DETESTO FACEBOOK, a cura di Stefania Bisacco & C. (NUOVA VERSIONE)

Twitter

Stefania Bisacco mi ha inviato questo interessante pezzo, tradotto poco meno di un anno fa, un po’ in fretta (e al quale altrimenti non avremmo avuto accesso).
L’ho immesso in rete e ha suscitato varie reazioni anche in post successivi e su altri blog.
By popular demand, come si dice in USA, lo ripropongo nell’imminenza del Ferragosto, quando parecchie cose sono cambiate, e varie altre son rimaste com’erano.
Nel frattempo mi hanno dedicato un Fan Club su Facebook, curato da Claudia Checcaglini (grazie), e lo stesso Bill Gates, tra gli altri, ha detto peste e corna del social network, definendolo tempo perso.

Insomma, se volete facciamo pure il punto della situazione oggi, mentre infuria la cyberguerra sferrata con l’attacco informatico di giovedì scorso al servizio di microblogging Twitter, rivelatasi in breve un caso di politica internazionale collegato al conflitto russo georgiano.
Questo attacco di hackers particolarmente assatanati ha anche rallentato Facebook e i servizi di blogging LiveJournal e Blogger.

Il responsabile della sicurezza di Facebook Maxe Kelly, ha dichiarato che l’attacco era diretto a un unico utente, un blogger decisamente malvisto che usa come nickname Cyxymu, nome di una città della Georgia e, nelle parole di Kelly: “Tutti gli attacchi avevano come obbiettivo il non far sentire la sua voce”.

Barksomaggiob

Ed ecco le (antiche) parole di Stefania: “A chi ha già il suo profilo su Facebook e a chi ci sta pensando… dedico questo bellissimo articolo apparso sul Guardian… benedetti inglesi!!!”

Con amici come questi …

Facebook ha 59 milioni di utenti – e 2 milioni di nuovi utenti si iscrivono ogni settimana. Ma Tom Hodgkinson non verrà beccato a fornire volontariamente i propri dati personali – non ora conosce le intenzioni delle persone che stanno dietro alla creazione di questo sito e della sua rete sociale.

Tom Hodgkinson –The Guardian

Disprezzo Facebook

Questo business americano dall’enorme successo si descrive come ” uno strumento sociale che collega tra loro gli amici e le persone che lavorano, studiano o vivono insieme”. Ma aspettate. Quale diavolo sarà il motivo che mi costringe ad avere bisogno di un computer per connettermi con la gente intorno a me? Perché i miei rapporti dovrebbero essere mediati attraverso l’immaginazione di un gruppo di supercervelloni originari della California?
Che cosa c’era di male in un pub?

Ma Facebook connette davvero le persone? O forse non ci disconnette, dal momento che invece di fare qualcosa di divertente, come parlare o mangiare o ballare o bere con gli amici, sto semplicemente inviando loro note sgrammaticate e divertenti foto nel cyberspazio, mentre sto incatenato alla mia scrivania? Un mio amico mi ha detto recentemente che aveva trascorso una Sabato notte a casa da solo su Facebook, a bere alla sua scrivania. Che immagine triste. Lungi dal connetterci, Facebook effettivamente ci isola alle nostre scrivanie.

Facebook inoltre lusinga la nostra vanità ed egocentrismo. Se metto una bella immagine di me stesso con un elenco delle mie cose preferite, posso costruire una bella rappresentazione artificiale di me stesso, al fine di ottenere sesso o approvazione. ( “Mi piace Facebook”, ha detto un altro amico. ” mi è valso una scopata.”) Si incoraggia inoltre una preoccupante competitività sull’amicizia: ormai sembra che riguardo agli amici la qualità non conti nulla e la quantità sia sovrana. Più amici hai, migliore sei. Sei “popolare”, nel senso molto amato nelle scuole superiori americane. Ne è testimone il titolo del nuovo giornale su Facebook della Dennis Publishing: “Come raddoppiare la tua lista di amici”.

