DIEGO CERESA, MIGLIOR CALLIGRAFO ITALIANO

Consegna_premio

Ccon qualche giorno di ritardo (ma con ricche sorprese e cotillons) ecco la notizia calligrafica dell’anno!
Uno dei professioni con i quali lavoro continuativamente da più tempo, Diego Ceresa, letterista (e appassionato collezionista) di fumetti di rilievo internazionale ha vinto l’edizione 2008 del Premio Luciano Bottaro dedicato a I Mestieri del Fumetto.

Con la motivazione: “Per aver portato ai massimi livelli il lettering, una delle più preziose e sconosciute professioni del Fumetto”, la consegna è avvenuta il 17 luglio scorso dalle mani della madrina Annabella Bottaro a Vaneze (Monte Bondone) in occasione della manifestazione Bondone Officina nella natura e nell’arte.

Premiobottaro

Della manifestazione, organizzata da Comixcomunity, abbiamo già discettato qui.

La circostanza è adatta per parlare di una attività decisamente di nicchia come quella del calligrafo per i comics, sia con il bravissimo Diego che con chi altri voglia interve-
nire.

Ma prima, in questo post, una (auto)biografia del premiato!

Diego Ceresa nasce a Torino nel 1957.
Sin dall’infanzia adora i fumetti (in effetti imparò a leggere su un Almanacco Topolino) e dimostra di avere del talento artistico. Non frequenta però nessuna scuola che lo aiuti a sviluppare queste sue capacità e consegue, quindi, il diploma di perito elettronico.

In attesa di trovare un impiego si iscrive all’Università e si dedica allo studio di Inglese e Tedesco nella Facoltà di Lingue e Letterature Straniere Moderne (non conclude gli studi, ma la lingua tedesca gli servirà più avanti…) e dopo due anni trova lavoro come impiegato tecnico nel reparto apparecchiature elettriche della Lancia. Lì, prima di dedicarsi agli amati fumetti, passa dodici lunghi anni a trafficare con le quattro ruote e, nel tempo libero, a muovere i primi passi nella faticosa e difficile attività di letterista.

Diego_e_rota

Scrive a vari editori finchè, una mattina del 1984, riceve una telefonata in ufficio: è la caporedattrice di Corto Maltese, Cettina Novelli. Da quel momento inizia a collaborare con la rivista, alternando lavoro d’ufficio e lavoro a casa.

Fumetta, tra gli altri, The Dark Knight di Frank Miller e Elektra: Assassin di Bill Sienkiewicz. Allo scoccare dei 33 anni, l’incontro fatale con Gaudenzio Capelli alla Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna, nel 1990.

Lì, l’allora direttore di Topolino gli propone di collaborare al Mega Almanacco. E’ in quel momento che, da fumettatore part-time, Diego diventa professionista.

Alla fine di quell’anno lascia la Lancia e si dedica a tempo pieno alla Disney. Per la Disney, dopo il Mega, inizia a fumettare Zio Paperone (e lo fumetterà per più di 17 anni e per quasi 200 numeri!).

Successivamente la collaborazione instauratasi con la caporedattrice di Zio Paperone, Lidia Cannatella, si arricchisce di una nuova testata: Le Grandi Parodie. Ne usciranno più di 70 numeri.

Nel 1992, l’ANAF gli assegna a Reggio Emilia il premio come miglior letterista italiano.
Diego è in assoluto il primo letterista premiato in Italia! Il 1994 è anno importante, perchè, in un colpo solo conosce Luciano Bottaro, Alberto Becattini e Luca Boschi al pranzo offerto dalla Disney in onore di Carl Barks, in occasione della sua visita in Italia e, nel mese di settembre, la collaborazione con Rizzoli riprende per la rivista Linus, di cui inizia a fumettare i Peanuts e, via via, altre strisce tra cui Monty, Zits, Liberty Meadows.

