Un’altra cosa che mi sono perso nel 2008, e che continuerò a perdermi in questi giorni, fino a Capodanno, è l’eccezionale proiezione a New York City di un classico dell’animazione e del cinema in generale, che nel corso dei decenni è stato bistrattato come pochi.
Ne avevamo già accennato qui.
La proiezione avviene ogni mattina al Film Forum, 209 W Houston St, New York, NY 10014. Chi è in zona (non io, ahimè), può anche acquistare qui i biglietti.
Il lungometraggio animato narra la storia di un eroico “cavalletto” maschio, un grasshopper idealista, Hoppity, personaggio principale di un’opera corale che coinvolge una comunità d’insetti minacciati dall’espansione di Manhattan, un tema memore delle parabole di Frank Capra sul destino e le miserie dell’umanità.
Qui una recensione specifica, pubblicata oggi (30 dicembre) su The L Magazine e firmata Cullen Gallagher.
La proiezione è in una nuova copia ottima in 35 mm. che potrebbe essere anche usata per una futura diffusione in dvd, se chi detiene i diritti per farlo amasse il proprio lavoro e intuisse il potenziale di guadagno dell’operazione. Ma pare proprio che di entrambi questi fattori non si vede l’ombra.
Nel sito Out of the Inkwell, l’esperto Gordon Michael Dobbs fa delle interessanti valutazioni sulle ragioni dell’insuccesso del film al momento della sua distribuzione, forse dovuta a fatti contingenti (Pearl Harbor, mica bruscolini!), insinuando che però, forse, potrebbe anche essere stato determinato alla volontà “crudele” della Paramount di lasciare i fratelli Fleischer nei debiti, di cacciare a pedate Max e Dave e ingurgitarsi il loro studio dall’eccezionale curriculum e staff.
Non è una valutazione nuova, gli storici dei disegni animati hanno sempre ventilato un’ipotesi simile, ricordo bene di averla letta già da bambino in un testo comperato usato su una bancarella che non poteva essere stato scritto dopo il 1960.
Dice Dobbs:
Look at the bottom where interested movie patrons were asked to inquire at their local theater about when the film was going to be playing.
Variety reviewed the film at a Dec. 4, 1941 trade screening and I have to wonder if the first public screenings came just three days later.
I wonder if there is a record of movie grosses at the time of the attack – did they drop across the board? I would imagine if there had been a trend it wouldn’t have applied to just one movie.
I do know the New York Times didn’t review the film until its Feb. 20, 1942 edition. Time magazine put in a review in its Feb. 23, 1942 issue.
A Christmas time release had definitely been originally planned as one Minneapolis department store its window display centered around the movie, Variety reported.
A February release couldn’t capitalize on the school kids being out on Christmas break. Nor could a February release help sell the merchandise tie-ins as limited as they were.
Now whether or not Paramount sabotaged the film’s release in order to tighten its hold on the Fleischer Studio and to fire Max and Dave was the reason for the delay in releasing the film – the NY Times and Time reviews would have come out to coincide with the film’s general release – has often been the subject of speculation. It’s interesting to note that Paramount brass would have been willing to lose its investment in the film just to make sure Max didn’t stage some sort of financial recovery.
Questo post è dedicato a Catia, alla quale devo sempre mostrare la (purtroppo) racchia versione di questo film, nel pessimo doppiaggio italiano degli anni Ottanta.
Sotto, l’avvio della pellicola nella sua riedizione (su YouTube è disponibile tutta, in lingua oiginale, in otto segmenti).
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