Finalmente, un tentativo di soluzione a questo bel quiz, lanciato su queste colonne (si diceva una volta) circa quattro anni fa.
Molti visitors sono stati in pena per tutto questo tempo. Giunto è il momento di alleviare la loro sofferenza.
Il fatto è che in queste pagine onniscienti molto seguite, L’antro atomico del Dr.Manhattan, si elogia la pellicola diretta dal grande Luciano Salce Il secondo tragico Fantozzi, tratto (come sanno sin le bréccole infinitesimali) dalla versione unama in carne ed ossa di Paperon de’ Paperozzi.
Cosa c’entra questo con i fumetti?
Oltre alla storia di Marconi e Cavazzano sopra citata, bisogna anche ricordare che esisté, a suo tempo, un’effimera testata a fumetti di nome Pancozzi, ispirata ovviamente al personaggio ben noto.
Le parodie di questo tipo erano, nei primi anni Settanta, assolutamente comuni.
Si pensi a questa, precedente a Il ritorno di Pancozzi, dedicata a due altri protagonisti di Quelli della domenica: Cochi Ponzoni e Renato Pozzetto, divenuti i trasfigurati titolari di Cioci e Tato.
Personalmente, tra l’altro, proprio una pagina di Cioci e Tato mi venne spedita a mo’ di esempio da Gino Sansoni in persona, titolare della C.E.A. (Casa Editrice Astoria) per propormi, tantiiiiissimi anni fa, una collaborazione come disegnatore (quando iniziavo a disegnare fumetti, all’inizio del Liceo, quindi… facendo un po’ di conti… Be’, era l’altro secolo).
Nulla di disonorevole in quegli stessi anni, come i lettori di questo blog ben sanno, fiorfiore di fumettisti si occupava di questa produzione comico-televisiva.
La copertina sotto, con Pippo Baudo in bella vista (all’epoca in cui presentava il quiz Spaccaquindici) è opera di Milo Manara (protagonista di una grande mostra celebrativa a Siena nell’autunno 2011, ne parleremo).
Oggi, l’attenzione di Cartoonist Globale si appunta però su un passaggio particolare del film, che riprende assai fedelmente (ma non alla lettera) un capitolo dell’opera letteraria fantozziana di Paolo Villaggio, già monologo (con altre varianti) recitato a Quelli della domenica in TV e due volte, nel 1868 e nel 1975 a Gran Varietà (sul secondo canale della radio Rai, con replica sul primo il sabato pomeriggio, o viceversa).
L’episodio è quello incentrato sulla figura del Professor Guidobaldo Maria Riccardelli e sul suo cineclub.
Vogliamo ripassarcelo insieme?
Rinfreschiamoci la memoria anche con questa brano, che riporta ai nostri occhi la celebre “scena della carrozzina”.
Le scene del famigerato cineclub frequentato da Fantozzi non sono ricavate dalla vera edizione de La Corazzata Potemkin, ma sono state girate di sana pianta da Luciano Salce, poiché la produzione del secondo Fantozzi non possedeva i diritti per citare estratti della pellicola originale del 1925. Per questo ne ha anche storpiato il nome in La corazzata Kotiomkin e il regista Sergej M. Ejzenštejn, reponsabile della pellicola originale) si trasforma in Serghei M. Einstein; meglio non correre rischi.
Ma la rivelazione che in questo post prometto di fare quanto prima non sta (com’è intuibile) in quanto sopra esposto.
il legame con i fumetti, la loro storia e la loro critica sono molto più stretti e imperscrutabili.
Continuate a leggere nei prossimi giorni gli aggiornamenti a questo post, formulate delle ipotesi, fate un po’ come vi pare.
🙂
NUOVO INDIZIO
Nell’ulteriore sequenza tratta da questo film è contenuto un nuovo indizio.
Com’è evidente l’acqua minerale alla quale si allude è la “nobile” (e costosissima) Perrier (sotto in una linea dello scorso anno “testimonializzata” da Dita Von Teese, la regina del burlesque.
Un vecchio post su questo tema aveva al seguito un florilegio di commenti interessanti, ma tutti sono stati oscurati da questa scelta del Sole 24 Ore di eliminare i commenti dei blog (scelta fatta senza consultare i blogger, minimamente).
Un sacco di informazioni sono andate perdute.
Impensabile recuperare tutto per metterlo nuovamente online, ma un alito di sudore nell’oceano fose si può. Ecco, l’alito in questione è costituito dai commenti (anche un po’ assemblati dal sottoscritto) dei seguenti amici ed esperti di cinema & fumetto.
Fortunato Latella:
L’aneddoto in questione non è raccontato da E.G. Laura, ma da Villaggio (ed è su E.G. Laura).
Se la mia memoria non fa cilecca, lo udii in una qualche intervista (radio? TV?) e spero di ricordarlo correttamente.
Villaggio frequentava un cineclub gestito da Laura e una sera proiettarono un film inedito di un grande maestro straniero (non ricordo né il film né il regista), ma, per errore, lo proiettarono con le bobine invertite.
Nell’immancabile dibattito che seguiva la proiezione, Ernesto G. Laura si esaltò per l’audace montaggio anti-cronologico del grande regista, finché il proiezionista non lo mise al corrente dell’errore.
Allora, il critico chiese scusa al pubblico per il disguido e comunicò che… il film sarebbe stato riproiettato IMMEDIATAMENTE nella sua corretta sequenza!!!
