IL MITO DI BIANCANEVE IN MOSTRA A BRERA (una preview)

Manifesto mostra

FREEDOM TO CREATE: omaggio al mito di “Biancaneve e i Sette Nani”.
Una rassegna del genere, che misura le capacità creative di giovani artisti versati un po’ in tutte le discipline, fa la gioia di chi ancora si appassiona ai leggendari personaggi di Walt Disney e al suo primo lungometraggio animato, adesso restituito a uno splendore di cui forse non ha goduto che alla “prima”, nel lontano dicembre 1937.

Un Tenero Bacio - Dino Cerchiai
Grazie a Enrico Ercole, possente ufficio stampa dell’iniziativa, Cartoonist Globale mostra in anteprima alcune delle elaborazioni creative selezionate fra le 31 opere realizzate da giovani allievi dell’Accademia di Belle Arti di Brera.

L’omaggio al capolavoro disneyano cade in occasione della sua imminente uscita in Blu-ray DiscTM e DVD.

Chi desidera visitare la mostra, può recarsi 26 novembre al 5 dicembre 2009 all’Atelier Gluck Arte,
Via Cristoforo Gluck, 45 – Milano
Info: 331/9963519 – www.ateliergluckarte.org
Orari: 10.00-18.00INGRESSO LIBERO
Oggi (mercoledì 25), l’inaugurazione, alle ore 17:00.

Oggi come incanto - sara romani

Biancaneve sono io - sara romani-SECONDO PREMIO

As you see it - Camilla Ciceri

Nuova luce - Giulia Canella - PRIMO PREMIO

7 nani d'avanguardia - lara carena e nicoletta colace

Il gioco - Ruggero Brandi

FieroCandore - angela contardi

Snow white queen -luca baggio

Can be revived only by lover's forts kiss- Fiamma Ugolini

Da Biancaneve - francesca casati

  • Chiara |

    MIa cara fragola, mi farebbe tanto piacere incontrarti in brera, sono la ragazza che ha collaborato con angela alla realizzazione della nostra opera. hai ragione, il concetto è identico a quello della foto da te mostrata. mi dispiace molto di non essermi documentata prima di realizzare l’opera, ma ti posso assicurare che l’idea è mia ed è assolutamente frutto della mia mente, evidentemente non è così originale come avevo pensato ma ti assicuro che assolutamente non l’ho copiata (ho “testimoni” che erano con me al momento della “creazione” ser ti interessano delle prove…). in ogni caso, gradirei che commenti sgradevoli come la supposizione di una predilezione dei professori per noi mi venissero rivolti di persona, non attraverso un blog con per di più un account anonimo. infine, ti assicuro che i nostri professori non ci tengono affatto in palmo di mano, anzi…diciamo pure che c’è una certa antipatia perlomeno nei miei confronti. mi dispiace che la tua opera non sia stata considerata, e mi dispiace che tu ci abbia sprecato un mese, ma ciò non ti autorizza a sparare sentenze a zero.
    come ti ripeto, mi farebbe piacere che mi dicessi di persona le cose che pensi.
    grazie mille dell’attenzione,
    Chiara

