripristinato nel suo “trattamento””.
    Un paio di esempi: Tezuka ha disegnato il prologo di Mastro Ciliegia che dona il ciocco di legno a Geppetto. Inoltre il Mangiafuoco di Tezuka riacquista la burbera bontà originaria.
    “Figaro con le mutande è davvero assurdo!!!”
    In questo caso credo che Tezuka abbia fuso il Figaro del film con la sua immagine degli animaletti antropomorfi disneyani che adorava!
    @Pietro Fusco
    “Ma Geppetto non assomiglia per niente a quello di Walt! Sembra quasi uno dei prirati nemici di Capitan Cocoricò”
    E’ vero, il Geppetto di Tezuka ha un design più vicino al cast di personaggi/attori tezukiani che al Geppetto disneyano.
    “Sapete se ci sono altre trasposizioni di film Disney in fumetti giapponesi oltre a Pinocchio?”
    Il Bambi di Tezuka che ho citato prima. Di recente, Lilo&Stitch di cui è stata creata sia una versione manga che un nuovo anime completamente giapponese, approvato dalla Disney, in cui Lilo è sostituita da una piccola protagonista di Okinawa. Forse ci sono altre trasposizioni, ma ora non mi vengono in mente…
    “E per i diritti come avevano fatto?”
    Come ho scritto sopra, credo che negli anni Cinquanta ci si preoccupasse ancora poco di faccende simili (basta pensare ai Topolini italiani apocrifi degli anni Venti!). In seguito Tra tezuka e Disney si stabilirono ottimi rapporti, perciò non ci furono problemi di sorta. Al giorno d’oggi le case editrici giapponesi stipulano spesso contratti con la Disney, penso ad esempio a progetti come Kingdom Hearts.
    P.S. tengo a specificare che molte delle informazioni in mio possesso circa i rapporti tra Osamu Tezuka e le opere disneyane le ho acquisite tramite il libro di Helen Mc Carthy “Osamu Tezuka, il dio dei manga” edito in Italia da BD. Un libro utilissimo e piacevole, anche se avrei da ridire sulla traduzione italiana… ma questo è un altro discorso.

  • Pietro Fusco |

    Ma Geppetto non assomiglia per niente a quello di Walt! Sembra quasi uno dei prirati nemici di Capitan Cocoricò. Ma forse da quella vignetta si vede male.
    Sapete se ci sono altre trasposizioni di film Disney in fumetti giapponesi oltre a Pinocchio?
    E per i diritti come avevano fatto?

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