Gruppo_a_torino

Dopo qualche anno, inizia anche a tradurre Monty. Nel 1996, in occasione di una mostra-concorso organizzata dalla Disney a Rapallo, rende visita al Maestro Luciano Bottaro dando inizio a una amicizia che si rafforzerà nel corso degli anni. Nel settembre del 2000, la licenziataria Disney in Germania, la Egmont EHAPA, lo contatta per il progetto di rilanciare la testata bimestrale Donald Duck Sonderheft. L’allora redattore capo, Silvio Peter, cerca uno stile di fumettatura più simile a quello americano e meno freddo del carattere tipografico adottato sino ad allora.
Il tedesco studiato in anni giovanili gli dà la possibilità di iniziare anche questa collaborazione internazionale.

Paperinikketto

Poco tempo dopo, l’aumento delle vendite porta la rivista a diventare mensile e, nel 2003, a essere affiancata da un supplemento semestrale. Nel 2004 e nel 2007, inoltre, Diego si dedica alla traduzione e alla fumettatura delle monumentali raccolte delle strisce dei Peanuts da parte di Baldini Castoldi Dalai, rispettivamente dedicate ai decenni ’60 e ’50.

Nelle foto: in alto, un momento della premiazione, con (da sinistra), Gianpaolo Bombara, Annabella Bottaro, Diego e un signore vestito come Tweety che risponde al nome di Claudio Sacchi. Alle spalle di Claudio, in alto, al tavolo da disegno, Massimo Bonfatti, autore del disegno di Paperinik (© afNews per la foto) quivi riprodotto.

Sotto, Dieco in un dibattito con Marco Rota (copertinista e retrocopertinista della rivista agli sgoccioli Zio Paperone), nella scorsa edizione di Torino Comics.
Infine, un gruppo di (ex) lavoro su Zio Paperone: Rota, Diego, il presente blogghista e Lidia Cannatella, mentre all’estrema destra un apparentemente trasognato Ausonia se la sghignazza.

  • Luca Boschi |

    Ciao, Pacuvio e ciao a chi legge.
    Capisco, avevo sottovalutato questa necessità e la stavo tenendo in frigo dopo averla annunciata da una settimana, mentre sto gestendo vari post provenienti da amici etc. che (bontà loro) si rivolgono al mio blog (assai frequentato, ebbene sì) per avere un po’ di visibilità…
    Ho appena dato una sbirciata al thread del Papersera dopo che me ne hai segnalato l’esistenza e… vedo che state scrivendo parecchio, ragazzi!!!
    Ma le cose sono più naturali di quanto possa sembrare, non c’è da lambiccarsi molto il cervello.
    Okay, il prossimo post sarà su questo, accantono di qualche giorno le novità (una testata USA disneyana alle porte, due shorts recuperati e due personaggi dimenticati, due Maestri del passato che tornano a noi, le incursioni – promesse a Umberto e a SuperSgriz – di Sgrizzo e Wuxwu, Ben Bubbola gratis e Li’l Abner, Corto Maltese e Gardner Fox e cose così) e vi posto, as soon as possible, il resto della collana con qualche nota.
    A tra poco!
    Luca

  • Pacuvio |

    Luca, ti prego… illuminaci sul contenuto dei volumi aggiuntivi (sul Papersera ci stiamo scervellando)… o almeno forniscici un indizio. 🙂

