SENTITI OMAGGI AI SIGNORI DELLA CINA. FIRMATO: GLI ATLETI ITALIANI

Pitoti_pechino

Il nostro long-time friend Fer-
ruccio Alessan-
dri
è solito invare quotidianamente un’immagine umoristica realizzata da lui a un’ampia accolita di seguaci. Ma oggi no, e ne ha tutte le ragioni.
In realtà ci sarebbe da stare fermi e riflettere per molti, molti giorni sui drammi e le ferite inferte all’umanità da un regime totalitario, amorale e biecamente capitalistico (ma subdola-
mente spacciato per comunistico ai gonzi che la bevono) con il quale molti Paesi di cosiddetta democrazia trattano con spensieratezza, poiché i soldi, com’è noto, profumano di violette sempre e comunque.

Bikini_pechino_2008

Ma la vita deve andare avanti e i tumultuosi pensieri che ogni giorno ci ribollono nel cervello come il palin-
sesto di una rete generalista (pause pubblicitarie incluse) non si possono arrestare.
Almeno adesso, però, mi va di riflettere un attimo su quanto ci propone Ferruccio, che così si scusa:

Niente fumetti umoristici, oggi, mi spiace. Ma l’idea dei nostri atleti che alle prossime Olimpiadi rende-
ranno omaggio alle stesse autorità cinesi che oggi stanno ordinando massacri in Tibet mi fa vomitare.
Ringrazio Vigiak per la segnalazione.

Ferruccio

From: info@thelivingspirits.net

Per chi sa l’inglese segnalo il sito ufficiale del Dalai Lama, http://www.dalailama.com/news.htm, che contiene anche interessati note sul suo viaggio in Italia (Roma e Milano) nel dicembre scorso.
Ricordo sul sito l’articolo Il DALAI LAMA e il Tibet: www.thelivingspirits.net
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16/3/2008 – LA VOCE DEL TETTO DEL MONDO www.lastampa.it


Kelsang Gyaltsen, rappresentante europeo del Dalai Lama: se la Cina ci opprime, come può ospitare i giochi olimpici?

[http://www.lastampa.it/cmstp/rubriche/admin/immagine.asp?ID_blog=113&ID_file=353]

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«I militari hanno mano libera in Tibet, e il nostro appello alla comunità interna-
zionale è preciso: non lasciateci alla mercè dei cinesi, mandate le vostre delegazioni ufficiali a vedere cosa sta succedendo e cercate di ripristinare il dialogo pacifico».

E’ grave il tono della voce di Kelsang Gyaltsen (…), rappresentante europeo del Dalai Lama, è «molto, molto preoccupato» per quanto accade nella sua terra. Ha cinquantacinque anni, vive in esilio in Svizzera dal 1959, già ventenne faceva parte del governo tibetano in esilio a fianco del Maestro, del quale è stato consigliere per sette anni; dal 1999 ne è ambasciatore in Europa. Segue come può i misfatti di queste ore. Ma le notizie, ammette, sono scarse.

«E’ difficile avere informazioni da Lhasa. Le linee sono interrotte e la gente ha paura di parlare. Quello che sappiamo che c’è una tremenda repressione delle forze di sicurezza e che stanno usando anche i carri armati. Secondo alcune fonti si conta già un centinaio di morti. E’ un’a-
zione brutale. Viviamo ore di angoscia perché il governo cinese ha chiuso il paese, nessuno entra, nessuno può uscire. I soldati fanno quello che vogliono»

Come mai la protesta è esplosa proprio ora?

«Il malcontento del Tibet si è costruito in un lungo periodo di tempo. In passato c’è stato qualche incidente, ma non sulla scale e le dimensioni attuali. Credo che sia dovuto alle Olimpiadi. Il mondo rivolge più attenzione ai nostri rapporti con la Cina».

Come reagirete, se la violenza continuerà?

La_nike_sfrutta_i_bambini

«Non c’è praticamente nulla che possiamo fare. Tutto è nelle mani del governo cinese. Tocca a loro essere moderati nel comportamento con la popolazione e trovare una via per risolvere le tensioni attraverso il dialogo. Noi siamo pronti. Che altra possibilità abbiamo?».

Secondo lei, esiste una complicità fra India e Cina?

«Si, e non solo. E’ ovvio che Pechino ha esercitato pressioni su molti go-
verni occidentali. Lo si è visto anche in Italia, qualche mese fa, durante la visita del Lama. Si cerca di imporre a tutti i costi il modo di pensare cinese. I governi occidentali dovrebbero ascoltare la voce dei loro cittadini».

In che senso?

«C’è grande divario fra la immensa solidarietà del pubblico europeo nei confronti della causa tibetana e le attitudine dei governi. Proprio a causa di questo, i leader politici sono costretti a esprimere preoccupazione per quanto accade. Ma, oltre a questo, non si è vista alcuna azione concreta».

Cosa si attende dall’Occidente?

