GROUCHO MARX E ALFRED HITCHCOCK A CANNES (1972)

Bene, anche se non so dove mettere le mani per i lavori in corso, non posso evitare di sottoporre allo spettabile pubblico che ha il coraggio civile di tollerare Cartoonist Globale questo meraviglioso documento capitatomi fra capo e collo. Riguarda il Festival di Cannes, dove nel 1972 le due figure del cinema americano indicate nel titolo sono state guest stars.

Groucho - Mother Goose

Chi ha messo in rete questo pezzo di storia, o se vogliamo di cronaca della storia, o anche viceversa, tal Afegane dell’Azerbaigian, sembra non sapere cosa stesse dicendo in francese Alfred Hitchcok, che aveva girato da poco il bellissimo Frenzy, unico suo film vietato ai minori di 18 anni al momento della sua uscita.
Di sicuro non lo sa (poiché lo dichiara lui stesso) l’attivissimo Mark Evenier, che ringrazio indirettamente per questa segnalazione.
Il grande (e grosso) critico americano dice che a malapena capiva Hitchcok in inglese e che l’unica volta in cui i due si sono incontrati non è nemmeno certo di cosa si siano effettivamente detti.

Noi siamo di sicuro più fortunati.
Non mi metto a tradurre cosa il flemmatico regista ha detto, con la voce originale e non con quella di Carlo Romano che siamo abituati ad attribuirgli, poiché presumo che da questa parte del mondo lo capiamo tutti.

Pare che questa sia stata una delle ultime uscite di Groucho in pubblico, quando parlava e rispondeva ancora con relativa coerenza (sigh) e la sua accompagnatrice, l’attrice canadese, tristemente famosa, Erin Fleming, era ancora abbastanza sana di mente.

Sopra, un video in due parti anche con lei, morta suicida nel 2003…
E con Debbie Reynolds, che qualcuno ricorderà nella traduzione italiana del suo show, chiamato Ciao, Debbie!, all’interno di Buonasera con Franca Rame, con la sigla animata da Jacopo Fo.

  • LadyBird |

    Non so a quele post rispondere con notizie di attuale nefandezza.
    Lo faccio a questo, per restare in buona compagnia.
    Il Comune di Milano fa un accordo con la Curia per il catechismo in tutte le scuole materne
    «Fosse per me cancellerei un vecchio relitto concordatario come l’attuale ora di religione. In una prospettiva cattolica la formazione religiosa può essere solo una catechesi e nelle scuole statali, che sono pagate da tutti, non si può e non si deve insegnare il catechismo. Lo facciano le parrocchie a spese dei fedeli.
    Perciò ritiriamo i professori di religione dalle scuole pubbliche e assumiamoli nelle parrocchie tassandoci noi credenti».
    A esprimere questa posizione non è il più incallito dei laici. ma uno dei giornaliti e scrittori più cattolici che si possano trovare in Italia, Vittorio Messori.
    A Milano il Comune ha siglato un accordo con la curia per garantire l’insegnamento di religione in tutte le 175 scuole dell’infanzia, a tutti i 23mila iscritti.
    Sono state assunte a tempo determinato 46 educatrici con contratto annuale: maestre segnalate dalla curia che pagheranno i contribuenti.
    Insegnanti di religione che non hanno dovuto superare alcun concorso pubblico, come invece avviene per le altre educatrici, ma avranno stipendio comunale, come il resto del corpo docente nelle materne.
    Un paradosso in tempi di tagli alla scuola che l’assessore Mariolina Moioli non spiega. E per convincere gli alunni stranieri, una lettera della curia tradotta in sei lingue che consiglia ai ragazzi di seguire la lezione di fede cattolica per integrarsi meglio.
    I genitori che non vorranno che i propri figli partecipino all’ora di religione potranno segnalarlo, ma non è prevista un’attività alternativa e questi bambini finiranno in altre classi.

