LE NOSTRE COLLEZIONI DI COMICS

Mandrakejpg

Invece di commentare il post precedente con tutti gli amici che l’hanno già fatto, anche lanciando proposte ma soprattutto ponendo interrogativi, cerco di sviluppare il discorso qui di seguito, con l’aiuto di qualche immagine.

La notizia desolante sulla sorte della collezione di Claude Moliterni è stata ripresa anche da qualche importante sito di Oltreoceano. E’ ormai di dominio pubblico.

Paris_boulinier

Purtroppo, quando l’abbiamo data era già vecchia! Anche se è stata messa on line alla vigilia di Natale, complice la distrazione delle festività, a Cartoonist Globale è stata segnalata solo ieri pomeriggio. Se ho ben capito, gli scatti riferiscono all’8 dicembre; quasi un mese fa!
Su quanto è stato, purtroppo, temo ci sia ben poco da fare.

Resta invece da capire cosa si possa davvero mettere in piedi per evitare che tali scempi si ripetano ancora. Qualcuno, come l’amico Renato Pallavicini (che è intervenuto per la prima volta in questo blog, grazie!), uno dei cronisti più attenti e costanti sulle cose della Nona Arte, fra i primi a dedicare spazio ai fumetti su pagine di un quotidiano (L’Unità), propone un incontro, un meeting, un convegno, un’iniziativa, magari anche alla prossima edizione di Napoli Comicon.

Penso che sia senz’altro fattibile.
L’elaborazione di un documento che faccia fede presso il “consesso dei fumettisti”, collezionisti in particolare, circa le volontà di conservare il patrimonio culturale raccolto da studiosi, appassionati, giornalisti etc. (spesso i collezionisti incarnano più d’una di queste figure, o sono contigui ad alcune di esse) potrebbe essere un primo passo, seguito dall’assegnazione di incarichi a studiosi/conservatori affidabili e giovani che possano prendersene cura assumendosi le responsabilità di gestione della collezione presso l’intera microcomunità.

Sto improvvisando, ma non faccio che ripetere cose già accennate, per esempio negli interventi di Leonardo Gori e Michele Mordente.

Sbaglierò, ma nei commenti pervenuti mi sembra di leggere, in filigrana, una certa sfiducia verso istituzioni come musei o centri di lettura, biblioteche e fondazioni. Sarebbero la destinazione più logica di collezioni (anche parziali) e di donazioni, atti di liberalità. Ma a quanto pare episodi avvenuti in passato in questa direzione, in Italia e all’estero, non lasciano dei buoni ricordi.

Adesso, se davvero si vuol porre un’ipotesi di soluzione a questo problema, che può causare un’impoverimento culturale della collettività, si tratta di tentare di mettere in pratica i nostri buoni propositi.
Parliamone, volendo anche di seguito, in coda a questo post.
Spremiamoci le meningi sui percorsi più opportuni.

Mona lisait

Il secondo argomento di questo post è specifico e riprende più o meno il titolo del post precedente: che fine ha fatto l’archivio di Claude Moliterni?

Le cose trovate per terra e parzialmente fotografate (buste, lettere, appunto fotografie, oltre a singole pubblicazioni) sono tipici materiali d’archivio, non una “semplice” collezione.

Collezione Nel patrimonio di appunti, ritagli, documenti, corrispondenza di una persona come Claude, attivissimo per almeno mezzo secolo nel settore, con ruoli molto spesso centrali nella BD francofona, devono esserci state informazioni preziose, messaggi di fumettisti leggendari, immagini rare o uniche. Elementi che, nelle mani di altri ricercatori, forse avrebbero sortito grande utilità. E che potrebbero essere ben conservati appunto nel fondo di un museo, o in reparto apposito (per esempio, dato che anche Michele Ginevra è intervenuto nella discussione) del Centro Fumetto “Andrea Pazienza”, dove sarebbero a disposizione degli interessati. Per tacere del Muf di Lucca o della milanese Fondazione Franco Fossati, che già conserva e mette a disposizione documenti di questo tipo.

Se facciamo la tristissima considerazione che questo patrimonio sia andato perso, non importa per quale ragione e per colpa di chi, si può legittimamente supporre che invece i libri, almeno quelli più preziosi, sopravvivano da qualche parte.

Ammesso che il tutto sia stato consegnato a un “cartaio” o a un libraio di seconda mano, chi sta a Parigi o vi fa un giro turistico potrebbe compiere dei sopralluoghi presso i librai specializzati e non, nell’eventualità di fare delle scoperte.
Magari trovare libri rari e fuori mercato con autografi e schizzi dei loro autori. Dedicati a Claude.

