ROY EDWARD DISNEY, NIPOTE DI WALT, R.I.P.

Roy Disney G. opening
LOS ANGELES – Ancora una volta sarà un Natale triste per gli amanti di (tra gli altri) Topolino, Paperino, Biancaneve e Mowgli, il Grillo Saggio o Winnie the Pooh.
Anche Roy Disney, nipote di Walt Disney e per lungo tempo dirigente della società fondata dallo zio, se n’è andato in questo triste mese, quarantatré anni e un giorno dopo lo zio Walt, nella cui Mouse Factory aveva sempre vissuto.

Il decesso è avvenuto questa mattina (sera da questo lato dell’Oceano) all’Hoag Memorial Hospital Presbyterian a Newport Beach, California, dove il settantanovenne Roy era ricoverato per un tumore allo stomaco.
Il funerale sarà celebrato in forma privata, le sue ceneri saranno disperse nel mare.

From Cartoonist Globale, heartfelt condolences to his family and loved ones.

Roy_E._Disney Roy era nato a Los Angeles il 10 gennaio 1930, unico figlio di Roy O. e Edna Disney.
Il fatto di essere cresciuto all’interno dello studio lo aveva messo al corrente, da sempre, di molti aspetti della produzione, della vita creativa e delle persone che frequentavano la fucina di Hyperion Boulevard e quindi quella di Burbank, compresi quelli più nascosti e intimi.


In un’intervista rilasciata nel 1999, per esempio, Roy ricordava il giorno in cui suo zio Walt gli aveva annuncia di essere intenzionato a dedicare un film a un pupazzo di legno di nome Pinocchio.


Dopo essersi diplomato al Pomona College, in un primo tempo Roy Disney non si occupa dell’attività dello Studio, lavorando invece come film editor alla serie poliziesca per la televisione Dragnet (immagine sotto). La parte d’intervista che includo nel presente post inizia proprio discutendo di questo lavoro giovanile di Roy. Dragnet_
Quando l’incarico per Dragnet termina, suo padre trova a Roy un’occupazione all’interno della società.
Nel 1955, Roy sposa la sorella di un suo amico d’infanzia, Patty Daily, dalla quale avrà due figli.
La coppia divorzierà nel 2007, dopo 52 anni di matrimonio.

Roy Disney lascia la figlia Abigail e la moglie, Leslie DeMeuse Disney, l’altra figlia Susan M. Disney Lord, i figli Roy P. Disney e Timothy J. Disney, oltre a 16 nipoti.


Roy E., quasi un sosia dello zio, era conosciuto nel mondo della creatività (film, fumetti e così via) per aver fatto di tutto, soprattutto negli ultimi decenni, per rivalutare la figura di Mickey Mouse e del gruppo di personaggi del suo entourage, la cui popolarità era in declino presso le giovani generazioni.
Così, aveva riportato il Grande Topo in televisione, nei due serial animati, tradotti anche in italiano e più volte trasmessi dalla Rai e dal Disney Channel, Mickey Mouseworks e Disney’s House of Mouse.


Su tutt’altro versante, Roy era ben noto anche per aver guidato una rivolta degli azionisti per rimuovere l’ex-presidente Michael Eisner, che ha lasciato la company nel 2005.


Così lo ricorda CBR, uno dei siti USA che più tempestivamente ha dato la notizia, lanciata dall’agenzia Reuters e pubblicata, in breve, sul Los Angeles Times in attesa di ulteriori dettagli:


Known to the public as the Disney share-holder who twice ousted senior management in order to align the company with his view of what family-oriented entertainment group should be. Disney also impacted the history of the company’s creative side in ways near and dear to the hearts of animation and comics fans. When he originally decided to become involved in the family business in a more significant way in 1984, Disney’s decision to quit the board of directors led to brand new senior management and a brand new slate of animated features.


While both changes were championed by Disney, he particularly fought for the revival of the company’s feature animation department and (alongside executive Michael Eisner) pressed the company to invest in what would become a string of ’90s hits including Beauty And The Beast, Aladdin and The Lion King.


