Dov’è finita la satira, in Italia?
Un umorista alle soglie del suo nono decennio, qualche giorno mi ha detto, con una lama di amarezza: “Oggi non si ride più!”
E ha aggiunto la solita manfrina (ma veridica, purtroppo): “Una volta c’erano tre settimanali di satira e vignette in contemporanea…”
“E altri ne nascevano in continuazione, pur effimeri…” ho aggiunto io.
Consapevole che la televisione ha coperto anche il desiderio di trasgressione, e che il web è il più forte mezzo di comunicazione del futuro, mentre anche l’ultimo settimanale cartaceo, Emme, ha chiuso (spero temporaneamente) i battenti una settimana fa, un gruppo di nuove leve dà vita al sito Inserto satirico, con impegno e buona volontà.
Vale la pena di farci un giro: è un piatto ricco (saturo, appunto) di vignette e testi nuovi, affiancati dalla riscoperta di vecchie glorie senza le barriere di stantìi pregiudizi ideologici.
Bene, anche Cartoonist Globale si picca di non averne (e cerca di starne alla larga, pur avendo una linea precisa), per cui apprezza non poco le schede di due Maestri di satira fuori dal coro: il liberal-bastrian-contrario Giuseppe Novello (sopra una sua vignetta), dal cui raffinatissimo osservatorio metteva il dito nella paga di quella classe medio-alta lla quale apparteneva, e il notissimo scrittore e vignettista di destra Giovanni Guareschi, fondatore del Candido, oltre che papà di Don Camillo e Peppone.
Sotto, la fisionomia piuttosto staliniana di “Giovannino” Guareschi in alcuni suoi autoritratti.
Mi segnala l’iniziativa benemerita Ivan Annibali, che già ha contribuito a suo tempo anche a questo (di blog).
Ecco il “manifesto” di Inserto satirico:
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Ivan precisa un dato non secondario: “Ci sono piu’ di 50 autori e sono presenti nell’archivio piu’ di 3500 post di satira!”