Fuwa_mobile

«Almeno due cose. La prima è inviare delegazioni ufficiali in Tibet e non affidarsi a quello che dice il governo. Vengano a vedere con i loro occhi in che condizioni sono i tibetani. Allo stesso tempo, devo-
no tentare di favorire una soluzione pacifica. La nostra posizione è chiara. Non siamo per la sepa-
razione dalla Cina o per l’indipendenza. Chiediamo una vera autonomia per dialogare con la Cina».

Volete il boicottaggio delle Olimpiadi?

«Il Lama non è contrario ai giochi, spera che aiutino il governo cinese a nuove aperture nei confronti del Tibet. Ora, però, tutto è diverso. Se Pechino affronterà il malcontento tibetano senza il pugno di ferro, non c’è motivo di cambiare idea. Se invece sarà brutale, imporrà la legge marziale e il coprifuoco, allora le cose cambiano. Come si potrebbero avere le Olimpiadi in un paese che, in una sua parte, opprime la popolazione civile?»

Capitò coi Giochi di Berlino nel 1936…

«E’ vero, ma oggi siamo nel 2008. L’umanità ha vissuto tante esperienze drammatiche da allora. La società è più matura. Nel 1936 numerosi parti del mondo non sapevano cosa accadeva in Germania. Oggi tutti sono consapevoli. Non si può restare fermi a guardare».

Angurie_cubiche_modificate_olimpiad

Tra le immagini di questo post: il lavoro minorile impiegato da grandi aziende internazionali per confezionare i gadget delle Olimpiadi cinesi, in barba a tutte le etiche possibili. Le fabbriche che li producono utilizzano bambini in turni di anche 15 ore al giorno, con paga ridotta.

Per esempio, a Le Kit Stationery, azienda che produce articoli di cartoleria con il logo di Pechino 2008, i bambini fsono impegnati con turni che vanno dalle 7,30 alle 22,30.

Tremila lavoratori alla Mainland Headwear sono pagati il 45% della paga minima, e obbligati ad ore di lavoro straordinario ricevendo istruzioni di mentire agli ispettori del lavoro sulla loro paga e il loro trattamento.

Sopra, bikini con loghi cinesi per gli occidentali scemi e i personaggini mascotte, dei quali abbondava il festival delle Bedé di Angoulême, con lussuosi libretti a fumetti patinati e rilegati con filo refe, probabilmente a mano da bambini anch’essi, per la gioia dei loro coetanei ricchi.
Infine, il cellulare per i giovani che raffigura Huanhuan, una delle cinque mascotte (le Fuwa), prodotto dalla cinese Cect e distribuito solo in Cina, e le micidiali angurie modificate (a forma di parallelepipedo o giù di lì), con gli emblemi olimpionici.

  • Patty Poltronieri |

    Stefano ha ragione!
    Sono nuova (o quasi) del blog, ma condivido le voci che vi parlano. E un plauso all’iniziativa delle vignette, Forse dovreste fare un po’ più pubblicità all’idea che avete tirato fuori.
    Girovagando ho trovato un discorsetto in sitonia con quello di Stefano, scritto da un tal di M. E., purtroppo misteroso, che scrive al solito Grillo.
    Ve lo giro.
    Patty
    Caro Beppe,
    sono un giovane laico e buddista, allarmato per la drammatica situazione in Tibet! Il silenzio imposto dal regime Cinese sulla regione è assordante e forse lo è ancor più la debole azione diplomatica internazionale. Debole, perché troppo interessata economicamente alla Cina!
    Nelle ultime ore, qualcosa si sta muovendo, la pressione dell’opinione pubblica – nonostante un’assenza quasi totale d’informazione – spinge la politica a fare un po’ di più!
    In questa direzione, ti porto una preghiera, rispetto a quanto sta accadendo: continua a diffondere quanto più possibile la realtà del Tibet!
    La Cina è un grande Paese che affonda le sue radici in una antica e profonda cultura, ma è anche un Paese governato da una dittatura terribile! Fino a quando il regime resterà al comando, ritengo che la Cina non possa e non debba rivestire un ruolo determinante per gli equilibri del pianeta!
    Per questo motivo credo sia indispensabile una continua e dialogante pressione, affinché ogni giorno che passa, una nuova goccia di democrazia possa aggiungersi alle altre, rendendo fertile questa vasta e arida terra!
    E per questo motivo non ritengo utile il boicottaggio delle Olimpiadi, in quanto potrebbero essere veramente il viatico per una serie di iniziative pacifiche. Con le Olimpiadi, la Cina sarà costretta ad aprirsi al mondo, tutte le Nazioni avranno gli occhi puntati, giornalisti da tutto il mondo affluiranno a Pechino.
    Non ho la certezza che sarà possibile qualcosa, ma certo sarà più probabile che isolando questa Tigre troppo silente!
    Per chi volesse conoscere la realtà Tibetana consiglio una navigata sul sito: http://www.italiatibet.org