Roy LAT

Per chiudere, un estratto della lunga intervista in sei parti rilasciata da Roy a Jennifer Howard nel 2007 e raccolta nell’Archive of American TV Interview Collection.
Chi vuole ascoltarla per intero (servono due ore e mezzo di tempo, però), può farlo a questo link.

  • Nanny Siviero |

    Mi spiace non parlare soprattutto e diffusamente di Roy, le mie condoglianze e il mio dolore lo rivolgo alla famiglia e a tutti i fans, intervengo invece sull’argomento trattato da Roberto e da Nunziante.
    Su Tesori ci sono opinioni diverse, forse lusinghiere ma comunque precise e alternative. Ho trovato quella di un certo Raf, che vi sottopongo per cointinuare la discussione.
    Se tre mesi fa ero certo, dall’editoriale della cannatella e dall’articolo di boschi, che questa nuova testata si limitasse a ristampare cicli di storie di un personaggio, ecco che presto ho visto sbriciolarsi la mia certezza. Il secondo numero di tesori disney ci propone infatti una saga in senso stretto, forse la più celebre nell’ambito della produzione italiana, cioè storia e gloria di martina, scarpa e carpi.
    Partendo col parlare proprio della storia in sé, forse non si può gridare al capolavoro ma di sicuro sono 8 storie che comunque le si considerino (indipendentemente l’una dall’altra o parti di un tutto) sono molto gradevoli, non prive di accenni culturali tipici del professore e anche con trovate e battute divertenti. Certo, se si vuole trovare della filologia o dei riferimenti alle storie di carl barks per il passato di paperone e della credibilità storica, si è proprio fuori strada ed è meglio ripiegare sul buon don rosa, difatti citato più volte negli articoli di questo volume. No, martina non aveva intenti di questo tipo, tanto che la saga nacque per supportare le monete allegate a topolino in quel periodo. L’intento era quindi solo quello di intrattenere i giovani lettori provando a raccontare le generazioni passate dei paperi lasciando andare la fantasia a briglie sciolte, senza preoccuparsi troppo di coerenza storica o di fedeltà a un corpus narrativo disneyano più vasto. Ma va bene così, chi legge storia e gloria sa che cosa aspettarsi, e sa godere quindi dei riferimenti a fatti storici, di battute “cattive”, di un linguaggio “forte” e politicamente scorretto, e di avventure di paperi attraverso le varie epoche storiche che ruotano attorno all’avidità del paperone di turno.
    Tenuto conto di queste premesse, si può continuare a non considerare un capolavoro questa saga, ma di certo non si potrà non ammettere che sono otto storie godibilissime e appassionanti, dove le varie cornici storiche non fanno altro che dare un’atmosfera diversa dal solito ma che presenti situazioni familiari. I disegni di giovan battista carpi e di romano scarpa poi arricchiscono l’opera, dandole una freschezza e un’aura di magnificenza invidiabili.
    Tutti i capitoli sono molto belli, il primo essendo introduttivo mi dice forse poco, ma gli altri sono tutti validi e godibili. il secondo e il terzo in particolar modo, insieme al quinto e al sesto. L’ultimo, invece, snatura davvero troppo una delle poche cose assodate nel passato dei personaggi disney: Paperone non può nascere nel klondike, non è passabile. Questo mi ha un po’ rovinato tutto l’episodi finale (perlomeno nella parte del passato, quando si torna al presente mi sono divertito molto).
    Menzione speciale per il capitolo ii bis di alberto savini e andrea freccero, molto molto buono: Divertente nelle battute e nelle situazioni (vale a dire i siparietti tra gennarinius e ottofurotto e il tormentone dei beoti, usato con varianti sempre intelligenti). Belle le caricature nascoste di carpi e il fatto che la storia si incastri davvero perfettamente tra il secondo e il terzo riuscendo a creare una storia molto valida. E anche i disegni di freccero ci stanno tutti, sono bellissimi e cinetici e benché di fianco a quelli dei due maestri un po’ sfigurino non posso negare che mi ammalino.
    Per quanto riguarda l’edizione: Ero tentato di saltare questo secondo numero, avendo storia e gloria nel volume del 2003 che la raccoglieva. Ma il fatto di non voler interrompere la collana che è così ben fatta anche esteticamente, il fatto che qui i dialoghi non sarebbero stati censurati come nel 2003 e la presenza dell’episodio ii bis di savini che io non avevo mi hanno spinto all’acquisto. E non sono pentito. Mi sono divertito a confrontare i dialoghi diversi nelle due edizioni che ora possiedo, e sono contento di avere la versione con i dialoghi di martina incensurati, inoltre la copertina è molto bella. Per quanto riguarda gli articoli, forse non sono esaurienti come quelli del numero scorso, ma ciò si giustifica dal fatto che si voglia mettere un articolo prima di ogni storia: Essendoci qui più storie che nel volume di reginella, è chiaro che gli articoli si sono spesso ridotti a una pagina, ma dove davvero non c’era molto altro da dire. Ecco, forse avrei sentito il bisogno di qualche pagina in più nei due articoli della storia di savini, magari con una bella intervista a questi. Ma tant’è, quelli lunghi sono molto interessanti, a partire dall’elenco iniziale fino a quello che spiega le incongruenze storiche della saga per poi sfociare nei mille confronti con la dettagliatissima opera di don rosa.
    Un volume che non delude, quindi, anche se spero che fra 3 mesi si torni a dedicare il volume al ciclo di un personaggio