  • Venexiana |

    Buonasera.
    Rispondo al tema posto sul tappeto. Ci sono tanti disegnatori collegati alla produzione olandese o della Egmont di Copenhagen che cercano di ricreare lo stile e le atmosfere dei vari Paperini classici, con il collo e il becco lungo, oppure più tardi, di fine anni Sessanta, più nervosi (come il compianto Daniel Branca o William Van Horn, o Wanda Gattino).
    Per fortuna alcuni di questi sono rintracciabili anche in Itnternet.
    Di Van Horn ci sono varie pagine, ricche di immagini, curate da Per Erik: http://www.geocities.com/Paris/Metro/7211/wvh/wvh.html
    Di Wanda Gattino (che è un uomo, nonostante il nome) c’è un bel sito “tutorial”, dove spiega i fondamentali del disegno dei Paperi in vecchio stile, tornato ad essere contemporaneo: http://wandagattinocomics.blogspot.com/
    Spiega, per chi capisce lo spagnolo:
    Primero quería comentar que este blog nació con la idea de dar a conocer a los aficionados del comic ( y a los no aficionados tambien, claro) todo lo que pasa detrás de las páginas publicadas, o sea una suerte de “backstage” de las historias de Donald Duck
    Con el tiempo iremos viendo en el blog distintos métodos de trabajo, el como y el por qué de la diagramación de las páginas, como se construye un personaje, la comparativa de tamaños y un largo etc que nos ayudará a comprender mejor como funciona este mundillo de patos.
    Mi estilo no pretende ser personal ni destacarse por alguna característica en concreto, sino reflejar lo mas fielmente posible el espíritu original de las viejas historias.
    Para hacer un estilo moderno, ya hay varios artistas que lo hacen , y lo hacen muy pero que muy bien, y consiguieron actualizar el estilo y adaptarlo a los tiempos que corren. En mi caso, quiero quedarme en el original. Cuando dibujo, me centro en mis dos grandes fuentes inspiracionales: el Barks de los años 50, y el Daniel Branca de los 80 . Con esto quiero decir que me gustaría mantener paralelo a los nuevos estilos, una vertiente clasica para aquellas personas que le guste las historias dibujadas con un sabor original.
    Poi c’è il sito di Fred Milton (http://www.freddymilton.dk/carl_barks_co_26.htm), che è anche responsabile della bella fanzine 2Carl Barks and Coo.”.
    Ciao!
    Vene

  • Lele |

    Non abito una casa grande, anzi…….. per fortuna ho una seconda casa in campagna che è diventata un vero deposito di fumetti.
    La settimana scorsa però ho comprato due nuove librerie per contenere tutti gli imperdibili numeri della dinastia dei paperi, ma anche tutti i fascicoli dei Puffi della Planeta DeAgostini e tutti quelli della cronologia di Tarzan della stessa casa editrice.
    A fianco ci metto i vecchi albi della Cenisio, da cui ho recuperato il fascicolo disegnato dal tanto vituperato Rex Maxon.
    Mi spiace che non esca più Zio Paperone, di cui ho molto apprezzato la serie dedicata alla storia del vecchio papero ricostruita da Don Rosa.
    Sarebbe bello se qualche nuovo disegnatore riprendesse il filone narrativo dei classici e cercasse di creare delle storie seguendo il solco tracciato da Barks.

  • Marco Travaglini |

    In effetti ho lo stesso piacevole problema di Sandro. Non so più dove metterli, ma ben vengano sette volumi in più (e comunque ho un po’ più di tempo per organizzarmi visto che sono abbonato e i volumi mi arrivano moooolto tempo dopo la loro permanenza in edicola). Spero che i volumi in più siano dovuti anche alla presenza di entrambe le versioni (originali e di Jippes) delle storie solo sceneggiate da Barks.
    A quanto leggo, Diego Ceresa si è ritrovato ad ospitare un post ricco di novità ( a proposito, a completezza di quanto scritto da Priarone, è di Ceresa anche il lettering delle storie di Barks proposte nella seconda serie di Zio Paperone, dal numero 15 del 1990. Su uno dei primi numeri della suddetta serie c’era anche una pagina che celebrava un altro premio a Ceresa):
    – Il prossimo sarà l’ultimo numero di Zio Paperone, sigh e strasob!!;
    – Arriverà una nuova pubblicazione per “collezionisti-appassionati-studiosi di Disney” (quindi per me 🙂 ), e a questo punto sperare in Gottfredson è d’obbligo.
    -Librone su Barks in occasione del prossimo Lucca Comics.
    Una brutta notizia e due belle.
    Staremo a vedere.
    Aspetto il tuo post sulla conservazione dei fumetti. Nel frattempo non ho rilegato nulla, stai tranquillo. 🙂

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