ALL’AMBRA IOVINELLI DI ROMA: “IN GALERA!”, SPETTACOLO DI PROTESTA DEI GIORNALISTI

Ambra

Al glorioso teatro Ambra Jovinelli di Roma, le cui polverose tavole furono calcate persino da Totò, va in scena domani In galera! Gli articoli che potremmo non leggere più, uno spettacolo-manifestazione gratuito con attori e giornalisti contro il ddl Alfano.

La comunicazione ci giunge dalla Federazione Nazionale della Stampa Italiana, che ha preso una dura e netta posizione contro i provvedimenti di censura sull’informazione impostati dall’attuale Governo; con questo spettacolo, prima uscita plateale del mondo della stampa italiana (carta, Internet, bloggers, radio, televisione…) intende dimostrare nel modo più evidente i guasti micidiali che il ddl Alfano licenziato dalla Camera dei Deputati porterebbe al sistema dell’informazione democratica dei cittadini se il testo venisse approvato anche dal Senato.

Serena-dandini

La performance, promossa da Unci, Fnsi e Ordine dei giornalisti, inizierà alle 21. E’ stata ideata da Gegia Celotti e Saverio Paffumi, regìa di Silvano Piccardi, contenuti e testi di Gianni Barbacetto.

Attori, gente di spettacolo, giornalisti e rappresentanti del mondo sindacale e della società civile si alterneranno ai microfoni per leggere brani delle intercettazioni che hanno consentito ai magistrati di scoprire e agli italiani di conoscere i maggiori scandali degli ultimi anni: dalle razzie economico-finanziarie, alle truffe ai danni dello Stato, dalla sanità malata al malaffare dello smaltimento rifiuti.

Reati, scandali, ruberie, si legge nel comunicato stampa, che i magistrati avrebbero moltissima difficoltà a scoprire, reprimere e punire se le norme del ddl Alfano diventassero legge perché verrebbero privati della piu’ efficace arma di indagine, dato che le intercettazioni diventerebbero quasi impossibili. Reati pubblici e privati di cui i cittadini, prosegue la nota stampa, non verrebbero più a conoscenza perché il testo punta a impedire che i giornalisti possano riferire gli sviluppi delle indagini giudiziarie in modo corretto, compiuto e tempestivo.

Tutto il mondo del giornalismo, quello onesto, di qualsiasi parte politica (a meno che non sia “venduto”, e in quel caso si pone automaticamente fori dalla categoria, perché non esercita la professione di cronista bensì quella di escort, i cui fasti sono stati riportati all’onore delle cronache in tempi recenti) è impegnato da un anno a contrastare queste norme liberticide che allontanerebbero l’Italia dall’Europa ancora di più di quanto non lo sia adesso, comprimendo in modo inaccettabile la libertà d’informazione.
Incidentalmente, ricordo che il direttore artistico del teatro è Serena Dandini, che sarà sicuramente presente anche alla serata.

Ulteriori notizie sui contenuti della serata saranno prontamente comunicate anche su questo blog.
Anzi, i lettori e colleghi che le conoscono sono invitati a segnalarli direttamente, scrivendole (senza filtri o censure, diversamente da ciò che qualcuno vorrebbe sostenere) nei commenti.

  • Ariel Mitchell |

    The intriguing thing is not Silvio Berlusconi but the Italian people. So it is alleged that the prime minister has been paying escort girls to visit his parties. There are tapes and photos. Silvio breaks off a session with one girl to phone through congratulations to the newly elected Obama.
    Is anybody surprised by these claims? No. Is Berlusconi likely to fall over this, as the British papers wishfully suggest? Absolutely not.
    This is not Britain. This is not Gordon Brown. Europe may have a single currency but it has many mindsets and they are not growing any closer. I have yet to meet an Italian who thinks Berlusconi should resign over this. The courts found British lawyer David Mills guilty of accepting money from Berlusconi to give false testimony but the prime minister did not resign.
    It is hard to imagine the crime that would force him out.
    No one in Berlusconi’s party wants him to go.
    He created it.
    Everybody owes their position to him and will disappear, like the party itself, when he goes.
    The newspapers enjoy having it both ways: pages of juicy details, then editorials saying how tacky it is to reduce politics to gossip. The media controlled by Berlusconi complains of an orchestrated conspiracy. The concept of loyal opposition doesn’t exist in Italy. There are supporters, such as former minister Vittorio Sgarbi (“If Berlusconi does not gain sexual satisfaction he governs badly”), and there are conspirators.
    The church, so loud on contraception, euthanasia and abortion, lies low.
    Berlusconi is seen as more pro-family and pro-life than the opposition. A family is still a family even when the husband is on the sofa promising an escort girl some help with her application for planning permission.
    One says “the opposition” but there is none.
    Since the collapse of Romano Prodi’s hopelessly fragmented coalition the left has evaporated, not only in parliament, but in people’s heads. Berlusconi has achieved the status of the renaissance Signore. More than popular, he is inevitable. There are no heirs, no credible opponents. Democracy has not been officially suspended but Berlusconi will win every election, and not just because he owns half the TV stations. The country is in the grip of a deep fatalism.
    At 72, Berlusconi will not go until the Lord takes him.
    Then the Italians will heave a sigh of relief, as people do when the boss finally kicks it.

