E’ notorio che su eBay circolino dei falsi fumettistici di vario tipo, nell’ambito delle tavole originali.
Alcune sono attribuite in modo errato (per esempio un Enzo Sferra fatto passare per Andrea Pazienza, e non è un esempio peregrino), il che fa la sua differenza anche dal punto di vista delle quotazioni.
Altre sono realizzate con malefico dolo, addirittura disegnate da principianti, e sono vendute a prezzi bassi in modo da invogliare i gonzi. In particolare, si contraffanno soprattutto schizzi con dedica (quelli regalati dai cartoonists alle fiere o alle dedicas), nella speranza che “essendo buttati giù in fretta, con la mano o con il piede sinistro”, le discrepanze che si notano confrontandoli con i disegni professionali siano in qualche modo giustificate.
I falsari non si illudano, gli esperti e appassionati dei fumetti di quegli autori riconoscono a prima vista la frode che si tenta di perpetrare e qualcuno pronto a denunciarla (insieme al venditore) prima o poi spunta.
Di recente, in questo stesso blog un visitatore ha denunciato la presenza di evidenti falsi realizzati tutti dalla stessa mano dolosa: uno schizzo di Pazienza, uno di Bonvi, uno di (GULP!) Albert Uderzo. Usando il pennarello, e non pennelli o pennini e chine, certe imprecisioni sarebbero “naturali”, secondo l’ingenuo spacciatore di falsi (che speriamo sia in questo momento stato “scomunicato” dalle vendite on line, per rispetto ai cartoonist e ai potenziali acquirenti).
Poi ci sono anche le fotocopie ritoccate, “finemente lavorate” con l’aggiunta di tracce di matita per ingannare l’occhio inesperto. Nota l’esistenza di tavole di finto Morris per Lucky Luke o di strisce “finto Mandrake” che si pretenderebbero di Phil Davis. Una tavola della prima categoria è stata addirittura, purtroppo, nel catalogo cartaceo di un notissimo commerciante mitteleuropeo, prima che si accorgesse di essere stato buggerato.
Più rara la presenza di pubblicazioni a fumetti false, di “tarocchi” realizzati assemblando pezzi di provenienza diversa (ristampe) invecchiando il tutto, sostituendo graffette vecchie e un po’ arrugginite alle nuove, umettando la carta, mettendola in forno quel tanto che basta per ingiallirla artificialmente, e così via.
Ancora più specifica e ristretta è la categoria dei falsi totali: la creazione di pubblicazioni mai esistite che per forza di cose appaiono quindi rarissime, se non uniche, al collezionista sprovveduto.
Chico e i Fumetti, noto, lodevolissimo blog sul collezionismo italiano di comics, ha recentemente rispolverato la questione sul falso priimo numero di Diabolik, apparso in offerta su eBay come se fosse vero (sotto la sua riproduzione con tanto di piccola fotocamera sovrimpressa nell’angolo in basso a destra, che ne indica la provenienza da eBay).
In realtà l’interno del pezzo proviene da una ristampa del n. 1 di Diabolik, mentre la copertina è ripresa dal 45 giri dedicato da Betty Curtis al Re del terrore nel 1967. Osservare (e magari riascoltare) per credere. Non era un pezzo affatto malaccio, soprattutto considerando l’epoca: l’anno in cui Topolino libretto passava alla costoletta gialla e al prezzo di lire 150.
Tempo fa, il grande collezionista Luca Maggi aveva posto la questione della esistenza effettiva di una ristampa speciale del primo numero del Topolino libretto, realizzata a scopo promozionale per conto del marchio alimentare Elah.
In coda a questo post, in settembre, l’altro collezionista, esperto e indicizzatore Matteo Sonz così rispondeva, osservando l’offerta dell’albo su ebay:
Ho visto una copia del Topolino 1 Elah.
La mia opinione: la copia da me esaminata è un “falso”, cioè: la copertina è ripresa da quella della ristampa RCS in allegato a “Topolino Story” di qualche anno fa; l’interno è ripreso dalla ristampa Disney del 1994. La scritta Elah in retrocopertina è stata aggiunta digitalmente prima della stampa; la copertina stessa è una stampa digitale o persino fotocopia a colori.
All’interno sono presenti i segni delle originali graffette del 1994 tolte e sostituite da due nuove graffette. Spacciata come ristampa “inedita” Elah, secondo me si tratta di una truffa. Poi ognuno (questo è il bello del collezionismo!) è libero di considerare degno di interesse anche un’operazione di questo tipo, ma io eviterei come la peste. Inoltre, dopo il boom dell’ultimo inverno, quando si sono viste contemporaneamente o quasi 5-6 copie, la “variante” è completamente sparita…
In questi ultimi tempi, l’attento blogger Fabrizio mi mette al corrente di quella che ormai è divenuta una certezza: la ristampa del numero uno del Topo più rara e ambita dai collezionisti è un falso conclamato.
Secondo la leggenda questa ristampa venne data in omaggio dalla compagnia delle caramelle Elah che negli anni passati aveva già collaborato con Topolino e la Disney. Da alcune ricerche effettuate da collezionisti e appassionati risulta però che sia la Disney che la Elah negano ogni coinvolgimento nella ristampa di questo numero di Topolino. Un ulteriore analisi delle copie eseguita da esperti del fumetto e da collezionisti che dichiarano di aver acquistato la misteriosa ristampa, porta alla luce alcuni interessanti fattori che coincidono in una comune certezza:
Topolino n. 1 ristampa Elah è un falso!!!!!
Oltre ai rilievi fatti da Matteo Sonz, Fabrizio osserva un altro dettaglio, relativo all’incellofanatura.
Normalmente questa operazione viene fatta da macchinari molto costosi che grazie al calore fanno si che il foglio di cellofan aderisca perfettamente alle forme del fumetto. Nel caso delle varie foto che si possono trovare di questo fumetto, invece, vediamo una incellofanatura eseguita artigianalmente dove sembra più chiusa in una busta che incellofanata.
Rimandandovi alle pagine di Fabrizio per leggere per intero la sua expertise, non ci resta che sottolineare le sue conclusioni:
(…) è d’obbligo quindi stare molto attenti negli acquisti di fumetti ad alto costo o di numeri rari e introvabili che non sono stati mai confermati. E’ sempre buona regola consultarsi con esperti del settore e collezionisti per evitare di pagare cifre straordinarie per falsi o contraffatti di nessun valore.