ANDRÉS CASCIOLI E L’HUMOR PERDUTO

Cascioli a 72

Il suo sorriso non si può dimenticare.
Uno dei più grandi artefici del fumetto argentino dell’ultimo mezzo secolo (autore, editore, redattore, all’occorrenza anche agente) Andrés Cascioli, già creatore e editore delle fortunate riviste Humor, SuperHumor e Fierro, se n’è andato a 72 anni, dopo aver perduto la sua lunga battaglia contro il cancro.

Cascioli era nato nel 1936 alla periferia di Buenos Aires, in particolare nel distretto di Avellaneda. Almeno negli ultimi tre decenni aveva disegnato vignette e illustrazioni per le testate argentine più importanti, e soprattutto, come accennavo sopra, è stato il creatore della bella (indispensabile) rivista Humor, periodico dal titolo “blando” e non agguerrito come la precedente Satiricòn (per esempio) in modo da non disturbare troppo, almeno in apparenza, la giunta militare all’opera con i suoi crimini dittatoriali in Argentina.

Humor altra
Humor cover In Irripetibili ho dedicato un paragrafo anche alla descrizione, a grandi cenni, dell’accanimento persecutorio che il generale Jorge Rafael Videla (condannato all’ergastolo e attualmente detenuto – agli arresti domiciliari per motivi di età – con l’accusa di sequestro di minori) e i suoi militari avevano diretto in modo criminale contro esponenti di spicco del Fumetto argentino, in particolare contro il desaparecido (per loro causa) Hèctor Oesterheld, Maestro sceneggiatore del quale in Italia i suoi stessi amici e colleghi ignoravano la sorte. Ma sono sempre solo racconti circoscritti e superficiali di una grande epopea del fumetto e della vignetta, quella argentina, che meriterebbe ben altri approfondimenti: una storia con pagine gloriose e tragiche, dove la situazione politica e sociale, come sempre, determina le scelte artistiche degli individui e dei gruppi, con i loro splendori e le loro miserie.

Di fatto a Humor avrebbero collaborato molti cartoonists famosi (ma quasi ignoti dalle parti nostre, con qualche eccezione), fra cui Tabarè (uscito da noi con alcune sue serie su Humour della Comic Art e sui settimanali dell’Eura Editoriale), Alfredo Grondona White, Roberto Fontanarrosa, Izquierdo Brown, Viuti (spesso sul nostro Totem Comic negli anni Novanta, prima della sua scomparsa), Crist, Maitena, Raùl Fortìn e svariati altri: il meglio del giornalismo satirico e della comicità grafica dell’Argentina.

Humor era stato lanciato nel 1978, ed era destinato a divenire in breve una vera e propria icona del suo tempo, grazie alle critiche che (pericolosamente per direttore e redattori) impartiva con regolarità ai capi della dittatura militare (1976-1981).

Personalmente avevo conosciuto Andrés un umptilione di anni fa, poco dopo la caduta della dittatura, gli avevo fatto un paio d’interviste, una delle quali, cartacea, documentata dalla foto sotto e comparsa (credo, dovrei controllare) sull’edizione italiana di Métal Hurlant. Con me, tra gli altri, c’era anche un anziano corrispondente del Corriere della Sera che fece uscire il giorno seguente un bel servizio sul quotidiano milanese col titolo Vivere pericolosamente in Argentina.

Luca e Andrès-intervista blog
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Da allora, ogni mese Cascioli avrebbe inviato da Buenos Aires a me e a pochi altri italiani, fra i quali sicuramente Oreste del Buono, le riviste Humor e SuperHumor, in buste beige di carta da pacchi col marchio della sua etichetta: Ediciones de la Urraca (“della gazza”, raffigurata in silhouette nera).
Poi, sarebbe giunto anche Fierro, risposta argentina a Heavy Metal e a Métal Hurlant, un altro mensile per appassionati di fumetto “puro” che a fianco di firme scontate come Moebius o Pratt, stampati per la prima volta da quelle parti, poiché negli anni della dittatura militare naturalmente non era giunto praticamente nulla di quanto si muoveva nel resto del mondo sulla scena fumettistica, rimpinguata di vari artisti della historieta come Francisco Solano Lopez e Carlos Nine, e come i copertinisti Ciruelo e Oscar Chichoni, del tutto ignoti in Europa.
Satiricòn

Quando Chichoni passò dall’Italia in occasione di un Salone Internazionale dei Comics di Lucca di fine anni Ottanta, raccolsi casualmente io la telefonata alla segreteria del Festival, dove lavoravo nel settore animazione. La signora che gli faceva da interprete per l’occasione e lo stesso Oscar si stupirono molto che qualcuno lo conoscesse bene da queste parti, dandogli udienza immediata nel sancta sanctorum del festival, negli uffici del Teatro del Giglio. Merito delle riviste di Andrès, che in modo indiretto hanno permesso l’esposizione immediata delle copertine di Chichoni a Lucca, con suo successo e gratificazioni artistico-commerciali, anticamera della decisione del copertinista di Fierro di stabilirsi per un lungo periodo in Italia.

Nella sua articolata carriera, Cascioli, in veste di saggista, aveva anche scritto dei libri sui temi a lui cari, come 30 años de humor político y otras perversiones (“30 anni di umorismo politico e altre perversioni”), La revista Humor y la dictadura (“La rivista Humor e la dittatura”), e The dictionary of Argentine Rock.