  • Cara Deborah |

    «M’avete intercettata, e ora andate in galera!»
    La vendetta di Deborah Bergamini che dalla Rai è finita in parlamento: è suo l’emendamento che prevede il carcere per i giornalisti che rivelino intercettazioni telefoniche da distruggere
    Nel novembre 2007 Deborah Bergamini era a capo del marketing strategico della Rai. Venne sospesa dai vertici di Viale Mazzini dopo la pubblicazione sui giornali delle intercettazioni telefoniche che rivelarono presunti inciuci tra Rai e Mediaset.
    A distanza di oltre un anno – Deborah è oggi parlamentare del Pdl – la Bergamini si vendica con i giornalisti.
    Pesantemente.
    Alla camera arriva infatti il primo sì al ddl Alfano, e un emendamento che introduce il carcere per i giornalisti. Questo emendamento, guarda caso, porta la firma di Deborah Bergamini, l’ex assistente di Berlusconi che fu abilmente piazzata al marketing Rai e che in borsetta deve avere da qualche parte anche un tesserino da giornalista.
    Alcune sue telefonate, “penalmente irrilevanti”, finirono sui giornali nell’ambito dell’inchiesta Saccà.
    Le intercettazioni sulla Bergamini riguardavano anche il periodo della morte Papa Wojtyla, avvenuta proprio alla vigilia delle elezioni amministrative del 2005.
    Lei si preoccupò di concordare con Mediaset una serie di programmi che dessero “alla gente un senso di normalità, al di là della morte del Papa, per evitare forte astensionismo alle elezioni amministrative”, per evitare insomma che la gente non andasse a votare per Berlusconi.
    La pena prevista nella tremenda vendetta di Deborah per i giornalisti che pubblicheranno intercettazioni per le quali “sia stata ordinata la distruzione” va da uno a tre anni. Già che c’era poteva anche prevedere l’ergastolo.
    E quindi in questo Paese dove chi stupra è fuori, dove chi corrompe o è mafioso viene assolto per decorrenza dei termini, i giornalisti possono andare in galera fino a tre anni per aver fatto il proprio mestiere.

  • Evelina Pereira |

    Lula l’ha detta giusta.
    Adesso i sardi si accorgeranno di cosa li aspetta, e qualcuno diventerà sempre più tronfio, c’è solo da sperare che chi, pallone gonfiato, ha un ego che cresce a dismisura, poi esploda.
    Italia in cui si gioca a guardie e ladri.
    Le prime sono piuttosto sceme (perché non riescono ad acchiapparli) e i secondi la governano e la spremono.
    Ormai i cervelli sono appiattiti per oltre la metà della popolazione.
    Qualcuno penserà a insulti, invece no, la mia è compassione cristiana.
    Mista a pietà.
    Evelina

  • Lula |

    Molto, molto peggio, Ambasciatore!
    00:05 Con 804 sezioni scrutinate, Cappellacci al 49,9%. Soru al 44,9%
    Con 804 sezioni scrutinate, la situazione in Sardegna sembra stabilizzata. Cappellacci scende leggermente sotto il 50% (al 49,98%), mentre Soru sale di poco al 44,91%
    23:52 Cappellacci: “Non mi aspettavo un risultato così”
    “Mi aspettavo una vittoria ma non di queste proporzioni: questi dati ancora non ancora definitivi ci rendono felici”. E’ il primo commento del candidato del centrodestra alla presidenza della Regione, Ugo Cappellacci, che dopo lo scrutinio di oltre 600 sezioni è in testa di circa 5 punti percentuali. Cappellacci sorridente e ottimista preferisce ancora definirsi prudentemente “candidato” ma parla già di “svolta” e di “fallimento” della Giunta Soru.
    Ben, era diritto dei Sardi essere cretini come la maggioranza delle persone del continente. Adesso l’Italia è unita, nel parafascismo imbecille.
    Lula

  • Ambasciatore USA Spogli |

    Maurizio Dati ha scritto un’acuta sintesi dei titoli di domani sui giornaletti buffoncelli italiani, eccovene una sintesi:
    Repubblica: “La Sardegna butta Berlusconi direttamente a mare”
    Corriere della sera: “Vince Soru. Adesso Mastella lascerà il PDl e andrà con Soru”
    Libero: “Vince Soru ma il premier grida ai brogli!”
    L’Unità: “Cappellacci dalla Sardegna all’isola dei famosi”
    Il Giornale: “Di Pietro è un eversivo” (con foto di Piazza Navona… ancora).

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