O popolo di eroi, di santi, di utilizzatori (finali), salve!
Oggi non ci sono notizie specifiche su questo blog.
Chi volesse sapere qualcosa su fumetti, film animati, illustrazione e altro, può rileggersi quelli dei giorni passati e attendere (magari con ansia) quelli che verranno.
Non so quanti altri blog di Nòva stanno facendo lo stesso, in ogni caso Cartoonist Globale aderisce allo sciopero dei blog indetto già da qualche tempo con un “rumoroso silenzio”.
Inteso non solo come astensione dalla scrittura, ma anche come sostegno alla manifestazione della stampa e comunicazione assortita prevista per oggi a Roma, alle 19 a Piazza Navona.
Contro cosa?
Contro il decreto Alfano (o “decreto intercettazioni”, chiamatelo come vi pare), anzi contro un suo articolo specifico, quello che prevede – recita il Manifesto di “Diritto alla Rete”, che è il nome dell’iniziativa: “contro il cosiddetto obbligo di rettifica, pensato sessant’anni fa per la stampa, e che se imposto a tutti i blog (anche amatoriali) e con le pesanti sanzioni pecuniarie previste, metterebbe di fatto un silenziatore alle conversazioni on line e alla libera espressione in Internet”.
In sostanza, gli estensori di quella legge hanno pensato che oltre al bavaglio che sarebbe imposto ai giornalisti (non venduti, merce piuttosto rara in questi tempi di voltagabbane frenetiche e di massa nonché di salto in corsa sul carro del – temporaneo – vicitore), aggravato anche da pesanti sanzioni pecuniarie agli editori, si potesse finalmente mettere un vincolo serio ai blogger che dovessero incorrere in una inesattezza grave, e quindi nella necessità della rettifica. Peraltro una questione già regolata da leggi.
Se il blogger non ottempera all’obbligo, ci sono sanzioni tali (oltre i diecimila euro) da scoraggiare qualsiasi espressione libera da parte di privati che non dispongono né dei soldi né degli avvocati né della voglia di mettersi nei guai.
Ed è questo il punto, non il rifiuto di ripristinare la verità rispetto ad affermazioni false, ma la natura intimidatoria e dissuasiva della misura che è oggetto della protesta.
L’idea è nata da un giornalista blogger, Alessando Gilioli, in forza anche all’Espresso (uno dei pochi settimanali non conformati alla censura più o meno preventiva del Governo) e dal giurista Guido Scorza, che si occupa di diritti e di censura in rete.
In un primo momento prevedeva che la protesta si svolgesse in coincidenza con lo sciopero dei giornalisti contro quel provvedimento. Lo sciopero è stato in seguito rinviato, ma hanno confermato la loro manifestazione blogger di ogni area politica (ma anche non politici) ed esponenti di diversi partiti e associazioni.
Tra gli altri: Ignazio Marino (candidato PD alle Primarie), Vincenzo Vita, Francesco Verducci, Antonio Di Pietro (Idv), Pietro Folena (Partito della Sinistra Europea), Amici di Beppe Grillo di Roma, Calabria e Taranto; Articolo 21, Per il Bene Comune, Partito Liberale Italiano (PLI). Hanno aderito a titolo personale anche Giuseppe Civati, Sergio Ferrentino, Massimo Mantellini, Alessandro Robecchi, Claudio Sabelli Fioretti, Ivan Scalfarotto, Luca Sofri, Marco Travaglio e Vittorio Zambardino.
Anche alcuni parlamentari della maggioranza (come Antonio Palmieri e Bruno Murgia), benché non andranno in piazza, hanno espresso la loro contrarietà alla norma imbavaglia-Rete presente nel ddl del Guardasigilli.
Sarà in piazza Navona anche il professor Derrick de Kerckhove, guru della Rete e docente all’Università di Toronto.
Verrà infine annunciata la costituzione della Consulta permanente per il Diritto alla Rete: avrà l’obiettivo di aprire un tavolo di confronto tra il mondo della Rete e la politica, che tenga conto della libertà di espressione e di informazione, e soprattutto delle necessità di chi la Rete la vive ogni giorno come utente e cittadino.
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Più che legittima è la perplessità sulla forma di strategia adottata espressa da Paolo Moisello, solerte vignettista di afNews, del quale cito la vignetta pubblicata oggi (© Moise), presente su Araba Fenice News (grazie!) e su Flickr.
Paolo Moisello, nel commentare la sua (già di per sé eloquente) vignetta, fa riferimento fa gli altri a questa opinione, espressa da Paolo Coen.
In fondo mi sono messo in linea anch’io: pur di non scrivere nulla di fumetti eccetera, ho partorito un post lunghetto anzichenò che spiega le ragioni di questa protesta.
Per chi volesse leggere tutto il manifesto e le caratteristiche del “rumoroso silenzio” l’indirizzo di Diritto alla Rete è questo.