  • Serpico |

    Notizie di ora. Augusto Minzolini è sempre nella bufera.
    Il nuovo direttore del Tg1, che cerca di «spiegare», arrampicandosi sulle specchiere, l’oscuramento di quasi una settimana di tutte le notizie sulle inchieste di Bari e sul giro di ragazze pagate per partecipare alle feste di Berlusconi, è stato criticato nuovamente dal Pd. Il leader dell’Idv Di Pietro, che non ha mai avuto buoni rapporti con Minzolini (naturalmente, dato che ha leso l’onore dei giornalisti italiani, non facendo il suo dovere, una cosa che dovrebbe costargli l’espulsione dall’Ordine, speriamo presto), sostiene: “Andrebbe licenziato per giusta causa”.
    Come dargli torto?
    Il Pdl ha subito difeso il direttore del Tg1: “Magari Di Pietro vorrebbe arrestarlo”, dice il portavoce del Pdl Capezzone.
    Ma si sa che le parole di Capezzone sono sempre più difficili da intellìgere, perché la sua lingua è troppo occupata altrove.
    La professione di escort non sempre è così palesata, come invece con onestà dichiara la D’Addario sulla sua attività.

  • El Meneghìn |

    Per gli interessati allo spettacolo “In galera!”, aggiungo che le letture e la presentazione degli episodi di cronaca giudiziaria sono coordinate dal giornalista Gianni Barbacetto, come già è stato scritto, e che le improvvisazioni musicali sono dell’arpista Floraleda Sacchi.
    Oltre alle presenze in sala, saranno proiettati interventi filmati dei giornalisti Massimo Alberizzi, Guido Besana, Rosi Brandi, Mimmo Lombezzi, Pino Nicotri, Marco Travaglio, Laura Verlicchi, Maxia Zandonai dal filmato “Professione Riporter”, realizzato da Stefano De Felici. Il coordinamento è di Amelia Beltramini, con il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti. Non manca la personale testimonianza in video di Roberto Scarpinato, procuratore aggiunto a Palermo.
    Chi, milanese, se lo perderà non potendo andare a Roma, si tenga libero per la serata di lunedì 29 giugno. Sarà una versione diversa nella metropoli meneghina: Milàn l’è una gran Milàn anche se alla Provincia Berlusca ha vinto per un pelo (doppio senso)…

  • Don Perignon |

    Famiglia Cristiana dice in questo numero: Il «limite della decenza» è stato superato nel comportamento «indifendibile» dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, e la Chiesa italiana «non può ignorare l’emergenza morale».
    Lo afferma papale papale (o cardinale cardinale, se non vogliamo dargli troppa importanza) quel pericolosissimo stalinista sovversivo che è il direttore di «Famiglia Cristiana» don Antonio Sciortino, rispondendo alle lettere dei lettori disorientati di fronte allo scandalo delle cosiddette ‘escort’.
    E tu che ne pensi, cattolico?

  • Momento Sera |

    Onorevole Gianni Letta,
    è giunto il suo momento. Il momento in cui si entra nella stanza, possibilmente in penombra, fresca, anche nella calura estiva, perché le mura sono spesse. Si entra e ci si avvicina alla persona che più si è voluto bene, stimato, a cui si deve tutto, o quasi. Si entra nella stanza, lasciandosi dietro il frastuono della città, della capitale politica o di quella da bere. Si entra e, mentre le carte ingombrano il tavolo e le telefonate si susseguono incalzanti, cala il silenzio più profondo. Si entra nella stanza e si recitano le parole che tante volte, nel corso dei secoli, hanno attraversato le stanze del potere: “E’ finita, ora devi andare”.
    Non so dove si trovi in questo momento Gianni Letta: se in Vaticano a districare imbarazzi noti, in Goldman Sachs a rifare i conti di tanti anni di potere, nel gruppo Fininvest a far quadrare gli oscuramenti dei TG della sera. Lo immagino alzarsi infastidito. Tutti lo cercano, ma Letta non si vede, non si sente.
    (…)
    Il momento è giunto.
    Onorevole Letta, fedele al suo potere, quello vero, porta il messaggio: “Vogliono che te ne vada”. E per un attimo, il palazzinaro di Milano 2 vede in faccia la realtà. Il denaro non basta, ci vuole cultura ed eleganza. Qualità non in vendita negli ipermercati all’uscita della tangenziale est di Milano. L’onorificenza della Légion d’Honneur non la danno a tutti, non l’hanno mai data all’amico di sempre.
    (…)
    Onorevole Letta entri in quella stanza, pronunci le parole che ormai sono attese, e faccia pulizia. Hanno avuto la loro chance, la loro possibilità. E l’hanno sprecata. Lo sa anche lei. Non sono venuti alla sua scuola di antica diplomazia. Hanno preferito altre scuole di dubbia moralità. Qualcuno si è permesso anche di schernirla dicendo che l’età degli imperi era finita da molto. Come si sbagliavano.
    Entri in quella stanza. I suoi servigi saranno ripagati con la stanza più alta, quella del Quirinale. Lo sappiamo tutti che sarebbe meglio Lei che Napolitano a rappresentarci. E’ giunto il momento, che cali il sipario.
    http://www.agoravox.it/Gianni-Letta-e-il-momento.html

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