SUSANNA TAMARO SU “DISNEY ANNI D’ORO”, GIORGIO CAVAZZANO SU “FUMO DI CHINA”

Susanna Tamaro

Campeggia in edicola da qualche giorno in quarto volumetto della collana Disney Anni d’Oro, a cura di Lidia Cannatella, ricco di pezzi di Alberto Becattini e del sottoscritto, pubblicato da The Walt Disney – Italia, con un ampio florilegio di storie degli anni Sessanta e Ottanta, fra le quali una di Giorgio Pezzin e Giovan Battista Carpi passata praticamente inosservata al momento della sua prima edizione e mai ristampata da allora.
Tra le ragioni per acquistare la pubblicazione c’è anche l’intervista, rilasciata ad Alessandra Orcese, dell’ospite di questo numero, la scrittrice Susanna Tamaro, che parla del suo rapporto con i fumetti Disney e della storia con i Paperi della quale scrisse il soggetto svariati anni fa.

Per inciso, a questa pagina, del Portale di Trieste, un’altra intervista a Susanna Tamaro, per gli interessati che non l’abbiano mai letta. Dallo stesso portale ricaviamo anche la foto a destra (© degli aventi diritto; © Disney per le altre).

Cavazzano

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Tra le alte ragioni che motivano l’acquisto del bimestrale c’è anche la presenza (fissa) di Giorgio Cavazzano, con alcune delle sue storie più graficamente “sfrenate” del periodo techno (per dirla col filologo Frank Stajano).

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Al grande fumettista (e illustratore) veneziano dedica un’intervista la rivista di critica e approfondimento Fumo di China, curata da Paolo Guiducci e i loro (e nostri) amici.
Si tratta de n. 174, uscito stamani in molte regioni d’Italia.
Le circostanze che contestualizzano la lunga ed esaustiva intervista, a cura di Andrea Antonazzo, di Francesco Matteuzzi e dello stesso Guiducci (ma firmata dalla redazione), riguardano il consuntivo sui primi settantacinque anni di vita di Donald Duck, alias Paolino Paperino.

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A Cavazzano è dedicata anche la copertina (riprodotta a desta), esattamente come avviene per quella del quarto Disney Anni d’Oro (collana di cui è tutto sommato l’artista-simbolo). In questa raffigura anche Bruto (alias Gancetto): un caso più unico che raro.

CopFdC174

Donald Duck torna di scena anche nell’articolo di due pagine firmato dal presente blogger, I primi papà di Paperino, scritto per festeggiarne il compleanno, sebbene con molto ritardo, e ispirato da un pezzo comparso tempo fa proprio su Cartoonist Globale.

A corredo del testo, una scheda-valutazione di Federico Fiecconi.

All’interno di FdC si trovano anche notizie dal Japan Expo, un’analisi dell’opera di Isao Takahata, un reportage da Cartoon Club e Riminicomix, un’intervista ad Alessandro Bignamini in occasione del suo lavoro su Greystorm, un nuovo capitolo della battaglia legale fra la Warner Bros. e gli eredi di Jerry Siegel, i 50 anni di Pilote (rivista della quale parleremo, presto, anche noi).

In più, news, recensioni e svariate rubriche.

  • Luca |

    Ciao, Matteo!
    Poiché la risposta può interessare anche i lettori di questo thread, la ripropongo di seguito, più o meno integralmente.
    Rispetto a “Disney Anni d’Oro” sono (in genere) aumentati i consensi con questo numero. E di sicuro accadrà di nuovo con il prossimo, novembrino, che avrà più di una ragione per essere acquistato (e comunque “goduto”).
    La sezione delle Storie Superstar ha dovuto fare i conti con un imprevisto (queste cose non si dovrebbero mai dire, lo so), per cui le due avventure scolastiche di Qui, Quo e Qua sono cadute a fagiolo per una sostituzione rapida. Altre storie di quel ciclo, come quella di Zio Paperone che conduce i i nipotini in un viaggio di studio su un vecchio convoglio ferroviario, o quello in cui Chiquita fa da insegnante, erano comparse qualche anno fa su “Zio Paperone” (pur con nuovo lettering e coloraione), mentre queste erano sconosciute ai più, collezionisti accaniti a parte.
    Anche i ciclo su Zio Balatrone non era mai comparso prima. E, sì, la storia di Bill Walsh & Floyd Gottfredson, è riportata così come fu pubblicata su “Topolino”. La parte iniziale della venuta dello “zio impostore” dai modi ruvidi era stata raccolta in un “Albo d’Oro” quasi contemporaneo invece che nel formato tascabile del “libretto”. In redazione dovettero pensare che questa parte della continuity giornaliera avesse una sua identità autonoma, per cui, la separarono dal resto delle strisce e… sarebbe stata troppo breve per comparire ancora sullo stesso settimanale, inoltre aveva la funzione di lanciare la storia di Martina e Carpi con gli stessi personaggi, già elaborata nel frattempo con un tempismo invidiabile.
    Ciao e alla prossima!
    Luca

