UNA (SECONDA) STORIA PARTIGIANA

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Segue dal post precedente, con una seconda storia divisa in due parti. Basta un clik sopra di esse e le (mezze) tavole si ingrandiscono per una migliore lettura.

Luca Boschi: Pensi che ci sia qualche specifica ragione per spiegare il sistematico schivamento, in Italia, di temi della storia nazionale?
Certo, in anni recenti si sono realizzati volumi a fumetti sulla tragedia della diga del Vajont, sulla storia di Primo Carnera, sino a quello recente sull’assassinio di Ilaria Alpi. Ma sulla lotta partigiana, le sue luci e le sue ombre, la resistenza al nazifascismo, continua a esserci ben poco.

Pier Luigi Gaspa, che ha scritto un volume sul tema “Fumetti & Resistenza” (ancora inedito) ha fatto fatica a tovare storie sul tema davvero bel fatte, ben documentate e memorabili. Credi che non ci siano ancora, in Italia (e forse che non ci siano mai stati) dei valori comuni e basilari realmente condivisi sulle origini della nostra Repubblica?

Alberto Pagliaro: Nel caso della Resistenza, secondo me, si è commesso il grande errore di attribuire la Liberazione dell’Italia ad una sola parte politica. Si è parlato quindi sempre e solo di comunismo contro fascismo, e mai di antifascismo.

Moltissimi partigiani non erano comunisti, ma questo non viene mai detto o spiegato per bene.
Di conseguenza, il 25 aprile è stato liquidato o rimosso da una fetta importante del Paese, perché è sempre stato percepito come una festa dei comunisti, mentre invece è la festa dell’Italia antifascista e democratica.

Succhiacazzi_1

Succhiacazzi_2

Luca Boschi: Leggendo vari commenti recenti, via Internet, e degli interventi di questi ultimissimi giorni nel mio stesso blog, si ha davvero l’impressione che l’Italia sia ancora, come sempre, spaccata a metà come una mela anche sul come valutare la ricorrenza del 25 aprile. Come se non bastasse, c’è chi prima delle elezioni aveva minacciato di riscrivere la storia dell’antifascismo e del fascismo prerepubblicani. Storia che forse, prima di essere riscritta dovrebbe essere scritta, visto l’alone di “mistero” in cui è stata lasciata sprofondare.

Alberto Pagliaro: Capire la Resistenza significa comprendere che questo Paese può e sa unirsi per il bene comune, e chi ha il potere e sta da una parte precisa, quindi, ha tutto l’interesse che essa non sia compresa.

Tu guarda come siamo ridotti… Ci dividiamo su tutto, non riusciamo ad avere un obiettivo comune, ce ne fottiamo del Paese e delle sue istituzioni, siamo delle merde, tristi e patetiche merde.

Luca Boschi: Perché pensi che Il Vernacoliere, rivista umoristico-satirica, piuttosto ridanciana, abbia ospitato le tue tavole, spesso amare e… tremende?

Alberto Pagliaro: Perché il Mario Cardinali le giudica da un punto di vista “giornalistico”. Il tema suscita emozioni, tensioni, interesse. Cosa chiedere di più?
E poi, Il Vernacoliere è un giornale che ha in sé il valore delle Resistenza. Per la sua storia, per le sue mille battaglie, per la libertà che esprime e che contrappone al potere. Solo il Vernacoliere poteva pubblicare queste mie storie e io ne sono orgoglioso.

Luca Boschi: Ritieni che siano comunque catalogabili nell’ambito “umoristico”? In Francia riviste umoristiche per adulti come Fluide Glacial o Psikopat potrebbero benissimo ospitarle, in effetti…

Alberto Pagliaro: Sono tragicomiche, e quindi sì: potrebbero rientrare nell’ambito del fumetto “umoristico”. Grazie per la dritta, le proporrò a Fluide Glacial!
🙂

Luca Boschi: In occasione della selezione delle creazioni da indicare fra le nominations del Premio Micheluzzi, a Napoli COMICON, tra gli esperti c’è stato dibattito sul fatto se la tua serie potesse essere classificata o meno fra quelle umoristiche. Io ritenevo di sì, avendo una visione molto ampia di questo ambito. Lo stesso, se ben ricordo, pensava il nostro comune amico Mauro Bruni… Ma tu?

Alberto Pagliaro: Sì, concordo pienamente con il Bruni e con te. Perché si ride, ma amaro con queste mie storie. Amici miei è la mia Bibbia.

Luca Boschi: A quando un libro che le raccolga tutte?

Alberto Pagliaro: Se riesco a trovare il tempo, vorrei riuscire a realizzare un primo volume per la prossima Lucca, con il titolo: Gli italici, ovvero i figli della schifosa. Il Cardinali si è reso disponibile, quindi dipende tutto da me.