Sembra, tuttavia, che io sia molto solo nella mia ostilità. Mentre scrivo, Facebook afferma di avere 59 milioni di utenti attivi, di cui 7 milioni nel Regno Unito, il terzo più grande cliente di Facebook dopo gli Stati Uniti e il Canada. Vuol dire 59 milioni di babbei, i quali hanno tutti volontariamente fornito informazioni sulla loro identità e sulle loro preferenze nei consumi a un impresa americana di cui non sanno nulla. Proprio ora, 2 milioni di persone si iscrivono ogni settimana. Al ritmo attuale di crescita, Facebook avrà più di 200 milioni di utenti attivi il prossimo anno a quest’epoca. E prevedo che, se non altro, il suo tasso di crescita accelererà nel corso dei prossimi mesi. Come dice il suo portavoce Chris Hughes: “Si è infiltrato in misura tale che sarà difficile liberarsene.”

Tutto quanto sopra sarebbe stato sufficiente a farmi odiare Facebook per sempre. Ma ci sono altre ragioni per odiarlo. Molte di più.

Facebook è un progetto ben finanziato, e la gente dietro al finanziamento, un gruppo di speculatori della Silicon Valley, ha una chiara ideologia di pensiero sperano di diffondere in tutto il mondo. Facebook è una manifestazione di questa ideologia. Come è già successo con PayPal, si tratta di un esperimento sociale, espressione di un particolare tipo di liberalismo neoconservatore. Su Facebook si può essere liberi di essere chi si vuole essere, fino a quando si accetta di essere bombardati da messaggi pubblicitari delle più grandi marche mondiali. Come con PayPal, i confini nazionali sono una cosa del passato.

Anche se il progetto è stato inizialmente concepito dalla stella dei media Mark Zuckerberg, il vero volto dietro Facebook è Peter Thiel, quarantenne speculatore della Silicon Valley e filosofo futurista.

Ci sono solo tre membri nel consiglio d’amministrazione di Facebook, e sono Thiel, Zuckerberg e un terzo investitore, Jim Breyer della Accel Partners (di lui parleremo dopo). Thiel ha investito 500.000 dollari in Facebook, quando gli studenti di Harvard Zuckerberg, Chris Hughes e Dustin Moskowitz sono andati a incontrarlo a San Francisco nel giugno 2004, subito dopo aver lanciato il sito. Thiel ora possiede il 7% di Facebook, che, con l’attuale valutazione di Facebook di 15 miliardi di dollari, vuol dire circa 1 miliardo di dollari. E’ nato un grosso dibattito su chi fossero davvero i co-fondatori originari di Facebook, ma chiunque fossero, Zuckerberg è l’unico a essere rimasto, anche se Hughes e Moskowitz ancora lavorano per l’azienda.

Thiel è considerato nella Silicon Valley e negli Stati Uniti della speculazione come un genio libertario. E’ il co-fondatore e amministratore delegato del sistema bancario virtuale PayPal, che ha venduto a eBay per 1,5 miliardi di dollari, tenendo 55 milioni per sé. Ha anche un fondo di copertura di 3 miliardi di dollari chiamato Clarium Capital Management e un fondo di capitale di rischio chiamato Founders Fund. Il Bloomberg Markets Magazine lo ha recentemente chiamato “uno dei più grandi gestori di fondi di copertura nel paese”. Ha fatto soldi con le scommesse sul rialzo dei prezzi del petrolio e nel prevedere correttamente l’indebolimento del dollaro.

Lui e i suoi amici assurdamente ricchi di Silicon Valley sono stati recentemente etichettati “La mafia PayPal” dal giornale Fortune, il cui cronista ha anche osservato che Thiel ha un maggiordomo in livrea e una McLaren da $ 500000. Thiel è anche bravissimo a giocare a scacchi e intensamente competitivo. E’ conosciuto per il gesto di lanciare a terra la scacchiera furibondo quando perde. E non si scusa per questa iper-competitività, anzi: il suo motto è “Mostrami un buon perdente e ti mostrerò un perdente”.

Ma Thiel è più di un semplice capitalista avaro e intelligente. E’ un filosofo futurista e attivista neoconservatore. Laureato in filosofia presso la Stanford, nel 1998 ha partecipato alla stesura di un libro chiamato “Il mito della differenza”, che è un attacco dettagliato contro lo spirito libertario e il multiculturalismo che domina la Stanford. Egli ha sostenuto che il “multiculturalismo” ha portato ad una diminuzione delle libertà individuali. Mentre era studente a Stanford Thiel ha fondato una rivista di destra, ancora esistente ed attiva, chiamata Stanford Review – il cui motto è: Fiat Lux (“Sia la luce”).