  • Luca Boschi |

    Caro Zemo, ma sai che leggo solo ora il tuo commento?
    Accidenti, si tratta di una disfunzione di TypePad, unita a chissà quali dissesti del server. Di fatto, molte mail che so per certo essere state spedite, non mi sono mai giunte.
    Fra queste, scopro, ci sono anche avvisi di ricevimento di commenti nel blog.
    Se fra questi, come nel tuo caso, ci sono affermazioni che richiedono una replica, ahimè, posso farlo solo quando le scopro, come sta avvenendo adesso.
    Se per caso lo stesso accadesse anche per te, copio queste due righe di commento anche nell’ultimo post raggiungibile, che tratta appunto degli amici di posta elettronica, in particolare di facebook. Forse, qui tu e altri potete leggere con più facilità.
    Ebbene, la “Storia d’Italia a Fumetti” di Guido Martina, alla quale accennavamo nel lontano 1990 nel nostro libro… non potrà mai uscire. Perché non potrà mai essere tradotta in tavole a fumetti.
    Sono passati oltre vent’anni (perbacco!) da quando sfogliai alcuni capitoli di sceneggiatura per quest’opera monumentale, varata da Gaudenzio Capelli.
    Era il luglio 1990,giornata caldissima. Ero in redazione per raccogliere l’introduzione che Capelli fece per il libro stesso. Il resto del pomeriggio lo passai a lavorarci al Parco Forlanini, con bozze alla mano, sotto un sole cocente.
    L ‘allora direttore di “Topolino” voleva addirittura darmi alcuni capitoli della storia con la richiesta di sintetizzarli, perché Martina aveva decisamente dilagato, aveva scritto troppo, indugiando su aneddoti e circostanze troppo didattiche e noiose per i lettori del tascabile della neonata Company.
    In un armadietto a vetri dell’ufficio del direttore, allora in Via Dante, a Milano (dov’era la sede della Company – Italia), le sceneggiature dettagliate dei capitoli dell’opera occupavano già almeno trenta centimetri di spessore poste una sull’altra. Ogni sceneggiatura riguardava un luogo nella sua prospettiva storica, affrontato con un taglio narrativo che, per dare un’idea, non era molto dissimile da quello usato per il “Messer Papero” tornato attualmente in edicola.
    Come per “Messer Papero”, il disegnatore principe, designato per impostare i primi capitoli dell’opera, era Giovan Battista Carpi, che si era dimostrato disponibile a portare avanti il lavoro al momento della sua versione definitiva. L’avrebbe fatto insieme al gruppo degli autori della futura Accademia Disney, che ancora non aveva questo nome, ma che Carpi stava già formando. C’erano già Roberto Santillo, Silvio Camboni, Andrea Freccero, Stefano Mirone, Alessandro Perina, Silvia Ziche, Valeria Turati…
    Poi, la scomparsa di Martina, il plurimo trasferimento di sede della Disney (Via S. Giovanni sul muro, Via Hoepli, Via Sandri), gli impegni enormi di Carpi con l’Accademia ormai nata, i libri che facemmo insieme per il ciclo “Walt Disney Presenta” (uno su Gambadilegno e i cattivi era in gestazione quando la collana fu sospesa; quello che possibilmente avrebbe presentato in chiusura un fumetto Disney disegnato da Magnus; ne parlo altrimenti in questo blog mostrando anche un suo Nano disneyano che testimoniava come Roberto Raviola stesse seriamente pensando alla cosa, prima di essere incaricato ufficialmente ), gli incarichi di rappresentanza che ricadevano sulle spalle di Carpi, hanno fatto sfumare il tutto.
    Con la scomparsa di Martina, peraltro, anche l’opera di scrittura della sua storia d’Italia era rimasta incompiuta e avrebbe dovuto essere rielaborata e conclusa in modo logico e accettabile.
    Ma non si ritenne di riprenderla (e io non ricevetti mai nemmeno le prime delle sue sceneggiature) perché si valutò che fosse di taglio troppo “localistico”; difficilmente avrebbero tradotto all’estero quel grande sforzo creativo.
    Forse in un futuro, cambiando qualcosa
    … Ma questo futuro non giunse mai, probabilmente è stato meglio così.
    Resta la curiosità di sapere cosa Martina avesse scritto in quella ventina di chili di fogli extra strong (allora si usava ancora la macchina da scrivere).
    Per ora chiudo qui il discorso.
    .
    Un altro intervento rimasto incompiuto (da parte mia) è la risposta sulle traduzioni di Gottfredson, richiesto in coda a un altro post da Roberto Moscato: quello sui Supereroi a Perugia.
    Provvedo quanto prima a rispondere anche al suo.
    Tra l’altro, salutami il tuo cugino-detective, scopritore di attribuzioni disastrate o vacanti. E’ un po’ di tempo che ne abbiamo perduto le tracce.

  • Zemo |

    Concordo sulle storie americane che ancora necessitano di un’edizione italiana, e anche sulle storie di Scarpa che, pur se non sono molto avvincenti, hanno un grande valore per fan e collezionisti del Grande Maestro.
    Tuttavia, prima delle storie di autori esteri, priorità l’avrebbe avuta – giustamente – la nostrana – e “perduta” – Storia d’Italia a Fumetti di Guido Martina, di cui Tu (mi rivolgo a Luca Boschi) e i tuoi colleghi parlavate speranzosi nell’antico volume “I Disney Italiani” (una vera Bibbia) quando ancora Guido Martina era tra noi.
    Purtroppo, sono conscio che vedere tradotte in disegni queste tavole è un’utopia.

