A cosa si deve l’ecletticità di un simile titolo (mi domando da solo)?
A una serie di curiose coincidenze (mi rispondo).
Interesserà a pochi sapere che per puro caso, sono finalmente entrato in possesso di un film considerato “invisibile” (per la sua inesistenza sul mercato) da svariati decenni: Quando c’era lui…caro lei!, pellicola con Paolo Villaggio diretto da Giancarlo Santi, per me interessante perché fra i suoi interpreti spicca Hugo Pratt, nel ruolo di un ex anarchico durante il regime fascista: il senatore Rossetti.
Hugo l’ha girato l’anno prima che lo conoscessi. E’ in ottima forma come attore e lavora anche come art director. Tutte le ambientazioni che comprendono dei flashback con le scene ambientate nel periodo fascista hanno case, alberi, arredi e tutto quanto disegnato dal Maestro di Malamocco, con l’aiuto (penso) di Guido Fuga per il treno bidimensionale.
La storia e la sceneggiatura sono di un altro nostro stimato conoscente e frequentato del mondo dei fumetti: lo scrittore e giornalista Oreste del Buono, all’epoca direttore di Linus.
Il film uscì, ma subì varie traversie, difficili sul momento da ricostruire. Luca Raffaelli me ne parlò un paio di anni dopo che fu completato, già sottolineando che non era più possibile vederlo, perché (forse, ricordo male?) bloccato da qualcuno che aveva sporto denuncia.
Di fatto, ci sono echi evidenti del personaggio del gerarca Catenacci (ma all’epoca si chiamava ancora Castellacci), interpretato da Giorgio Bracardi nel programma radiofonico di Arbore e Boncompagni Alto gradimento.
Adesso che il film è riemerso, consiglio agli appassionati di comics di accaparrarselo, non foss’altro per vedere un ottimo Pratt a colori in azione; per pochi euro possono trovarlo anche qui.
Divertenti il cameo di Mario Carotenuto nella parte del Papa e quello di Orietta Berti in quella di Rachele Mussolini. Cose da ridacchiare, cialtronesche e contro l’arroganza dei regimi, ma con gag da farsa adatta alla TV dei Ragazzi, recitazioni un po’ comsì comsà e gag degne di qualsiasi altro film con Villaggio, ottime in un disegno animato ma un po’ tanto penose con attori dal vivo.
In una precedente versione DVD, per ragioni di cassetta il film aveva imbecilmente subito un cambiamento del titolo in Fantozzi contro Fantozzi, per le solite vomitevoli ragioni di cassetta che dominano il mercato non solo del cinema.
Va da sé che le recensioni della pellicola sono state pessime da sempre: il Farinotti gli dà due stelline, il Morandini una e mezzo, il CorSera lo stronca concedendogli più o meno attenuanti se a scrivere è Tullio Kezich piuttosto che Giovanni Grazzini.
Ma a parte questo: le musiche sono del Maestro Roberto Pregadio!
Proprio il braccio destro di Corrado Mantoni, che adesso è al centro di una polemica televisiva. Messo alla porta senza troppe formalità da Mediaset, non sarà presente alla prossima edizione de La Corrida, programma che lanciò alla radio (Rai) negli anni Sessanta, con la regia di Riccardo Mantoni, fratello di Corrado.
Oggi, a Pregadio dedica idealmente il suo commento Beppe Grillo, con queste parole:
La casalinga di Voghera si sta svegliando dal torpore televisivo. Il marito sta limando gli zoccoli in garage. L’istigazione al consumo berlusconpopolare la lascia perplessa. I debiti che ha accumulato piena di fiducia nelle panzane di Giordano, Belpietro e Fede non la fanno più dormire di notte, ma la colpa è sua se il Paese non riparte. Sente uno strano odore nell’aria, e non è Chanel numero 5. Ed è diventata più sospettosa da quando è stato lasciato a casa il maestro Pregadio dalla Corrida. Belin. Se alla casalinga di Voghera togli Roberto Pregadio è l’inizio della fine.
.
La tempestiva Wikipedia dice di questa faccenda: Nella nuova edizione della Corrida, in onda dal 10 gennaio 2009, sarà però sostituito dal Maestro Vince Tempera. In realtà, il maestro non ha accettato la proposta contrattuale formulatagli dalla curatrice del programma, Marina Donato, che prevedeva la partecipazione ad ogni puntata con la condivisione della direzione musicale con Vince Tempera.
Pregadio non si è sentito spalla di nessuno ed ha dichiarato in merito: “La decisione di non prendere parte alla nuova edizione non è mia, ma di altri e non è determinata dalle mie condizioni di salute“.
Se spera che, a cominciare da questo episodio, la casalinga e i vogheresi in genere non si sintonizzino più su Canale 5, Beppe Grillo pecca però di troppo ottimismo.
Gli italiani (lo dice la parola stessa) non sono francesi.
.
Il perché lo spiega Ascanio Celestini in questo monologo rivelatore tratto dalla Rai. Resterà su YouTube a lungo, insieme al brano minoliano di La storia siamo noi in cui compare anche il Maestro Pregadio, perché la Rai non sembra orientata negativamente circa la diffusione e la condivisione di brani del suo patrimonio, a differenza di Mediaset che invece a YouTube ha chiesto uno sfracello di soldi, forse per vendicarsi delle intercettazioni berlusconiane che YouTube mette a disposizione di tutti quelli che vogliano ascoltarle e farsi un’idea.
Grazie a tutti quelli che, volontariamente o (soprattutto) meno, hanno partecipato a questo post.
.