L’annuncio del convegno del giorno 4 all’Università di Milano ha incuriosito e interessato gli operatori del settore e qualche membro delle istituzioni. Su come questo progetto intende articolarsi, il giornalista Enrico Ercole ha rivolto alcune domande al Presidente della Fondazione Franco Fossati, Luigi F. Bona, che risponde di seguito.
Qui a lato, Lupo Alberto e Enrico La Talpa di Silver (© MCK)
Il Fumetto ha avuto ormai adeguato riconoscimento in tutto il mondo e ovunque sono sorti musei dedicati a questo importante medium, a partire dalla Francia, dal Belgio e dal Portogallo, fino agli Stati Uniti, al Giappone e alla Corea. Dai musei tradizionali (come il Museo d’arte moderna, MOMA, di New York) ai centri di attività culturale di più ampio respiro (come il Centre Pompidou a Parigi), tutti riconoscono al fumetto la qualifica di Nona Arte.
Come il Cinema e la Fotografia, anche il fumetto ha un’enorme diffusione e ha contribuito per oltre un secolo a costituire l’immaginario di tante generazioni. Anche il fumetto è uno specchio della realtà sociale e culturale, e per le sue caratteristiche è un testimone assolutamente unico e prezioso. Non è un caso se gran parte dei soggetti cinematografici, soprattutto ai vertici della diffusione sul piccolo e grande schermo, sono ispirati a questo linguaggio.
La Fondazione Franco Fossati, che a Milano opera da anni nel campo del fumetto mettendo a disposizione la sua straordinaria collezione per organizzare mostre e iniziative, si candida ora per far nascere un Museo del fumetto anche a Milano, in questo sostenuta da Italia Nostra – Milano che vede in questo medium un Bene culturale di grande importanza sociale, da tutelare e promuovere al pari delle altre opere dell’ingegno umano.
“E’ tempo, assolutamente, perché si crei il Museo del fumetto di Milano” dichiarano i presidenti della Fondazione Fossati e di Italia Nostra Milano, Luigi Bona e Luca Carra. “Per questo è auspicabile l’intervento degli enti pubblici direttamente chiamati in causa per la loro responsabilità nella gestione del territorio, e il Comune di Milano prima di tutti gli altri, per stabilire dove e quando si possa realizzare la struttura fisica di un Museo che già esiste, e aspetta soltanto di avere una casa adeguata”.
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Perché a Milano?
Per tanti motivi, che è bene ricordare.
Qui Mondadori ha pubblicato Topolino, l’editoriale del Corriere della sera il Corriere dei piccoli, la Milano Libri Linus, l’Alpe Cucciolo e Tiramolla, Bianconi Geppo, Braccio di Ferro e le storie di Nonna Abelarda, la Dardo Capitan Miki e Il grande Blek, la Cenisio Rin-Tin-Tin, Lassie, Tom & Jerry e Silvestro…
Oggi Milano vede ancora nascere le testate Bonelli (Tex, Martin Mystère, Mister No, Dylan Dog, Nathan Never) – e Tex ha festeggiato 70 anni di successo in edicola.
Hanno casa qui sia il milanesissimo Diabolik delle sorelle Giussani sia Lupo Alberto di Silver. Qui hanno sede i Periodici S. Paolo, il cui Giornalino compie 80 anni.
A Milano nel 1952 è stata inaugurata la prima esposizione del fumetto in Italia, immortalata dalla Settimana Incom dell’Istituto Luce.
A Milano hanno avuto sede alcune delle più importanti agenzie del dopoguerra: l’Opera Mundi (King Features Syndicate), la Disney, la Marka, la Quipos di Marcelo Ravoni, eccetera.
Milano ha generato alcuni dei maggiori studi di produzione del fumetto (come lo Studio Dami) e del cinema d’animazione (i fratelli Pagot, Cavandoli, De Mas, i fratelli Gavioli, eccetera).
Milano è una città attenta alle possibilità future. Qui è la Fiera, questa è la città della moda, qui ci si interroga sull’evoluzione dei media. Il fumetto si propone come una possibilità eccezionale di evoluzione comunicativa, e non a caso qui è nata 30 anni fa la prima Scuola del fumetto italiana.
Milano è facilmente raggiungibile, con ogni mezzo pensabile, da tutto il mondo.
Crocevia culturale, turistico, di studio e di lavoro, offrirebbe con il museo una ricchezza in più da visitare per ogni classe di età e, contemporaneamente, una potenziale ricchezza per un ampio indotto.
