Intanto, buon luglio! Quanto segue continua dal post su Ganao, di parecchi mesi fa. In effetti, anche il grosso del contenuto di questo post è già stato presente su questo blog, ma dato che ci sono ele-
menti nuovi, in particolare un com-
mento (l’ultimo in basso, quello di oggi, 1° luglio 2008), lo ripropon-
go. Un aggiornamento degno di nota riguarda l’immagine nuova (per noi) che ho voluto affiancare a quella classica del Superbon de’ Superboni di Erio Nicolò: un paio di anni fa, infatti, l’ARCI di Roma aveva promosso il progetto di una mostra itinerante di opere a fumetti dei migliori autori italiani contemporanei dedicate a personaggi fumettstici “dimenticati”. Gli eroi delle nostre letture infantili o di quelle dei nostri genitori. Massimo Bonfatti aveva appunto interpretato a suo modo Superbone, il monello gradasso, ingenuo e sfortunato che riproduco qui (ciao, Massimo!), non distante dall’originale.
Nel vecchio post affermavo che non mi era stato difficile rintracciare l’episodio di Fiordistella sul quale chiedeva lumi il nostro visitor Oscar, perché i numeri de Il Monello che lo contengono mi erano (e mi sono) assai familiari.
Il clou della storia che ha colpito la tua attenzione, Oscar, si sviluppa a puntate intorno alla primavera 1959; per esempio la distruzione compiuta da Ganao (che rivedi dopo tanti anni nelle vignette che riproduco, a colori) è pubblicata sul n. 12 del 19 marzo.
Eccoti una brevissima sintesi della trama, Oscar, ricavata dai riassunti che Luigi Grecchi con Corrado Zucca (sceneggiatore e redattore capo della testata) scriveva, all’inizio di ogni puntata di Fiordistella, la reginetta del Cielo. Il resto della trama lo ha raccontato qualche ora fa Giovanni Bosticco, altro nostro enciclopedico visitatore che, immagino, è anche un grande collezionista e appassionato di questa letteratura delle Edizioni Universo (cosa che ci fa molto piacere).
Il principe Nizar scopre che le distru-
zioni operate dal mongolo Ganao sono ordinate da Sara Hodge e questa, dopo aver tentato di uccidere Nizar, fugge con Ganao e i suoi uomini. Quindi, fa imbarcare la figlioletta Maudie per l’Inghilterra, ma la bimba sbarca e viene raccolta dal cammellie-
re Kadul (la scena si vede in questo antico post).
Intanto Alan, raggiunto a Bidali Sir Archibald, viene fatto prigioniero e condotto da Ganao. Sara lo fa fuggire
e impone al mongolo di sciogliere la banda.
Poco dopo, un nuovo inquietante episodio inizia, con la distruzione dei villaggi più poveri: Il grande male-ficio, annunciato sin dalla copertina.
Le immagini della devastazione compiuta dal mongolo, disegnate in fretta da Cesarina Amoretti Putato, seguono in questo post a una vignetta doppia che descrive l’India dell’epoca con un’enfasi non dissimile da quella usata per altri racconti della Universo, da quelli più maschio-teen ager oriented, a quelle per giovani lettrici di Grand Hotel.
Per integrare il quadro della situazione della testata che ospitava Fiordistella, in apertura pubblico anche la copertina del numero de Il Monello del 19 marzo di quell’anno.
È di scena Superbone, ragazzo ribelle che esclamava “Cribbio!”, come l’attuale premier
(oggi in discarica) quando un paio di mandati fa un giornalista, nella calca, gli sferrò una microfonata sui denti.
Con rime scritte da Wanda Bontà, Superbon De’ Superboni (questo nome ricorda forse quello di qualcun altro?) era disegnato dal sublime Erio Ni-
colò (prima di passare a Tex su richiesta di Sergio Bonelli, anno 1964). Ma in questa copertina è ritratto da Antonio Terenghi insieme alla arci-
gna zia punitiva: una situazione che, come si legge in uno degli scorsi numeri di Blue, ha instillato i primi rudimenti del bondage nella mente di Franco Saudelli, piccolo lettore de Il Monello.
Terenghi disegna l’mpianto della copertina, zia compresa, ma la faccia di Superbone è di Nicolò, incollata sul cartoncino bristol sopra il corpo del personaggio (anche la differenza di pesantezza nell’inchiostrazione dei due autori è evidente).
Questi collages non erano affatto insoliti, all’epoca.
Probabilmente la cover era stata richiesta a Terenghi dall’editore in fretta e furia, magari da eseguirsi su un tavolo della redazione stessa per ragioni di emergenza (la velocità dell’uomo di inventare gag e sfornare disegni è sempre stata proverbiale). E forse la testa di Superbone era ricavata direttamente da un episodio già pubblicato, disegnato su una delle grandi tavole che Nicolò soleva prediligere svolgendo il suo lavoro.