  • Stefano Priarone |

    Ciao, Luca!
    Concordo con Moeri (ma mi sa che non sei lontano da questa visione neppure tu, Luca): la Cina è un mix di totalitarismo comunista (o stalinista se preferisci) e di capitalismo sfrenato, una sorta di mostro ideologico ma che fa si che molti, a destra e a sinistra (per ragioni diverse), la guardino con benevolenza.
    E temo che le Olimpiadi di quest’anno siamo il trionfo di questo regime (che si avvia a diventare la prima superpotenza mondiale), in stile Berlino ’36.
    Ciaoissimo (comunque e sempre)
    da uno Stefano pessimista

  • Luca |

    Bene, grazie, sono contento che nella sostanza (credo) siamo d’accordo tutti, indipendentemente da posizioni di partenza che possono porre l’accento sull’una o sull’altra posizione.
    Ciò che mi premuravo di sottolineare era il fatto che l’autodefinizione di “comunista” del regime cinese non inducesse incautamente qualche uomo di sinistra ad avere un po’ di benevolenza nei suoi confronti, in nome di chissà quale machiavellico ideale, sottovalutando stragi ripetute che sono ancor più intollerabili oggi di quanto non lo fossero in un diverso scenario nell’URSS stalinista.
    E post-stalinista, beninteso. Ci sarebbe da dire molto anche sul ben considerato “compagno Putin” e sul regime russo attuale che, sotto il suo governo, ha gettato una pietra tombale sugli spiragli della Glasnost e della Perestroika; ma questo ci porterebbe fuori tema.
    Temo, purtroppo fondatamente, come sottolinea anche lei, caro Moeri (okay, diamoci tutti del “lei!” Conquisteremo il “tu” quando faremo un “Blograduno” e ci incontreremo di persona) che invece tutti i governi, europei e non solo, colgano l’occasione delle prossime Olimpiadi per spalmare con sollievo una patente di rispettabilità sul torvo ghigno del regime cinese. Lo show internazionale dei Giochi che si intuisce come il più sfarzoso, oneroso e “prussiano” possibile, per il governo cinese mira a questo nefasto sdoganamento presso l’opinione pubblica mondiale.
    Alla faccia dei monaci buddisti, del libero pensiero, del rispetto dell’essere umano e di chi sostiene che queste “manifestazioni di amicizia fra i popoli” sarebbero svincolate (vabbe’) da implicazioni politiche.
    Una immagine “ripulita” e presentabile di un Paese nel quale l’individuo sembra contare meno di zero toglierebbe le castagne del fuoco a chi, tessendo con quel regime transazioni economiche, commerciali etc., non dovrebbe nemmeno più provare troppo imbarazzo per le ripetute repressioni del popolo di cui continua a macchiarsi.
    Nel post odierno abbiamo lanciato questa iniziativa di vignette che, okay, probabilmente non smuoveranno nulla, ma rappresentano comunque una presa di posizione non controversa di qualche mente creativa sicuramente più libera dei governi che agiscono su altri piani, con mani legate, ricatti, inciampi, colpi di tosse, tentennamenti, storcimenti di naso, grattamenti di capo…
    Salvo poi inviare, compatti, i propri atleti alla grande kermesse del sangue.
    Mi scuso per la “prolisseide”.
    L.

  • Moerandia |

    Egregio sig.Boschi
    i miei complimenti per questo post, di cui condivido quasi tutto, e grazie per la segnalazione dell’intervista; ho dedicato un post anche io al Tibet.
    Sono d’accordo con Lele: al potere in Cina è il Partito Comunista Cinese, non il Partito Fascista Cinese, e tanti esempi simili si sono visti (Urss, Cambogia, Vietnam, Ungheria, Polonia, Cecoslovacchia, ecc.), a dimostrazione che le dittature, e specialmente le più fanatiche, sono portatrici di distruzione e non di progresso.
    Del resto, una repressione che nel solo anno 1959 uccide “nel solo Tibet centrale, più di 87.000 civili” ( http://www.italiatibet.org/history/tibethistory.htm ) a quest’ora dovrebbe essere ricordata ogni anno, citata nei telegiornali, riportata come si deve , ed invece …
    Invece con il crollo del modello economico comunista il governo cinese è passato al capitalismo malato ed aggressivo che lei giustamente descrive, e l’atteggiamento dell’Occidente si è fatto ancora più benevolo di prima. Le scuse dei politici di entrambi gli schieramenti per non boicottare le elezioni sono persino imbarazzanti (“Ma queste cose si sapevano già da prima” “Con queste Olimpiadi solleciteremo la Cina ad aprirsi”), mentre i cinesi si fregano le mani e si preparano a fare affari.
    Più grosso è il cattivo, più grande è il fatto, più dovrebbe diventare scusabile 🙁
    Saluti.
    G.Moeri

  • paolo beneforti |

    riguardo al fumetto e il Tibet, vorrei ricordare la bellissima serie “Jonathan” di Cosey

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