In questa pagina ho messo le foto di alcuni luoghi topici da questo punto di vista, da questo punto di vista. Sopra, una vecchia foto di Boulinier, sul Boulevard Saint-Michel, sotto Mona Lisait, non lontano dal Centro Pompidou (nei sotterranei tonnellate di libri e riviste a fumetti di qualche decennio fa), ancora in bianco e nero una bancarella davanti a una delle tante postazioni di Gibert Jeune, sempre sul Saint-Michel. Posti “interessanti” possono essere anche le bancarelle lungo la Senna, la sezione dedicata ai brocantes nel prossimo Festival di Angoulême (se questa sezione tornerà ad esistere in modo stabile e autonomo, diversamente dagli anni passati).

Gibert jeune

La foto evocativa che segue proviene dal blog, in cui si mostrano anche lavori in corso (di catalogazione) della libreria Aaapoum Bapoum, 14 rue Serpente à Paris dans le 6e, a pochi metri da Rue Dante, la zona della BD di Parigi.
Merci.
Dalle stesse pagine è anche quella in apertura di post, con pubblicazioni a fumetti da edicola di qualche decennio fa, delle Editions des Remparts, Lug, Aredit
E, poiché mi piaceva molto, anche quella in chiusura, tratta dalla vetrina del negozio stesso: un supplemento al “giornalino” Le petit vingtième di giovedì 17 dicembre 1931 (copertina di Hergé).

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1931

  • MicGin |

    Scrivevo appunto “un poco più efficaci”. Dipende con che cura vengono eseguite. Mi è capitato di vederne di eccellenti: essendo fotografie, fornivano informazioni anche sulla rilegatura, sull’aspetto fisico della pubblicazione. La fotografia può fornire più informazioni di una scansione, che invece può essere funzionale a esigenze di precisione.
    Conoscere come è stata realizzata una pubblicazione, in quel momento storico, può essere non meno importante che conoscerne i contenuti.
    Ciaociao

  • Moerandia |

    Grazie delle risposte … ma i microfilm sono davvero più efficaci delle scansioni? Ho visto albi riprodotti in questo modo, e le immagini sbiadivano, i colori cambiavano, certuni erano illeggibili. Nei casi che ho visto io, la stessa copertina in versione microfilm ed in versione scansione era infinitamente meglio nel secondo caso.
    Saluti.
    G.Moeri

  • MicGin |

    Ciao fausto
    Anche in questo caso, un progetto di digitalizzazione è improponibile se sviluppato in modo volontaristico. Anche se ogni struttura può decidere di investire su alcuni temi specifici. Inoltre, in alcuni casi, la digitalizzazione fa perdere alcune informazioni che solo un documento fisico può offrire. In realtà i microfilm, o microfiches, sono un poco più efficaci. Infine i data base non occupano poco spazio… 😉
    Però comprendo e apprezzo il suggerimento che, per essere praticato, avrebbe bisogno di progettualità e risorse.
    Dopo di che l’iniziativa personale va sempre bene. per esempio chi digitalizza tutti i tex, per dire, o tutto Hoghart. Ma se poi cambiano i sistemi operativi, le applicazioni, i formati…? Che ne sarà di tutto quel lavoro?

  • Fausto Belellli |

    Be’, questa di Moerandia è una buona idea e si può mettere in pratica anche subito, indipendentemente dal salvataggio delle collezioni cartacee.
    Una specie di databas, che occupa poco spazio, con scansioni di pubblicazioni a fumetti, come i celebri microfilm di una volta.
    Forse il Centro Andrea Pazienza o la Fondaz. Fossati dispongono già di qualcosa di simile.

  • Moerandia |

    Otto dicembre, quindi anche se qualcuno si precipita nelle discariche come è stato fatto, leggo in passato … :-S Comunque ho già commentato nel post precedente.
    Intanto mi è venuto un dubbio: in una istituzione che si occupasse di salvaguardare il patrimonio fumettistico italiano (e non solo), accetterebbe solo albi (e libri) di carta o anche solo le scansioni? Potrebbe essere una buona idea, così chi non si vuole privare dell’albo invia comunque qualcosa di facilmente consultabile ed all’occorrenza riproducibile, oltre che conservabile, e ci sarebbero più probabilità di “coprire” le collezioni 🙂
    Certo, ci vorrebbero degli standard unici su cui impostare dette scansioni …
    Saluti.
    G.Moeri
    http://www.anacanapana.it/

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