TOM OREB, IL CASTORO BUCKY, E ALTRI “COMMERCIALS”

Ipana_dentifricio_bucky

Al palese scopo di irretire giovani generazioni di ignari utenti, per poi somministrar loro a tradimento i perversi germi della sovversione atomico-terroristica, continuo a proporre innocenti personaggi in gran parte inediti in Italia, protagonisti di oscuri “Caroselli” esteri, legati a prodotti ormai rimossi di aziende defunte e desmentegate da decenni.

Di turno è il castoro Bucky, creato dal (purtroppo) piuttosto oscuro Tom Oreb, un genio sottovalutato, con un tratto non troppo dissimile da quello dell’Alvin di cui abbiamo parlato qui e altrove, mentre i layouts di questi spot sono in gran parte opera di Vic Haboush.

Oreb_jiminy

La coppia ha lavorato insieme anche a vari altri commercials, fra cui quello con una versione stilizzata del Grillo Saggio che promuoveva le auto della linea Nash Cars. Il cortometraggio era disponibile su YouTube sino a qualche tempo fa, ma (forse per richiesta stessa della società), adesso è stato tolto. Sopravvive tra gli altri il meraviglioso disegno con il grillo che ripropongo sopra, e che proviene dalla collezione dello studioso, celebre scrittore di animazione e fumetti John Canemaker.

Resta, fra gli altri, quello con Fratel Coniglietto, Compar Volpone e Compare Orso, per la stessa società.

Godetevi questo reperto archeologico, al quale ne segue un altro… niente male!

Di Oreb, al quale My Space (per merito di chi? E’ scomparso da più di vent’anni. Non l’ho capito) ha dedicato qui un ampio tributo, vi propongo due pubblicità di questa pasta dentifricia dal nome decisamente ridicolo (Ipana), per aggiungere altri spot curiosi o rari prossimamente in altri post.

Una riflessione sulla costruzione semplice ma insinuante di questi short, che datano oltre quarant’anni, e un’altra sulla forza iconica del protagonista e dei suoi antagonisti sarebbero opportune.
Le lascio ai vostri neuroni.

Nella foto sotto, scattata preso la Disney nel 1958, si vedono da sinistra Vic Haboush, Tony Rizzo, Walt Peregoy (ricordate il suo design fondamentale nella Carica dei 101?) e Tom Oreb.

Ancora da My Space traggo questo avvio di biografia dell’autore, suggerendovi di proseguirne la lettura qui.

Tom Oreb (1913-1987) is widely regarded as one of animation’s greatest designers.

He could design characters and backgrounds with equal mastery and in a remarkable range of styles. His work is characterized by a consummate sense of draftsmanship, a graphic purity and an elegance of form that distinguishes his work from other designers of the period.

Tom Oreb was born in Los Angeles on October 26, 1913 to second-generation Croatian immigrant parents. He was the middle of five children (one other brother and three sisters).
He attended Manual Arts High School in downtown Los Angeles where he was mentored by Frederick Schwankovsky and was classmates and friends with Jackson Pollock, Philip Guston and Manuel Tolegian.

Oreb_rizzo

Symphonyslang

Nell’ultima immagine, un esempio della collaborazione fra Tom Oreb e Tex Avery nel cortometraggio della MGM Symphony in Slang (1951).

Ward Jenkins ha inserito qui un incredibile set di immagini tratte da questo corto. Roba di extra-lusso!

Adesso, per tutti, un esercizio yoga: provate a togliervi dalla testa il gingle di questa pubblicità del castorino canterellante nelle prossime sei ore!

Il © di Brer Rabbit, Jiminy Cricket, Brer Fox e Brer Bear è Disney.

  • Rita Belelli |

    Sì, anch’io vorrei un post sui View Master e altri proiettori in 3D.
    Grazie per il sito, Mordente.
    Ma esiste qualche altro sito dedicato specificamente al 3D?
    A Los Angeles ho trovato che producono ancora dischetti con vedute panoramiche di Hollywood, vicino al Teatro famoso, sul viale delle stelle per terra.
    E in Italia il View Master quando è stato importato?

  • mordente |

    Luca, ho appena acquistato su Ebay (sempre sia lodata!) un View Master degli anni quaranta. Da piccolo ne avevo uno grigio ed era fantastico vedere luoghi, fiabe e fumetti in 3d!
    Nei commenti di un vecchio post qualcuno ne ha già fatto cenno. Per quanto mi riguarda, quei dischetti rivisti dopo trent’anni conservano lo stesso fascino e mi regalano le stesse senzazioni di allora… sicuramente, purtroppo, più della rilettura di alcuni fumetti…
    Be’, tornando al View Master, nei dischetti dell’epoca si possono trovare tante piccole chicche. Ad esempio, ci sono splendide trasformazioni di eroi dei fumetti e dei cartoons trasposti in 3D, che voglio condividere con voi.
    Vedi il sito di Bob Logan:
    http://bobopoly.blogspot.com/search?q=view+master