  • Luca Boschi |

    Per Matteo Venturi!!!
    tanto per cambiare scusa per il ritardo e per il “lapsus effettivo”!
    SOB! Non è che non conosca il tuo nome! Il bisticcio è avvenuto perché un altro visitatore del blog, che aveva scritto una mail “vicina” alla tua si chiama Andrea, e perché Andrea Venturi è un mio caro amico, grande disegnatore di Dylan Dog e di Tex Willer, un vero fuoriclasse.
    Chiedendo venia, scrivo anche a te che avrei già dovuto aprire un piccolo thread sull’ultimo numero di “Disney Anni d’Oro”, che a quanto pare ha riscosso maggiori consensi che quelli passati proprio per la presenza di questo inedito.
    Scrivevo giò a un’altra visitatrice (forse “paperseriana”, ma non saprei) che quando uno guarda il lavoro appena fatto (o appena pubblicato), difficilmente è soddisfatto in tutto e per tutto di quanto ne è uscito fuori.
    Naturalmente, se avessi avuto più tempo (e condizioni favorevoli) per disegnare meglio la mezza tavola mancante, o se avessi potuto chiedere di farla assegnare a un cartoonist “scarpiano”, come Enrico Faccini, o Giuseppe Dalla Santa, o Mauriuzio Amendola, Sandro Del Conte o Valerio Held, allora il risultato sarebbe stato mimeticamente migliore.
    I tempi stretti non l’hanno permesso.
    Da parte mia il “combattimento” era fra il voler lasciare quelle vignette in modo plateale “non di Scarpa” e il tentativo di integrarle invece nel resto della storia, in modo di non “disturbare” il lettore comune che semplicemente vuole leggersi una storia in santa pace.
    Fra tutte le storie riscritte o reinventate (altre due di Scarpa, poi altre di altri autori, anche non disneyani) di cui mi sono occupato, questa è stata la più difficile, magari in un post apposito o in un’altra risposta spiegherò perché.
    Esistono altre storie di Scarpa inedite in Italia (almeno due, una con Pippo, ne accennammo a suo tempo su “Zio Paperone”, e una con i Paperi e Amelia) e anche qualcos’altro in tutto il mondo.
    Ma dobbiamo ancora scoprire cosa e dove si trova (ammasso che si trovi!).
    Abbiamo delle tracce. Mi sono arrivate per vie traverse dagli States delle fotocopie delle matite di “mezze tavole”, ed esiste qualche tavola completa vista su dei cataloghi di vendita, anni fa.
    In particolare, c’è una storia, quasi completa (ma manca tutta la prima parte) che in una qualche forma… è già in mio possesso. Ma ha bisogno di molto studio e, se possibile, di essere reintegrata almeno da qualcos’altro che non risponde all’appello.
    Come la sua prima parte; manca addirittura il suo titolo-
    E’ una storia con Zio Paperone, Paperina, Paperino.
    Non ho “il diritto” di mostrarla, diciamo che (a parte quanto accennato qui) è Top Secret.
    La tua richiesta di vedere, appunto, le storie uscite in Egmontlandia (e non solo) anche in Italia non mi lascia insensibile (naturalmente). Bisogna vedere se ce ne saranno le condizioni.
    Anche l’idea della storia di Carpi su Red & Toby non è male.
    Ma ci sono ancora storie inedite, realizzate in USA, che in Italia non si sono viste. Con temi classici e talvolta anche con personaggi dei film extra-Topi&Paperi.
    Come dire… teniamoci in contatto!
    🙂
    A presto,
    Luca

  • Maghetto Merlinetto |

    Quella con una gamba sola, con il tacco dentro la polpa della mela, è più logica di questa, perché la mela di Biancaneve era una sola, mica erano due! Oddio, la mela è una anche qui, ma sempre meglio far cifra pari: un tacco contro una polpa di mela: la nuova moda internazionale che Brera non ha ancora ben recepito.
    Vada come vada sono incuriosito come Stefania di vedere il lavoro di Fragola.
    Fragola contro Mela!

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