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Questo smilzo post ospita appena due vignette di una ennesima “parodia seria” di Benito Jacovitti sul tema della dittatura, nello specifico quella nazista.
Poiché questa storia, è stata evocata qualche commento fa insieme a Battista ingenuo fascista (il cui titolo suona un po’ come certe commedie musicali di Renato Rascel dell’epoca tipo Alvaro piuttosto corsaro, o Attanasio cavallo vanesio, ma anche come il cineromanzo jacovittesco Giacinto corsaro dipinto), è importante che chi non ne ha mai sentito parlare abbia almeno la percezione di ciò che si tratta da questo un paio di vignette.
La satira di “Lisca di pesce” è sempre assai scanzonata, ma con picchi di atrocità; fa riflettere, è educational si preoccupa di lanciare messaggi, perché Jacovitti è consapevole della platea di lettori che lo segue e non vuole sprecare l’opportunità di esprimere, con gli efficaci strumenti che possiede, il suo punto di vista di “uomo della strada”, lontano dalle segreterie di partito e perfino dai gruppi “spontanei” che dibattono sul futuro incerto del Paese (case del popolo, cellule, parrocchie).
La portata artistico-civile di questo fumetto, per il quale non a caso ho inserito la label “Capolavori”, è ancor più sorprendente se valutiamo che il giovane Jac, disegnatore professionista da appena un lustro, si misura già con imprese impegnative come questa storia di Pippo, Pertica e Palla (i cosiddetti “3P“) nel 1945, all’indomani della seconda guerra mondiale, con l’Italia piena di macerie e odi incrociati non dico sopiti, ma addirittura “non sopibili”, ancora pronti a scatenarsi con ferocia in varie parti del martoriato Stivale.
Questa singolare avventura sarà scelta dal mensile di Arnoldo Mondadori Il Mago, per il numero del suo debutto, nel 1972 riproponendo questo fumetto antinazista, che rititola Ahi Flitt!, anche sulla sua copertina, tra una Mafalda e un Wizard of Id (il mago a cui si allude nella testata, appunto).