IL PATO DONALD “ORIZZONTALE”

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Si sa che anche in Spagna, per un certo periodo, vigeva per gli albi a fumetti il formato cosiddetto “all’italiana”, sviluppato in orizzontale: mezza pagina di giornale o di rivista.

Ma non è troppo noto che anche le storie di Carl Barks fossero uscite, con i necessari interventi, in queste dimensioni.
Eccone un esempio del 1945.

© Disney

L’albo è pubblicato dalla Editorial Bruguera, nuovo nome della vecchia casa editrice El Gato Negro, intitolata dai fratelli Pantaleón e Francisco Bruguera al fondatore dell’impresa (nel 1910), loro padre, Juan Bruguera Teixidor.
Nel dopoguerra, la casa editrice (la stessa di “Pulgarcito”, definito “Periódico infantil de cuentos, historietas, aventuras y entretenimientos”, e dei famosi eroi epici “El Cachorro” e “El Capitán Trueno”), aveva ottenuto quasi il monopolio totale dei personaggi del fumetto americano che uscivano in terra iberica, da Brick Bradford a Johnny Hazard, sino agli eroi disneyani, sia dei comic books che della produzione per quotidiani.

Messo in vendita a una peseta, l’albo di cui riproduco la rara copertina appartiene alla “Collecion Walt Disney, serie E”, specificamente al ciclo “Aventuras del Pato Donald” (nome locale di Paolino Paperino).

Il disegno di copertina si deve a Salvador Mestres (http://es.wikipedia.org/wiki/Salvador_Mestres), un locale fumettista “completo”, versato sia nel genere comico che in quello realistico, con cui ha raggiunto forse i risultati più ragguardevoli.
In futuro, se il tempo lo consente, posto anche qualcosa del grande Jesùs Blasco, del quale vedemmo, lui presente, una tentacolare mostra personale a Barcellona a metà anni Ottanta, con Sergio Bonelli e altri amici.

  • Marco Travaglini |

    Gentilissimo Carlo Chendi, sono rammaricato nel leggere solo ora questa sua risposta, per la quale la ringrazio sentitamente. Mi era davvero sfuggita. Il fatto è che l’amico Boschi inserisce così tante e tali curiosità, che è difficile restare al passo; e per farlo, spesso, si lasciano dietro cose importanti. Come questo suo interessantissimo messaggio, ormai messo dietro dai tanti articoli, e relativi commenti, successivi qui pubblicati.
    I tre numeri di Topostrips rappresentano uno dei tesori più preziosi ed amati della mia collezione di fumetti disneyani. Una testata, in qualche modo gemella della più fortunata Zio Paperone (che negli stessi anni raccoglieva la produzione dell’altra colonna Carl Barks), che non ha avuto la possibilità di far conoscere al grande pubblico una grandissima fetta di storia del fumetto che, ancora oggi, attende una compiuta riedizione popolare.
    E’ un peccato apprendere da lei (in questa sede, come nell’ottimo libro-intervista di Badino) di questa reiterata incopetenza da parte della redazione del nostro amato settimanale. Eppure il “periodo Muci” ha visto prepotentemente esplodere il grande Castellan, ottimo sceneggiatore (e talvolta disegnatore) dichiarato emulo di Scarpa (e Gottfredson). Speriamo che la nuova direzione possa operare una sensibile sterzata in questo senso.
    Ringraziandola ancora per la risposta, mi auguro di continuare a leggerla anche in questa sede.

