LA “PROPOSITION 8” E UN PRESIDENTE GAY, di Lexi Amberson

Una delle blogstar più seguite (e che abbiamo citato più volte, Lexi Amberson) ha scritto le sue osservazioni a Cartoonist Globale su un post di sabato scorso. Dal nostro miope osservatorio dello Stivale no si riescono a conoscere particolari e punti di vista alternativi a quelli che passa il convento, quindi, ogni notizia in più è salutarmente illuminante. Grazie! La parola a Lexi.

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Ho letto adesso il tuo pezzo Un musical per Roma e vorrei segnalarti un paio di inesattezze.

In California la Prop 8 ha vinto, sovvertendo ogni previsione, non certo a causa dello “zoccolo duro dell’elettorato di McCain“.
A risultare determinante nella vittoria della Prop 8 (con lo scarto minimo di 500mila voti) è stato proprio l’elettorato nero che, in massa, ovviamente, ha contribuito nel contempo a far eleggere Obama (in California al 61%).

Le comunità gay californiane sono estremamente incazzate con i neri per questo fatto e sono anche molto deluse che lo stesso Obama non si sia pronunciato contro la Prop 8 (a torto, perché Obama, costituzionalmente, non poteva “intromettersi” in questioni federali). E non dimentichiamo che lo stesso Obama è dichiaratamente contrario al matrimonio tra persone dello stesso sesso. Lo ha detto in modo inequivocabile: “Marriage is something sanctified between a man and a woman”.


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E’ vero invece quando dici che le scelte degli elettori (soprattutto in California e in altri Stati più cosmopoliti) non sempre hanno un percorso simmetrico. Io ho votato McCain ma anche contro la Prop 8 (non me n’è andata bene una!).
I neri hanno votato Obama ma a favore della Prop 8. Così come, per due volte consecutive, l’ampiamente Democratica California ha scelto come suo Governatore il Repubblicano Schwarzenegger.

Di questo fatto, della Prop 8, avevo scritto subito dopo le elezioni, in questo post:

http://alexandra-amberson.blogspot.com/2008/11/obama-la-nuova-binetti.html

L’altra inesattezza è quella contenuta nel titolo di Newsweek, in quanto gli Stati Uniti hanno già avuto un Presidente omosessuale.
Era James Buchanan (unico Presidente scapolo della storia), il predecessore di Lincoln. Il suo fidanzato era William King, che era stato il Vice-Presidente di Franklin Pierce, il predecessore di Buchanan. Certo, la cosa non era sbandierata, ma circolavano molte ironie sul conto della coppia (chiamata, di volta in volta, “James Buchanan e moglie” oppure “Miss Nancy e zia Fancy”).

Quindi, parafrasando Newsweek, sarebbe più giusto chiedersi: “Is Woman the new Black and Gay?”…ma lo dico ridendo…

Lexi

Lilifatale

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Tra le immagini: Un simpatico video realizzato con la tecnica di computer animation del morphing che passa in rassegna le fisionomie facciali di tutti e 44 i presidenti USA sino a Obama.

Poi, sigh, due ricordi di un altro paio di importanti geni creativi che hanno appena abbandonato la festa: Forrest J. Ackerman, creatore di Vampirella (e molto altro) e Gérard Lauzier, satirico, cineasta, definito a suo tempo “Il Brétéchér di destra), noto anche in Italia per le sue uscite su Alter, su Pilote e (tardivamente) sul mio vecchio Totem Comic.

Uno sfracello di anni fa, con Luca Raffaelli, avevamo tradotto il lungo romanzo satirico a fumetti di Lauzier La corsa del topo per un’edizione italiana dell’Echo des Savanes che alla fine non avrebbe mai visto la luce; fatto saliente fu che, mentre cià avveniva, in via Santa Prsca 15 a Roma, sede dell’Urlo, telefonò Fellini. Ci scrivemmo quella data sull’agenda. Avremmo accantonato l’Echo per iniziare il Métal Hurlant italiano, che Fellini (fan di Moebius e Bilal) riceveva regolarmente del nostro editore, mentre Lauzier fu ripreso poco dopo da Pilot, a puntate. Roba remota.

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  • il Precisino della Fungia |

    eh, no, Luca… adesso sta data segnata sul calendario ce la devi dire, quando Fellini chiamò, addì…?

