FELIX E FRANCO FREDA AUGURANO BUON BABBO NATALE!

Fabio Gianello

Se non erro si deve all’amico Fabio Gianello questa deliziosa composizione del centenario di due grandi personaggi del Fumetto mondiale.
Se sì, il © dell’immagine è suo, fatti salvi i © del K.F.S. per i fumetti che li riguardano.

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Per il compleanno di uno siamo in ritardo, per quello dell’altro (personaggio) siamo in anticipo di un giorno, ma vista la lungaggine con cui questi miei poveri post circolano, forse arriveremo in un orario quasi svizzero. Altrimenti, truccheremo gli orari, come facevano i solerti e mendaci funzionari di regime ai tempi di Lui per tramandare ai sovranisti odierni la leggenda (inventata) che i treni non sgarrassero mai, nemmeno quando travolgevano qualche suicida.

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Anticipiamo anche la riunione dei Babbi Natale in Italia. Ecco, invece, cosa è accaduto in USA alla SantaCon. Ne ha parlato a Last Week Tonight il brillante John Oliver.

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Franco Freda Andrea Pazienza

Bene, cambiamo argomento. Da ieri, credo, circola in rete questa illustrazione di Andrea Pazienza sopra, forse lanciata dall’amico Giorgio Franzaroli (ma non ci giurerei), accompagnata da un’osservazione interessante. Ora che il neonazista mai pentito Franco Freda, ancora vivo, inneggia come prevedibile al partito contro il quale si contrappongono giustamente le Sardine, vale la pena rileggere e ripensare questa denuncia grafica, fatta in tempi non sospetti da Andrea su Il Male.

Un attimo. Prima di proseguire, un brano sufficientemente leggendario di un ventennio ago: M’è mort’ì gatto, degli Edipo e il suo complesso.

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Mai autorizzato dagli autori della musica (in quanto trattasi di una cover, che ha superato la qualità dell’originale), lo struggente pezzo non ha mai conosciuto incisione commercializzabile.

Si legge, tra l’altro, su NeXt:

Freda non è certo l’unico neofascista ad apprezzare Salvini. Qualche tempo fa durante un’intervista a Report Maurizio Murelli (condannato a 18 anni per gli scontri del giovedì nero di Milano che nel 1973 portarono alla morte dell’agente di polizia Antonio Marino) e fondatore del Gruppo Orion disse: «io sono tra quelli che ha intuito la potenzialità di sviluppo della Lega. Quell’ambiente lì era culturalmente più debole ma con diverse, con notevoli potenzialità di sviluppo». Un’operazione di egemonia culturale per impiantare nella Lega i semi del fascismo e del nazismo. Semi che secondo Murelli ora hanno iniziato a germogliare. Ci sarebbe poi la vicenda di Gianluca Savoini, ex braccio destro di Salvini del quale sono ormai note le simpatie neonaziste.

Ciò che si nota subito osservando la vignetta è che il nome Giulio sembrerebbe essere sbianchettato in una qualche fase della sua vita editoriale. Oppure, sbianchettato e poi riscritto sopra la biacca. Oppure (forse, ma può saperlo solo chi possiede l’originale) sbianchettato in modo da non avere problemi tirando in ballo l’onorevole Andreotti, salvo ra riemersione inattesa della scritta sotto la biacca, una volta dissolto, con le ingiurie degli anni, il suo potere coprente.

(il giorno dopo)

Ecco qual è stato il problema. Sotto Giulio dovrebbe esserci stata la scritta Licio. Ma solo chi fosse in possesso dell’originale, osservandolo in controluce, potrebbe confermarlo.