  • Carlo Chendi |

    Caro Marco Travaglini, sono Carlo Chendi, grazie per il buon ricordo che hai dei tre numeri di TopoStrips.
    Tre numeri che furono fatti con Gaudenzio Capelli che allora era direttore di tutte le testate e direttore editoriale della Disney.
    Capelli mi aveva lasciato libero di impostare la collana come volevo, sia per quanto riguarda la scelta del materiale da pubblicare che per i testi. Facevo tutto io (tranne le copertine che erano di G.B.Carpi): scrivevo gli articoli, impaginavo, correggevo le bozze (non sono molto bravo in quello, qualche errore mi scappava sempre), firmavo le cianografiche, eccetera.
    Nelle mie intenzioni non doveva essere una collana per “collezionisti” o fans di Gottfredson, ma per far scoprire a giovani lettori una produzione, di veri capolavori, sconosciuta alle nuove generazioni.
    Quando Gaudenzio Capelli andò in pensione, direttore delle testate “Topoliniane” fu nominato Paolo Cavaglione, che non sapeva chi era Gottfredson (ma non sapeva neanche chi fosse Giorgio Cavazzano!). A lui TopoStrips non poteva interessare di meno.
    Direttore editoriale di tutte le testate Disney era Gianni Crespi (ora lavora per la De Agostini). Da lui dipendeva, in definitiva, se continuare o meno con TopoStrips. Gliene parlai a voce, non mi rispose né sì e né no. Gli scrissi una lettera per ufficializzare la cosa, ma non rispose mai.
    Voci che ho sentito (allora!) all’interno alla Disney: non piaceva quel formato perchè non si poteva mettere pubblicità (di solito le pagine pubblicitarie sono verticali e poi la pubblicazione era tutta in bianco e nero mentre la pubblicità è a colori), la carta era scadente, eccetera.
    Comunque non fu sospeso perchè vendeva poco, anzi, trattandosi di pubblicazione cheap, a un solo colore, con carta economica e senza costi di produzione (erano ristampe) era LARGAMENTE in attivo (pareggiava i conti a 6.500 copie di vendita, il primo numero vendette circa 40.000 copie).
    Mia intenzione era ripubblicare tutta la produzione di Gottfredson, Al Taliaferro (Silly Symphonies) e Manuel Gonzales (tavole domenicali), ante e dopo guerra. Ma non in ordine cronologico (la primissime storie non sono bellissime), ma semplicemente iniziando con le storie più belle per catturare i lettori che non conoscevano questa produzione, e poi, in seguito, una volta stabilizzata la tiratura e conquistati i lettori, proseguire con il resto delle storie. Solo alla fine avrei pubblicato la cronologia delle storie distribuite nei vari fascicoli.
    Ho tentato di fare “numeri stilisticamente omogenei”. Nel primo numero le storie e le domenicali sono tutte con il Topolino con le pupille. Nel secondo e terzo numero, tutte le storie e le domenicali con Topolino senza pupille.
    Nel quarto numero, già pronto ma che non sono riuscito a fare, la storia di apertura era quella con Joe Piper (Topolino e la Banda dei Piombatori), una delle mie preferite.
    Peccato che sia finita così.
    Claretta Muci, direttore del Topolino dal 2000 al 2007, raccomandava ai suoi redattori di bocciare tutte le storie, che proponevano gli sceneggiatori italiani, che in qualche modo ricordavano Gottfredson!

  • Marco Travaglini |

    Perchè non riesumare l’idea del formato orizzontale qui in Italia per ripubblicare Gottfredson, così come aveva gia tentato di fare (ottimamente a parer mio, ma a quanto pare senza successo) il buon Carlo Chendi con i soli tre (sigh!) numeri di Topo strips?

  • luca Boschi |

    Ma sei bravissima!
    Quando mi fermo un attimo faccio il disegno per voi vincitori (ma di te ho visto poooocooo, e credo non con espressione tipica; o sì?).
    Quella frase è scritta esattamente in quel modo, sembra un caso nel quale italiano e spagnolo coincidono: “una razza una fazza” (anche se non è uno slogan di quelle parti).
    Se questo tipo di cose interessa, ho trovato altro; molte cose che, mi risulta, non sono nemmeno considerate nell’I.N.D.U.C.K.S. (che purtroppo frequento poco e in fretta, a distanza di parecchio tempo)…
    Per esempio, nello stesso formato, ci sono albi contenenti ognuno una continuity di Gottfredson (o parte di essa), sempre con cover originali.
    Poi c’è il periodico più interessante che era… intitolato a Dumbo! Ma con storie di autori e personaggi “standard”, fra cui il Topo del tuo amato Paul Murry…
    E ho visto un albo con Giac e Gas n copertina, disegnati probabilmente da Jesùs Blasco.
    Poi… una testata NON disneyana che si intitola “Topolino”, ma è…
    Be’, questo potrebbe essere oggetto di un piccolo rompicapo (non oso chiamarlo quiz), per addettissimi ai lavori.
    Posso tentare di impostarlo e postarlo se qui mi fanno fare una scansione (albo non mio, bensì di collezionista assatanato).
    Roba rara, in ogni caso, rabbbbba da sciuri! 🙂
    Ciao!
    L.

  • brigitta |

    Interessante!
    Ma mi stupisce la scritta “contiene un episodio completo”: non so lo spagnolo, ma non credo proprio che questa frase sia in spagnolo… come mai in italiano?
    Facile indovinare quale sia l’episodio completo contenuto: si tratta di “Paperino e il ladro fantasma” (The Icebox Robber).

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