JOHN ROMITA E ROY THOMAS A MANHATTAN

In questi giorni di lavoro più furibondo del solito, il tempo per comporre post sensati scarseggia vieppiù, ma gli aficionados di questo blog non dovrebbero restare troppo delusi lo stesso.
ASAP (come dicono i giovanetti nel web) risponderò (come posso) alle tonnellate di mails che aspettano e posterò i vari seguiti degli argomenti rimasti a mezzo tiro.

Intanto, ecco, fresco di impaginazione, un incontro veloce con due amici, o se si vuole con due leggende Marvel (e non solo).

Jasminemai

Sono John Romita e Roy Thomas (il quale manca dall’Italia da qualche anno, dopo una gelida Torino Comics di quattro o cinque anni fa dove presentò più la sua attività di ricercatore e storico-investigatore che quella di sceneggiatore.

Roy_thomas

Roy è un tipo che in compagnia di colleghi e appassionati non tace mai. Se possibile, discute anche con tre, quattro persone in contemporanea su temi diversi senza perdere il filo, sempre rivelando dettagli illuminanti su fatti e persone perlopiù inediti.

Qui, con Romita padre, parla con lo scrittore Mike Catron (grazie!), il quale intervista la coppia alla fine di un dibattito tenutosi alla National Big Apple Comic Book, Art, Toy & Sci-Fi Convention di Manhattan dello scorso week-end.

Un luogo dove oltre agli autori di fumetti e i collezionisti circola anche un un tot di gente poco raccomandabile, come si può vedere dalle foto glamour di un paio degli altri ospiti d’onore, il wrestler William “Brimstone” Kucmierowski (meglio conosciuto come Will Kaye) e l’indossatrice di biancheria intima Jasmine Mai, che fa gruppo con una manciata di conigliette di Playboy.

Brimstone

Poiché l’audio è disturbato, Catron ha messo degli utili sottotitoli, in modo che tutti possano cimentarsi in una specie di karaoke mentale.

Dal breve video scopriamo, così, che sia John che Roy hanno votato per McCain e che uno su due ignorava il fatto che Barack Obama è (stato) un lettore e collezionista di comic book ed è cresciuto anche con le loro storie.

“Se l’avessi saputo, l’avrei votato!”, dice Romita Sr.

  • Capitan Kinder |

    OH!
    Mi scuso!
    Ho involontariamente storpiato il nome…
    Intendevo QOHELET!
    Sai com’è…
    Ti fossi chiamato Gino…
    😀
    Capitan Kinder

  • Capitan Kinder |

    C’è del vero in quello che sostiene Quehelet.
    Difficle prendere una posizione “militante” per il progresso.
    Si tratta di un “corpo” chiuso, che almeno in Italia non fa nemmeno comunella con i colleghi per perseguire, tutti insieme, degli interessi comuni.
    In sostanza, o sono individualisti (anarchici per scelta, o più o meno inconsapevolmente, ispidi come istrici, soffrono l’irreggimentazione in un partito o in un movimento) oppure accettano lo status quo, disinteressandosi comunque delle cose che accadono nella società, e sono conservatori.
    Va da sé che in Italia ci sono dei politici trasformisti e bugiardi (sostanzialmente bugiardi, opportunisti e voltagabbana) che prendono provvedimenti conservatori e reazionari, ma li spacciano per 2moderni” e “per il progresso”.
    Prendiamo le cosiddette “riforme”.
    E’ evidente che peggiorano le condizioni di tutti, con ‘ste riforme (del mondo della scuola, dei lavoratori, della classe media in genere), ma siccome sono “riforme” sembra che abbiano un valore positivo in sé.
    Balle!
    Non so se i fumettisti italiani lo capiscono.
    Io confido nel fatto che almeno in Italia, almeno i più giovani e i più scafati, abbiano capito da tempo. Lo vedo seguendo i blog: Roberto Recchioni, Diego Cajelli, Tito Faraci, Claudia Checcaglini (colorista) e molti altri. Prendono posizioni “progressiste”, che siano anarchici o no.
    Il loro apporto è molto positivo, peccato che mi sa tanto siamo pochi a leggerli. I più guardano Vespa, la De Filippi, i pacchi serali e la Ventura (e i programmi fessi del pomeriggio).
    Capitan Kinder

  • qohelet |

    Una conferma al fatto che in generale i fumettari, quando non sono anarchici, tendono al conservatorismo (specialmente quelli statunitensi). Ma sono dei grandi lo stesso. 😉

  • Sir Jordan |

    E’ curioso, ma non mi giunge nuovo che in Nord America ci sia questa commistione di divi dello show business e scrittori e disegnatori di fumetti, anche a San Diego succede un po’ la stessa cosa e si trovano wrestler quasi a torso nudo (o col muscolo ben in evidenza) che si aggirano fra gli stand di vecchi comic book.
    E poi ci sono action figures e figurine che li ritraggono.
    Sono dei mondi contigui, cosa che non si puo’ dire sia lo stesso anche in Italia.
    Sir Jordan

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