UNA PROPOSTA DI MARCELLO TONINELLI: LA BULE’

AuguriMarc

La bulé?
E cos’è?
Un’espressione livornese che significa qualcosa di misterioso per chi non vive alla larga dall’Ardenza?

Leggete cos’ha escogitato Marcello Toninelli e lo saprete!

Ormai da qualche anno osservo con animo desolato la situazione politica italiana.
Non solo per la triste (dal mio punto di vista), ripetuta occupazione berlusconiana del potere. Anche dal centrosinistra e dalle altre forze politiche non sono venute proposte veramente nuove, fresche, capaci di rompere con il passato.

Marc-BerluVolume-P

Chi più chi meno, infatti, tutti si tirano dietro scheletri nell’armadio e relativo contorno di corrotti, corruttori e furbetti vari del parlamentino.
Lo confesso, non mi aspetto niente di seriamente positivo da nessuno. Anche i cosiddetti “movimenti”, come i girotondini o i grillisti, alla fine o fanno solo chiacchiere senza riscontro nei fatti, o confluiscono nei partiti esistenti, o ne creano di nuovi sostanzialmente identici a tutti gli altri. E nulla cambia.


Come nel film con Richard Prior, alle prossime elezioni sarei tentato di votare “Nessuno dei suddetti”.
Però non mi va neanche di arrendermi così, fatalisticamente, a una deriva che ci condanna a essere il paese più ridicolo e sputtanato d’Europa e non solo. Non tanto per me, che tre quarti della mia vita li ho già trascorsi, e potrei sopportare senza troppi problemi questa situazione per i vent’anni che, se va bene, mi restano ancora da vivere, isolandomi e infischiandomene delle ulteriori, inevitabili nefandezze dei nostri governanti.


Ma ci sono i miei figli, che la loro vita devono ancora viverla quasi tutta e hanno davanti prospettive davvero poco rosee, almeno se vogliono restare in Italia. E allora ecco un’idea per spedire a casa, in un colpo solo, tutti i politicanti di professione che, in quanto tali, si preoccupano solo di mantenere la propria poltrona e perpetuare il loro potere. M-Berlustory3P E mandare invece in Parlamento dei normali cittadini: uomini, donne, giovani, anziani, agricoltori, professionisti, impiegati, colf, cantanti, studenti, poliziotti, netturbini, insegnanti, pensionati, precari…


In che modo? Con la Bulé. Per sapere cos’è, andate a vedere qui: http://partitodellabule.blogspot.com/
Leggete e meditate. Il progetto è folle, lo so. Perciò potrebbe funzionare.


Se la cosa vi stuzzica, fate passaparola con tutti i mezzi a vostra disposizione: e-mail, blog, Facebook, chat, sms, piccioni viaggiatori o semplicemente parlandone con amici e conoscenti.

Se al contrario vi sembra un’idiozia… avrete solo perso cinque minuti del vostro tempo.M-Berlustory2P

Grazie comunque.


A questo punto, aggiungo due righe ancora, a mo’ di teaser. Ecco i punti del progetto di Marcello, in due tappe:



1) Costituzione di un partito “a progetto”, che abbia cioè solo il compito di conquistare la maggioranza in Parlamento con lo scopo di realizzare il punto 2, per poi sciogliersi.


2) Varare la legge della Bulé, in modo che dalla tornata elettorale successiva non siano più necessari i partiti, diventati completamente inutili.
(…)


Il resto, e i primi commenti in merito, nel sito sopra citato.

  • Paolo Berti |

    Saluto Marcello e Cesare!
    E ne aggiungo una di oggi.
    Tratta da “Repubblica”.
    Il giorno dopo il faccia a faccia con Gianfranco Fini, Silvio Berlusconi non sembra aver sbollito la rabbia per un incontro che lo ha “annoiato”, più che deluso.
    In mattinata ha avuto una serie di incontri con diversi dirigenti del Pdl in vista delle prossime regionali, oltre a contatti con altri esponenti di governo. Con quasi tutti il presidente del consiglio avrebbe rispolverato la formula della “pazienza di giobbe” alla quale deve appellarsi ogni volta che incontra il presidente della Camera.
    Naturalmente, la solita dittatura è più facile: il Parlamento non conta niente, fa zavorra, lo Stato va depredato. Ecco il Vangeloi di Silvio, che subito si affretterà a smentire.
    Ragazzi, come fate a sopportare ancora?
    Ma non basta.
    Berlusconi, riferiscono diverse fonti, si è detto “annoiato” dalle “vecchie formule tipiche del teatrino della politica”. “Io sono un imprenditore – avrebbe detto – sono abituato a decidere e a decidere da solo: così si fa nel mondo dell’impresa. Gianfranco invece vorrebbe costringermi a continue ed estenuanti mediazioni, con il risultato che alla fine non si decide”.
    MEGLIO!
    Ogni vostra nuova decisone è un ulteriore danno per noi, almeno state fermi, fino a quando non cadrete!
    Auguro a tutte le persone di buona volontà che succeda prestissimo. e che gli altri vengano travolti insieme al corruttore (presunto) di avvocati e giudici.