Thiel è un membro del TheVanguard.org, un gruppo di pressione neoconservatore su Internet che è stato istituito per attaccare MoveOn.org, un gruppo di pressione liberale che lavora sul web. Thiel si autoproclama “antilibertario”.

The Vanguard è gestito da un tale D. Rod Martin, un filosofo-capitalista che Thiel ammira molto. Sul sito, Thiel dice: “Rod è una delle menti più brillanti nella creazione delle idee nuove e necessarie sulle politiche pubbliche. Egli ha una visione più completa dell’America rispetto a quella che hanno la maggior parte dei dirigenti sulle proprie imprese”.

Questo piccolo assaggio dal loro sito vi darà un’idea della loro visione del mondo: “TheVanguard.Org è una comunità online di americani che credono nei valori conservatori, nel libero mercato e in un governo di pochi come mezzo migliore per portare la speranza e opportunità infinite per tutti, specialmente i più poveri tra di noi”. Il loro obiettivo è quello di promuovere politiche che “rimodellare l’America e il mondo”. TheVanguard descrive la sua politica come “Reaganite / Thatcherite”. Il messaggio del presidente dice: “Oggi insegneremo a Moveon [sito liberale], a Hillary e alla media di sinistra lezioni che non hanno mai immaginato”.
Quindi, la visione politica di Thiel non è in dubbio. Cosa dire della sua filosofia? Ho ascoltato un podcast sulle idee di Thiel per il futuro. La sua filosofia, in breve, è questa: dal 17 ° secolo, alcuni pensatori illuminati hanno allontanato il mondo dal “vecchio stile di vita” vincolata alla natura, e qui egli cita la famosa caratterizzazione della vita di Thomas Hobbes come “brutta, brutale e breve”, verso un nuovo mondo virtuale in cui abbiamo conquistato la natura. Il valore ora si situa nelle cose immaginate. Thiel dice che PayPal è stata motivata da questa convinzione: che è possibile trovare il valore non in oggetti fabbricati realmente, ma nelle relazioni tra gli esseri umani. PayPal è un modo di muovere denaro in tutto il mondo senza restrizioni. Bloomberg Markets la mette così: “Per Thiel, PayPal era tutto sulla libertà: consente infatti alle persone di eludere i controlli sulle valute e muovere denaro in tutto il mondo.”
Chiaramente, Facebook è un altro esperimento uber-capitalista: si possono fare soldi sull’amicizia? Si possono creare delle comunità libere dai confini nazionali – e quindi vendergli la Coca-Cola? Facebook è del resto profondamente poco creativa. Non fa nulla, ma media semplicemente rapporti che già esistono.

Il mentore filosofico di Thiel è tale René Girard della Stanford University, fautore di una teoria del comportamento umano chiamato desiderio mimetico. Girard ritiene che le persone siano essenzialmente come pecore e copino l’un l’altro senza molta riflessione. La teoria sembrerebbe essersi dimostrata corretta nel caso dei mondi virtuali di Thiel: l’oggetto desiderato è irrilevante; tutto quello che dovete sapere è che gli esseri umani tendono a muoversi in branchi. Da cui scaturiscono le bolle finanziarie. Di qui l’enorme popolarità di Facebook. Girard è uno degli assidui frequentatori delle serate intellettuali organizzate da Thiel. Ciò di cui non si parla nella filosofia di Thiel, tra l’altro, sono vecchi concetti del mondo reale quali arte, bellezza, amore, gioia e verità.

Internet è immensamente attraente per neocons come Thiel, perché promette un certo tipo di libertà nei rapporti umani e nel mondo degli affari, la libertà da scoccianti leggi nazionali, confini nazionali e simili. Internet apre un mondo di libero scambio ed espansione senza limiti. Thiel sembra anche approvare paradisi fiscali off-shore, e sostiene che il 40% della ricchezza mondiale risiede in luoghi come Vanuatu, Isole Cayman, il Principato di Monaco e le Barbados. Penso che sia far notare che Thiel, come Rupert Murdoch, è contro le tasse. Egli ama anche la globalizzazione della cultura digitale perché rende gli imperi bancari duri da attaccare: “Non è possibile che una rivoluzione dei lavoratori investa una banca, se la banca è in Vanuatu”, spiega.