  • Luca Boschi |

    Caro Corrado, ciao!
    Ma che bello!
    E poi c’è chi si serve di FaceBook per ritrovare i compagni delle Colonie estive!
    Certamente, il n. 15 di Via Santa Prisca, scendendo giù giù nello scantinato, con un bagno e un lavandino privi perennemente di manutenzione, una TV in bianco e nero e qualche arredo raccogliticcio.
    Per la prima volta nel cortile di quella sede, tra le altre cose, lessi su un “Espresso” dell’esistenza della sindrome di immunodeficienza. A quel televisore vidi (tra le altre cose) una puntata di “Mister Fantasy” (i primi video in Italia) prima di addormentarmi nel divanoletto. Perché anche a questo serviva, la sede… Era un altro periodo storico, un altro mondo. Tu sei venuto un po’ dopo, quando io non ero già più un frequentatore abitualissimo, perché l’Urlo si era diviso in due gruppi, o tre. Io, in realtà, avevo a che fare con tutti e due (o tre): con Raffaelli, Cristante, Omero Ciai e Flavia Fiorentino l’Arcicomics, con Luigi Bruno le lezioni a “Malafronte”, con Francesco Coniglio e Silvano Caroti “Phantasmagorie” a Palazzo Braschi, nell’estate romana di Nicolini.
    Il fatto di essersi riletti qui, dopo tanti anni, è un segnale di quanto affermi nel tuo blog del “Cannochiale”, che nel frattempo, clikkando sul tuo nome, ho consultato (mi trovo d’acordo su tutto, praticamente).
    Ricopio il tuo commento:
    “Però, se già la proliferazione dei blog, il reticolo dei commenti dei blogroll, stava diventando un generatore di distrazione e deconcentrazione, di frammentazione dell’informazione e di confusione mentale, Facebook moltiplica per mille quell’effetto. Senza, in fondo, avere il vantaggio del blog.
    “Perché il blog personale è pur sempre tuo, è pur sempre in qualche modo un sito, ti senti responsabile di quello che ci metti dentro in modo diverso da quel che succede in Facebook, anche se teoricamente potrebbe essere la stessa cosa. Alla fine, è su un blog che viene voglia di scrivere pensieri seri, idee complesse, esercizi di stile. E’ sui blog di chi conosci che viene voglia di inviare commenti magari chilometrici, lanciarsi in discussioni e litigate feroci e feconde.”
    Appunto, meglio i blog!
    Ciao, Corrado, grazie della sorpresa, rileggiamoci!
    Luca

  • Corrado Truffi |

    ah, via di Santa Prisca, per me sede di Arcicomics! Lì dentro ho passato bei momenti incasinati, a organizzare inutili folli mostre di fumetti per la pace. Grazie per avermi ricordato quei tempi….

  • Mara G, |

    Mi piace molto, o alternativamente mi fa molto riflettere quello che scrive oggi Lexi nel suo blog: http://alexandra-amberson.blogspot.com/2008/12/il-nirvana-una-strada-senza-buchi.html
    Io, onestamente, mi trovo d’accordo.
    O il Dalai si è fritto il cervello e dice oggi una cosa, domani il suo contrario, seguendo l’esempio collaudato di Berlusconi, che si contraddice ogni quarto d’ora e tutti a rincorrerlo per giustificarne le cazzate come se fossero il pensiero di un politologo, oppure dobbiamo evitare di considerarlo quel “faro” di pensiero, in alternativa ai comunisti antireligiosi (e così via).
    Riprendo la parte più succulenta dell’intervista fatta dal Dalai, e che Lexi cita: “quando Il Dalai condanna come sbagliato l’uso che, in certe pratiche sessuali, marito e moglie fanno degli “altri due buchi”.”
    A quel punto l’intervistatrice, comprensibilmente imbarazzata, cerca di cambiare discorso, ma Tenzin non demorde e aggiunge: “Un amico occidentale mi ha chiesto che male ci fosse se due adulti consenzienti praticano sesso orale… Ma lo scopo del sesso è la riproduzione. Gli altri buchi non generano la vita, quindi sono inaccettabili”.
    A parte la volgarità del rivolgersi ad una donna e, riferendosi alla vagina, all’ano e alla bocca, parlare di “buchi da usare”, come se non fossero altro che un ricettacolo per lo svuotamento dei testicoli, io, fossi stata al posto di Alice Thompson, avrei tirato fuori l’accendino dalla borsetta e avrei dato fuoco a quell’asciugamani arancione col quale si avvolge, dicendogli: “Adesso spegnilo con l’aria del tuo buco sbagliato oppure brucia, bonzo pelato”.
    Saluti,
    Mara G.

  • Jessicha Cadaverish |

    Se ho ben capito, negli Stati Uniti la popolazione nera non sarebbe troppo evoluta dal punto di vista della coscienza liberale e della tolleranza.
    In sostanza, la chiesa cattolica avrebbe pesantemente esteso la sua nefasta influenza alle coscienze di persone che, da altro punto di vista, sono invece un motore della società democratica. e di ispirazione martin-lotherkinghiana.
    Questa popolazione, dal punto di vista del voto recente, ha coinciso in gran parte con l’elettorato di Obama.
    Tirando le somme, l’evoluzione del pensiero liberale, della tolleranza e dell’eguaglianza democratica, cresce in egual modo sia fra chi ha idee repubblicane che democratiche, e non è strettamente collegato con altro tipo di rivendicazioni sociali.
    Se spingiamo oltre questo discorso, scopriamo che, considerato che l’intolleranza (e i voti contro le unioni gay e lesbian) dipendono da ignoranza, una parte dell’elettorato di Obama è ignorante (almeno in parte) e immaturo al pari di quello di John McCain.
    Lo pensavo già, ma se queste valutazioni (tagliate con l’accetta) sono corrette, o comunque lineari, oggi ne ho conferma.
    Jessicha C.

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