In questi giorni ci capita di associare l’Argentina ad avvenimenti fumettistici tristi, con la scomparsa, a distanza di pochi giorni, di Jaime Diaz e di Andrès Cascioli.
Oggi, che Stefania Bisacco ci segnala l’ennesimo blog interessante, quello di Miss Kappa, tutto incentrato sul terremoto in Abruzzo, le sue conseguenze, le speculazioni, le promesse e le nefandezze annesse, torna d’attualita una vignetta pubblicata in Argentina (quella che mostro in apertura), uscita sul quotidiano Pagina 12.
Come ben spiega nel suo blog Andrea Meccia. “questa vignetta parla dell’ammiraglio argentino Emilio Massera, iscritto alla Loggia P2 di Licio Gelli, uno dei massimi responsabili dell’Esma, la Scuola di Meccanica della Marina argentina a Buenos Aires, dove iniziarono i voli della morte e dove migliaia di persone vennero torturate e uccise.”
Ho accennato nel post su Andrès Cascioli agli atti criminali compiuti dai soldati in quelle circostanze.
Come descrivo in Irripetibili, sul momento la comunità internazionale non comprende la portata del fenomeno. Alcuni governi, in realtà, fingono addirittura di non capirlo, perché i loro paesi intrecciano degli ottimi affari con la dittatura postnazista del generale Videla; il denaro che incassano, apparentemente, non sa odore di sangue.
Così, alle spalle dei 30 mila desaparecidos prodotti dai militari criminali, l’industria bellica tedesca rimpolpa le sue casse; la Siemens riceve un risarcimento miliardario che richiedeva da anni; loschi traffici si architettano con l’occasione dei Mondiali di calcio del 1978.
Sulle prime, nemmeno i parenti e gli amici dei desaparecidos afferrano bene la portata di quanto accade, perché nei commissariati e nelle caserme si sbandiera la versione
ufficiale delle fughe clandestine all’estero; nessuno sospetta che gli oppositori al crudele regime sono caricati su aerei militari e fatti piombare, vivi, nell’oceano.
Quando qualche verità emerge, anche perché i corpi straziati degli oppositori sono spinti dalla corrente sulle spiagge turistiche del vicino Uruguay, un raggelante terrore pietrifica la capacità di reazione della gente.
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Come racconta Massimo Carlotto: “Ogni tanto un desaparecido veniva rilasciato perché raccontasse quanto avveniva nei campi con il preciso intento di seminare il terrore. Nessuna organizzazione della resistenza riuscì a contrastare il metodo repressivo e il resto degli argentini rimase a guardare. Tranne le madri e le nonne. Uno dei più grandi errori dei golpisti fu quello di sottovalutare le donne. L’impossibilità di razionalizzare il dolore per l’assenza di una tomba su cui poter piangere la morte dei propri figli le trasformò in nemiche irriducibili della dittatura. Conquistarono fisicamente la piazza davanti al palazzo presidenziale e fecero conoscere al mondo la tragedia argentina.”
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Ora, uno dei massimi responsabili di questa strage insensata, appunto il generale piduista Massera, verrà processato in Italia, perché accusato (nello specifico) di concorso nella morte di tre cittadini di origine italiana durante la dittatura militare.
E torniamo a noi, o meglio alla vignetta di Pagina 12.
Uno dei due tizi afferma che Massera non verrà affatto in Italia (fonti ufficiali dicono che è gravemente ammalato). L’altro tizio, o se preferiamo l’altro caio, replica che l’Italia non lo vuole perché quanto a sciagure gli basta già il terremoto che l’ha colpita.
Non fa molto ridere, ma tant’è.
Il resto dei commenti nel blog sopracitato, In quello di Miss Kappa, invece, si fanno un po’ di conti sulla situazione attuale, che suscita il malumore di chi, come lei, è rimasta colpita.
Stanotte un po’ di conti. Conti spiccioli. Conti semplici.
Ogni terremotato costa allo stato italiano, quindi ai contribuenti, circa cinquanta euro al giorno. La spesa per le tendopoli è calcolata di un milione e mezzo al giorno per un totale di circa ventiquattromila sfollati.
Gli albergatori sulla costa ricevono quarantotto euro al giorno per ogni ospite. Una famiglia media di quattro persone ci costa seimila euro al mese.
Immaginate se alla famiglia in questione fosse dato questo denaro contante. Sarebbero più che benestanti. Potrebbero organizzare la loro vita da soli e potrebbero gestire più che egregiamente il loro stato temporaneo di sfollati. Immaginate di dire sempre a questa famiglia : noi spendiamo per voi seimila euro al mese, che ne direste di prenderne tremila, così, per risparmiare? Immagino che tutte le famigliole sarebbero più che felici. Credo che mediterebbero di erigere un monumento a Bertolaso e porterebbero in trionfo Berlusconi.
Io per prima. Ora invece facciamo il mio caso e quello di altri pochi resistenti che hanno provveduto ad una sistemazione autonoma. Noi riceviamo, o meglio, dovremmo ricevere, ché non vediamo ancora un soldo, cento euro al mese procapite. Cento euro contro i millecinquecento degli altri sfollati.
Non vorrei essere maliziosa, ma mi sembra che questo trattamento così iniquo voglia costituire un deterrente al voler provvedere a se stessi, all’essere liberi, al non pesare sullo stato.
Questi conticini non mi tornano affatto. Pensate che io sia troppo maliziosa nel credere che qualcuno guadagna su questo movimento di danaro? Che i vostri, i nostri, denari finiscano in altre tasche che non sono quelle dei terremotati?
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La risposta ai nostri visitors…
Sparse nel testo, altre immagini di disegnatori argentini e (sotto) un eccezionale documento filmato in chiusura, con Ramòn Columba e… il creatore di un famoso ratòn in vista da quelle parti nell’anno di grazia 1941.
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