BOOKSWEB RACCONTA MILANO (CHE RACCONTA IL FUMETTO) E IL CINGHIALE ZANNABLU’

Fresco di giornata, l’ineffabile sito Booksweb presenta un reportage con interviste a molti big del fumetto italiano (per usare un linguaggio festival-sanremese).
Il tutto è stato girato il 29 settembre 2009 nella metropoli lombarda, quando l’assessore alla Cultura di Milano Massimiliano Finazzer Flory e Gianni Bono, Presidente del Comitato Nazionale “Un secolo di fumetto italiano”, hanno presentato a Palazzo Marino il progetto Milano racconta il fumetto – Il fumetto racconta Milano.

CopERTINA

Alla manifestazione, come si vede dalle immagini del filmato, sono presenti amche altri operatori della scena milanese, dal critico Matteo Stefanelli a Luigi F. Bona (presidente della Fondazione Franco Fossati), a Stefano Marzorati della Sergio Bonelli Editore, oltre ai fumettisti Sandro Dossi e Paolo Bacilieri.
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Dieci tra i maggiori autori italiani di fumetti racconteranno infatti la città con illustrazioni e opere inedite, che saranno presentate nella primavera 2010.
Al microfono di Sergio Tulipano, parlano nel servizio di Booksweb Alfredo Castelli, Sergio Bonelli, Silver, Mario Gomboli, Sergio Toppi, Valentina De Poli, Milo Manara, Massimo Giacon.
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Tra le tantissime interviste fumettistico-librarie di Booksweb, ne selezioniamo anche una apparsa in rete assai di recente, sempre raccolta da Sergio Tulipano.
Sono di scena Stefano Bonfanti e Barbara Barbieri (alias Studio Dentiblù), che parlano del loro comico cinghiale “diverso” Zannablù, la cui ultima interpretazione è contenuta nell’orrorifico volumetto Il cimitero del vampiro mannaro (sopra, la copertina).

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  • germana B. |

    Ciao, era tanto che non intervenivo.
    Già che siamo in tema, allora, sentite questa, che circola in rete. Nel mese di marzo dell’anno 2000 una signora, presidente del consiglio comunale del Comune di Desenzano sul Garda per Forza Italia, fu espulsa dal consiglio su mozione del suo partito, con la seguente motivazione;
    [Delibera del consiglio comunale n. 33 del 31/03/2000]:
    *”manifesta incapacità ed improduttività politica ed organizzativa”.*
    Questo consigliere comunale si chiamava Maria Stella Gelmini.
    Pochi anni dopo fu scoperta da Silvio Berlusconi ed oggi è il Ministro dell’Istruzione e della Ricerca della Repubblica Italiana.
    Cosa ne dite!?
    I commenti fateli voi. Evviva Rosy Bindi!
    Abbasso chi la insulta e promuove, per avere meno donno intelligenti possibile tra le palle, chi è riconosciuto portatore di manifesta incapacità ed improduttività politica ed organizzativa.
    Saluti da Piacenza,
    Germana

  • Manuela |

    Nemmeno io sopporto le Carlucci, e auspic che Gabriella si eclissi dalla scena politica, non ce la meritiamo. E’ ver che l’Italia è il tempio del potere corrotto, spesso colluso con mafia e camorra, o con la massoneria deviata (di cui spesso è parte integrante, non dimentichiamolo), ma adesso basta!
    La Carlucci condannata non è la sola donna scandalosa di quel partito (e in genere della classe politica).
    In questo blog parlate spesso di Lucca.
    Appunto, adesso vi cito l’iniziativa, raccontata da Elena Colombini, intrapresa proprio a Lucca nei confronti della ministra che si è comperata la laurea e che ha avuto la faccia (come il…) di siedere lo stesso (con la faccia, forse) sulla poltrona di un ministero. Proprio quello che rguarda la materia che non era riuscita a dominare come studentessa.
    Ovvio, si mettono gli ignoranti a capo delle situazioni importanti per poterli manovrare. Come nella Commedia dell’Arte, molti “servi sciocchi” servono al dittatore corruttor-.ricattatore, mafari così potrebbe continuare a essere il più ricco dell’impero, con la sua mandria di servi prezzolati..
    Allora, il gruppo SeL di Lucca ha aderito all’iniziativa “Donna di denari” per una scuola pubblica di qualità, laica e gratuita.
    Lo ha fatto nei giorni scorsi allestendo banchini nelle piazze e nelle strade della città dei Comics e soprattutto dei Games, piena di costruzioni di padiglioni per ogni dove per la Mostra Mercato, e raccogliendo circa 500 firme.
    L’iniziativa è stata molto coinvolgente e di successo e ci ha permesso di parlare con le persone, (insegnanti, genitori, studenti, precari) e monitorare il caos prodotto nella scuola pubblica grazie alla “riforma” Gelmini.
    Il maestro unico, strumento “innovativo” propagandato da questo governo come mezzo per una scuola moderna ed efficiente, in tanti casi ha dato luogo all’alternarsi nelle classi di un numero “straordinario di docenti” (in alcuni casi fino a 6) in barba al criterio della continuità didattica, le classi sono superaffollate (si superano abbondantemente le 26 persone richieste come limite massimo dalla normativa sulla sicurezza) e molte scuole richiedono contributi in denaro per poter garantire uno standard minimo di servizi (soldi per la carta igienica, per i fogli per la stampante ecc.).
    Almeno la carta igienica, per favore! Sennò verremo a pulirci ilculo agli stand direttamente con le copie dei giornalini, ragazzi!
    Non ci sono più denari per fare i laboratori né le gite scolastiche, ma contemporaneamente questo governo vota leggi che prevedono “bonus” per le famiglie che mandano i figli alle scuole private.
    Proprio su questo argomento abbiamo avuto una testimonianza importante: una maestra di scuola elementare ci ha raccontato l’esperienza di un bimbo che aveva frequentato i primi 2 anni di scuola elementare in un istituto privato con ottimi risultati, ma quando al terzo anno è andato in un istituto pubblico ci si è accorti della grave insufficienza della sua preparazione al confronto degli studenti di pari grado.
    Lo sconcerto e l’amarezza dei genitori sono stati grandi ed è stato necessario un lavoro di supporto per poter consentire al bambino di recuperare il “gap” di conoscenza che lo divideva dai suoi compagni.
    Non sono cose assurde, queste riportate?
    Questo a conferma che la scuola pubblica è argomento di grande interesse e in questo momento storico, fonte di preoccupazione per la maggioranza delle famiglie italiane.
    A questo proposito è importante che SeL faccia conoscere le proprie proposte e si schieri al fianco di coloro che considerano il diritto al sapere e ad una formazione qualificata per tutti condizione fondamentale sia per la democrazia sia per lo sviluppo del nostro paese e delle future generazioni.
    Ciao a tutti,
    Manuela Sodini