Se la vita nel passato era brutta, brutale e breve, in futuro Thiel vuole renderla molto più lunga, e a tal fine ha anche investito in una società che sta studiando tecnologie di allungamento della vita. Ha investito 3.5 milioni sui lavori di un gerontologo con sede a Cambridge chiamato Aubrey de Gray, che è alla ricerca della chiave per l’immortalità. Thiel è anche nel consiglio di amministrazione di una cosa chiamata Istituto Particolare per l’Intelligenza Artificiale. Dal suo fantastico sito web, proclama: ” Questo istituto è la creazione tecnologica di un intelligenza più che umana. Ci sono diverse tecnologie … che vanno in questa direzione … … Intelligenza Artificiale, interfacce dirette cervello-computer… l’ingegneria genetica … diverse tecnologie che, se raggiungessero un alto livello, permetterebbero la creazione di intelligenza più che umana “.

Quindi, per sua stessa ammissione, Thiel sta cercando di distruggere il mondo reale, che egli chiama anche “natura”, e installare un mondo virtuale al suo posto, ed è in questo contesto che dobbiamo vedere l’ascesa di Facebook. Facebook è un esperimento deliberato di manipolazione a livello mondiale, e Thiel è un brillante individuo nel pantheon neoconservatore, con un debole per lontane fantasie tecno-utopiche. Non qualcuno che vorrei aiutare ad arricchirsi.

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Il terzo membro del direttivo di Facebook è Jim Breyer, partner della Accel Partners, che ha investito $ 12,7 su Facebook nel mese di aprile 2005. Nel consiglio di amministrazione di giganti americani come Wal-Mart e Marvel Entertainment, è anche un ex presidente della National Venture Capital Association (NVCA). Ora queste sono le persone che stanno veramente dietro a tutto ciò che succede di rilevante in America, perché investono nei nuovi giovani talenti, come Zuckerbergs e simili. il più recente ciclo di finanziamento di Facebook è stato guidato da una società denominata Greylock Venture Capital, che ha investito la somma di $ 27.5m. Uno dei dirigenti della Greylock partner è Howard Cox, un altro ex presidente della NVCA, che è anche nel consiglio di amministrazione della In-Q-Tel. Che cos’è In-Q-Tel?

Beh, che ci crediate o meno (e controllate il loro sito web), questo è l’ala del capitale a rischio della CIA.
Il Dipartimento della difesa degli USA e la CIA amano tecnologia perché rende più facile lo spionaggio. “Abbiamo bisogno di trovare nuovi modi che agiscano da deterrente per i nuovi avversari”, il segretario della difesa Donald Rumsfeld ha dichiarato nel 2003. “Abbiamo bisogno di fare il salto nell’età dell’informazione, che è il fondamento critico dei nostri sforzi di trasformazione”. il primo presidente di In-Q-Tel è stato Gilman Louie, che è stato nel consiglio di amministrazione della NVCA con Breyer. Un’altra figura chiave nella In-Q-Tel è Anita K. Jones, ex direttore della ricerca e di ingegneria della difesa per il dipartimento statunitense della difesa, e – con Breyer – membro del Board di BBN Technologies.

Quando ha lasciato il dipartimento statunitense della difesa, il senatore Chuck Robb ha detto di lei: “Ha unito la tecnologia militare all’operatività per progettare piani dettagliati ingrado di sostenere la posizione dominante degli Stati Uniti sui campi di battaglia del prossimo secolo”.

Ora anche se non credete all’idea che Facebook sia una sorta di estensione del programma imperialista americano incrociato con uno strumento di raccolta di massa delle informazioni, non c’è modo di negare che, come business, è una vera genialata. Alcuni nerds hanno suggerito in rete che la sua valutazione di 15 miliardi di dollari sia eccessiva, ma mi permetto di sostenere che sia invece fin troppo modesta. La sua portata è davvero vertiginosa, e il potenziale di crescita è praticamente illimitato. “Vogliamo che tutti siano in grado di utilizzare Facebook”, spiega la voce impersonale del Grande Fratello sul sito web. Ci credo che lo desiderano.. E’ l’enorme potenziale di Facebook che ha portato Microsoft ad acquistare 1,6% per 240 milioni. Una recente voce dice che l’investitore asiatico Lee Ka-Shing, il nono uomo più ricco del mondo, ha comprato lo 0,4% di Facebook per $ 60m.