Non a caso la Fondazione ha già sviluppato dei rapporti con organizzazioni importanti per lo sviluppo del territorio, come per esempio la Confartigianato Alto Milanese.
Milano universitaria è sempre più attenta al Fumetto, come dimostrano le tesi di laurea, l’interesse dei docenti di Statale, Cattolica, Politecnico, IULM. Ma anche studenti provenienti da altre città o paesi europei trovano normale venire a Milano per incontrarci e trovare risposte alle loro richieste.
Perché adesso?
L’occasione dell’EXPO 2015 sembra coincidere con la possibilità concreta di realizzare il Museo del fumetto a Milano.
I temi dell’evento sono stati fatti propri dalla Fondazione e già inseriti in modo efficace in alcuni percorsi di ricerca, in esposizioni ed eventi organizzati sul territorio.
Creare un nuovo Museo moderno, in sinergia con tante realtà locali e anche già inserito in una rete di rapporti internazionale, non può che essere un contributo positivo all’immagine della città e alla riuscita dell’evento del 2015, per di più a costi estremamente contenuti.
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Quale Museo?
La Fondazione Franco Fossati ha ampiamente dimostrato in questi anni la ricchezza della sua offerta, rivolta sia a un pubblico esigente composto da esperti e collezionisti sia a quello dei giovani e giovanissimi.
Ogni volta ha superato le barriere del pregiudizio culturale e ha trovato il modo per stupire e convincere, come dimostra l’entusiasmo con cui la stampa (quotidiani, periodici, radio e televisioni) ne accoglie ogni volta le proposte, anche le più impegnative.
La risposta di pubblico e l’eco mediatica, a fronte dell’investimento promozionale e pubblicitario, è un risultato record assoluto nel nostro Paese.
Così la realizzazione del Museo del fumetto a Milano può costituire un analogo vantaggio straordinario per la città e per il suo hinterland. Il patrimonio di competenza, di materiali, di documentazione e di esperienza organizzativa che la Fondazione può mettere in campo sono beni fruibili da adesso. La credibilità e l’apprezzamento per il lavoro che svolge, sono integralmente trasferibili al suo progetto museale, per il quale lavora da vari anni.
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Il Museo del fumetto di Milano avrà pertanto queste caratteristiche:
➢ conservazione del patrimonio storico della Nona Arte, con possibilità di accesso diretto o mediante consultazione elettronica: disegni ed elaborati originali, soggetti e sceneggiature, giornali e periodici, libri e albi a fumetti, saggistica, articoli, registrazioni audio e video, fotografie, oggetti;
➢ offerta di percorsi conoscitivi: accesso ai materiali conservati attraverso forme di ingresso diversificate e multimediali;
➢ mostre permanenti: esposizioni a rotazione di materiale storico;
➢ mostre temporanee: esposizioni a tema o su autori, anche mostre itineranti, scambi con altri musei e gallerie;
➢ riunioni, convegni, incontri con autori e operatori del settore;
➢ didattica: corsi e seminari dal livello minimo dell’infanzia a quello universitario e professionale, in collaborazione e sinergia con le scuole e le università;
➢ multimedialità: possibilità di assistere a spettacoli cinematografici, musicali, teatrali anche con caratteristiche particolari (teatro delle ombre, proiezioni tridimensionali, etc.);
➢ biblioteca, cineteca, emeroteca, audioteca: accesso multimediale agli archivi storici come alle anteprime;
➢ multilibreria: possibilità per i visitatori di acquistare pubblicazioni, DVD, oggetti, stampe, cataloghi, disegni originali sia italiani sia stranieri, comprese edizioni normalmente non distribuite attraverso i canali normali;
➢ editoria: proposta diretta di edizioni speciali ricavate dai percorsi di ricerca del museo e della Fondazione.
DA UN MUSEO ALL’ALTRO
In chiusura, una mostra che s’inaugura fra poco, olteoceano; anche iniziative collaterali al Fumetto, ma profondamente radicate nel suo mondo, potrebbero essere ospitate dal futuro museo milanese.
Quello che vi propongo è un video sull’opera artistico-fumettante di Todd Schorr, dal titolo American Surreal.
Questo geniale artista di Los Angeles è uno dei membri più significativi della corrente chiamata (da chi ama le etichette) Pop Surrealism Dal 20 giugno al 16 settembre.
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5 GIUGNO 2009
A chi chiede come sia andata la conferenza di ieri, si può rispondere con un articolato reportage che la giornalista Elena Porcelli del quotidiano Il Giornale ha dedicato all’iniziativa in data di oggi.
Come sempre, CLICK sopra per ingrandire l’immagine!