  • Silvano Sermonti |

    Sono contentone che si parli di questi argomenti. Ne approfitto per rivolgere il mio benvenuto al nuovo Sindaco di Roma, quell’Alemanno già Ministro dell’Agricoltura, che quando il Latte Parmalat Frescoblu ebbe una criticata autorizzazione ad essere chiamato fresco si fece poi le vacanze pagate con l’azienda della figlia di Tanzi, per poi ricordarsi di pagare in tutta fretta il conto solo quando lo scandalo degli appoggi politici a Tanzi, venuti fuori dopo il Crack Parmalat, emersero! Non è una calunnia, ma così ho letto. Se le cose stanno diversamente mi scuso, non voglio accusare nessuno di colpe che non ha, se non le ha. Ma sarebbe il caso che questa posizione fosse chiarita. Comunque siano andate le cose, e comunque vadano nei prossimi anni, auguro buona fortuna ai romani, che ne hanno un gran bisogno! Visto che tutti dichiarano la propria fede, specifico che anch’io sono un anticomunista, come molti che – intuisco – visitano queste pagine fumettistiche.
    Silvano Sermonti

  • Stinchy Bilinchy |

    Purtroppo, le squadre di pronto intervento, in “Padania” rischiano di esserci davvero, e armate di fucili (dalla canna calda)…
    Stinky

  • Oriella |

    Poiché si parla anche di televisione, e del programma di ieri sera su Rai 2, trovo questo resocontto sull’Unione Sarda e ve lo giro.
    Che ghignate, a parte tutto!
    Ho visto che domani ci sarà Artibani. Benvenuto, è il mio mito!
    MATCH SGARBI – TRAVAGLIO
    Quest’ultimo ha evocato la ‘cacciata’ di Enzo Biagi dalla Rai: “Se non fossimo quel Paese nel quale Biagi…”. Ma non ha fatto in tempo a terminare la frase che Sgarbi ha detto: “Siamo un grande Paese con un pezzo di merda come te…”. “Questa è la casa della Libertà, anzi il Popolo della Libertà…”, ha commentato Travaglio.
    “E tu sei il popolo del nulla…”. Inarrestabile Sgarbi che lo ha accusato di essere “un diffamatore”, di “dire bugie” e sostenendo che Biagi non è stato mai cacciato dalla Rai: in realtà, secondo Sgarbi, gli era stato proposto un semplice cambio di orario. Travaglio oggi ha reso noto di aver ricevuto un messaggio da Bice Biagi: “Questa è la cosa che mi ha fatto davvero un grandissimo piacere”.
    Oriella

  • Lele |

    Signor Luca Boschi,
    devo dire che questa esaltazione della resistenza sul blog comincia ad appassionarmi.
    Anzi, penso che sia dovere civico di ogni buon cittadino mantenere alta la guardia contro il fascismo e i suoi fiancheggiatori.
    Sarebbe utile aqnche oggi organizzare delle squadre di pronto intervento armato per andare a colpire tutti i fascisti, ovunque si nascondono ed eliminarli fisicamente.
    E quando avremo massacrato tutti i fascisti ( sempre in nome della libertà e della tolleranza democratica, sia inteso ) passiamo a eliminare tutti i milanisti, perchè sguaci del Milan che è di Berlusconi.
    E poi eliminiamo tutti quelli che guardano rete4, perchè la colpa è anche loro se Emilio Fede fa ascolto in televisione.
    E poi , già che ci siamo, istituiamo l’obbligo della guida a sinistra come in inghilterra, così potremo multare tutti quelli che vanno a destra.

  • Raffaele Catelli |

    La resistenza continua: resistere a chi con idee populiste continua a depredare. Ma non lo vedete, italiani, chi ha i redditi più alti d’Italia??? Aveva ragione quel celebre architetto… Gli italiani sono veramente con un cervello di gallina grande come un chicco di riso. Non tutti, s’intende. I neuroni scarseggiano dappertutto, però.
    La resistenza è trasversale. Io non sono di sinistra, ma all’imbecillità (che viene da ogni parte) bisogna resistere oggi, e condividere i valori su cui si basa il nostro Stato.
    Ieri sono stato al concerto del primo maggio, per divagarmi, anche se non amo le adunate.
    La cosa più bella, e intelligente, è stato il pezzo su Ciarrapico fatto da Elio e le Storie Tese. Lo avevano già fatto nel 1991, “I Love Ciarrapico”, sull’aria della cavatina di Figaro, e mi dicono che la Rai l’avesse censurato.
    Oh, che bel vivere, che bel piacereee…
    Per un bancarottiereeeee….
    Di qualità! Di qualità!
    Cantavano che era stato bancarottiere cinque volte (non so se sia vero, ma certo non se lo sono inventato), delle sue varie denunce… E adesso, grazie a chi tra poco giurerà nelle mani del Capo dello Stato, è diventato senatore, con l’immunità parlamentare.
    Oltretutto, Ciarrapico si dichiara pubblicamente fascista e non dovrebbe manco essere eleggibile. L’Italia sia pure antifascista o afascista: il Ciarra non è tra queste categorie, nun ce deve sta’.
    Come si fa a sopportare una cosa come questa? Come fanno, gli italiani?
    Ignoranza crassa.
    Oppure ci fanno.
    Da notare che i mio cuore batterebbe anche verso il centrodestra, ma come ha scritto qualcun altro in questo blog, queste cose mi fanno vergognare della possibile destra italiana Che non c’è. E’ una destra ciarrapica, che si serve anche di integralisti antistorici che fanno discorsi a pera.
    Saluto da Roma, ma non romano

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