  • Cesare Milella |

    Idea interessante, ma penso anch’io un po’ utopica, caro Marcello.
    I partiti sono importanti in tutte le democrazie occidentali; la cosa sbagliata
    è la degenerazione dei partiti a casta come è successo in Italia, ma in altre nazioni
    più civili della nostra dove ci sono gli anticorpi alle prepotenze dei partiti i vari
    leader o leaderini di partito o di governo vengono messi alla porta
    immediatamente anche in caso di piccoli scandali (vedi caso Robinson in
    Irlanda); solo in Italia può succedere che un premier sia inquisito in tanti processi
    e frequenti escort e prostitute varie e sia ancora in sella.
    Il potere che dà il controllo della televisione è enorme; la gente viene plagiata
    e istupidita continuamente dai telegiornali di regime come quelli di Minzolini e Fede
    e dalle orrende trasmissioni trash come il “Grande Fratello” e tutte quelle in cui
    c’è il nefasto zampino di Maria de Filippi.
    Ci vorrebbe una sveglia generale come fu quella ai tempi di Mani pulite con la
    gente con le fiaccole in corteo a difesa del pool milanese dagli attacchi della politica
    corrotta e i politici presi a monetine e costretti alla fuga.
    L’idea di Marcello ha dei lati estremamente innovativi; certo i cittadini
    parlamentari tirati a sorte non saranno certo peggio di moltissimi onorevoli
    e deputati attuali, pregiudicati e soubrettes; ci sarebbe quindi un
    Parlamento vero specchio della società civile e non più soggiogato alle esigenze partitiche come quello attuale dove i cittadini non hanno neanche
    potuto esprimere il loro voto di preferenza.
    Ma, ripeto, è un po’ utopica. Non a caso mi ha ricordato l’episodio dei Simpson
    “Springfield, utopia delle utopie” in cui il corrotto sindaco di Spriengfield fugge
    e un gruppo di personalità di spicco della vita professionale e culturale
    (proprio come devono essere i ministri secondo la bulè) prendono il potere,
    ma l’esperimento finisce male: nel gruppo al potere si creano contrasti (anche
    senza partiti ci sono sempre le ideologie) e i comuni cittadini si ribellano alla
    cultura imposta dall’alto e preferiscono gli spettacoli trash a cui erano abituati
    da anni di decadimento intellettuale.
    Comunque grazie; Marcello; ogni idea contro questa orrenda situazione politica
    italiana è importante; saluto caramente te e tutti i lettori del blog.
    Cesare

  • satrapo |

    Sulla scuola: il Consiglio di Stato “bacchetta” di nuovo la Gelmini sulla riforma della scuola superiore.
    Proprio l’istituzione di un Cda negli istituti tecnci, (che il ministro ha preferito chiamare Comitato tecnico-scientifico per non destare sospetti) non piace per nulla ai giudici di palazzo Spada.
    E nel mirino non c’è solo il regolamento sui tecnici ma anche quello sui Licei e professionali. La creazione di un Comitato nazionale e l’istituzione del Collegio dei docenti in dipartimenti che dovrebbe monitorare la riforma, non rientrerebbero nella delega ottenuta dal Parlamento (prevista dall’articolo 64 della legge 133/2008). E inoltre si continua a ledere l’autonomia delle scuole. In pratica, i giudici impongono alla Gelmini di non assumere provvedimenti in solitudine.
    L’atteso pronunciamento del Consiglio di Stato – che già nel mese scorso aveva “alzato” un cartellino giallo nei confronti del Miur – è dunque arrivato.
    Ma viale Trastevere non può cantare vittoria. Il parere non è del tutto favorevole come sperava la “ministra unica” dell’Istruzione. Sono tanti i passaggi critici. ”I chiaramenti forniti – scrivono i giudici del Consiglio di Stato – non appaiono sufficienti a superare le perplessità…”.
    Le osservazioni non sono di poco conto: il ministero dovrà tenerne conto per evitare futuri ricorsi. E intanto il tempo stringe: le Commissioni parlamentari attendevano proprio il pronunciamento di Palazzo Spada per dare il via alla votazione finale.
    Cosa accadrà adesso?
    Il Parlamento potrà concludere i propri lavori? E nel prossimo Consiglio dei Ministri il Governo potrà approvare i regolamenti in via definitiva come auspicato dal ministro-neo mamma Gelmini?

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  • Marcello |

    Per Gigitex: basta digitare “Bulé” su qualsiasi motore di ricerca e trovi un bel po’ di indirizzi che te lo spiegano, a cominciare da Wikipedia. 🙂

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