I creatori del sito devono solo gingillarsi con il programma. Generalmente, stanno seduti e guardano milioni di Facebook-dipendenti caricare volontariamente le loro informazioni personali, foto ed elenchi dei loro oggetti di consumo preferiti. Una volta che ha beneficiato di questo vasto database di esseri umani, Facebook semplicemente vende le informazioni agli inserzionisti, o, come Zuckerberg la mette in un recente post sul blog, “per cercare di aiutare le persone a condividere le informazioni con i loro amici sulle cose che fanno sul web “.

E anzi, questo è proprio ciò che sta succedendo. Il 6 novembre dello scorso anno, Facebook ha annunciato che 12 marche globali erano salite a bordo, incluse Coca-Cola, Blockbuster, Verizon, Sony Pictures e Condé Nast. Tutti formati nella commercializzazione di stronzate del più alto livello,, i loro rappresentanti hanno commentato entusiasti come segue.

“Con le pubblicità di Facebook, i nostri marchi possono diventare parte del modo in cui gli utenti comunicano e interagiscono su Facebook”, ha detto Carol Kruse, Vice Presidente marketing interattivo globale della Coca-Cola Company. “Riteniamo che si tratti di un modo innovativo per coltivare rapporti con milioni di utenti di Facebook, permettendo loro di interagire con Blockbuster in modi convenienti, pertinenti e divertenti”, ha affermato Jim Keyes, presidente e amministratore delegato Blockbuster. “Questo va al di là delle creazioni pubblicitarie. Si tratta di Blockbuster che partecipa alla comunità dei consumatori in modo che, in cambio, i consumatori si sentano motivati a condividere i benefici del nostro marchio con i loro amici”. “Condividere” nel linguaggio di Facebook sta per “pubblicizzare”. Iscriviti a Facebook e diventerai un inserzione libera di camminare e parlare per Blockbuster o Coca-Cola, esaltando le virtù di queste marche ai tuoi amici. Stiamo assistendo alla mercificazione dei rapporti umani, l’estrazione di valore capitalista dalle amicizie.
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Ora, dal confronto con Facebook, i giornali, ad esempio, ne escono irrimediabilmente obsoleti come modello di business. Un giornale vende spazi pubblicitari per aziende che vogliono vendere qualcosa ai propri lettori.

Ma il sistema è molto meno sofisticato di Facebook per due motivi. Uno di questi è che i giornali devono sopportare la noiosa spesa di pagare i giornalisti per fornire contenuti. Facebook ottiene il suo contenuto gratuitamente. L’altra è che Facebook può individuare il target della sua pubblicità con precisione di gran lunga superiore a un giornale. Ammettete su Facebook che il proprio film preferito è Hellboy, e quando un film del genere uscirà, potete essere certi che vi invieranno la pubblicità.

E’vero che Facebook di recente si è messo nei pasticci con Beacon, il suo programma di pubblicità. Agli utenti è stato notificato che uno dei loro amici aveva fatto un acquisto in alcuni negozi on-line; 46.000 utenti hanno ritenuto questo livello di pubblicità invadente, e firmato una petizione denominata “Facebook! Smettila di invadere la mia privacy!”

Zuckerberg si è scusato sul blog dell’azienda. Ha scritto che ora hanno cambiato il sistema e invece che distaccarsi si dovrà decidere di partecipare al programma. Ma ho il sospetto che questa piccola ribellione sull’essere così spietatamente mercificati sarà presto dimenticata: dopo tutto, vi è stato un clamore nazionale da parte del movimento delle libertà civili, quando l’idea di una forza di polizia è stato dibattuto nel Regno Unito a metà degli anni 19 ° secolo.