  • Castoro Poeta |

    Brusha, brusha, brusha,
    Get the new Obama,
    Pussa, pussa via
    Fetentone Bush!
    Il castoro poeta

  • sandro |

    Ti ringrazio per la tua risposta Luca! Adesso che me lo hai fatto notare, colgo bene il legame con lo stile dei cartoons di Ward Kimball (molto apprezzati dalla critica, tanto da essere premiati con l’Oscar, ma non da Walt Disney in persona, mi pare) e da quelli del Pippo-americano medio degli anni ’50 e soprattutto quelli del divertentissimo Mr. Magoo e di Hanna e Barbera!
    Hai citato Roger Rabbit, uno dei miei film preferiti, e auqeto proposito mi viene in mente un paragone sempre nell’ambito della pubblicità animata: oltre ad aver riportato alla memoria del alcune vecchie glorie dell’epoca d’oro (Tex Avery, Chuck Jones, etc) il successo del film ha dato vita anche al prolifera di produzioni in tecnica mista di vario tipo, alcune di eccellente qualità!A questo proposito ricordo con piacere le pubblicità della Fanta con Topolino, Paperino e Pippo e alcuni bambini in carne ossa (divertente la partita con gli animali di Pomi d’ottone e manici di scopa), le cui mini”riduzioni” a fumetti appervero pure nei Topolini dell’epoca. Purtroppo non sono riuscito a trovare dei filmati sul Tubo da poter mostrare, ma la qualità dei disegni era, almeno ai miei occhi di bambino dell’epoca, davvero buona, paragonabile a quella del film del coniglio che spopolava nei cinema!

  • Luca Boschi |

    Ciao, Sandro, ti rispondo. E’ assolutamente ufficiale!
    Quando vengono realizzati quei corti pubblicitari, siamo in un periodo (metà anni Cinquanta) in cui la sperimentazione viaggia come un treno a livello globale, sia nel campo dell’animazione che (un po’ meno) in quello dei fumetti.
    Ci sarebbe stata in seguito una virata all’indietro all’inizio del decennio seguente e poi, alla fine degli anni Ottanta, un’influenza direi nefastamente devastante da parte del design nipponico, anch’esso ampiamente stilizzato ma molto popolare e quindi da prendere in considerazione da parte delle major americane. Subito dopo “Who Framed Roger Rabbit!”, quando si comincia a riflettere sul futuro dei lungometraggi animati e si sente la necessità di creare un esercito di nuove leve, scomparsi o pensionati i “grandi vecchi”.
    Questa stilizzazione dei personaggi (anche) Disney può sembrare strana e impensabile oggi, ma all’epoca l’infuenza dell’UPA di Gerald Mc.Boing Boing e Mr. Magoo, nonché in generale del gruppo di John Hubley, Steve Bosustov e compagina, si faceva in modo irresistibile sentire in tutto il settore. I film cinematografici hollywoodiani cambiano faccia sia nella definizione grafica dei personaggi che nella progressiva astrazione (o decoratività) degli scenari.
    Il bello è che i grandi animatori poco inclini al naturalismo (e quindi NON Frank Thomas, Ollie Johnston, Marc Davis, John Lousbery, Preston Blair etc., ma invece Ward Kimball, appunto Tom Oreb, Walt Peregoy e così via) come si è visto hanno lavorato in vari campi in modo massiccio imponendo la propria visione grafica del mondo. Soprattutto è stata importante la nascita dell’animazione televisiva low cost, che si legava alla perfezione con un design più elementare e dal tratto grosso (perché il teleschermo era piccolo e non si poteva lavorare nei dettagli).
    In una “lezione” – conferenza tenuta durante il mio lungo seminario presso la Scuola Internazionale dei Comics, l’inverno scorso, ho mostrato questa linea grafica attraverso film come “Melody” o “Totth, Whistle, Plunk and Boom”) stupendo non poco alcuni degli spettatori-“scholars” che ignoravano questo importante passaggio artistico nella storia dell’animazione in generale.
    I cortometraggi satirici dei Paesi dell’Est ne sarebbero rimasti fortemente contaminati, e così la produzione italiana di “Caroselli”, dalla Gamma Film dei fratelli Gavioli a Bruno Bozzetto, a Sandro Lodolo; parzialmente anche lo Studio Pagot (la serie “Il diplomatico”, per esempio, ma anche le avventure di Calimero e di Grisù).
    Esistono dei cortometraggi del Maestro Osamu Tezuka che risentono di questa grafica artistica: niente a che spartire con gli stereotipi dei serial giapponesi televisivi, molto meno impegnativi per gli spettatori e nati giusto per intrattenere mentre il cervello è parzialmente sopito (non è una critica, è una constatazione; gli scopi erano differenti).
    Okay, per corroborare ancora meglio il concetto, aggiungo nel post anche lo short per le automobili Nash con Topolino e Pluto. Lo trovi sotto a quello di Fratel Coniglietto. La qualità della definizione è molto scarsa, ma di meglio sul mercato non si trova e per lo studio del fenomeno puo’ andare.
    Dacci un’occhiata e poi dimmi cosa ne pensi…
    L.

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