  • Sigis |

    Quante cose si leggono, oggi!
    La Carfagna che fa causa a Repubblica e non a Il Foglio dell’Elefantino anche se hanno riportato le stesse frasi che giudicherebbe lesive; Gad Lerner e Antonio Ricci che combattono all’arma bianca, i deliri di un miinisto che si è fatto costruire un “aeroporto ad personam” che (posso sbagliare) mi sa tanto che paghiamo noi.
    Ma a parte queste miserie dell’Italietta infame, meno male che ci sono dei bei fumetti a tenerci su il morale.
    Leggo un commento nel post su Tarzan di Cesare Milella: “Anni d’oro” con le pagine ondulate? Nelle edicole di Verona che ho girato le copie erano tutte buone. Sarò forse un difetto di rilegatura?
    Anche a me piace Ser Lock (con il “k” e non con la “h”, Claudio Minzuni)!
    Poi, mi acquisterò Fumo di China,,, Mi piace molto quel Papero strano vestito da marinaio. Ma di che si tratta, di un prototipo di Donald?
    Infine, in una lista si parla di Dick Moores, e del fatto che alla Egmont stanno preparando un volume su di lui.
    In Italia si potranno vedere delle sue storie, o di Bill Wright, Harvey Eisenbberg,,, magari su “Disney anni d’oro”?
    Ho letto questo, scritto da un cero Nils Lid Hjor: I’ve always liked the “MM & the Wonderful Whizzix” story (Dick Moores, F.C. 427, 1952). It is mildly disturbing to a sensitive reader, though, that the car in question is *green* on the cover, but consistently *red* throughout the story in side.
    And now Egmont’s Hall of Fame series has produced a full hard-cover Dick Moores book (complete with an informative preface by Germund von Wowern).
    But [make room for “arrrgghh”-sounding sounds here] — the car is now *ugly, stark, blue*. It simply strikes me as dead wrong. It’s partly the blue-ness, but perhaps even more the shinyness & starkness of it — this is supposed to be an old & worn-out car,
    not a shiny thing from the assembly lines of Detroit.
    Don’t the Editors & Colour People have a sense of piety (and aesthetics)?
    Ciao, buona domenica.

  • Claudio Minzuni |

    Ser Loch, le storie nell’inghilterra di Conan (non il barbaro) Doyle!
    Un volume su di esse forse sarebbe troppo, tra l’altro se ne vedono alcune in giro di ristampate di recente… Sbaglio?
    Ma mi piacerebbe molto leggerne altre, sono leggere e dvertenti e con un gruppo di criminali diverso dai soliti Gambadilegno, Macchia Nera…
    Mi piacerebbe anche rileggere e storie di Pacuvio, di Mowgli, delle Tre Buone Fatine (non credo che siano state molte), di Bongo, di Tippete…
    Forse chiedo troppo!

  • Stefano Priarone |

    Numero davvero molto buono quello degli Anni d’Oro da poco uscito (il migliore sinora) : grandissima line-up di autori (Scarpa, Cavazzano, De Vita, Bottaro e Carpi, quest’ultimo con una storia di 20 anni fa sconosciuta a molti, incluso il sottoscritto) e carino l’apparizione di Ser Lock: da bambino adoravo le sue storie, mi piacerebbe un volume con le sue storie migliori (metterei senz’altro quelle di Hubbard e quelle di 44 tavole), chissà cosa ne pensano gli altri lettori di questo blog.
    Ciaoissimo
    Stefano

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