Il fatto che Laura, oltre che noto critico di Cinema, sia stato uno dei primi critici di Fumetto era il labile legame tra il Fantozzi vittima del cineforum e i fumetti.
Sara Muppet:
Io riprendo questo passaggio, che ho trovato.
Ho dei sospetti e come scrivevo sopra, anche qui scrivono “boiata” e non “cagata”.
Non sono accurati!
Il pezzo dell’intervista è questo:
”E infatti, l’attore ricorda in modo drammatico la ”mostruosa” prima visione del film di Eisenstein, che divenne poi lo spunto per l’analoga proiezione fantozziana: ”La prima volta? Durante un cineforum a Genova. C’eravamo io, De Andrè, e tanti altri. Ricordo che la scena della fucilazione venne proiettata dopo appena dieci minuti dall’inizio del film. E il responsabile del cineforum si alzò e dichiarò ‘questo è il più bel film di tutti i tempi!’. Noi del pubblico eravamo senza parole. Assolutamente attoniti. A quel punto, l’addetto alla proiezione si alzò e confessò di aver proiettato il film al contrario. Prima il secondo tempo, poi il primo. Il responsabile, imbarazzatissimo, non si lasciò prendere dal panico: ‘Bene, allora lo riguardiamo dall’inizio’. Fu un momento terribile””
E quindi, ecco le incongruenze.
Ernesto G. Laura era democristiano (fu nominato a Venezia al Salone del Cinema per questa ragione, lottizzatrice, o così mi ri sulta). Nulla di infamante, per carità, volevo solo precisare.
La scena resta Genova, questo sembra assodato.
(nella foto sopra, Alighiero Noschese imita Ernesto Guido Laura a Doppia Coppia).
Marcello Toninelli:
Non oso cimentarmi col quiz, ma… sono quasi commosso! Senza volerlo (immagino) gli unici albi a fumetti che hai pubblicato in questo post mi vedono tutti personalmente coinvolto!
Telerompo è stata la mia prima pubblicazione professionale (considerando il “Dante” su OffSide autoriale). Ho disegnato sì e no tre paginette, ma è stato comunque il mio battesimo “lavorativo” retribuito.
Quanto a Pancozzi, è stato l’altro mio lavoro (in veste solo di disegnatore e copertinista: quella della prima versione che hai pubblicato) degli inizi insieme a quello delle Sexy Operette, in quel periodo entrambi scritti da Eddy Segantini e pubblicati dal medesimo editore (pirata).
Un bel tuffo all’indietro di circa trentacinque anni! Grazie, Luca… ogni tanto, un pizzico di nostalgia ci vuole.
Urgh, forse mi sono espresso male! L’editore di Pancozzi non era “pirata” nei confronti degli autori. Io sono stato regolarmente pagato per tutti i quattro anni della durata delle Sexy Operette. Era pirata nei confronti del fisco, per il quale la casa editrice di fatto non esisteva. Mi raccontava G. B. (e lascio a lui la responsabilità delle sue affermazioni) per la cui agenzia lavoravo a quelle testate, che il Direttore Responsabile era un pensionato ricoverato in un ospizio, e dunque al sicuro da qualsiasi responsabilità. Chi fosse l’editore come persona non l’ho mai saputo. Potrebbe darti lumi maggiori il buon B. che ci teneva i rapporti.
Max:
La Corazzata Potempkin ha uno dei montaggi più incredibili – e geniali – di tutta la storia del cinema. Ricordiamoci che siamo nel 1925 agli albori del cinema, quando in America si metteva la macchina sul cavalletto e e si consumava tutta la bobina in un unico piano sequenza. Questa é la forza del film non la storia di per se, ovvio che un qualsiasi filmaccio d’azione possa essere più divertente e fare più audience.
Villaggio, in suo momento serio, ha fatto ammenda per quella battuta essendosi accorto di avere dato ossigeno a chi, non avendo le basi, si é poi ritenuto in diritto di dileggiare tutto quello che non capisce. Su questa linea, la Divina Commedia, la Cappella Sistina, la Gioconda, il saggio di Boschi su Jacovitti sono boiate inutili e non divertenti. I miei nipotini preferiscono la Nutella alle carote, quindi dobbiamo dar loro solo quella? Ma questa è l’aria che tira, basta guardare chi abbiamo al governo. Chiudo.
Tutto questo però non porta a risolvere il quiz dell’estate. Che c’entra Fantozzi coi fumetti?
Fortunato et altri,
credo abbiate ragione tutti. Villaggio fa molta letteratura su i suoi ricordi arricchendoli di volta in volta con nuovi particolari. I suoi temi ricorrenti sono la danza in strada all’arrivo dei soldati americani, le lucciole e il profumo del mirto. Ad ogni successivo racconto cambiano nomi e particolari. L’ultima volta che l’ho sentito, al mattino alla radio ne dette una versione e la sera in un programma Tv una diversa. Ricordo anch’io che Villaggio parlava di un altro film, non la Corazzata.
(nella foto sopra, da sinistra, il mio predecessore alla Direzione Culturale di Lucca Comics, Ernesto Guido Laura, ventisei anni dopo l’imitazione di Noschese, l’indimenticato Carlos Trillo e il sottoscritto, che gli consegna un Premio in una sera con il pavimento navigabile, ricoperto del farro versato dagli astanti nel corso della cena in piedi alla Casina Rossa).