  • Venanzio |

    Cose micidiali!
    Sconsolante.
    Certo, Per Luigi, ci sono colpe e corresponsabilità sia nella maggioranza (che nego sia tale), sia nell’opposizione (che non fa il suo mestiere, quindi non è tale – di fatto – manco lei).
    Però ci sono tratti specifici delle destre, lo sciovinismo, l’indole a rubare, o meglio la “legittimazione” a rubare, seguendo esempi mooooolto in alto, di chi, avendo fatto tornare in Italia un po’ dei capitali che aveva illegalmente esportato (tanto, lo sappiamo, pensa di avere un popolo di grulli?), potrà pagare i danni per un’azienda che aveva rubato corrompendo i giudici.
    Non dirò a chi mi riferisco, non faccio nomi. Se costui si riconosce nell’identikit che ho fatto… cavoli suoi!
    Vuol dire che sa di aver fatto questo.
    Mannaggia alla Carlucci, in ogni caso!
    E a sua sorella Milly, che non ho sopportato mai!

  • Pier Luigi Gaspa |

    “soltanto 54 fra i 683 collaboratori dei 630 deputati con in tasca il tesserino per accedere alla Camera erano in regola. Soltanto otto su cento.”
    Se ne dedurrebbe quindi che anche i parlamentari dell’opposizione di ora (al governo allora) praticavano (praticano?) lo stesso sistema. Come si fa quindi, se le cose stanno veramente così, a sperare in un cambiamento, in questo Paese? Da chi a chi, se in certi campi sembra vigere una sorta di par condicio dell’illegalità? L’unico termine che mi viene in mente è: sconsolante.
    Pier Luigi

  • Alessio |

    La notizia in un altro Paese avrebbe come conseguenza le dimissioni, ma siamo in Italia, dove al governo ci sono i capi di Gabriella, dai quali forse ha imparato, e se non ha imparato ha insegnato. Insomma, fa parte della stessa gang, come sappiamo.. In sostanza, Gabriella Carlucci, deputata del Pdl, è stata condannata a risarcire una propria collaboratrice che le faceva da assistente personale ma non riceveva i contributi previdenziali, né era ufficialmente contrattualizzata.
    Un servizio choc delle Iene, andato in onda nel marzo del 2007 fa scoppiare lo scandalo degli assistenti parlamentari pagati in nero.
    La Iena Filippo Roma aveva scoperto che soltanto 54 fra i 683 collaboratori dei 630 deputati con in tasca il tesserino per accedere alla Camera erano in regola. Soltanto otto su cento.
    Una vergogna assoluta, anche perché ogni deputato, oltre alla propria indennità con annessi e connessi incassa più di 4mila euro al mese per i collaboratori.
    Ed ecco che una giovane assistente personale dell’Onorevole Carlucci (che tra l’altro non fa soltanto la deputata ma anche la conduttrice tv e la presentatrice di televendite) ha il coraggio di portare in tribunale la ex soubrette.
    E vince la causa.
    La portaborse era stata classificata ufficialmente come “collaboratrice parlamentare non onerosa”.
    E invece le venivano erogati direttamente dalla Carlucci prima 500 euro al mese, poi 1000 dal settembre 2004 al giugno 2006.
    Pur senza che fosse stato mai “sottoscritto né visionato alcun contratto” né fosse stato stipulato “alcun accordo formale”. Il giudice ha sentenziato che le mansioni della portaborse di Gabriella Carlucci “possono agevolmente ricondursi a quelle di una vera a propria segretaria personale ed inquadrate nel livello terzo di cui al contratto collettivo nazionale per i dipendenti di studi professionali”.
    Nella sentenza sono citate anche le dettagliate disposizioni che Gabriella Carlucci impartiva via mail alla sua assistente.
    Io non demordo e continuo a sperare che, se qualcuno di onesto nel partito della Carlucci c’è, visto che è stata condannata, la spinga a schiodare le natiche dalla sedia dell’aula.
    Altrimenti, saraà una conferma che tutti sono complici (penso che andrà così, non m’illudo, e capisco ancora di più perché sbraitino invocando la riforma delle Giustizia a modo loro).

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