Inoltre, avete mai voi utenti di Facebook effettivamente letto l’informativa sulla privacy? Si dice che non avete molta vita privata. Facebook finge di essere per la libertà, ma non è davvero più simile ad un regime totalitario virtuale ideologicamente motivato, con una popolazione che sarà molto presto superiore a quella del Regno Unito? Thiel e gli altri hanno creato il proprio paese, un paese di consumatori.
Ora potreste, come Thiel e gli altri nuovi maestri del cyberverso, trovare questo esperimento sociale estremamente eccitante. Ecco finalmente lo stato illuminista tanto desiderato da quando i Puritani del 17 ° secolo hanno navigato verso l’America del Nord, un mondo in cui ognuno è libero di esprimersi a proprio piacimento, in base a chi sta guardando. I confini nazionali sono una cosa del passato e tutti insieme salterelliamo in un libero spazio virtuale. La natura è stata conquistata grazie alla la sconfinata ingenuità dell’uomo. Sì, e si può decidere di inviare al geniale investitore Thiel tutti i propri soldi, e certamente aspettate con impazienza per la quotazione pubblica dell’inarrestabile Facebook.

Francesca

Oppure si potrebbe riflettere sul fatto che non si vuole davvero essere parte di questo programma pesantemente finanziato per creare un arida repubblica virtuale globale, dove noi stessi e le nostre relazioni con i nostri amici sono convertiti in beni in vendita a gigantesche marche mondiali. Potresti decidere che non desideri essere parte di questa offerta pubblica di acquisto per il mondo.

Per parte mia, mi ritiro del tutto dalla cosa, rimango sconnesso il più possibile, e trascorro il tempo che risparmio da Facebook facendo qualcosa di utile, come leggere libri. Perché dovrei voler sprecare il mio tempo su Facebook, quando non ho ancora letto l’Endymion di Keats? E quando ci sono semi da seminare nel mio giardino? Non voglio ritirarmi dalla natura, vorrei ricollegarmi ad essa. Dannata aria condizionata! E se voglio connettermi alla gente intorno a me, vorrei tornare ad un vecchio pezzo di tecnologia. È gratuito, facile e offre una esperienza individuale davvero singolare di condivisione delle informazioni: è chiamato parlare.

Facebook sulla privacy
Solo per divertimento, provate a sostituire le parole ‘Grande Fratello’ ogni volta che leggere la parola ‘Facebook’

1
Vi pubblicizzeremo

“Quando si utilizza Facebook, è possibile impostare il profilo personale, stringere relazioni, inviare messaggi, effettuare ricerche e query, formare gruppi, creare eventi, aggiungere applicazioni, e trasmettere le informazioni attraverso vari canali. Raccogliamo queste informazioni in modo che si possa fornire il servizio e offrire funzionalità personalizzate “.

2
Non è possibile eliminare nulla

“Quando si aggiornano le informazioni, verrà mantenuta una copia di backup della versione precedente per un periodo di tempo ragionevole per consentire il ritorno alla versione precedente di tali informazioni.”

3
Chiunque può dare uno sguardo alle tue più intime confessioni
“… Non possiamo garantire che i contenuti degli utenti pubblicati sul sito non verranno visualizzati da persone non autorizzate. Non siamo responsabili per qualsiasi elusione delle impostazioni di privacy o delle misure di sicurezza contenute nel sito. Comprendi e riconosci che, anche dopo la rimozione, la riproduzione di contenuti dell’utente può rimanere visibile nell’archivio della cache o delle pagine o se altri utenti hanno copiato e incollato i tuoi contenuti utente “.

4
Il vostro profilo di marketing da noi creato sarà imbattibile
“Facebook potrà anche raccogliere informazioni su di te da altre fonti, come i giornali, i blog, i servizi di messaggistica istantanea, e gli altri utenti del servizio di Facebook attraverso il funzionamento del servizio (ad esempio, i tag foto), al fine di offrirti informazioni utili e una esperienza più personalizzata “.

5
Uscirne non significa uscirne
“Facebook si riserva il diritto di inviare avvisi sul tuo conto, anche se avrai eliminato volontariamente tutte le notifiche via email “.

