PAOLA PALLOTTINO E L’ILLUSTRAZIONE ITALIANA

POMPEI

Volume In attesa di avere l’onore di segnalare un nuovo blog sull’Illustrazione Italiana, già esistente ma da strombazzare in magna pompa fra poco, quando sarà ben più consistente, Cartoonist Globale si esercita in un rimbrotto, intenzionalmente salutare.

Lo invio all’indirizzo di chi non possiede sullo scaffale un testo fondamentale per studiare questa affascinante materia: la nuova edizione di Storia dell’illustrazione italiana (Cinque secoli di immagini riprodotte), a cura di Paola Pallottino, edito da La casa Usher.

Nella sua ricca introduzione, Giovanni Baule espone ciò che e essenziale sottolineare: allo stato attuale dei fatti, con le sue 516 pagine, questa Storia dell’illustrazione italiana è l’unica opera critica e sistematica sulle illustrazioni che hanno caratterizzato l’editoria libraria e giornalistica in Italia dal XV alla metà del XX secolo. Per forza di cose, dato l’ampio arco di tempo esaminato, alcuni argomenti non sono sviscerati come si farebbe in saggi su singoli autori, ma il saggio è quanto di più utile si possa immaginare per avere una piattaforma di partenza, una rampa di lancio dalla quale proiettarsi nelle direzioni illustratorie più diverse, in base ai propri specifici interessi.

Come potrebbero essere quelli legati alla ptrima sventagliata di immagini di questo post.

Popolo_illustrazione

12_07_1959

Chlorodont 1951 Boccasile

Gino-boccasile-paglieri

Le prime illustrazioni, partendo dall’alto, oltre alla copertina del volume in questione, sono un disegno a tratto di Mario Pompei, seguito da due tipiche copertine di riviste popolari illustrate italiane: Illustrazione del popolo e La Domenica del Corriere.

Le due immediatemente successive sono immagini pubblicitarie di Gino Boccasile, già illustratore del Regime Fascista, qui alle prese con due prodotti per l’igiene personale: il dentifricio Chlorodont e svariate ciprie Paglieri.

Locatelli
Di un illustratore misterioso è invece questa “copertina” del Formaggino Mio della Locatelli. Se qualcuno ha una pallida idea su chi potesse esserne stato l’artefice, faccia un fischio.
Il ragazzino sorridente è sopravvissuto sulle confezioni dei formaggini almeno sino alla fine degli anni Cinquanta, quando alle confezioni venivano allegate le figurine animate.

All’inizio del decennio successivo i formaggini, in scatole cubiche come quella sotto, rintracciata in un catalogo on line, mostravano un ragazzino sorridente diverso, e in quadricromia.

Nuova scatola

Dopodiché, a metà decennio, le figurine animate erano supportate da annunci pubblicitari simili a quello che segue, legato al film Disney (uscito nel frattempo nelle sale) La spada nella roccia.

Mio figurine animate da cdp 47 del 21 novembre 1965

L’illustrazione in questione occupava un bello spazio in una pagina del Corriere dei Piccoli, nell’anno 1965.
Chi potrebbe esserne autore? Forse Rino Albertarelli?
Qualcuno ha la risposta in tasca?

Cattinapr10

Esagerando, ecco, in aggiunta, un altro capolavoro di un illustratore classico vivente: un gigante, anche se si firma “Nano”: il fiorentino Silvano Campeggi, che fu anche autore del poster italiano della pellicola disneyana Bambi (sotto, ricavato dal sito http://www.tuttocollezioni.it/ e stampato dalla Kartos, società tipografica il cui logo venne realizzato almeno una sessantina di anni fa da Loris Jacomelli, zio del blogger di Cartoonist Globale, sia detto per inciso).

BAMBI SILVANO CAMPEGGI MANIFESTO PER IL FILM

Ma stiamo divagando.

Ugo-Finozzi Come sintetizza lo stesso comunicato stampa del libro di Paola Pallottino, l’opera, in generale, affronta il tema dell’immagine riprodotta a mezzo stampa spaziando dall’incisione al manifesto, dalle caricature ai fumetti, senza trascurare le cartoline, gli ex libris e le figurine.

L’importanza della ricerca, che ha subito una revisione (e correzione) rispetto alla prima edizione di svariati anni fa, consiste nell’aver percorso tutta la gamma di illustrazioni realizzate in Italia dal 1467 alla prima metà del Novecento (quando l’avvento della televisione ha iniziato a ribaltare i codici iconografici) analizzandone l’evoluzione nei contesti storici, teorici e tecnici.

Zampognaro Svariate illustrazioni che ho inserito in questo post non vi trovano spazio perché sorte in un periodo successivo, mentre abbondano quelle realizzate nei primi quattro secoli, e che sfuggono di solito alla percezione e alla conoscenza dei semplici appassionati che non siano anche studiosi del settore.

Il libro offre anche un ampio spaccato di vita e costume in cui si intrecciano arte e cultura materiale. Agli specialisti viene presentata una miniera pressoché inesauribile di analisi e informazioni; a un pubblico più vasto è offerta la possibilità di apprezzare l’affascinante universo dell’illustrazione italiana, particolarmente qualificata sul piano internazionale.

Vi sono notizie su un altissimo numero di illustratori e sulle loro opere principali, così come già era accaduto per la prima fortunatissima edizione dell’opera, da anni del tutto introvabile (come, ahinoi, sta divenendo in fretta anche questa, se non ci si sbriga ad accaparrarsela).

All’interno del volume c’è un ricchissimo apparato di immagini a colori e in bianco e nero e una bibliografia generale straordinariamente ampia, che per la prima volta è messa a disposizione di storici dell’arte, illustratori e operatori culturali.

A essa si aggiunge, inoltre, una bibliografia monografica dedicata ai principali illustratori trattati nel volume.

Cosa dire di più?

1941   A. Collino

Forse solo che, per un insensato ghiribizzo, si è preferito porre qui, in chiusura, la splendida copertina di Mario Uggeri (grande illustratore e in genere disegnatore, del dopoguerra) suggerita da Corrierino nei commenti a questo post.

Perché un posto fra Collino e Boccasile, Pompei e Finozzi, direi che Uggeri se lo meriti.Paglia