  • colonnarob |

    Ciao Luca,
    peccato per la risposta “disgregata”, perché avere il privilegio di un botta e risposta con te è sempre un piacere.
    Comunque, con l’ultimo velato messaggio, stai creando ENORMI, GIGANTESCHE aspettative!!!
    Vedremo, a primavera, che cosa accadrà!
    A presto e Buon Natale

  • Luca Boschi |

    Ma una cosa voglio dirtela comunque e di nuovo, o Robertocol: almeno uno dei tuoi desideri diverrà realtà.
    Ma dovrai attendere lo sbocciare delle gemme sugli alberi e il ritorno delle (poche) rondini che si attentano di nuovo a dare fiducia a questo paese inquinato dentro e fuori.

  • Luca Boschi |

    Ho appena scoperto che la mia lunga replica a Roberto e a Nunziante, scritta questo pomeriggio, sembra essersi “disgregata” nella rete.
    Non ne ho copia e adesso faccio fatica a rimettere insieme i pezzi del ragionamento che avevo fatto…
    ARGH!
    Anche altri mi continuano a dire che non riescono ad avere accesso (nonostante sia stato semplificato) e che i loro commenti non sono pubblicati.
    Grazie, Roberto, per avermi sopportato sin dai remoti tempi di Métal Hurlant!!!
    Per il momento ringrazio Roberto e Nunziante (ho capito benissimo!!!) e… ci riprovo appena possibile!

  • Alfons Moliné, da Luca |

    Posto un commento di Alfons Moline’, un appassionato disneyano spagnolo che negli anni Ottanta aveva collaborato con la fanzine “Funnies”, alla quale partecipavano Alberto Becattini, Stefano Piselli, mauro Ricciardelli (come editore) e anche yours truly.
    Un paio di anni fa ho ritrovato Alfons come redattore degli impeccabili testi di una versione ispanica della cronologia delle storie di Carl Barks.
    These are really sad news, not only because he was a man who really loved animation (and taught us to love it with him), but also because with him gone, the Disney legacy comes definitely to an end.
    I had the priviliege of greeting him briefly at the 2000 Annecy Animation Festival, It is said that during that festival, he met Richard Williams and talked him about helping him to restore ‘The Thief and the Cobbler’. I don´t know what happened to that project.
    Now, when seeing a new Disney movie, we will not just wonder ‘What would Walt have done?’ but ‘What would Walt AND Roy Jr. have done?’.

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