Brook Benton interpreta uno dei video più stralunati che abbia mai visto: Mother Nature, Father Time.
Cortesemente, lo condivido vobiscum.
Le imperfezioni tecniche sono dovute in parte alla scombinateza della regia, in parte alla mancanza di accettabile sincronia dello Scopitone, un apparecchio che, a quanto abbiamo appreso di recente, copiava l’invenzione italiana del Cinebox.
Di cosa vado farneticando? Adesso ve lo spiego.
Il mio editore (di Irripetibili, esaurito!) e long time friend Francesco Coniglio, ha pubblicato in merito un eccezionale coffe table book dal titolo Da Carosone a Cosa Nostra. Gli antenati del videoclip, scritto da Michele Bovi.
I primi filmati musicali a colori, antenati del moderno videoclip, sono stati realizzati nel nostro paese alla fine degli anni Cinquanta. Così i primi apparecchi a selezione per proiettarli: si chiamavano Cinebox e scatenarono una guerra commerciale tra Italia e Francia combattuta prima sul territorio europeo e successivamente su quello statunitense.
In questi antenati dei video compare anche una stravagante Mina, con Pesci rossi (1961).
Cosa ne pensate, visitors? Mai vista una Tigre di Cremona così, se non in qualche (ormai rimosso) programma del collezionista Paolo Limiti. L’audio è un po’ bassino, ma bisogna sopportare, è già incredibile che questo materiale sia fruibile a disposizione dopo decenni di archiviazione nel dimenticatoio.
Quella dello Scopitone e del Cinebox è una vicenda poco nota che non mancherà di appassionare il pubblico dei fedelissimi di questo blog, che oltre ad occuparsi di fumetti e di cinema di animazione hanno un occhio puntato sul mondo dello spettacolo, sulla tecnologia e la sua storia, covando (forse) anche un affettuoso interesse per il kitsch.
Il fenomeno che anticipa i videoclip e svanisce nel nulla senza quasi lasciare traccia abbraccia un decennio e vede tra i suoi protagonisti tutte le popstar internazionali degli anni Sessanta, alcuni registi celebrati soprattutto in seguito come Claude Lelouch, Francis Ford Coppola, Robert Altman, i nostri Vito Molinari ed Enzo Trapani. Coinvolge aziende italiane autorevoli come Ottico Meccanica Italiana, Innocenti, Lepetit-Ledoga, Gruppo Beretta, La Microstampa, Cinestabilimento Donato e che inoltre finì per destare l’interesse della mafia americana e conseguentemente della Commissione Anticrimine che faceva capo al senatore Robert Kennedy.
Qua sotto, due protagoniste dello Scopitone: le gemelle Alice e Ellen Kessler, turbatrici dei sonni degli italiani esaltati dal Boom economico, alle prese con il celebre tormentone di Tony Renis Quando, quando, quando.
A ricostruire questa storia è Michele Bovi, giornalista e autore della Rai, che è riuscito a rintracciare tutti i protagonisti e i testimoni viventi che hanno avuto a che fare con il Cinebox e il suo diretto concorrente francese, lo Scopitone.
In questo libro, oltre al racconto e alle testimonianze, compaiono gli elenchi di quei filmati realizzati in tutto il mondo e una serie straordinaria di fotografie e documenti inediti che ritraggono sul set del Cinebox e nelle istantanee promozionali di quel leggendario apparecchio i nostri più famosi artisti di un’epoca irripetibile per genio e creatività.
Aggiornamento OT: in seguito ai post di Michele Mordente e al suo espresso amore per Greg Irons, ecco che inserisco una fettina del Darnold Duck che mi ha cortesemnte inviato (e grazie per i complimenti, è un piacere avere fra i propri lettori una platea competente come quella di cui fai parte)!