6
La CIA potrebbe guardare la tua roba quando gli va.
“Con Facebook, acconsenti ad avere i tuoi dati personali trasferiti e elaborati negli Stati Uniti… Potremmo essere tenuti a divulgare informazioni sugli utenti ai sensi della legge, come in caso di citazioni o ingiunzioni, o in conformità con le leggi . Noi non riveleremo informazioni fino a quando non avremo saremo convinti che una richiesta di informazioni da parte delle autorità giudiziarie o di privati contendenti soddisfa le norme di legge in corso di validità. Inoltre, potremo condividere le informazioni sull’utente o altre informazioni, se riterremo che sia necessario per conformarsi alla legge, al fine di proteggere i nostri interessi o dei beni, per prevenire le frodi o altre attività illecite perpetrate attraverso il servizio di Facebook o utilizzando il nome Facebook, o per evitare pericoli imminenti. Ciò può includere la condivisione delle informazioni con altre società, avvocati, agenti o agenzie governative “.
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NOTA: Le quattro immagini che ho inserito non c’entrano nulla.
Sono tratte da un catalogo, impostato da Carlo Chendi e pubblicato dalla Comic Art nel 1994, che raccoglie vari omaggi indirizzati a Carl Barks in occasione del suo tour europeo.
Barks se n’è andato ormai da quasi dieci anni, ma fa comunque sempre un po’ d’impressione constatare che dei regali fattigli adesso sono all’asta su eBay, come questo mio originale, e quelli di Francesca Ghermandi e Nicola Mari.
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ATTENZIONE: Il resto della discussione su questo tema si trova a questa pagina

  • Luca Boschi |

    Caro Paolo,
    buongiorno! Ti rispondo con un bel po’ di ritardo…
    E lacunosamente.
    Credevo di averlo fatto, ma evidentemente il mio messaggio è sparito, si è dissolto! Alla faccia della tecnlogia web!
    Claudia mi ha anche fatto sapere che hai scritto qualcosa nelle pagine del mio Fan Club; grazie per tutto!
    Anch’io, con la memoria da pachiderma che (dicono gli altri) mi ritrovo, ricordo tutto. Compreso il fatto di aver condiviso con te, un giorno, nel mio giardino di allora (sotto un cedro del Libano abbattuto da tempo immemorabile) lo studio di alcune storie a fumetti. Non sapevo chi fosse Romano Scarpa, ma confrontando alcune pagine di “Topolino e la Dimensione Delta” e “Topolino e il Pippotarzan”, convenivamo che si trattava della stessa mano.
    E so anche di aver usato un’espressione “aver subodorato tutto”, che avevo imparato proprio dalle pagine della prima delle due storie…
    Spero che, per quanto ti riguarda, tutto fili liscio come deve andare. Questa vita fumettistica è irta di complicazioni, specie in un periodo di crisi (negata dal Governo, ma si tratta di una delle solite balle) assurdo che porterà tra un mese al de profundis di varie iniziative, testate, serie, personaggi, con la conseguente perdita di lavoro per tanti colleghi, disegnatori, sceneggiatori e così via.
    Se segui questo blog, vedrai, non sarà possibile evitare di trattare questi argomenti.
    A presto, rileggiamoci!
    Luca (ex compagno di banco, per un po’).
    PS: Ricordi perfettamente, il mio omonimo (ma alto e biondo), in seconda elementare aveva un mese meno di me, e noi a nostra volta un anno meno di voi…
    Anche senza Facebook non si sfugge a questo tipo di rievocazioni!

  • paolopt |

    io penso che FB sia come ogni nuova scoperta o nuovo mezzo di comunicazione: né buono né cattivo di per sé, diventa buono o cattivo a seconda dell’uso che se ne fa.
    Il rischio è che fra i milioni di persone che ne fanno uso, ce ne sono alcuni che ne fanno un cattivo uso per cui il mezzo di comunicazione diventa cattivo e soprattutto invadente e poco rispettoso delle persone. Io sono entrato in questo meccanismo da pochissimo tempo ed è pochissimo il tempo che gli dedico: mi limito a contattare alcuni amici e scambiare quattro chiacchiere con loro; qualche volta vado a vedere i siti di personaggi pubblici ed è facendo così che ho ritrovato Luca Boschi, che non vedo da moltissimi anni ma che conosco dai tempi della prima elementare alle scuole Carradori di Pistoia. Ciao Luca, complimenti per il tuo lavoro che ti ha reso famoso in un settore che ci riporta indietro nel tempo e ci proietta nel futuro, già da bambino avevi la tua strada scritta: mi ricordo perfettamente i disegni dei personaggi di Walt Disney che uscivano dalla tua matita e che aspettavano solo uno schiocco di dita per animarsi. Speriamo di rivedersi un giorno. Paolo Palandri.

