L’uscita in Italia della monumentale (e nel contempo agile) biografia di Walt Disney Vita di Walt Disney. Uomo, sognatore e genio, scritta da Mike Barrier, con la traduzione e la cura di Marco Pellitteri per la casa editrice Tunué, libro del quale abbiamo già parlato qui, ha scatenato nei giorni scorsi una interessante polemica tra i due quotidiani La repubblica e Il Manifesto.
Ce la segnala Concetta Pianura (grazie!).
Al di là del fatto che fa piacere che due importanti giornali intervengano su un argomento caro al nostro mondo, che riguarda la vita di persone che lavorano con carta, matita e creatività, il fatto va posto all’attenzione degli appassionati del settore anche perché questo “scontro”, consumatosi nei due giorni scorsi fra Luca Raffelli di Repubblica e Mariuccia Ciotta, condirettrice del Manifesto (e a sua volta biografa di Walt Disney), potrebbe essere appena l’inizio di un dibattito molto più articolato.
Per questo, riporto i due pezzi in questione, ringraziando sin da ora gli autori, pensando di non ledere i loro diritti d’autore (in caso contrario, fatecelo sapere e troveremo un altro sistema di rimandi e link per rendere edotti nel dettaglio i lettori di Cartoonist Globale.
Il pezzo di Luca è ripartito su tre “pezzi”, uno dei quali riguarda l’articolo vero e proprio e un altro, quello a destra, è un approfondimento specifico sui rapporti con Benito Mussolini.
Il Duce del Fascismo, si dice, lavorava per un certo periodo anche in qualità di “agente per l’Italia” per l’azienda americana, almeno stando ad alcune testimonianze raccolte a più riprese. Il legame fra lui e la Mouse Factory, quindi, per un po’ dovrebbero essere stati anche di tipo economico-commerciale. Se queste informazioni fossero confermate, più che di “fascinazione” potrebbe parlarsi di mero business.
Il terzo “pezzo” dell’articolo di Repubblica, ahimè, presenta un errtore madornale nella didascalia che accompagna la foto di Carl Barks, indicato come creatore di Paperino.
Naturalmente, l’errore non è imputabile a Luca (ci mancherebbe altro!” Luca ha parlato di Paperino e dei Paperi disneyani anche recentemente nel suo ampio e approfondito volume Tratti & ritratti, pubblicato da Minimum Fax, ne parleremo).
Molto critico, non del libro, bensì del pezzo di Repubblica, è quello di Mariuccia Ciotto, che potete leggere sotto.
Riporta il discorso nei ranghi Marco Pellitteri, Direttore scientifico di Tunué, Editori dell’Immaginario, il quale scrive così al Manifesto.
Qui sotto, la parte centrale dell’articolo uscito due giorni fa su Repubblica. Con doppio CLIC sopra lo si può ingrandire.
Ed ecco la lettera di Pellitteri.
Egregia Direttrice,
desideravo congratularmi per il suo articolo su Walt Disney pubblicato su il manifesto di oggi, con cui mi trovo d’accordo, e condividere con lei alcune brevi riflessioni sul libro di Michael Barrier Vita di Walt Disney. Uomo, sognatore e genio, Latina, Tunué, 2009 (in originale The Animated Man: A Life of Walt Disney, Berkeley, University of California Press, 2007).
L’articolo di ieri potrebbe contribuire a tenere ancora in piedi il luogo comune su Walt Disney secondo il quale il papà di Topolino sarebbe stato un uomo pieno di ombre e ambiguità.
Tutto questo, però, non ha nulla a che fare con il libro di Michael Barrier. Se c’è – per lo meno a mio avviso, parlo da sociologo dei media e studioso dei linguaggi giornalistici – una notizia vera da associare all’uscita di questo libro, è che è una ricerca accurata, svolta con metodo storico nel senso vero e proprio: interviste a testimoni primari e secondari di verificata affidabilità, consultazione di documenti ufficiali, materiale fotografico, correzione documentata degli errori o delle disattenzioni dei biografi precedenti.
Per farsi un’idea dello spirito che anima il libro e della sua solidità documentativa, analitica e critica, basta leggere la prefazione di Giannalberto Bendazzi, i Capitoli 1 e 10 e le Conclusioni. Avendo curato l’edizione italiana del libro (corredandolo di numerose note integrative, svolgendo una minuscola ricerca all’interno dell’enorme ricerca di Barrier), posso affermare che in questi punti del libro si trovano i caposaldi dell’atteggiamento allo stesso tempo scientifico, appassionato ma comunque oggettivo, di Barrier, del suo amico prefatore e, se posso permettermi, del suo traduttore/curatore italiano.
Mi dispiacerebbe davvero (parlo anche per l’editore) se un libro così ben composto sotto tutti gli aspetti, frutto di una grande fatica editoriale da parte nostra, fosse «liquidato», volontariamente o involontariamente, come un volume scandalistico, perché è tutto l’opposto.
Sono anche spaventato che il dibattito su Disney lasci sullo sfondo, come materiale quasi inutile, il libro stesso, dal momento che è proprio la lettura di questo libro, con i suoi contenuti, che può contribuire seriamente a combattere molte delle disinformate dicerie su Disney.
Con stima e amicizia,
Marco Pellitteri