PAMELA L. TRAVERS E LA VERA MARY POPPINS, di Emi-chan

Fred Mary Poppins blog

Tempo fa avevo espresso il mio apprezzamento a Emi-Chan, sostenendo che il suo intervento sulla scrittice inglese Pamela L. Travers e sull’opera che le dette la popolarità worldwide, Mary Poppins, avrebbe meritato maggior visibilità.

Una serie di coincidenze mi spingono a sottoporre di nuovo questo articoletto (più che un mero commento) oggi e qui, dopo aver mostrato di nuovo cosa la premiata ditta Hanna-Barbera era riuscita a fare a suo tempo, succhiando sangue da questo e da altri lungometraggi Disney per ricavarne delle versioni vagamente parodiate (ma sostanzialmente “intatte” rispetto alle originali), sostituendo i propri characters a quelli dell’officina di Walt.
Il tutto per una collana di dischi in vinile di fine anni Sessanta, con brani musicali e testi narranti.

Mary Poppins in versione Flintstones mi sembra la stravaganza estrema di questo ciclo. Sopra la copertina: et voilà!

E sotto le osservazioni di Emi-chan!

Ma prima, preparatevi a ridere con il brano musicale sotto, che avevo messo da parte almeno tre anni fa, poi era sparito da YouTube e in seguito è fortunatamente ricomparso, retrodatato.

Seguendo il consiglio di Daniele Tomasi, potrebbe fare da colonna sonora alla lettura del post. Cosa c’entra con Fred Flintstone & Co.?
Guardando e ascoltando lo si capisce; non è il “normale” Joe Cocker di With a Little Help From My Friends (Woodstock, 1969).

La foto sotto mostra la versatile P. L. Travers nei panni di Titania (circa nel 1924).

Pltraversastitiana

La parola a Emi-chan.

All’anteprima del film, dopo la proiezione:
P.L. Travers: “Siamo ancora in tempo per rifarlo daccapo… vero?”
W. Disney: “Spiacente, signora. Ormai questa barca è salpata.”

Nonostante non sia giunta fino ad imporre che il suo nome fosse espunto dai titoli di coda, come fece Michael Ende molti anni più tardi, Pamela L. Travers espresse più volte pubblicamente, fino alla fine dei suoi giorni, la sua insoddisfazione totale nei confronti del film disneyano.

Pltravers Francamente anch’io, che sono una delle pochissime persone (dal 1964 in poi) ad avere prima letto i romanzi della saga e – dopo – visto il film, non posso darle torto. Si può apprezzare la perizia tecnica del film, ma il suo spirito è del tutto diverso (e contrastante) rispetto a quello della storia originale.

Alcuni critici attribuiscono questo fatto al differente atteggiamento di inglesi ed americani nei riguardi della figura classica della Tata: Pamela Travers, che aveva anche svolto questo lavoro in gioventù, guardava alla Tata come ad un elemento fondamentale della famiglia borghese, colei che provvede alle mecessità materiali dei bambini e ne supervisiona l’educazione evitando un coinvolgimento diretto dei genitori, i quali correrebbero il rischio di soffocare lo sviluppo dei figli inibendone la fantasia.

La Travers, che pure non ebbe una tata, era orgogliosa di essere stata “trascurata” dagli amatissimi genitori e di avere in questo modo potuto coltivare le sue fantasticherie senza subire intromissioni indesiderate e senza essere portata da uno psicanalista “moderno”. La sua Mary Poppins bruttina, acida, scorbutica e vanitosa, nega pervicacemente di avere una parte nelle avventure straordinarie che vivono i cinque fratellini Banks, ma allo stesso tempo permette loro di acquistare consapevolezza del loro ruolo all’interno dell’Universo – il tema preferito dell’Autrice – rispettando i loro tempi.

Marypoppins Walt Disney e gli sceneggiatori del film vedono Mary Poppins come una fata il cui fine è quello di rendere superflua la sua stessa presenza, poiché una famiglia armoniosa non ha bisogno di Tate: basta che gli impegnatissimi genitori si occupino dei figli condividendone giochi e fantasie… il messaggio opposto a quello della Travers, indignata per la trasformazione del tenero e comprensivo Signor Banks in un arido e tirannico “cappello duro” e dell’orgogliosa ma insicura Signora Banks in una suffragetta rampante.

Lo stesso inserimento delle animazioni a fianco degli interpreti umani ma ben distinte da essi (anche a causa dei limiti tecnici dell’epoca) finisce per contraddire il messaggio della Travers secondo cui “Bambino e uccello, stella e pietra, sono tutt’uno” e il calore di una coperta è l’abbraccio del Dio Sole, se è “quello che uno crede che sia”.

Ritorna

Insomma, penso si sia capito che mi piacciono i libri di Mary Poppins, ma non riesco ad amare il film… in compenso credo che Pomi d’ottone e manici di scopa, realizzato con una tecnica simile, sia un adattamento fedele nello spirito, se non nella trama, dei due libri di Mary Norton (autrice conosciuta soprattutto per la saga dei Borrowers, i Prendinprestito protagonisti anche del prossimo film Ghibli sceneggiato da Miyazaki).

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