  • Toni |

    Stefania, leggo in ritardo il tuo articolo…. ma ti dico solo… continua ad informarci e non dar retta alle critiche. Poi ognuno è libero di fare ….ciò che meglio pensa! Ciao

  • Hellana di Pavia |

    Ci sono altri amici e amich che ce l’hanno con Face Book, per esempio Gnegna, che scrive alle 23:38 di giovedì, 18 dicembre 2008:
    Cari stronzi,
    avrei tante cose da dirvi, ma non mi va. Stavo facendo un ragionamento profondo, prima, sulla tazza del bagno, poi l’ho scordato. Comunque coinvolgeva me e il rapporto col mondo virtuale, fatto di ambivalenza mista a ambivalenza. Il risultato è stato chiudere feisbuc. Devo dire che un po’ mi dispiace non far più parte del gruppo su laura pausetti o fare i quiz per scoprire quanti peli ho sotto le ascelle.
    Eccetera.

  • andrea |

    Ho un facebook da poco più di un mese e per quella che è la mia breve esperienza:
    ho una 50ina di amici e sono tutte persone che conosco direttamente e quasi nessuno pubblica cose troppo private nel suo stato o se le pubblicano credo siano coscienti di farlo.
    La comunicazione con questi amici non è limitata a facebook, però spesso ritengo piacevole sapere cosa varie persone faranno una certa sera ed anche più comodo e meno fastidioso per gli altri chessò di fare telefonate a ripetizione. Ed magari ritengo anche piacevole far sapere a qualche amico che ho fatto o farò una determinata cosa, non perchè così divento un figo, ma perchè come lo racconterei al pub lo posso raccontare lì, visto che non è che tutti gli amici abitano sotto casa.
    Anche io ho passato più di una sera a bere birra con un amico davanti al pc, non su facebook ma su skype in videoconferenza e, visto che è una persona che conosco da 15 anni (ed io ho 25 anni) e che da qualche anno abitiamo a 700km di distanza, scambiare 4 chiacchiere con un amico che si può vedere di persona 1 o 2 volte l’anno è piacevole e più comodo che vedersi al pub :D, se l’avessi fatto con uno che abita a 100m da me la cosa sarebbe un po’ diversa.
    Per quello che riguarda la costruzione di profili per sembrare “fighi” succede molto raramente su facebook mentre su altri social network tipo myspace + o – succede sempre (sempre per quella che è la mia esperienza).
    Venendo alla questione dei creatori e della privacy, cose ben più importanti, compro servizi/prodotti da molte società e ben poche di queste hanno dietro persone anche solo lontanamente etiche, spesso non ci sono alternative oltre a non acquistare, nel caso di facebook sono ben cosciente di pagare il servizio con i fatti miei che decido di pubblicare.
    Per quanto riguarda la privacy, consideriamo altre forme di comunicazione col pc es instant messenger tipo msn e servizi mail, es. gmail, queste danno l’idea di confidenzialità della comunicazione (io scrivo verso l’indirizzo mail del mio conoscente e la mail arriva al mio conoscente, così come “chatto” col mio conoscente) mentre in realtà sono dati che viaggiano in chiaro (quindi ben leggibili) nel web, passano dal mio fornitore di servizi, servizi che vengono da me pagati, come per facebook, con i dati che comunico quindi permettendo al fornitore di tracciare un mio profilo. La cosa è ben più importante di quello che pubblico su un profilo + o – pubblico primo perchè dovrebbero essere cose confidenziali anche se sto comunicando la mia ricetta per una torta e secondo perchè esistono e sono alla portata di tutti tecnologie che permetterebbero di preservare la confidenzialità delle comunicazioni (gpg, otr, piccoli programmini banali da usare) e che equivalgono più o meno alla busta da lettera mentre vengono viste dalla maggior parte delle persone come qualcosa che deve usare solo chi “ha qualcosa da nascondere”….

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