Per chi incocciasse in questo articolo senza capire una parola d’italiano, copio un ricordo di Andrés nella sua lingua e in inglese redatto da Federico Antin (grazie!), tratto dal suo bel sito Euskir’s Txoko, scritto in buona parte in spagnolo, ma con parti anche adatte agli anglofoni.
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No hay forma de entender la historia del humor gráfico en Argentina sin Andrés Cascioli, y al mismo tiempo, no pueden entender la dura lucha contra la dictadura militar (1976 – 1983) sin la fantástica creación de Andrés Cascioli, la revista “Humor”.
Atrevidos reportajes, ni siquiera incluídos en los mayores periódicos de Argentina, estaban en cada edición de “Humor”, la revista fue mucho más inteligente y agresiva que un previo trabajo de Andrés Cascioli, la revista “Satiricón”.
Y hoy, cuando existe tal falta de humor creativo, extraño las creaciones de Andrés Cascioli más que nunca.
El tiempo pondrá sus bellos esfuerzos en perspectiva, y más y más gente conocerá sobre este tipo creativo, un silencioso luchador, con su humilde pluma, contra los grandes horrores de la Argentina.
Mi cariño para la familia y amigos de Andrés Cascioli, y gracias, gracias Andrés por traer de regreso el color a nuestras vidas…

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Fierro cover There’s no way to understand the history of graphic humour in Argentina without Andrés Cascioli, and at the same time, you can’t understand the hard fight against the military dictatorship (1976 – 1983) without Andrés Cascioli’s fantastic creation, the “Humor” magazine.
Bold interviews, not even included in Argentina’s major newspapers, were in each “Humor” edition, the magazine was much more intelligent and agressive than a previous Andrés Cascioli’s work, the “Satiricón” magazine.
And today, when there’s such a lack of creative humour, I miss Andrés Cascioli’s creations more than ever.
Time will put his beautiful efforts in perspective, and more and more people will know about this creative guy, a silent fighter, with his humble pen, against the biggest horrors in Argentina’s history.
My love to Andrés Cascioli’s family and friends, and thanks, thanks Andrés for bringing back the color to our lives…

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Sotto, una caricatura di Andrès fatta da El Tomi.
Sopra, la seconda copertina di Humor (chiamato anche Humor Registrado a causa del ® nella “o” del titolo) presenta la fascetta in cui si annuncia la premiazione come miglior rivista dell’anno 1983 avvenuta a Forte dei Marmi in occasione del Premio Satira Politica, curato indefessamente da Cinzia Bibolotti e Franco A. Calotti.

Andr_s_cascioli

  • Riccardo M. |

    Interessante ricordo, vorrei saperne di più, non si conosce quasi nulla su cosa si fa e si faceva in Argentina, con l’Europa e il Papa (o la Chiesa Cattolica, diciamolo pure) solidali col generale Videla, nel disinteresse generale. Verguenza!
    Riccardo

  • Federico Antin |

    Grazie a te Luca!
    And even when is a shame that even with some Italian blood on my veins my English it’s in better shape, I’m grateful for your nice comments about my blog.
    I’m enjoying a lot your articles about comics.
    I now Carlos Trillo’s work, but not Carlos in person, but that’s a bella parole: “abrazones”.
    Ciao,
    Federico

  • Luca Boschi |

    Grazie a te, Federico!
    When I read in your nice and well informed blog (http://euskirtxoko.blogspot.com/) news about music I’ve never listened, I learn a lot of things all the time.
    How I always say to our common friend (I think) Carlos Trillo: “abrazònes”!
    Ciao, saludos!
    Luca

  • Federico Antin |

    Ciao il mio amico:
    Grazie per questo bello articolo.
    Un forte abbraccio,
    Federico

  • Tom Bombadi |

    Anche in Italia la censura si abbatte sulla satira, come sappiamo.
    Brunetta, preso (bonariamente, su di lui ci sarebbe da dire molto di peggio) in giro da Crozza a “Crozza Italia” gliel’ha giurata, parlando di “satira conservatrice” (perché, lui sarebbe per il progresso?).
    Ora anche Maroni lo vuole allontanare da “Ballarò”. Come finirà?
    Di fatto, la televisione italiana, oltre alle reti smaccatamente in mano al premier, come in un paese dittatoriale del sesto mondo, anche le altre subiscono le pressioni della destra (falsa) al governo.
    Le minime voci di dissenso vanno soffocate,
    Lo dimostra, oggi, anche la sparizione da FaceBoook del cartone animato con il Cavaliere di Villa Certosa che balla con Lamù, sulla base di sequenze animate giapponesi.
    Poco da illudersi, anzi: che penava che le cose andassero diversamente si sta ricredendo.
    Questa destra è dittatoriale e oltre a voler pilotare (riuscendoci) i cervelli di molti italiani, spesso nascondendo loro le notizie, censura i dissensi.
    Ci sarebbe anche da indagare da chi ha montato la messa in scena del finto fidanzamento di Noemi, oggi sputtanato.
    Io un’ideina ce l’avrei: lo stesso che è stata chiamato a Viareggio con la qualifica che bel inquadra la sua attività.
    Saluti,
    Tom Bombadil

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