Venerdì 23 Maggio 2008, dalle ore 18:00
José Muñoz ci regala una nuova tappa del tour Feltrinelli su e giù per l’Italia, dove incontra nuovi e vecchi fans, antichi amici, complici di sempre.
A Firenze (recita la locandina, come si vede) lo accompagnano Luca Boschi e Andrea Rauch.
Amatissimo nel mondo ma soprattutto in Italia, dove usciva su Linus e Alter, Muñoz riporta il suo detective Alack Sinner in libreria in una nuova edizione integrale, lussuosa per qualità ma non per prezzo, pubblicata da Nuages.
Col suo volto gonfio di alcol e delusioni, il suo disincanto di utopista andato a male, la sua fragile durezza, Alack è diventato uno dei personaggi che hanno fatto la storia dei fumetti.
Muñoz è argentino, allievo e sodale dei Breccia e di Oesterheld, esule in Italia, insieme al suo pard e sceneggiatore Carlos Sampayo, negli anni delle giunte militari, degli squadroni della morte e delle Falcon verdi senza targa.
Sparsi nella pinacoteca di questo post (cercare gli abbinamenti tra immagini e didascalie potrebbe anche essere un bel giochetto), un autoritratto di Josè Muñoz, con i capelli lunghi in una toilette, negli anni Settanta.
E ancora, la nuda e raminga Sophie, sempre di Muñoz e Sampayo.
Infine, nella vignettona tratta da La vita non è un fumetto, baby…, gli autori Muñoz e Sampayo “incontrano personalmente” il detective, su Alterlinus n. 6 del giugno 1975.
Ora Muñoz vive a Parigi (con Mattotti, Gipi, Igort, Liberatore), il paradiso della grafica e del fumetto. Ma l’Italia resta sempre la sua prima casa europea. In occasione della riedizione integrale in otto volumi di Alack Sinner.
Su Alter Alter, le storie di Alack Sinner fanno sensazione perché il loro protagonista si comporta in modo adulto. Contrapponendosi all’integerrimo Dick Tracy di Chester Gould, che appare sulla stessa rivista, il simpatetico Alack Sinner impreca, va al cesso, si ubriaca. Sta decisamente male in questo mondo, e contagia, coinvolgendoli come può, i suoi lettori.
Sembra impossibile, ma negli anni Settanta, prima di Pentothal e di Frigidaire, questi comportamenti normali (anche per un eroe dei fumetti, se rientrano nelle sue corde) costituiscono ancora dei tabù. Muñoz e Sampayo lo sanno e temono di essere andati troppo oltre: se dopo aver fabbricato la prima storia il loro fumetto non fosse accettato, i loro sforzi e i loro piani di lavoro comune potrebbero vacillare.
Forse Muñoz dovrebbe tornare a disegnare odiose storie di guerra per il mercato inglese, quelle che in Italia ristampa l’Editrice Dardo nella collana Super Eroica, e Sampayo a occuparsi a tempo pieno di pubblicità in Spagna.
Con in mano le tavole della prima storia di Alack (che poi “Alterlinus” pubblicherà nel gennaio 1975), Muñoz e Sampayo si sono già presentati a Bepi Zancan nella redazione de Il Mago, ma le cose non sono andate bene. Zancan ha apprezzato, ma in quella contingenza non ha ancora carta bianca per decidere in piena autonomia; i suoi capi del momento, Carlo Fruttero e Franco Lucentini, non vogliono che la rivista includa nel menù altre detective stories oltre alla serie di cui hanno da tempo acquistato i diritti: la classica Rip Kirby di Alex Raymond.
È una stupidaggine, naturalmente; un pregiu-
dizio. Ma tant’è. Spetterà all’agente della Quipos (anche lui argentino) Marcelo Ravoni aprire ai due soci le porte di una casa editrice, nello specifico la Milano Libri, procurando loro il primo contratto in due giorni.
E a quel punto, è fatta. Oreste Del Buono ha annusato subito le qualità innovative di un’opera che in anni un po’ bui darà un contributo di rottura a quanto di fumetto si pubblica in Italia, convincendo anche gli scettici soprattutto a partire dalla terza uscita di Alack Sinner, la prima parte dell’episodio Viet Blues, nel marzo ’75.
Il resto, ce lo racconta Josè a Firenze, venerdì sera (e poi, tutti a Reggio Emilia!).
Telefono della Feltrinelli:
055.2382652-2382874
Fax: 055.288482
Direttore: Stacy Bellomo (coordinatrice)